venerdì
22 Agosto 2025

Gli operai Micron-Mineral in piazza per impedire chiusura e 21 licenziamenti

Il gruppo Holcim controlla lo stabilimento di Ravenna nel settore del cemento e intende dismettere il sito. Trattative tra sindacati e azienda con la mediazione del Comune

I lavoratori dello stabilimento Micron Mineral di Ravenna saranno in piazza del Popolo il 18 marzo dalle 9 alle 11 per protestare e contrastare la decisione di chiusura dell’impianto di via Classicana comunicato il 15 febbraio dal gruppo Holcim Italia che ha il controllo dell’azienda. Il presidio in piazza andrà in scena mentre in municipio si svolgerà un incontro convocato dal Comune di Ravenna per evitare i licenziamenti: al tavolo di crisi, oltre all’assessore Massimo Cameliani (Attività produttive), siederanno la direzione aziendale e i rappresentanti dei sindacati di categoria. Sono stati invitati Confindustria e le aziende industriali del territorio proprio per dare una risposta occupazionale contro i licenziamenti e per evitare i 21 esuberi annunciati. L’incontro di domani a Palazzo Merlato segue a quello di oggi negli uffici di Confindustria in via Barbiani.

La Micron Mineral di Ravenna è un’azienda del settore cemento con impianto di macinazione e produzione con uno stabilimento nella zona portuale di via Classicana. Si è insidiata a Ravenna nel 2003 ed è stata rilevata da Holcim nel 2008, gruppo che ha altri stabilimenti nel nord Italia. Attualmente nel sito di Ravenna occupa 21 dipendenti, numeri già ridimensionati negli ultimi anni a causa della crisi del settore cemento. Il gruppo proprietario ha ribadito l’intenzione di procedere con la chiusura e continuare la procedura di mobilità già avviata. «Non ci rassegniamo alla chiusura e cercheremo tutte le strade possibili, anche diverse da quelle dell’attuale organizzazione produttiva», dichiarano le organizzazioni sindacali Fillea, Filca e Feneal.

Schianto al casello A14: la vittima in viaggio da Bologna a Macerata

Il 42enne era atterrato al Marconi dall’America e viaggiava con la compagna e i genitori di lei verso la residenza nelle Marche

Era atterrato in mattinata all’aeroporto Marconi di Bologna con un volo dall’America e ad attenderlo c’era la compagna con i genitori: durante il viaggio verso casa a Macerata lo schianto in cui ha perso la vita. La vittima dell’incidente stradale avvenuto verso le 12.30 al casello A14 di Lugo-Cotignola è un 42enne americano (C. S. le sue iniziali). Si trovava sul sedile del passeggero anteriore: alla guida dell’auto il padre 70 anni) della compagna, dietro le due donne (33 e 65), tutti rimasti illesi e trasportati all’ospedale di Lugo solo per accertamenti. Sono sotto choc e in queste ore sono ascoltati dalla polizia stradale per ricostruire l’accaduto ma saranno presto dimessi.

L’incidente non ha coinvolto altri veicoli. La vettura guidata dal 70enne al momento di uscire dal casello ha colpito una delle cuspidi che dividono le varie porte. Sul posto il personale medico del 118 intervenuto anche con l’elicottero ma il 42enne è morto sul posto. La viabilità non è mai stata interrotta restringendo il transito sugli altri caselli.

Auto cappottata al casello di Lugo: muore un uomo di 41 anni

Non ci sono altri mezzi coinvolti, sul posto la polizia stradale  

Un uomo di 41 anni è morto in un terribile incidente stradale avvenuto poco dopo mezzogiorno all’altezza della barriera di Lugo dell’autostrada.

Per cause in corso di accertamento da parte della polizia stradale, l’auto su cui viaggiava si è cappottata andando a schiantarsi contro il casello, lo stesso dove la scorsa estate venne distrutta una famiglia dopo un terribile tamponamento (vedi articoli correlati).

Per il 41enne non c’è stato nulla da fare. Ferite lievi per gli altri passeggeri, un uomo di 70 anni e due donne, di 33 e 65 anni.

Seguiranno aggiornamenti.

Dopo Masterchef, le ricette di Erica arrivano in tutte le libreria d’Italia

Esce il libro della ravennate Liverani, il 22 marzo a Palazzo Rasponi

Arriva oggi (giovedì 17 marzo) nelle librerie di tutta Italia “A piccoli passi. La mia cucina stagionale” (Baldini e Castoldi, 20 euro), il libro di ricette della ravennate Erica Liverani, vincitrice dell’ultima edizione di Masterchef.

Il tour di presentazione del libro – che è parte del premio che era in palio al celebre talent culinario di Sky, oltre ai 100mila euro in gettoni d’oro – parte da Milano e passerà ovviamente anche da Ravenna: l’appuntamento è per martedì prossimo, 22 marzo, dalle 18.30 a Palazzo Rasponi, in piazza Kennedy.

Sarà presente naturalmente la cuoca amatoriale più brava d’Italia (almeno per quest’anno), Erica da Conventello, che in questi giorni ha ricevuto anche il riconoscimento di “Ambasciatrice della tradizione culinaria romagnola” da parte di Confcommercio e Accademia del Gusto (qui sotto la fotogallery della premiazione).

Il libro contiene più di 120 ricette divise secondo gli ingredienti del mese, stagione dopo stagione. Qui a fianca tra i correlati anche la nostra intervista.

Dopo Masterchef, le ricette di Erica arrivano in tutte le libreria d’Italia

Esce il libro della ravennate Liverani, il 22 marzo a Palazzo Rasponi

Arriva oggi (giovedì 17 marzo) nelle librerie di tutta Italia “A piccoli passi. La mia cucina stagionale” (Baldini e Castoldi, 20 euro), il libro di ricette della ravennate Erica Liverani, vincitrice dell’ultima edizione di Masterchef.

Il tour di presentazione del libro – che è parte del premio che era in palio al celebre talent culinario di Sky, oltre ai 100mila euro in gettoni d’oro – parte da Milano e passerà ovviamente anche da Ravenna: l’appuntamento è per martedì prossimo, 22 marzo, dalle 18.30 a Palazzo Rasponi, in piazza Kennedy.

Sarà presente naturalmente la cuoca amatoriale più brava d’Italia (almeno per quest’anno), Erica da Conventello, che in questi giorni ha ricevuto anche il riconoscimento di “Ambasciatrice della tradizione culinaria romagnola” da parte di Confcommercio e Accademia del Gusto (qui sotto la fotogallery della premiazione).

Il libro contiene più di 120 ricette divise secondo gli ingredienti del mese, stagione dopo stagione. Qui a fianca tra i correlati anche la nostra intervista.

A 14 anni, solo, sulla nave per l’Italia Rifat ora è apprendista alle Bassette

Albanese neodiciottenne, è stato tra le centinaia di minori stranieri non accompagnati arrivati in provincia in questi anni. Il quadro

«Noi non vogliamo prenderci la responsabilità di farti lasciare l’Albania, se poi vieni e non trovi niente non vogliamo che tu ci dia la colpa, ma non vogliamo nemmeno che tu ci dia la colpa per essere rimasto a Elbasan e fare una vita che non ti piace. Insomma è una tua scelta». Dopo aver riattaccato il telefono, le idee di Rifat erano ancora più confuse che prima di chiamare i cugini. Loro abitavano in Italia da un anno, ma Rifat non capiva se fossero felici della loro nuova vita.

Da una parte il viaggio lo spaventava, sapeva che era pericoloso affrontare quella attraversata da solo per un ragazzino di 14 anni, e i suoi genitori non volevano che rischiasse la vita. D’altra parte crescere a Elbasan non era per lui un futuro immaginabile. Non voleva invecchiare come suo padre, che con uno stipendio mensile di 300 euro non riusciva nemmeno a mantenere i suoi figli. Così preparò lo zaino, baciò la madre, e assieme a tre compagni di classe partì verso l’Italia, verso Ravenna, sapendo che per molto tempo non sarebbe più potuto tornare.

Sul traghetto che salpava da Vallona e arrivava a Brindisi aveva con sé una foto, che teneva in tasca come un amuleto. Gliela aveva mandata un suo amico, era una foto del suo amico in Italia, con un bel giubbotto della Adidas e il sorriso sul volto. «Se ci era riuscito Gezim – pensava – ci riuscirò anche io».

Giunti al porto di Brindisi i quattro compagni di scuola si salutarono e ognuno prese una strada diversa. Rifat arrivò a Ravenna dove si recò in questura e fece domanda per essere riconosciuto come “Minore non accompagnato”. «Hai parenti che vivono in Italia?», gli chiesero gli uomini in divisa. «No, nessuno», sapeva che quella era la risposta da dire e poi i cugini non potevano prendersi cura di lui, anche loro erano solo due ragazzini.

«Sono moltissimi i minori che arrivano a Ravenna senza genitori – spiega Dora Casalino, operatrice ed esperta di progettazione sociale –.
Arrivano attraverso varie tratte. Una parte arriva dall’Albania, tra cinquanta e cento all’anno intercettati e che poi si disperdono nella provincia. Sul territorio prima di loro, altri della stessa rete familiare hanno cercato un futuro migliore e si sono stabilmente radicati. Una occasione di futuro che si auto alimenta e per cui lo stato Italiano e le amministrazioni si stanno interrogando per raggiungere accordi con il governo albanese. Arrivano nei modi più diversi, in barca, in auto, in treno, anche in aereo. Altri vengono lasciati dai genitori al confine. Sanno che un minore da solo ha più possibilità di ricevere aiuti, che non sarà lasciato da solo in strada, ma gli sarà trovato un luogo in cui dormire – continua Casalino -.
Per quanto riguarda i minori di altra nazionalità, il percorso è diverso e spesso si tratta di rifugiati. Come per la migrazione degli adulti infatti, finchè non ci saranno corridoi umanitari, le reti criminali la fanno da padrone, organizzando i viaggi per questi minori, mettendone a rischio la stessa vita. Della cifra complessiva sull’accoglienza minori a che si aggira a Ravenna intorno ai 4milioni (vedi articoli correlati, ndr), solo un terzo è dedicata ai minori stranieri, il resto è relativa all’accoglienza di minori italiani in carico ai servizi».

I minori che non provengono da zone di guerra non hanno la possibilità di chiedere asilo politico, ma hanno diritto alla pronta accoglienza, ossia a essere inseriti in strutture accreditate oppure affidati a una famiglia. Rifat fu inserito nella struttura di Piangipane.

A Piangipane seguì anche al Cfp i corsi di formazione professionale. Compiuti 18 anni i ragazzi non possono più rimanere nelle strutture, devono quindi trovarsi da soli un alloggio, oppure chiedere ospitalità a un dormitorio. Rifat oggi ha 18 anni ed è in Italia da quattro. È riuscito a trovare un lavoro come apprendista in una azienda alle Bassette e divide una camera a Russi. Dopo tre anni o otto mesi è potuto tornare per una settimana a Elbasan e riabbracciare sua madre, che non vedeva da quando era partito.

«Sinceramente – ci dice – prima di partire pensavo che la vita in Italia fosse più semplice, ma è sicuramente molto migliore di quella che avrei fatto in Albania. Sono felice di essere qui oggi, e se tornassi a quando avevo 14 anni partirei ancora». Prima di partire Rifat ha stampato una foto da portare a sua madre. Lo ritrae sorridente, con un bel giubbotto caldo e nello sfondo Ravenna.

Cuoco disoccupato di 24 anni sorpreso con la droga nelle mutande

Arrestato e condannato, poi rimesso in libertà

Un cuoco disoccupato di 24 anni è stato arrestato dai carabinieri di Faenza per spaccio. Il ragazzo – di Modigliana – è stato fermato nel corso di un controllo antidroga in centro a Faenza, dopo che si era allontanato con fare nervoso alla vista dei carabinieri. Fermato dai militari, è stato portato in caserma dopo che dalla banca data dei carabinieri è risultato coinvolto in passato in vicende di droga. Al momento della perquisizione è stato lui stesso a tirare fuori dagli slip una mattonella di hashish da 50 grammi. Addosso aveva anche una dose da mezzo grammo e uno spinello già pronto per l’uso.

I carabinieri hanno quindi deciso di perquisire anche la sua abitazione, dove sono state trovatenella camera da letto altre tre dosi di hashish di circa mezzo grammo ciascuna, oltre a materiale per pesare e confezionare la droga destinata alla vendita, fra cui alcuni grossi coltelli da cucina con ancora sulle lame residui di sostanze stupefacenti. In casa sono stati trovati dai militari anche un centinaio di semi di canapa indiana.

Arrestato, il 24enne è stato condanato a 8 mesi di reclusione e 1.200 euro di multa, pena sospesa.

Claudio Angeli nella squadra di Alberghini e una task force per la trasparenza

Si va costurendo la squadra della coalizione formata da Lega e LpRa

Avvocato con una carriera militare nella Croce Rossa, consigliere dell’Enpa e nel cda della fondazione San Rocco, Claudio Angeli entra a far parte della squadra che accompagna il commercialista Massimiliano Alberghini, candidato sindaco di Lista per Ravenna e Lega Nord, uniti in una coalizione che non è escluso possa allargarsi ad altre liste, Forza Italia in primis.

Angeli, scelto – ha detto Alberghini – per «le spiccate qualità professionali e morali», si occuperà di temi che il candidato ha definito cruciali e centrali per il progetto politico quali «legalità, trasparenza e anticorruzione».

«Essendo avvocato – ha dichiarato Angeli – non posso, senza carte alla mano, dire cosa fino a oggi non abbia eventualmente risposto a questi criteri. Ma intanto posso assicurare cosa vogliamo che avvenga in futuro: massima trasparenza in tutti gli atti che riguardano affidamenti, appalti, ma anche rapporti con i fornitori, rispetto delle regole, naturalmente, correttezza formale e sostanziale per un vantaggio sia economico sia sul piano culturale e una squadra che controlli lo svolgimento dei lavori e degli affidamenti».

Dunque una task force, con tanto di assessore e dirigente in un’ottica di valorizzazione del merito, ha spiegato in particolare Alberghini, che si ispira anche all’idea di una rotazione di alcune figure apicali della macchina comunale come appunto dirigenti e, ha specificato Alvaro Ancisi, anche quadri.

Un altro tassello dunque alla potenziale squadra di governo che sarà soprattutto civica dove però non mancheranno anche elementi politici delle forze che formano la coalizione (ma non ci sarà Ancisi, come lui stesso ha precisato). E adesso si attende il prossimo nome «sorprendentemente» civico e che si occuperà di centro storico.

Qui sotto tra gli allegati il comunicato completo inviato alle redazioni dopo la conferenza stampa di mercoledì mattina.

La Camera di commercio ha deliberato nuovi contributi per le imprese

Aumentati i fondi 2015. Al via i bandi per il 2016: i dettagli

Con l’obiettivo di finanziare completamente tutte le domande ammissibili presentate nel corso del 2015, la Camera di commercio di Ravenna ha deciso in questi giorni l’integrazione dei fondi destinati al sistema imprenditoriale ravennate attraverso l’erogazione di contributi. A fronte di un numero di domande notevolmente superiore a quelle attese la Giunta camerale ha dirottato ulteriori 330 mila euro aggiungendoli ai 600 mila inizialmente stanziati.

«Questo risultato è il frutto di scelte strategiche – evidenzia Natalino Gigante, presidente della Camera di commercio – che ci hanno consentito, in un momento di tagli e forti riduzioni alle nostre entrate, di incidere il meno possibile sugli interventi economici destinati al territorio e alle imprese. Evidenzio che le risorse camerali per le imprese alluvionate sono ad oggi le uniche risorse di natura pubblica stanziate a tal fine, infatti 240 mila euro sono andati a parziale copertura dei danni subiti dalle imprese del litorale che ne hanno fatto richiesta e avevano i requisiti per ottenere i contributi, mentre 450 mila euro sono stati destinati alle nuove imprese costituite in provincia, 160 mila euro sono stati utilizzati per la partecipazione a fiere all’estero o a progetti di internazionalizzazione, e oltre 130 mila euro per progetti legati all’Expo, certificazioni ambientali e sociali e progetti di investimento finalizzati alla sicurezza delle imprese. Questi interventi, ai quali si aggiunge un forte sostegno ai consorzi fidi finalizzato a favorire l’accesso al credito delle nostre imprese, testimoniano il ruolo del sistema camerale a sostegno del territorio e delle imprese».

Riattivati dal 1 aprile anche i termini per la presentazione delle nuove domande per la concessione di contributi a valere sul 2016, per l’internazionalizzazione, la creazione di nuove imprese, la connessione alla banda ultra larga e le certificazioni ambientali e sociali.

In sintesi:

Creazione di impresa. Il fondo iniziale destinato a questa misura è pari a 250 mila euro. Attivo fino al 15 gennaio 2017, il regolamento si rivolge alle PMI che abbiano aperto ed attivato un’impresa sul territorio della provincia di Ravenna nel corso del 2016. Il contributo è pari al 50% delle spese ammissibili sostenute e connesse all’avvio d’impresa fino ad un massimo di 5.000 euro;
Partecipazione a fiere all’estero e progetti di internazionalizzazione. Fondo annuale di 150 mila euro rivolto alle PMI, reti d’imprese e Consorzi operanti in provincia di Ravenna in tutti i settori economici ammessi dal regolamento de minimis, finanzia le partecipazioni a fiere all’estero e l’acquisizione di servizi a supporto dell’internazionalizzazione presso soggetti attuatori qualificati. Si prevede un contributo pari al 50% delle spese ammissibili fino ad un massimo di euro 3.000 (5.000 nel caso di partecipazione a fiere di Consorzi o reti d’imprese);
Adozione di sistemi di gestione aziendale conformi alle norme ISO 14001, Regolamento EMAS, SA8000, studi LCA sui prodotti realizzati o commercializzati e ottenimento di marchi ambientali di prodotto (Ecolabel, EPD e Remade in Italy) Fondo annuale di 20.000 euro rivolto alle PMI e consorzi, con sede e/o unità operativa nella provincia di Ravenna per l’adozione di particolari sistemi di gestione ambientale/sociale e certificazioni di prodotto. Il contributo previsto è pari al 50% delle spese sostenute (formazione del personale, consulenza, certificazione, registrazione e rilascio del marchio ecologico) fino ad un massimo di € 5.000.
Banda ultra-larga e connettività di rete. Fondo di 50 mila euro a sostegno delle imprese che intendono investire in servizi di connettività a banda ultra larga aumentando, contestualmente, la capillarità dell’infrastruttura disponibile sul territorio. Il contributo previsto è pari al 50% delle spese sostenute fino ad un massimo di € 2.000.

Ai bandi rivolti direttamente alle imprese si aggiunge anche nel 2016 il fondo di 700 mila euro per il sostegno al credito destinato ai consorzi fidi operanti nel territorio provinciale e finalizzato all’abbattimento dei tassi d’interesse e alla concessione di garanzie alle imprese della provincia di Ravenna.

Crisi e Equitalia, impreditore si impiccò e ora si suicida anche la figlia 18enne

Tre anni fa il padre si tolse la vita nella ditta di famiglia, la ragazza trovata in giardino. In un biglietto il dolore per la perdita del genitore

Si è impiccata a 18 anni nel giardino di casa ad Alfonsine. L’hanno trovata sabato scorso, 12 marzo. In uno scritto lasciato per i familiari tutto il dolore per la mancanza del padre. Che si era suicidato tre anni fa, impiccandosi nel magazzino della sua ditta in paese. Lui non lasciò scritti ma la famiglia trovò le cause di quel gesto drammatico nella crisi aziendale, nelle difficoltà opprimenti per garantire gli stipendi ai dipendenti, il mutuo sulla casa e l’ultima bastonata aggiunta da un cartella esattoriale di Equitalia da quasi 50mila euro. L’imprenditore aveva più volte manifestato il suo disagio per questa situazione parlando con il padre.

Chi conosceva la ragazza la ricorda come un’adolescente introversa e riservata. Dopo la tragedia del padre si era chiusa ancora di più in se stessa ed erano sempre meno le occasioni in cui la si vedeva in giro. I funerali si sono svolti ieri, 15 marzo, partendo dalla camera mortuaria di Alfonsine fino al cimitero di Ravenna per la cremazione della salma. La 18enne lascia la madre, fu lei a trovare il marito impiccato in azienda, e un fratello di vent’anni. La tragica vicenda ha scosso molto la comunità del paese già toccata duramente dal caso del padre, uno dei tanti imprenditori rimasti schiacciati dal peso della crisi.

Incontri di architettura a Palazzo Rasponi e tavola rotonda sul riuso

Andrea Dal Fiume (Imola) e lo studio De Gayardon Bureau (Cesena) sono i protagonisti della prima delle 8 conferenze del ciclo “SeDici Architettura 2016”, in calendario giovedì 17 marzo (dalle ore 20) a Palazzo Rasponi dalle Teste, in centro a Ravenna.

La rassegna di incontri-confronti sull’architettura contemporanea – ideata da un comitato scientifico composto da Gianluca Bonini e Giovanni Mecozzi (Nuovostudio-Ravenna) e Filippo Pambianco (Cavejastudio-Forlì) – è organizzata e documentata dalla rivista dell’abitare Casa Premium, in collaborazione con il Comune di Ravenna (assessorato all’Urbanistica) e gli ordini professionali degli architetti di Ravenna e Forlì, anche ai fini dei crediti formativi.

Andrea Dal Fiume, modenese, classe 1959, laureato in architettura a Firenze, ha esordito come docente di “Progettazione Ambientale” all’Università di Ferrara e coautore del volume “Architettura sostenibile” (Bologna, 1998). È responsabile del Servizio Opere Pubbliche del Comune di Imola attraverso la società BeniComunisrl. Alcune delle sue opere realizzate sono state premiate in concorsi nazionali e pubblicate in autorevoli riviste del settore.

De Gayardon Bureau è un collettivo multidisciplinare di giovani professionisti con esperienze europee, fondato nel 2013 a Cesena e formato da Sara Angelini, Alessio Valmori e Dania Marzo. Opera intrecciando competenze di architettura, ingegneria, paesaggio, antropologia con una particolare sensibilità per la progettazione ambientale e sociale. Diversi lavori del Bureau sono stati premiati in concorsi nazionali e internazionali. Nel 2014 hanno partecipato alla Biennale di Venezia curata da Rem Koolhaas.

Dopo gli interventi dei relatori, seguirà la tavola rotonda “Il (buon) senso del rifare”: Riuso e rigenerazione urbana a vantaggio del territorio, delle comunità e dell’economia? Breve dibattito fra i relatori della conferenza e gli architetti Paolo Bolzani (consigliere Ordine Architetti di Ravenna) e Maria Cristina Garavelli (Officina Meme, Ravenna).

Incontri di architettura a Palazzo Rasponi e tavola rotonda sul riuso

Andrea Dal Fiume (Imola) e lo studio De Gayardon Bureau (Cesena) sono i protagonisti della prima delle 8 conferenze del ciclo “SeDici Architettura 2016”, in calendario giovedì 17 marzo (dalle ore 20) a Palazzo Rasponi dalle Teste, in centro a Ravenna.

La rassegna di incontri-confronti sull’architettura contemporanea – ideata da un comitato scientifico composto da Gianluca Bonini e Giovanni Mecozzi (Nuovostudio-Ravenna) e Filippo Pambianco (Cavejastudio-Forlì) – è organizzata e documentata dalla rivista dell’abitare Casa Premium, in collaborazione con il Comune di Ravenna (assessorato all’Urbanistica) e gli ordini professionali degli architetti di Ravenna e Forlì, anche ai fini dei crediti formativi.

Andrea Dal Fiume, modenese, classe 1959, laureato in architettura a Firenze, ha esordito come docente di “Progettazione Ambientale” all’Università di Ferrara e coautore del volume “Architettura sostenibile” (Bologna, 1998). È responsabile del Servizio Opere Pubbliche del Comune di Imola attraverso la società BeniComunisrl. Alcune delle sue opere realizzate sono state premiate in concorsi nazionali e pubblicate in autorevoli riviste del settore.

De Gayardon Bureau è un collettivo multidisciplinare di giovani professionisti con esperienze europee, fondato nel 2013 a Cesena e formato da Sara Angelini, Alessio Valmori e Dania Marzo. Opera intrecciando competenze di architettura, ingegneria, paesaggio, antropologia con una particolare sensibilità per la progettazione ambientale e sociale. Diversi lavori del Bureau sono stati premiati in concorsi nazionali e internazionali. Nel 2014 hanno partecipato alla Biennale di Venezia curata da Rem Koolhaas.

Dopo gli interventi dei relatori, seguirà la tavola rotonda “Il (buon) senso del rifare”: Riuso e rigenerazione urbana a vantaggio del territorio, delle comunità e dell’economia? Breve dibattito fra i relatori della conferenza e gli architetti Paolo Bolzani (consigliere Ordine Architetti di Ravenna) e Maria Cristina Garavelli (Officina Meme, Ravenna).

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