martedì
26 Agosto 2025

Con la bomboletta imbratta i gradini di piazza San Francesco: denunciato

Un 21enne nei guai dopo la segnalazione di un cittadino

Un 21enne di origine cubana, residente in provincia, è stato denunciato nei giorni scorsi dalla polizia municipale di Ravenna per il reato di “imbrattamento di edificio di interesse storico” e inosservanza della normativa sull’immigrazione (a causa della mancata esibizione dei documenti).

L’intervento è scattato grazie alla segnalazione di un cittadini che aveva notato alcuni ragazzi armati di bomboletta spray intenti a imbrattare la scalinata di piazza San Francesco, in centro a Ravenna, e che ha così deciso di segnalare la cosa a municipale e questura.

La pattuglia della municipale, in collaborazione con i poliziotti e grazie alla testimonianza del cittadino che aveva telefonato, è riuscita a rintracciare un ragazzo corrispondente alla descrizione fornita, seduto sulle scalinate in compagnia di alcuni coetanei. Sui gradini c’erano due graffiti, di colore blu elettrico, e ai piedi di colui che poi è risultato essere l’unico responsabile, accanto agli zaini, una bomboletta spray con vernice proprio dello stesso colore di quello utilizzato nei disegni a terra.

A questo punto gli agenti hanno portato il giovane al comando e lo hanno denunciato.

«Blocco alle estrazioni disastro per tutti E giù le mani dalle nostre cozze»

A pranzo con gli operatori dell’offshore, che difendono i pescatori
Dopo le accuse di Greenpeace: «I mitili sono sani, ci sono le analisi»

«L’iniziativa conferma come l’attività di estrazione del gas in Adriatico, alla quale lavorano anche le aziende ravennati, non è ristretta alle nostre imprese, ma coinvolge pescatori, attività commerciali come alberghi e ristoranti, professionisti. La ricerca e l’estrazione del gas non può cessare a colpi di referendum, perché noi operiamo nel rispetto della sicurezza e di tutte le norme ambientali. Il blocco significherebbe un disastro economico per diverse categorie».
Così Franco Nanni, presidente del Roca (l’associazione che raggruppa le aziende del settore offshore ravennate), commenta il pranzo a base di cozze (a cui hanno partecipato anche alcuni politici del Pd tra cui il candidato sindaco Michele de Pascale) promosso mercoledì, 6 aprile, all’azienda Bambini di Marina di Ravenna, da operatori dell’offshore e associazioni dei pescatori, per fare il punto sugli effetti che il blocco dell’attività di manutenzione ed estrazione di gas produrrebbe sul tessuto economico ravennate ed emiliano-romagnolo.

«Abbiamo ormai un migliaio di dipendenti in cassa integrazione – aggiunge Nanni – tre multinazionali americane come Baker Hughes, Halliburton e Schlumberger stanno lasciando Ravenna per l’estero. Prevediamo altri 3 mila esuberi, su un totale di 6.700 dipendenti. Il Paese ha bisogno di una politica energetica decisa a livello centrale, sentiti esperti e tecnici, non affidata a un referendum».

Le cozze sono finite al centro della polemica dopo che Greenpeace ha scritto che quelle raccolte dai piloni delle piattaforme contengono metalli pesanti e sono inquinate.

Da decenni – spiegano nella nota inviata alla stampa da Roca – l’attività di raccolta di cozze è affidata a due cooperative (Conisub e La Romagnola), che occupano una cinquantina di persone. Ogni giorno escono in mare otto imbarcazioni e, grazie ai sub che scendono fino a 12-14 metri, si raccolgono circa 6 mila quintali di cozze ogni stagione; queste, poi, vengono smistate sui principali mercati nazionali a partire dalla Versilia fino a Porto Cervo.

«Il danno di immagine provocato da Greenpeace è enorme – commenta l’avvocato Marcella Pacchioli, che assiste le due cooperative di pescatori –. La nostra attività è sottoposta a scrupolosi controlli da parte degli organismi sanitari. Quindi, non può passare il messaggio che queste cozze sono inquinate. Abbiamo documenti che certificano l’esatto contrario. Le analisi dell’AUsl nel rispetto delle normative europee lo testimoniano. Le nostre cozze sono salubri e sono anche di ottima qualità, come dicono gli esperti».

I pescatori operano su 14 piattaforme Eni, che si trovano entro le 12 miglia dalla costa. Su un’altra trentina di impianti estrattivi viene effettuata la pulizia da incrostazioni, ma non c’è raccolta di mitili, perché le condizioni marine non consentono la loro crescita.

Conclude Sara Segati, biologa marina: «Qui vengono effettuati controlli assolutamente idonei, adeguati e costanti. La qualità di questi mitili è elevata e il prodotto messo in commercio è assolutamente salubre».

«Blocco alle estrazioni disastro per tutti E giù le mani dalle nostre cozze»

A pranzo con gli operatori dell’offshore, che difendono i pescatori
Dopo le accuse di Greenpeace: «I mitili sono sani, ci sono le analisi»

«L’iniziativa conferma come l’attività di estrazione del gas in Adriatico, alla quale lavorano anche le aziende ravennati, non è ristretta alle nostre imprese, ma coinvolge pescatori, attività commerciali come alberghi e ristoranti, professionisti. La ricerca e l’estrazione del gas non può cessare a colpi di referendum, perché noi operiamo nel rispetto della sicurezza e di tutte le norme ambientali. Il blocco significherebbe un disastro economico per diverse categorie».
Così Franco Nanni, presidente del Roca (l’associazione che raggruppa le aziende del settore offshore ravennate), commenta il pranzo a base di cozze (a cui hanno partecipato anche alcuni politici del Pd tra cui il candidato sindaco Michele de Pascale) promosso mercoledì, 6 aprile, all’azienda Bambini di Marina di Ravenna, da operatori dell’offshore e associazioni dei pescatori, per fare il punto sugli effetti che il blocco dell’attività di manutenzione ed estrazione di gas produrrebbe sul tessuto economico ravennate ed emiliano-romagnolo.

«Abbiamo ormai un migliaio di dipendenti in cassa integrazione – aggiunge Nanni – tre multinazionali americane come Baker Hughes, Halliburton e Schlumberger stanno lasciando Ravenna per l’estero. Prevediamo altri 3 mila esuberi, su un totale di 6.700 dipendenti. Il Paese ha bisogno di una politica energetica decisa a livello centrale, sentiti esperti e tecnici, non affidata a un referendum».

Le cozze sono finite al centro della polemica dopo che Greenpeace ha scritto che quelle raccolte dai piloni delle piattaforme contengono metalli pesanti e sono inquinate.

Da decenni – spiegano nella nota inviata alla stampa da Roca – l’attività di raccolta di cozze è affidata a due cooperative (Conisub e La Romagnola), che occupano una cinquantina di persone. Ogni giorno escono in mare otto imbarcazioni e, grazie ai sub che scendono fino a 12-14 metri, si raccolgono circa 6 mila quintali di cozze ogni stagione; queste, poi, vengono smistate sui principali mercati nazionali a partire dalla Versilia fino a Porto Cervo.

«Il danno di immagine provocato da Greenpeace è enorme – commenta l’avvocato Marcella Pacchioli, che assiste le due cooperative di pescatori –. La nostra attività è sottoposta a scrupolosi controlli da parte degli organismi sanitari. Quindi, non può passare il messaggio che queste cozze sono inquinate. Abbiamo documenti che certificano l’esatto contrario. Le analisi dell’AUsl nel rispetto delle normative europee lo testimoniano. Le nostre cozze sono salubri e sono anche di ottima qualità, come dicono gli esperti».

I pescatori operano su 14 piattaforme Eni, che si trovano entro le 12 miglia dalla costa. Su un’altra trentina di impianti estrattivi viene effettuata la pulizia da incrostazioni, ma non c’è raccolta di mitili, perché le condizioni marine non consentono la loro crescita.

Conclude Sara Segati, biologa marina: «Qui vengono effettuati controlli assolutamente idonei, adeguati e costanti. La qualità di questi mitili è elevata e il prodotto messo in commercio è assolutamente salubre».

«Blocco alle estrazioni disastro per tutti. E giù le mani dalle nostre cozze»

A pranzo con gli operatori dell’offshore, che difendono i pescatori Dopo le accuse di Greenpeace: «I mitili sono sani, ci sono le analisi»

«L’iniziativa conferma come l’attività di estrazione del gas in Adriatico, alla quale lavorano anche le aziende ravennati, non è ristretta alle nostre imprese, ma coinvolge pescatori, attività commerciali come alberghi e ristoranti, professionisti. La ricerca e l’estrazione del gas non può cessare a colpi di referendum, perché noi operiamo nel rispetto della sicurezza e di tutte le norme ambientali. Il blocco significherebbe un disastro economico per diverse categorie».
Così Franco Nanni, presidente del Roca (l’associazione che raggruppa le aziende del settore offshore ravennate), commenta il pranzo a base di cozze (a cui hanno partecipato anche alcuni politici del Pd tra cui il candidato sindaco Michele de Pascale) promosso mercoledì, 6 aprile, all’azienda Bambini di Marina di Ravenna, da operatori dell’offshore e associazioni dei pescatori, per fare il punto sugli effetti che il blocco dell’attività di manutenzione ed estrazione di gas produrrebbe sul tessuto economico ravennate ed emiliano-romagnolo.

«Abbiamo ormai un migliaio di dipendenti in cassa integrazione – aggiunge Nanni – tre multinazionali americane come Baker Hughes, Halliburton e Schlumberger stanno lasciando Ravenna per l’estero. Prevediamo altri 3 mila esuberi, su un totale di 6.700 dipendenti. Il Paese ha bisogno di una politica energetica decisa a livello centrale, sentiti esperti e tecnici, non affidata a un referendum».

Le cozze sono finite al centro della polemica dopo che Greenpeace ha scritto che quelle raccolte dai piloni delle piattaforme contengono metalli pesanti e sono inquinate.

Da decenni – spiegano nella nota inviata alla stampa da Roca – l’attività di raccolta di cozze è affidata a due cooperative (Conisub e La Romagnola), che occupano una cinquantina di persone. Ogni giorno escono in mare otto imbarcazioni e, grazie ai sub che scendono fino a 12-14 metri, si raccolgono circa 6 mila quintali di cozze ogni stagione; queste, poi, vengono smistate sui principali mercati nazionali a partire dalla Versilia fino a Porto Cervo.

«Il danno di immagine provocato da Greenpeace è enorme – commenta l’avvocato Marcella Pacchioli, che assiste le due cooperative di pescatori –. La nostra attività è sottoposta a scrupolosi controlli da parte degli organismi sanitari. Quindi, non può passare il messaggio che queste cozze sono inquinate. Abbiamo documenti che certificano l’esatto contrario. Le analisi dell’AUsl nel rispetto delle normative europee lo testimoniano. Le nostre cozze sono salubri e sono anche di ottima qualità, come dicono gli esperti».

I pescatori operano su 14 piattaforme Eni, che si trovano entro le 12 miglia dalla costa. Su un’altra trentina di impianti estrattivi viene effettuata la pulizia da incrostazioni, ma non c’è raccolta di mitili, perché le condizioni marine non consentono la loro crescita.

Conclude Sara Segati, biologa marina: «Qui vengono effettuati controlli assolutamente idonei, adeguati e costanti. La qualità di questi mitili è elevata e il prodotto messo in commercio è assolutamente salubre».

Referendum trivelle: il candidato Neri invita a dire “no”, tutti in fila, in spiaggia

Domenica l’obiettivo è realizzare una catena umana a Marina

Gian Battista Neri, il candidato a sindaco di Ravenna outsider, senza una vera e propria lista, partito o associazione che lo sostenga, organizza il suo primo evento pubblico. Un evento a sostegno del mondo dell’offshore e a sostegno del “no” al referendum del 17 aprile.

Neri, infatti, invita tutte le persone che lavorano in questo comparto a essere presenti insieme alle loro famiglie domenica 10 aprile, dalle 15.30, in spiaggia per una sorta di catena umana in fila a partire dalla diga sud vicino ai bagni di Marina di Ravenna.

«Il mio invito – scrive in una nota inviata alla stampa – è rivolto anche e soprattutto ai candidati sindaci».

Referendum trivelle: il candidato Neri invita a dire “no”, tutti in fila, in spiaggia

Domenica l’obiettivo è realizzare una catena umana a Marina

Gian Battista Neri, il candidato a sindaco di Ravenna outsider, senza una vera e propria lista, partito o associazione che lo sostenga, organizza il suo primo evento pubblico. Un evento a sostegno del mondo dell’offshore e a sostegno del “no” al referendum del 17 aprile.

Neri, infatti, invita tutte le persone che lavorano in questo comparto a essere presenti insieme alle loro famiglie domenica 10 aprile, dalle 15.30, in spiaggia per una sorta di catena umana in fila a partire dalla diga sud vicino ai bagni di Marina di Ravenna.

«Il mio invito – scrive in una nota inviata alla stampa – è rivolto anche e soprattutto ai candidati sindaci».

Al via i lavori per la rotonda sull’Adriatica Ecco tutte le limitazioni al traffico

Dal 12 aprile il cantiere all’incrocio killer con la Ravegnana,
il semaforo verrà eliminato in giugno. Inaugurazione in novembre?

Partiranno martedì prossimo, 12 aprile, i lavori per la realizzazione a Ravenna della rotatoria in corrispondenza dell’intersezione tra l’Adriatica e la Ravegnana, tristemente nota come “incrocio killer”. L’annuncio arriva direttamente dall’Anas. Si tratta di un’opera, attesa da anni, del valore complessivo di 2 milioni di euro.

Fasi lavorative, tempi e modalità di esecuzione, comprese le necessarie limitazioni al traffico, sono state condivise questa mattina con tutti gli enti competenti nel corso di un incontro in prefettura a Ravenna a cui erano presenti rappresentanti di Anas, Comune di Ravenna, Prefettura, Provincia di Ravenna, Polizia Stradale e forze dell’ordine.

Secondo quanto concordato, il cronoprogramma dei lavori prevede diverse fasi operative organizzate in modo da limitare i disagi alla circolazione, anche attraverso la pianificazione di alcune attività in orario notturno.

In particolare, nella prima fase, da martedì 12 aprile al 20 giugno, non sono previste limitazioni alla circolazione in quanto le lavorazioni interesseranno le aree esterne all’intersezione per la realizzazione delle opere di sostegno e per completare lo spostamento di cavidotti e tubature interrate relative ai servizi urbani.

La seconda fase, prevista dal 21 al 26 giugno, prevede l’eliminazione del semaforo che regola attualmente il nodo viario, dei cordoli e delle barriere spartitraffico, oltre a lavori propedeutici alla fase successiva e alla prosecuzione delle attività fuori dalla sede stradale. In questa fase saranno necessarie chiusure complete dell’intersezione in orario notturno, mentre saranno attive limitazioni parziali in orario diurno.

Nella terza fase, dal 27 giugno al 5 agosto, le lavorazioni interesseranno le aree dell’intersezione esterne al tracciato della statale 16 Adriatica e riguarderanno la formazione di due terzi della nuova rotatoria, il montaggio delle barriere e l’installazione della segnaletica verticale. La circolazione sarà sempre consentita sull’Adriatica mentre la Ravegnana sarà provvisoriamente chiusa in corrispondenza dell’incrocio, con percorsi alternativi sulla viabilità comunale e provinciale.

Dal 5 al 31 agosto, in concomitanza con l’esodo estivo, le lavorazioni saranno sospese e saranno completamente rimosse le limitazioni al transito sulle tre arterie coinvolte, al fine di agevolare i flussi di traffico; in questa fase la circolazione del nodo viario si svolgerà già sulla nuova rotatoria, seppur in configurazione provvisoria di cantiere.
L’ultima fase, dal 1 settembre fino al completamento dei lavori, previsto a fine ottobre, riguarderà il completamento della rotatoria, la realizzazione dell’impianto di illuminazione delle barriere antirumore e di sicurezza nonché l’asfaltatura e la segnaletica orizzontale. Durante questa fase le limitazioni al transito saranno localizzate nell’area di cantiere, mentre saranno necessarie alcune chiusure totali in orario notturno.

Al via i lavori per la rotonda sull’Adriatica Ecco tutte le limitazioni al traffico

Dal 12 aprile il cantiere all’incrocio killer con la Ravegnana, il semaforo verrà eliminato in giugno. Inaugurazione in novembre?

Partiranno martedì prossimo, 12 aprile, i lavori per la realizzazione a Ravenna della rotatoria in corrispondenza dell’intersezione tra l’Adriatica e la Ravegnana, tristemente nota come “incrocio killer”. L’annuncio arriva direttamente dall’Anas. Si tratta di un’opera, attesa da anni, del valore complessivo di 2 milioni di euro.

Fasi lavorative, tempi e modalità di esecuzione, comprese le necessarie limitazioni al traffico, sono state condivise questa mattina con tutti gli enti competenti nel corso di un incontro in prefettura a Ravenna a cui erano presenti rappresentanti di Anas, Comune di Ravenna, Prefettura, Provincia di Ravenna, Polizia Stradale e forze dell’ordine.

Secondo quanto concordato, il cronoprogramma dei lavori prevede diverse fasi operative organizzate in modo da limitare i disagi alla circolazione, anche attraverso la pianificazione di alcune attività in orario notturno.

In particolare, nella prima fase, da martedì 12 aprile al 20 giugno, non sono previste limitazioni alla circolazione in quanto le lavorazioni interesseranno le aree esterne all’intersezione per la realizzazione delle opere di sostegno e per completare lo spostamento di cavidotti e tubature interrate relative ai servizi urbani.

La seconda fase, prevista dal 21 al 26 giugno, prevede l’eliminazione del semaforo che regola attualmente il nodo viario, dei cordoli e delle barriere spartitraffico, oltre a lavori propedeutici alla fase successiva e alla prosecuzione delle attività fuori dalla sede stradale. In questa fase saranno necessarie chiusure complete dell’intersezione in orario notturno, mentre saranno attive limitazioni parziali in orario diurno.

Nella terza fase, dal 27 giugno al 5 agosto, le lavorazioni interesseranno le aree dell’intersezione esterne al tracciato della statale 16 Adriatica e riguarderanno la formazione di due terzi della nuova rotatoria, il montaggio delle barriere e l’installazione della segnaletica verticale. La circolazione sarà sempre consentita sull’Adriatica mentre la Ravegnana sarà provvisoriamente chiusa in corrispondenza dell’incrocio, con percorsi alternativi sulla viabilità comunale e provinciale.

Dal 5 al 31 agosto, in concomitanza con l’esodo estivo, le lavorazioni saranno sospese e saranno completamente rimosse le limitazioni al transito sulle tre arterie coinvolte, al fine di agevolare i flussi di traffico; in questa fase la circolazione del nodo viario si svolgerà già sulla nuova rotatoria, seppur in configurazione provvisoria di cantiere.
L’ultima fase, dal 1 settembre fino al completamento dei lavori, previsto a fine ottobre, riguarderà il completamento della rotatoria, la realizzazione dell’impianto di illuminazione delle barriere antirumore e di sicurezza nonché l’asfaltatura e la segnaletica orizzontale. Durante questa fase le limitazioni al transito saranno localizzate nell’area di cantiere, mentre saranno necessarie alcune chiusure totali in orario notturno.

Dal Comune 32mila euro per promuovere la reputazione di Ravenna sul web

Al via la campagna tramite Google. I fondi dalla tassa di soggiorno

Per promuovere la reputazione di Ravenna sul web come destinazione turistica e per veicolare l’interesse degli utenti verso il portale del turismo della città (www.turismo.ra.it), anche quest’anno il Comune ripropone una campagna di web marketing attraverso gli strumenti messi a disposizione da Google (Google Adwords Search e Google Awords Display) nei mesi di aprile e maggio.

Questi strumenti permettono a chiunque navighi su internet di trovare facilmente annunci relativi al territorio di Ravenna e agli eventi in programma in città e al mare grazie a una forma di selezione automatica che, fra le molte variabili, tiene in considerazione anche le parole chiavi di ricerca selezionate dai singoli utenti (keyword research). Attraverso questa procedura sono mostrati pertanto annunci pertinenti, mirati a determinati target di utenza e obiettivi di marketing.
In particolare la campagna interesserà i territori dell’Italia centro-settentrionale (escluse le città emiliano-romagnole: Ravenna, Ferrara, Forlì-Cesena, Rimini), e fuori dai confini nazionali la Svizzera e la Germania.

In particolare i paesi tedescofoni potranno da subito cogliere le opportunità loro offerte grazie alla Festa dell’Accoglienza, che il prossimo 22 maggio Ravenna dedicherà proprio agli ospiti tedeschi in vacanza in città con una serie di eventi, tra cui visite guidate nei suoi siti storico-artistici e la sera del 21 e 22 maggio la spettacolare installazione in 3D a cura di Andrea Bernabini “Visioni di Eterno: Teoderico il Grande” presso il Mausoleo di Teodorico.

La campagna è finanziata con il gettito della tassa di soggiorno, ai sensi dell’art. 7 del Regolamento Comunale di applicazione dell’imposta, per una spesa complessiva di 32.500 euro.

«Agli strumenti di promozione tradizionali – afferma l’assessore al turismo Massimo Cameliani – aggiungiamo questa campagna sul web che abbiamo sperimentato già lo scorso anno e consente di dare maggiore visibilità alla città, ai suoi eventi e al suo patrimonio all’interno del web».

Dal Comune 32mila euro per promuovere la reputazione di Ravenna sul web

Al via la campagna tramite Google. I fondi dalla tassa di soggiorno

Per promuovere la reputazione di Ravenna sul web come destinazione turistica e per veicolare l’interesse degli utenti verso il portale del turismo della città (www.turismo.ra.it), anche quest’anno il Comune ripropone una campagna di web marketing attraverso gli strumenti messi a disposizione da Google (Google Adwords Search e Google Awords Display) nei mesi di aprile e maggio.

Questi strumenti permettono a chiunque navighi su internet di trovare facilmente annunci relativi al territorio di Ravenna e agli eventi in programma in città e al mare grazie a una forma di selezione automatica che, fra le molte variabili, tiene in considerazione anche le parole chiavi di ricerca selezionate dai singoli utenti (keyword research). Attraverso questa procedura sono mostrati pertanto annunci pertinenti, mirati a determinati target di utenza e obiettivi di marketing.
In particolare la campagna interesserà i territori dell’Italia centro-settentrionale (escluse le città emiliano-romagnole: Ravenna, Ferrara, Forlì-Cesena, Rimini), e fuori dai confini nazionali la Svizzera e la Germania.

In particolare i paesi tedescofoni potranno da subito cogliere le opportunità loro offerte grazie alla Festa dell’Accoglienza, che il prossimo 22 maggio Ravenna dedicherà proprio agli ospiti tedeschi in vacanza in città con una serie di eventi, tra cui visite guidate nei suoi siti storico-artistici e la sera del 21 e 22 maggio la spettacolare installazione in 3D a cura di Andrea Bernabini “Visioni di Eterno: Teoderico il Grande” presso il Mausoleo di Teodorico.

La campagna è finanziata con il gettito della tassa di soggiorno, ai sensi dell’art. 7 del Regolamento Comunale di applicazione dell’imposta, per una spesa complessiva di 32.500 euro.

«Agli strumenti di promozione tradizionali – afferma l’assessore al turismo Massimo Cameliani – aggiungiamo questa campagna sul web che abbiamo sperimentato già lo scorso anno e consente di dare maggiore visibilità alla città, ai suoi eventi e al suo patrimonio all’interno del web».

I mosaici antichi di Ravenna a Ratisbona «Cari tedeschi, venite in Romagna»

L’assessore parla in Germania a operatori turistici e culturali

Nella città tedesca di Ratisbona è stata inaugurata una nuova edizione della mostra delle copie dei mosaici antichi di Ravenna, visitabile fino al 16 maggio al centro visite Unesco della città.

Approfittando di questa opportunità – grazie alla collaborazione con Enit, il Consolato d’Italia e l’Istituto italiano di cultura di Monaco – l’assessore al Turismo Massimo Cameliani ha presentato Ravenna e la sua variegata offerta turistica a un pubblico selezionato, tra operatori turistici e culturali e stampa di settore.

Oltre a «proporre le spiagge, gli ambienti naturali e la città d’arte come luoghi nei quali i turisti tedeschi possono vivere una vacanza all’insegna del divertimento, della cultura e della natura, in un contesto di servizi all’avanguardia – sottolinea Cameliani – ho ricordato che il 22 maggio prossimo si terrà a Ravenna, così come sull’intera Riviera emiliano romagnola, una vera e propria Festa dell’Accoglienza dedicata agli ospiti tedeschi in vacanza per la Pentecoste, con tantissimi eventi. E che è stata messa a punto una campagna di promozione turistica del “brand Romagna” rivolta ai mercati di lingua tedesca da Apt Servizi e Unione Prodotto Costa».

Tale campagna sarà realizzata attraverso spot televisivi, affissioni, campagne web e diverse azioni in co-marketing che, a fronte di un investimento complessivo di 1 milione di euro (da parte di Apt Servizi Emilia Romagna, Unione di Prodotto Costa e i Comuni della Riviera) genererà, grazie a diverse sinergie (con le Ferrovie Tedesche Deutsche Bahn, il sito meteo Wetter.com, il vettore Air Berlin, l’Aeroporto di Duesseldorf, Fidenza Village del gruppo Value Retail e altri) azioni per un valore complessivo pari a oltre il doppio.

La Soprintendenza sui reperti di piazza Kennedy: «Perché valorizzare un buco?»

Proseguono gli scavi, interessanti finora solo dal punto di vista
storico. Sarà pronta in giugno, ma con il cantiere su Sant’Agnese

«Ravenna è una città dove per fortuna ci sono chiese bizantine visitabili e si continua a discutere della valorizzazione di un buco?». Il buco sarebbero gli scavi di piazza Kennedy e la dichiarazione, in risposta ai giornalisti, è di Valentina Manzelli, archeologa della Soprintendenza che sta seguendo i lavori nell’ormai ex parcheggio più frequentato del centro storico. Una sintesi brutale (poi spiegata con toni meno tranchant) ma efficace del pensiero degli addetti ai lavori, seppur molto abbottonati, che hanno incontrato la stampa in municipio per fare il punto sullo stato del cantiere. Partito lo scorso giugno, dopo poche settimane ci furono i primi ritrovamenti e i lavori degli archeologi sono proseguiti parallelamente a quelli degli operai in due scavi separati. Quello più a ridosso di via D’Azeglio – nei cosiddetti Orti Rasponi – è stato definitivamente chiuso nelle ultime settimane dopo essere arrivati a toccare con mano resti risalenti addirittura all’età imperiale – a circa sei metri di profondità – quando l’area era di fatto allagata con tanto di segni evidenti di un crollo o un incendio nella parte edificata. L’altro scavo, quello ancora aperto e visibile ai passanti, mostra attualmente alcuni muri perimetrali risalenti al medioevo (XII secolo) di Sant’Agnese, chiesa bizantina costruita alla fine del V secolo che la tradizione vuole che sorgesse sopra il tempio di Ercole e che oggi si ritrova tristemente attraversata dalle condotte realizzate senza troppa attenzione a fine anni Ottanta per ospitare i cavi della Telecom. Se non sono stati rinvenuti resti pavimentali e quelli murari versano in condizioni labili, è invece degno di nota il ritrovamento dell’altare, con il ciborio praticamente conservato in maniera integrale, mentre ha destato sorpresa tra gli archeologi anche l’individuazione dell’abside paleocristiano, cercato ma non trovato nel corso dei sondaggi effettauti all’inizio del novecento.

Ora l’ultima fase sarà quella dell’ulteriore approfondimento, solo nella zona appunto del ciborio e dell’abside, alla ricerca dei resti della chiesa del VI secolo, anche se gli archeologi non si aspettano di trovare, come successo finora, reperti di reale valore, se non dal punto di vista dei dati storici e della stratigrafia, in grado di raccontare l’evoluzione della città nei secoli ed evitare in futuro, magari, alcuni interventi nel sottosuolo. Ma nulla, al momento, che valga davvero la pena conservare in loco e mostrare al pubblico a fine scientifico. A meno che il futuro sindaco non decida di voler valorizzare la piazza – altrimenti pressoché vuota – sfruttando questi ritrovamenti. Ma sarà un costo a carico del Comune, di cui la Soprintendenza pare non voler sentirne neppure parlare. «Già adesso non riusciamo a effettuare la manutenzione necessaria dei siti archeologici presenti in Emilia-Romagna – commenta il soprintendente regionale per l’archeologia, Luigi Malnati –: i costi per una valorizzazione e la gestione degli scavi di piazza Kennedy non possono essere sostenuti dalla Soprintendenza. Senza contare che ci sono vari esempi di scavi archeologici abbandonati a se stessi che si sono trasformati in immondezzai e un progetto di copertura non è sempre sostenibile…». Al margine della conferenza stampa Malnati propone piuttosto l’idea di lasciare il segno di quanto scoperto nel sottosuolo in maniera simbolica sulla superficie, sfruttando anche le colonne di Sant’Agnese conservate a palazzo Rasponi che già è previsto possano tornare nella piazza nel progetto di riqualificazione.

«Al termine degli scavi – si limita a dire anche il soprintendente per i Beni architettonici e paesaggistici di Ravenna, Giorgio Cozzolino – sarà l’amministrazione a decidere il da farsi per la valorizzazione». Amministrazione che nel caso dovrà quindi accollarsi le spese, ancora difficilmente quantificabili, anche perché molto dipende dal tipo di progetto che si vorrà mettere in campo. Qualche idea ce l’ha, l’assessore ai Lavori pubblici del Comune, Roberto Fagnani, presente in municipio ma per forza di cose poco propenso a parlare. Perché naturalmente il suo mandato è in scadenza, come quello di tutta la giunta, in attesa delle elezioni di giugno. Ma anche perché deve comunque fare i conti con le dichiarazioni del sindaco uscente (stranamente assente in conferenza stampa), Fabrizio Matteucci, che a più riprese nei mesi scorsi ha assicurato che piazza Kennedy diventerà «una piazza archeologica», o comunque potrà contare in futuro sui reperti in mostra per cittadini e turisti. Non proprio quello che pensano gli archeologi. Il tutto in uno scenario che vede le Soprintendenze in via di scioglimento nell’ambito della riforma statale che porterà a Ravenna la nascita di un ufficio unico che si dovrà occupare di beni architettonici e archeologi allo stesso tempo, alla cui guida non è ancora certo che ci sarà nuovamente Cozzolino. Quello che è certo è che dopo le elezioni il nuovo sindaco e il nuovo soprintendente dovranno trovare una soluzione definitiva, mentre già il prossimo giugno il resto della piazza verrà inaugurata – assicura nuovamente l’assessore Fagnani –, come da programmi, seguendo il progetto definitivo, con la nuova pavimentazione, i chioschi e i bagni pubblici. Per la nuova piazza pedonale di Ravenna, che nascerà con il cantiere di Sant’Agnese ancora aperto nella sua porzione più a ridosso dell’ex Casa del Mutilato.

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