Operaio morto al polo chimico Lascia una figlia di 13 anni

Nunzio Pizzardi lavorava alla Cam Impianti. Stava sostituendo
un tubo all’interno della Cfs Europa. La rabbia dei sindacati

Lavorava alla Cam Impianti di Ravenna Nunzio Pizzardi, l’operaio di 43 anni morto in un incidente alle 14.30 di martedì (19 aprile) nello stabilimento della Cfs Europe, all’interno del polo chimico di Ravenna, schiacciato da un serbatoio dopo la deflagrazione del tubo a cui stava lavorando. L’uomo – originario di Gela e trasferitosi a Ravenna per lavoro – è morto durante il trasporto in ospedale.

La sua azienda (di manutenzione) presta i propri servizi da più di un decennio per la Cfs Europe, che in una nota inviata alla stampa esprime «le più sentite condoglianze» alla famiglia del lavoratore, che lascia una figlia di 13 anni.

Cfs Europe Spa è controllata al 100 percento da Camlin Fine Sciences Ltd., società indiana che nel marzo 2011 ha deciso di investire nella produzione di catecolo e idrochinone nel distretto chimico di Ravenna rilevando la società e riassumendo il personale appena dismesso dalla precedente gestione. Cfs Europe occupa 44 dipendenti e – assicura la società nella nota – non ha mai registrato nella sua storia produttiva infortuni gravi o decessi».

Il consiglio comunale ha osservato un minuto di silenzio per ricordare la vittima, così come faranno i sindacati durante il presidio di fronte a Confindustria già programmato per la mattinata di mercoledì, nell’ambito dello sciopero dei metalmeccanici.

«Saranno le indagini in corso a chiarire le dinamiche dei fatti accaduti – si legge in una nota congiunta dei sindacati dei metalmeccanici – ma di certo resta che ancora una volta il lavoro si trasforma in tragedia e questo non è altro che uno dei tanti episodi che portano all’interruzione della vita dei lavoratori. Troppe volte nella nostra città abbiamo sentito dire “Mai più”, eppure ancora una volta siamo qui. Fim-Fiom-Uilm della provincia di Ravenna esprimono le condoglianze alla famiglia del lavoratore».

Anche i sindacati del comparto della chimica si uniscono al dolore: «Le indagini accerteranno certo come possa essere accaduto un episodio tanto devastante, ma è nostro dovere rilevare come la sequenza di incidenti gravi o mortali all’interno dei petrolchimici italiani inizi a configurarsi come intollerabile. I sentimenti di rabbia e tristezza uniscono oggi tutti i lavoratori della Cfs Europe e del polo chimico ravennate che, assieme alle segreterie territoriali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil, si stringono nel più profondo cordoglio alla famiglia della vittima».

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