venerdì
15 Agosto 2025

«Slot per bambini al Cinemacity» La denuncia del Gruppo Zuccherificio

L’associazione contro il gioco d’azzardo segnala il caso ticket redemption Ravviva Ravenna: «Sensazione di sdegno». Anche Sutter (Ric) dice no

Alla multisala Cinemacity di Ravenna arriva il gioco d’azzardo a misura di bambino. La denuncia viene dal Gruppo dello Zuccherificio, associazione culturale da tempo impegnata nel contrasto alla diffusione del gioco. Il dito è puntato contro il meccanimo chiamato ticket redemption, letteralmente “riscatto del biglietto”: «È l’ultima frontiera del gioco – scrive il Gdz –. Sono piccoli casinò per bambini, con tanto di slot machine. Spesso si trovano proprio a fianco ai luoghi dell’azzardo per adulti come al Cinemacity. L’unica differenza è che qui non si vincono soldi, ma ticket. Più ticket si accumulano, più per fortuna che per abilità, più le possibilità di vincere un premio grande aumentano. I bambini si abituano ai colori, ai suoni, al concetto di sala da gioco, a giocare per sperare di vincere. Ed è tutto legale».

Al momento attuale è ancora difficile stabilire quante siano le sale ticket redemption in Italia: «A differenza delle slot, non sono collegate in rete. Secondo il Sapar, associazione che riunisce produttori, rivenditori e gestori di apparecchi d’intrattenimento, potrebbero essere circa 6mila le macchinette distribuite in 600 sale. E poi ci sono le slot per bambini in rete. Centinaia di app quasi tutte gratuite che non mangiano soldi ma creano situazioni simili ai giochi d’azzardo per adulti, grazie al meccanismo degli aggiornamenti, del raggiungimento di livelli di gioco superiori e all’imitazione di suoni e grafiche. Perché il gioco d’azzardo per i bambini è legale?».

Una domanda che si pone anche Giovanni Paglia, deputato ravennate di Sinistra Italiana, in un’interrogazione parlamentare ai ministri delle Finanze e delle Politiche Sociali: «Si tratta di macchine da gioco che sfuggono alla regolamentazione sull’azzardo perché non distribuiscono premi in denaro, ma ticket-punti. I punti sono tuttavia cumulabili e scambiabili con premi, che possono avere anche un valore significativo. Chiediamo quindi al Governo se non voglia ricomprenderli nella regolamentazione del gioco d’azzardo, sotto i profili autorizzativi e fiscali».

La notizia dell’arrivo in città, in una sala giochi molto frequentata come quella all’interno della multisala, ha smosso anche l’associazione Ravviva Ravenna che potrebbe essere in corsa alle prossime elezioni comunali con una sua lista: «Ci rendiamo contro che l’attività posta in essere dalla multisala sia del tutto conforme alla legge vigente, ma ciò non toglie che dal punto di vista morale, non possa che suscitare in noi una sensazione di sdegno. Per questo motivo, chiediamo che l’azienda, la quale ha installato tali macchinari sia coscienziosa e, badando al più generale ed importante interesse della salute pubblica, percorra al più presto possibile delle scelte di gestione differenti da quelle attuali. Siamo sicuri dell’esistenza di un alternativa che possa essere sia interessante a livello imprenditoriale, che moralmente ed eticamente corretta».

Sul tema arriva anche un altra presa di posizione dalla politica. È quella di Ravenna in Comune, la lista di sinistra alternativa al Pd che candida Raffaella Sutter a sindaco: «Quando avremo l’opportunità di amministrare la città porteremo avanti ogni iniziativa possibile per slegare l’azzardo dalle zone frequentate dai minori, per bloccare le pubblicità da ogni affissione pubblica e da ogni strumento/evento realizzato con patrocinio e collaborazione dell’amministrazione comunale, per potenziare le campagne di sensibilizzazione in atto da qualche anno, per dotare i Sert di fondi e strumenti che, ad oggi, non sono sufficienti a curare le persone dipendenti da gioco d’azzardo».

In un garage 31 biciclette rubate Già imballate per andare in Marocco

Secondo i carabinieri potrebbe essere il deposito di una banda organizzata per furti e commercio: una denuncia per ricettazione

Un blitz dei carabinieri, nella notte tra il 9 e il 10 febbraio, ha permesso di individuare a Ravenna un garage trasformato in deposito di biciclette rubate: all’interno 31 velocipedi ripuliti e già imballati in maniera professionale per essere trasportati. Accanto anche vari accessori: seggiolini per bambini, cestelli, borse laterali, anche questi adeguatamente preparati per il trasporto. Secondo le indagini dell’Arma, avviate dopo alcuni grossi furti compiuti prendendo di mira depositi e garage di condomini in città, il canale di smercio prevedeva un passaggio dal Marocco: lì le bici venivano rivendute in Africa oppure rientravano verso l’Europa per tornare sul mercato.

Contestualmente al ritrovamento delle bici è arrivata anche una denuncia per ricettazione per un trasportatore che aveva la disponibilità del garage privato. Il proprietario dei locali pare fosse all’oscura di tutto e al momento non risulta coinvolto nelle indagini.

Gli inquirenti mantengono il massimo riserbo sui contorni della vicenda perché le indagini proseguono per inviduare la ramificazione della presunta banda: la mole degli articoli e la preparazione lasciano ipotizzare che si tratti di un’organizzazione ben rodata.

Le bici sono attualmente custodite dai carabinieri dell’aliquota radiomobile della compagnia di Ravenna. Chiunque abbia subito il furto del velocipede, negli ultimi 6/12 mesi, e possa in qualsiasi modo dimostrarlo, può telefonare tutti i giorni, tra le 9 e le 12 al 0544/260041 per ottenere informazioni su come riottenerle.

«Cani più rispettati delle persone» E sparge bocconi con chiodi: denunciato

Fermato un 50enne disoccupato dopo due bestie ferite: individuato dalle doti di vignettista sui volantini contro Stoppa di Striscia la Notizia

C’è più rispetto verso i cani che verso le persone. Di questo era convinto e per contrastare la deriva della società attuale ha cominciato ad applicare una sua personale visione della giustizia: chiodi uncinati nascosti dentro bocconi di prosciutto che spargeva nelle aree di sgambamento o in spazi di verde pubblico a Riolo Terme. Due bestie hanno ingoiato le polpette e solo l’intervento del veterinario li ha salvati: i carabinieri hanno denunciato per maltrattamento di animali un 50enne del posto incastrato dalle doti di vignettista maturate attraverso un percorso artistico che però non era sfociato in una professione attinente.

La pista che ha portato all’individuazione dell’uomo – celibe, disoccupato dal 2011 dopo aver lavorato come operaio o commesso – è partita dai volantini con disegni fatti a mano con tratti particolarmente curati affissi per Riolo e lasciati anche nei pressi dei luoghi disseminati di bocconi chiodati: una ragazza dall’espressione cinica con un’ascia insaguinata sulla spalla e una testa di cane mozzata su un ceppo di legno e la scritta “Can che abbaia non morde ma rompe le balle”. I carabinieri della stazione locale con la collaborazione della compagnia di Faenza sono andati a individuare le persone che avessero un percorso di studi artistico fino a imbattersi in un blog su internet che ospitava altre vignette simili (per tratto e contenuti) con la firma dell’autore. Questi elementi hanno convinto la procura a mettere un decreto di perquisizione domiciliare eseguito nella mattinata di ieri, 10 febbraio.

Nell’abitazione dell’uomo i militari hanno rinvenuto elementi a sostegno dell’accusa: gli stessi volantini già affissi, altri pronti per essere affissi, chiodi e pinze con cui preparare i bocconi, una macchina fotografica con foto delle polpette e dei luoghi in cui erano state disseminate. Infine l’uomo ha ammesso le circostanze fornendo la sua spiegazione. L’odio verso il modo in cui vengono trattati i cani lo aveva portato a nutrire addirittura una profonda avversione anche contro personaggi pubblici particolarmente attivi per la tutela dei diritti animali come l’inviato di Striscia la notizia Edoardo Stoppa. Per quest’ultimo una vignetta ad hoc: una divinità egiziana dal volto di gatto che impugna una sciabola grondante sangue e nell’altra mano la testa mozzata del personaggio televisivo.

Il sindaco contro il dossier sulle mafie del Gruppo Zuccherificio: «Fanghiglia»

Citato Delrio. Uno degli autori: «Una volta si lamentavano dal carcere»
Paglia (Sel): «Mi vergogno ad aver appoggiato Matteucci 5 anni fa»

È uscito in questi giorni (scaricabile on line a questo link e in versione cartacea con una tiratura di 1.500 copie che verranno distribuite gratuitamente nelle scuole) Tra la via Aemilia e il West, il nuovo dossier sulle mafie in Emilia-Romagna realizzato dalle associazioni AdEst, Gruppo dello Zuccherificio di Ravenna, Gruppo Antimafia Pio La Torre di Rimini e dal movimento R.E.T.E di San Marino.

Il lavoro – si legge sul sito del Gruppo dello Zuccherificio – è diviso in sei sezioni e racconta la presenza delle mafie a 360 gradi in tutta la regione e nel paradiso fiscale di San Marino. La prima presentazione pubblica è in programma il 25 febbraio al circolo Dock61 di Ravenna, ma a far già parlare del documento è stato in queste ore il sindaco Fabrizio Matteucci, con un attacco piuttosto clamoroso, sferrato per difendere il compagno di partito Graziano Delrio, attuale ministro del governo Renzi che secondo il dossier non si sarebbe accorto della presenza mafiosa nella propria città ai tempi in cui era sindaco Pd di Reggio Emilia. Viene anche riportato uno stralcio di un suo interrogatorio, in un passaggio che riportiamo qui sotto a sinistra.

«A mio giudizio – ha commentato il sindaco Fabrizio Matteucci – uno dei problemi del grande movimento antimafia è che ogni tanto si affaccia una frangia minoritaria che sostiene che sono praticamente tutti mafiosi o collusi coi mafiosi, salvo loro e chi li applaude. Anche figure importanti che hanno speso la loro vita contro la criminalità organizzata sono state vittime di questa degenerazione estremista e in definitiva maniacale, frazione pur minoritaria del movimento di persone, associazioni e istituzioni che combattono le mafie. È ciò che mi è venuto in mente leggendo la fanghiglia contenuta nel testo dal titolo “Tra la via Aemilia e il West. Ci sono scritte cose che insinuano una collusione passiva del ministro Graziano Delrio con la malavita presente a Reggio Emilia. E sono scritte anche cose completamente false: Delrio non ha mai preso parte a nessuna processione in omaggio a boss della ‘ndrangheta (in realtà nel testo c’è scritto solo che avrebbe omaggiato la Madonna di Cutro, come si può leggere sempre nella foto, ndr). Conosco Graziano Delrio da 15 anni e mi sono sufficienti a testimoniare la sua moralità che probabilmente gli autori delle infamie scritte non sanno neanche dove sta di casa. Per esperienza e conoscenza diretta sono testimone della tradizione di buon governo di Reggio Emilia – continua il sindaco –, tradizione di buon governo che trova cristallina conferma anche nell’attuale Amministrazione Comunale. Sento il dovere di prendere la parola per difendere l’onorabilità di una persona per bene».

Il primo commento di uno degli autori del testo, Massimo Manzoli del Gruppo dello Zuccherificio, arriva in maniera ironica il giorno dopo su Facebook. «Una volta era Rocco (il riferimento è a Femia, arrestato nell’ambito di un’inchiesta sul gioco d’azzarro seguita molto da vicino dal Gruppo dello Zuccherificio, ndr), dal carcere, a lamentarsi di ciò che scrivo…». Più dettagliata, invece, la reazione di uno dei deputati ravennati, Giovanni Paglia di Sel, partito che a Ravenna ha sostenuto (fino a pochi mesi fa) il sindaco Matteucci facendo parte della coalizione di centrosinistra che governa Ravenna ma che ora si sta preparando a partecipare alle prossime elezioni contro il Pd. «Il sindaco Matteucci – scrive Paglia sempre su Facebook – oggi attacca con violenza gli autori del dossier sulla mafia in Emilia Romagna, fra cui il Gruppo dello Zuccherificio di Ravenna. Lo fa perché hanno riportato lo stralcio di un interrogatorio del 2012, in cui Graziano Delrio balbettava sui suoi viaggi elettorali a Cutro e la sua pretesa ignoranza della presenza ‘ndranghetista a Reggio Emilia. Matteucci definisce questo stralcio fanghiglia e l’affermazione qualifica chi la fa. Una delle scelte politiche di cui più mi vergogno è aver appoggiato lui e il suo partito alle elezioni di 5 anni fa. Una di quelle di cui sono più felice è averli mollati». E in una nota inviata alla stampa Paglia aggiunge: «Matteucci si deve vergognare e chiedere scusa. Mi auguro che il suo partito abbia la lucidità di chiederglielo o almeno di prendere le distanze da affermazioni inaccettabili».

Il sindaco contro il dossier sulle mafie del Gruppo Zuccherificio: «Fanghiglia»

Citato Delrio. Uno degli autori: «Una volta si lamentavano dal carcere» Paglia (Sel): «Mi vergogno ad aver appoggiato Matteucci 5 anni fa»

È uscito in questi giorni (scaricabile on line a questo link e in versione cartacea con una tiratura di 1.500 copie che verranno distribuite gratuitamente nelle scuole) Tra la via Aemilia e il West, il nuovo dossier sulle mafie in Emilia-Romagna realizzato dalle associazioni AdEst, Gruppo dello Zuccherificio di Ravenna, Gruppo Antimafia Pio La Torre di Rimini e dal movimento R.E.T.E di San Marino.

Il lavoro – si legge sul sito del Gruppo dello Zuccherificio – è diviso in sei sezioni e racconta la presenza delle mafie a 360 gradi in tutta la regione e nel paradiso fiscale di San Marino. La prima presentazione pubblica è in programma il 25 febbraio al circolo Dock61 di Ravenna, ma a far già parlare del documento è stato in queste ore il sindaco Fabrizio Matteucci, con un attacco piuttosto clamoroso, sferrato per difendere il compagno di partito Graziano Delrio, attuale ministro del governo Renzi che secondo il dossier non si sarebbe accorto della presenza mafiosa nella propria città ai tempi in cui era sindaco Pd di Reggio Emilia. Viene anche riportato uno stralcio di un suo interrogatorio, in un passaggio che riportiamo qui sotto a sinistra.

«A mio giudizio – ha commentato il sindaco Fabrizio Matteucci – uno dei problemi del grande movimento antimafia è che ogni tanto si affaccia una frangia minoritaria che sostiene che sono praticamente tutti mafiosi o collusi coi mafiosi, salvo loro e chi li applaude. Anche figure importanti che hanno speso la loro vita contro la criminalità organizzata sono state vittime di questa degenerazione estremista e in definitiva maniacale, frazione pur minoritaria del movimento di persone, associazioni e istituzioni che combattono le mafie. È ciò che mi è venuto in mente leggendo la fanghiglia contenuta nel testo dal titolo “Tra la via Aemilia e il West. Ci sono scritte cose che insinuano una collusione passiva del ministro Graziano Delrio con la malavita presente a Reggio Emilia. E sono scritte anche cose completamente false: Delrio non ha mai preso parte a nessuna processione in omaggio a boss della ‘ndrangheta (in realtà nel testo c’è scritto solo che avrebbe omaggiato la Madonna di Cutro, come si può leggere sempre nella foto, ndr). Conosco Graziano Delrio da 15 anni e mi sono sufficienti a testimoniare la sua moralità che probabilmente gli autori delle infamie scritte non sanno neanche dove sta di casa. Per esperienza e conoscenza diretta sono testimone della tradizione di buon governo di Reggio Emilia – continua il sindaco –, tradizione di buon governo che trova cristallina conferma anche nell’attuale Amministrazione Comunale. Sento il dovere di prendere la parola per difendere l’onorabilità di una persona per bene».

Il primo commento di uno degli autori del testo, Massimo Manzoli del Gruppo dello Zuccherificio, arriva in maniera ironica il giorno dopo su Facebook. «Una volta era Rocco (il riferimento è a Femia, arrestato nell’ambito di un’inchiesta sul gioco d’azzarro seguita molto da vicino dal Gruppo dello Zuccherificio, ndr), dal carcere, a lamentarsi di ciò che scrivo…». Più dettagliata, invece, la reazione di uno dei deputati ravennati, Giovanni Paglia di Sel, partito che a Ravenna ha sostenuto (fino a pochi mesi fa) il sindaco Matteucci facendo parte della coalizione di centrosinistra che governa Ravenna ma che ora si sta preparando a partecipare alle prossime elezioni contro il Pd. «Il sindaco Matteucci – scrive Paglia sempre su Facebook – oggi attacca con violenza gli autori del dossier sulla mafia in Emilia Romagna, fra cui il Gruppo dello Zuccherificio di Ravenna. Lo fa perché hanno riportato lo stralcio di un interrogatorio del 2012, in cui Graziano Delrio balbettava sui suoi viaggi elettorali a Cutro e la sua pretesa ignoranza della presenza ‘ndranghetista a Reggio Emilia. Matteucci definisce questo stralcio fanghiglia e l’affermazione qualifica chi la fa. Una delle scelte politiche di cui più mi vergogno è aver appoggiato lui e il suo partito alle elezioni di 5 anni fa. Una di quelle di cui sono più felice è averli mollati». E in una nota inviata alla stampa Paglia aggiunge: «Matteucci si deve vergognare e chiedere scusa. Mi auguro che il suo partito abbia la lucidità di chiederglielo o almeno di prendere le distanze da affermazioni inaccettabili».

Tra surrealtà, ironia e attualità, l’esordio di Teatro Onnivoro al Rasi

Dopo il successo di pubblico di mercoledì sera, torna sul palco del teatro Rasi di Ravenna questa sera (giovedì 11 febbraio) la compagnia Teatro Onnivoro con “Operazione Atarax”. Pubblichiamo per l’occasione la breve recensione di Federica Angelini dopo l’anticipazione di dicembre a Palazzo Rasponi.

Difficile credere che il “trailer” dello spettacolo Operazione Atarax, di Teatro Onnivoro, andato in scena a dicembre a Ravenna a Palazzo Rasponi possa essere stato davvero scritto a giugno 2015 e non a fine novembre, dopo l’attentato del Bataclan. Eppure pare proprio così. Gli spettatori sono stati fatti accomodare in un memorial dove si celebrava l’ultima missione di un’astrovane dell’Occidente civilizzato che trasportava nello spazio prigionieri politici islamici, i nemici cattivi, in quel fatidico 11 dicembre 2097 in cui qualcosa di irreparabile accadde e i membri dell’equipaggio furono trucidati. Da un futuro nemmeno troppo remoto, veniamo così a sapere che nel corso del secolo vari attentati e una vera e propria guerra ha più o meno ridisegnato i confini e gli equilibri del mondo.

L’effetto sullo spettatore è assicurato, grazie al testo dalle forti venature ironiche con tocchi di surrealtà (cifra questa ricorrente nel lavoro della giovane compagnia Onnivoro e del loro autore Matteo Cavezzali) ma con un radicamento fortissimo con l’attualità. Bravissima Jenny Burnacci nella parte della guida che accompagna i visitatori. E se il “trailer” – chiamamo così quella che per la verità è stata una performance di una ventina di minuti che ha lasciato il pubblico piuttosto stranito – è in qualche modo un assaggio dello spettacolo vero e proprio che andrà invece in scena al teatro Rasi nella stagione Scena Contemporanea di Ravenna il 10 e l’11 febbraio, allora Operazione Atarax potrebbe essere un esordio su questo palcoscenico da tenere d’occhio, dove si parte da un radiodramma per farne – ci anticipa uno dei protagonisti, Massimiliano Rassu (in scena con Antonio Maiani) – un novello Ubu, un’inedita riflessione sul male che prende spunto da un testo del grandissimo Friedrich Dürrenmatt per una riscruttura che lo cala nell’attualità anche più di quanto, pare, fosse stata l’intenzione iniziale dell’autore.

Come ti finanzio la cultura a Ravenna: finisce l’era delle convenzioni?

Continua la nostra rubrica in vista delle Amministrative di giugno:
ecco le risposte alla quarta domanda degli aspiranti sindaci

Quarto appuntamento (tra gli articoli correlati le puntate precedenti) con la rubrica che abbiamo inaugurato in vista delle amministrative di giugno, quando i ravennati saranno chiamati a scegliere il sindaco che succederà a Fabrizio Matteucci. Ogni settimana chiediamo a chi si è finora candidato a diventare Primo cittadino la disponibilità a rispondere a una domanda che riguarda le sorti della città in un breve spazio uguale per tutti. Un esercizio di sintesi e un tentativo di mettere a confronto idee e progetti concreti per la città (per i lettori che vogliano proporre domande: redazione@ravennaedintorni.it). Continuiamo così con le voci delle quattro persone di cui a oggi è nota la disponibilità alla candidatura supportata da liste, partiti o gruppi di persone, in attesa che il quadro si completi. In particolare appare ancora non definitiva la situazione nel Movimento 5 Stelle dove due sono le liste che hanno chiesto la certificazione allo staff centrale. Abbiamo chiesto a entrambe di partecipare, ma solo una di queste, quella emersa dal meetup ravennate e che ha indicato Michela Guerra come la propria candidata ha accettato di rispondere a patto che fosse appunto precisato come non possa essere ufficialmente considerata la candidata del Movimento 5 Stelle a Ravenna, mentre la lista che ha come portavoce Francesca Santarella ha preferito attendere decisioni definitive. Tra le voci che non vediamo l’ora di aggiungere c’è naturalmente quella del candidato di Lista per Ravenna e Lega Nord che dovrebbe arrivare verso fine febbraio.

Dopo centro storico, Darsena e forese, ecco una domanda solo apparentemente tecnica, ma da cui passa in realtà fattivamente la politica culturale cittadina in una città in cui solo poche forze politiche ritengono la spesa per la cultura eccessiva ed eventualmente da ridurre (tra cui il Pri, alleato al Pd, che in passato aveva fatto dichiarazioni che chiedevano una riduzione della spesa su questo fronte, una posizione che in passato è stata anche di Forza Italia, di cui ancora però non si conosce il candidato sindaco e la collocazione). In particolare abbiamo chiesto come (e quanto) intendano spendere su questo capitolo e se manterranno il sistema delle convenzioni, meccanismi per cui associazioni culturali ricevono ogni anno per cinque anni un contributo su cui possono contare per realizzare festival, eventi, produzioni. Le convenzioni in atto sono state deliberate nel 2012 per una cifra intorno ai 3milioni. La convenzione più onerosa è senza dubbio quella con Ravenna Manifestazioni (che gestisce l’Alighieri, organizza la stagione di opera e danza e il Ravenna Festival) che da Palazzo Merlato riceve poco meno di 2milioni di euro l’anno, a seguire ci sono i 477mila che vanno a Ravenna Teatro (per la produzione e la gestione del teatro Rasi e l’organizzazione della prosa all’Alighieri) e a seguire una serie di altri finanziamenti che nella stragrande maggioranza dei casi sono tra i 20mila e i 5mila euro annui per ogni soggetto coinvolto (decine le realtà convenzionate operanti tra danza, musica, teatro, libri, fotografia, cinema, grafica, fotografia) e contributi fuori dalle convenzioni erogati per eventi e rassegne ideate e sorte negli anni successivi per altri 150mila euro (tra questi lo ScrittuRa festival; va infatti detto che l’ultima amministrazione grazie anche alla candidatura di Ravenna 2019 ha investito anche in quei settori storicamente meno coperti a Ravenna, come i libri, la fotografia e il cinema). Al budget per le convenzioni si somma un altro milione di euro per biblioteche e musei. Infine, va segnalato come alcune attività di stampo prettamente culturale sono finanziate anche da altri capitoli di spesa come Politiche giovanili, Decentramento o Immigrazione.

Maurizio Bucci (53 anni, è il candidato della lista civica da lui fondata La Pigna e di Fratelli d’Italia)
«Il sistema di finanziamento comunale fondato sulle convenzioni pluriennali ha portato a una sostanziale conservazione dello status quo, che spesso risponde a esigenze clientelari piuttosto che mirare alla realizzazione di iniziative di eccellenza che possano essere da traino per il turismo culturale. Se pensiamo che Forlì organizza per esempio mostre di interesse nazionale, che calamitano migliaia di visitatori pur non essendo una città d’arte, e Ravenna invece si limita a eventi di minore interesse e mal comunicati, è chiaro che la politica culturale del Comune vada del tutto rivista.
Innanzitutto occorre valutare i risultati in termini di costi/benefici degli eventi che sono promossi e realizzati con il determinante contributo comunale erogato anche tramite convenzioni pluriennali. Laddove si riscontrassero evidenti negatività, il Comune dovrebbe non confermare il sostegno e dirottarlo verso nuovi soggetti. Poi bisogna dare vigore a quelle risorse immateriali della fantasia, della creatività, dell’ingegno, del senso estetico presenti sul territorio e che solo una società evoluta è in grado di cogliere e valorizzare come elementi distintivi del luogo. Una risorsa non solo per Ravenna ma anche per la Romagna. Pensiamo al mondo dello spettacolo in tutte le sue espressioni, al proliferare di gruppi, compagnie, singoli artisti che, al di fuori dell’ambito istituzionale, contribuiscono con proprie iniziative a diversificare un’offerta d’intrattenimento tra le più ricche d’Italia, dando vita a un sistema di scuole, laboratori e centri di sperimentazione».

Michele de Pascale (31 anni, candidato di una coalizione che comprende Pd, Pri e liste civiche in via di formazione)
«Crediamo fermamente nel ruolo dei finanziamenti pubblici alla cultura e pensiamo che Ravenna su questo fronte sia virtuosa ed abbia dimostrato come la cultura sia stata una priorità in questi anni; Ravenna investe importanti risorse sulla cultura e ne sono prova la variegata programmazione, la produzione musicale e teatrale. Non a caso Ravenna ha eccellenze a livello europeo riconosciute e premiate continuamente; se sono sufficienti? No, dobbiamo promuovere un sistema integrato di finanziamenti che ne possa aumentare l’efficacia. Chiederemo l’estensione dell’art bonus sul versante della programmazione di festival e stagioni così da poter incentivare i privati e poter liberare risorse pubbliche da reinvestire. Sosterremo le realtà culturali emergenti ripensando le modalità di erogazione di contributi comunali continuando ad investire sulla ricerca artistica nelle sue forme contemporanee. Dovremo intercettare nuove risorse europee e ministeriali e lavorare con la Regione Emilia Romagna che ha deciso di triplicare i fondi. Altra priorità deve essere la messa in rete e la promozione dell’offerta museale ed espositiva ravennate: il nuovo Museo di Classe aprirà nel 2017, dobbiamo intercettare nuovi flussi di visitatori; così faremo sulle grandi mostre di Ravenna sulle quali dobbiamo investire risorse aggiuntive e far rete con le altre grandi esposizioni del territorio regionale e nazionale. Altro tema è l’accessibilità all’offerta culturale dei cittadini, per i quali la cultura deve essere un diritto esigibile e concorrere a migliorare la qualità della vita: incentivare la programmazione culturale anche nel nostro forese, dove abbiamo spazi e realtà attive, e istituire agevolazioni per le famiglie con difficoltà di reddito, per accedere all’offerta culturale della città».

Michela Guerra (43 anni, è stata votata dal meetup di Ravenna come candidata sindaca ed è quindi portavoce del programma lì elaborato. È in attesa di certificazione ufficiale da parte dello staff del Movimento 5 Stelle)
«La Cultura, con le sue varie espressioni artistiche e sociali, rappresenta l’infrastruttura principale della nostra collettività. Non si tratta di una spesa, o ancor peggio di un costo, ma di un investimento continuo e necessario che, come l’ossigeno, alimenta la città, ne forma il carattere e la coscienza, ne determina la crescita etica e morale, stabilendo la sua vocazione. Le convenzioni, che scadranno nel 2017, impegnano il Comune di Ravenna per circa 3 milioni di euro. Sarebbe opportuno che le scadenze coincidessero con la fine del mandato, per poi essere riformulate con scadenza quinquennale. Ritengo sia parziale e poco utile dire se i soldi attualmente impegnati siano troppi o troppo pochi, perché il tutto deve essere contestualizzato, ma certamente, se io fossi sindaco, il fulcro attorno al quale ruoterebbe tutta la programmazione amministrativa sarebbe costituito da Cultura, Turismo e Welfare. Perché una realtà viene convenzionata e un’altra no? Quali sono i requisiti richiesti? Entro quali scadenze bisogna inoltrare le domande? Queste sono solo alcune domane alle quali è fondamentale dare risposta attraverso modalità chiare, trasparenti e ben definite. Tutti i soggetti interessati devono essere messi nelle pari condizioni di informazione circa la possibilità di accesso a tali finanziamenti, pur non trascurando una piccola componente discrezionale, basata sia sull’attenzione a particolari forme di espressione artistica non facilmente classificabili per la loro specifica originalità, sia sulle scelte di politica culturale che l’Amministrazione intende perseguire. Tra  i criteri di valutazione delle proposte occorre focalizzare l’attenzione sull’esperienza, l’affidabilità economica, l’affluenza di pubblico, i riconoscimenti regionali, nazionali o internazionali, l’interazione con il territorio, con gli altri soggetti culturali, con la scuola, la fattibilità e sostenibilità del progetto. Tutto può essere fatto attraverso bandi specifici sottoposti alla valutazione della commissione consiliare competente».

Raffaella Sutter (60 anni, candidata di Ravenna in Comune, nuovo soggetto politico che include vari partiti di sinistra alternativi al Pd, singoli e associazioni)
«Il Comune non spende a sufficienza per la cultura: con la cultura si mangia ed è un elemento costitutivo dell’offerta turistica. Si spende poco per convenzioni con soggetti culturali del territorio, per istituzioni come le biblioteche, per ristrutturare spazi per la cultura; non si è fatto abbastanza per creare sinergie, reperire finanziamenti pubblici e privati italiani o europei. Rivedrei le priorità delle convenzioni: Ravenna non deve essere solo una città di spettatori ma una città produttrice di cultura diffusa; priorità ai soggetti culturali che producono qui e affiancano alla fruizione la partecipazione, i laboratori per le scuole e fanno da incubatori per nuovi soggetti. Il sistema delle convenzioni che non prevede gare d’appalto è funzionale ma troppo parcellizzato e spesso le somme previste, anche se pluriennali, sono insufficienti per garantire chi della cultura vive. Le convenzioni devono essere inserite in un quadro programmatorio pubblico trasparente, perchè il Comune non è un mecenate che eroga contributi, ma lo spazio comune dei cittadini; devono prevedere un monitoraggio nel merito, sul pubblico previsto, la ricerca, la disseminazione. Non devono privilegiare un’elite di fruitori, ma favorire la democrazia culturale, rivolgersi anche a fasce giovanili e a basso reddito. Inoltre è necessario incentivare nuovi soggetti, discipline artistiche e proposte culturali».

Come ti finanzio la cultura a Ravenna: finisce l’era delle convenzioni?

Continua la nostra rubrica in vista delle Amministrative di giugno:
ecco le risposte alla quarta domanda degli aspiranti sindaci

Quarto appuntamento (tra gli articoli correlati le puntate precedenti) con la rubrica che abbiamo inaugurato in vista delle amministrative di giugno, quando i ravennati saranno chiamati a scegliere il sindaco che succederà a Fabrizio Matteucci. Ogni settimana chiediamo a chi si è finora candidato a diventare Primo cittadino la disponibilità a rispondere a una domanda che riguarda le sorti della città in un breve spazio uguale per tutti. Un esercizio di sintesi e un tentativo di mettere a confronto idee e progetti concreti per la città (per i lettori che vogliano proporre domande: redazione@ravennaedintorni.it). Continuiamo così con le voci delle quattro persone di cui a oggi è nota la disponibilità alla candidatura supportata da liste, partiti o gruppi di persone, in attesa che il quadro si completi. In particolare appare ancora non definitiva la situazione nel Movimento 5 Stelle dove due sono le liste che hanno chiesto la certificazione allo staff centrale. Abbiamo chiesto a entrambe di partecipare, ma solo una di queste, quella emersa dal meetup ravennate e che ha indicato Michela Guerra come la propria candidata ha accettato di rispondere a patto che fosse appunto precisato come non possa essere ufficialmente considerata la candidata del Movimento 5 Stelle a Ravenna, mentre la lista che ha come portavoce Francesca Santarella ha preferito attendere decisioni definitive. Tra le voci che non vediamo l’ora di aggiungere c’è naturalmente quella del candidato di Lista per Ravenna e Lega Nord che dovrebbe arrivare verso fine febbraio.

Dopo centro storico, Darsena e forese, ecco una domanda solo apparentemente tecnica, ma da cui passa in realtà fattivamente la politica culturale cittadina in una città in cui solo poche forze politiche ritengono la spesa per la cultura eccessiva ed eventualmente da ridurre (tra cui il Pri, alleato al Pd, che in passato aveva fatto dichiarazioni che chiedevano una riduzione della spesa su questo fronte, una posizione che in passato è stata anche di Forza Italia, di cui ancora però non si conosce il candidato sindaco e la collocazione). In particolare abbiamo chiesto come (e quanto) intendano spendere su questo capitolo e se manterranno il sistema delle convenzioni, meccanismi per cui associazioni culturali ricevono ogni anno per cinque anni un contributo su cui possono contare per realizzare festival, eventi, produzioni. Le convenzioni in atto sono state deliberate nel 2012 per una cifra intorno ai 3milioni. La convenzione più onerosa è senza dubbio quella con Ravenna Manifestazioni (che gestisce l’Alighieri, organizza la stagione di opera e danza e il Ravenna Festival) che da Palazzo Merlato riceve poco meno di 2milioni di euro l’anno, a seguire ci sono i 477mila che vanno a Ravenna Teatro (per la produzione e la gestione del teatro Rasi e l’organizzazione della prosa all’Alighieri) e a seguire una serie di altri finanziamenti che nella stragrande maggioranza dei casi sono tra i 20mila e i 5mila euro annui per ogni soggetto coinvolto (decine le realtà convenzionate operanti tra danza, musica, teatro, libri, fotografia, cinema, grafica, fotografia) e contributi fuori dalle convenzioni erogati per eventi e rassegne ideate e sorte negli anni successivi per altri 150mila euro (tra questi lo ScrittuRa festival; va infatti detto che l’ultima amministrazione grazie anche alla candidatura di Ravenna 2019 ha investito anche in quei settori storicamente meno coperti a Ravenna, come i libri, la fotografia e il cinema). Al budget per le convenzioni si somma un altro milione di euro per biblioteche e musei. Infine, va segnalato come alcune attività di stampo prettamente culturale sono finanziate anche da altri capitoli di spesa come Politiche giovanili, Decentramento o Immigrazione.

Maurizio Bucci (53 anni, è il candidato della lista civica da lui fondata La Pigna e di Fratelli d’Italia)
«Il sistema di finanziamento comunale fondato sulle convenzioni pluriennali ha portato a una sostanziale conservazione dello status quo, che spesso risponde a esigenze clientelari piuttosto che mirare alla realizzazione di iniziative di eccellenza che possano essere da traino per il turismo culturale. Se pensiamo che Forlì organizza per esempio mostre di interesse nazionale, che calamitano migliaia di visitatori pur non essendo una città d’arte, e Ravenna invece si limita a eventi di minore interesse e mal comunicati, è chiaro che la politica culturale del Comune vada del tutto rivista.
Innanzitutto occorre valutare i risultati in termini di costi/benefici degli eventi che sono promossi e realizzati con il determinante contributo comunale erogato anche tramite convenzioni pluriennali. Laddove si riscontrassero evidenti negatività, il Comune dovrebbe non confermare il sostegno e dirottarlo verso nuovi soggetti. Poi bisogna dare vigore a quelle risorse immateriali della fantasia, della creatività, dell’ingegno, del senso estetico presenti sul territorio e che solo una società evoluta è in grado di cogliere e valorizzare come elementi distintivi del luogo. Una risorsa non solo per Ravenna ma anche per la Romagna. Pensiamo al mondo dello spettacolo in tutte le sue espressioni, al proliferare di gruppi, compagnie, singoli artisti che, al di fuori dell’ambito istituzionale, contribuiscono con proprie iniziative a diversificare un’offerta d’intrattenimento tra le più ricche d’Italia, dando vita a un sistema di scuole, laboratori e centri di sperimentazione».

Michele de Pascale (31 anni, candidato di una coalizione che comprende Pd, Pri e liste civiche in via di formazione)
«Crediamo fermamente nel ruolo dei finanziamenti pubblici alla cultura e pensiamo che Ravenna su questo fronte sia virtuosa ed abbia dimostrato come la cultura sia stata una priorità in questi anni; Ravenna investe importanti risorse sulla cultura e ne sono prova la variegata programmazione, la produzione musicale e teatrale. Non a caso Ravenna ha eccellenze a livello europeo riconosciute e premiate continuamente; se sono sufficienti? No, dobbiamo promuovere un sistema integrato di finanziamenti che ne possa aumentare l’efficacia. Chiederemo l’estensione dell’art bonus sul versante della programmazione di festival e stagioni così da poter incentivare i privati e poter liberare risorse pubbliche da reinvestire. Sosterremo le realtà culturali emergenti ripensando le modalità di erogazione di contributi comunali continuando ad investire sulla ricerca artistica nelle sue forme contemporanee. Dovremo intercettare nuove risorse europee e ministeriali e lavorare con la Regione Emilia Romagna che ha deciso di triplicare i fondi. Altra priorità deve essere la messa in rete e la promozione dell’offerta museale ed espositiva ravennate: il nuovo Museo di Classe aprirà nel 2017, dobbiamo intercettare nuovi flussi di visitatori; così faremo sulle grandi mostre di Ravenna sulle quali dobbiamo investire risorse aggiuntive e far rete con le altre grandi esposizioni del territorio regionale e nazionale. Altro tema è l’accessibilità all’offerta culturale dei cittadini, per i quali la cultura deve essere un diritto esigibile e concorrere a migliorare la qualità della vita: incentivare la programmazione culturale anche nel nostro forese, dove abbiamo spazi e realtà attive, e istituire agevolazioni per le famiglie con difficoltà di reddito, per accedere all’offerta culturale della città».

Michela Guerra (43 anni, è stata votata dal meetup di Ravenna come candidata sindaca ed è quindi portavoce del programma lì elaborato. È in attesa di certificazione ufficiale da parte dello staff del Movimento 5 Stelle)
«La Cultura, con le sue varie espressioni artistiche e sociali, rappresenta l’infrastruttura principale della nostra collettività. Non si tratta di una spesa, o ancor peggio di un costo, ma di un investimento continuo e necessario che, come l’ossigeno, alimenta la città, ne forma il carattere e la coscienza, ne determina la crescita etica e morale, stabilendo la sua vocazione. Le convenzioni, che scadranno nel 2017, impegnano il Comune di Ravenna per circa 3 milioni di euro. Sarebbe opportuno che le scadenze coincidessero con la fine del mandato, per poi essere riformulate con scadenza quinquennale. Ritengo sia parziale e poco utile dire se i soldi attualmente impegnati siano troppi o troppo pochi, perché il tutto deve essere contestualizzato, ma certamente, se io fossi sindaco, il fulcro attorno al quale ruoterebbe tutta la programmazione amministrativa sarebbe costituito da Cultura, Turismo e Welfare. Perché una realtà viene convenzionata e un’altra no? Quali sono i requisiti richiesti? Entro quali scadenze bisogna inoltrare le domande? Queste sono solo alcune domane alle quali è fondamentale dare risposta attraverso modalità chiare, trasparenti e ben definite. Tutti i soggetti interessati devono essere messi nelle pari condizioni di informazione circa la possibilità di accesso a tali finanziamenti, pur non trascurando una piccola componente discrezionale, basata sia sull’attenzione a particolari forme di espressione artistica non facilmente classificabili per la loro specifica originalità, sia sulle scelte di politica culturale che l’Amministrazione intende perseguire. Tra  i criteri di valutazione delle proposte occorre focalizzare l’attenzione sull’esperienza, l’affidabilità economica, l’affluenza di pubblico, i riconoscimenti regionali, nazionali o internazionali, l’interazione con il territorio, con gli altri soggetti culturali, con la scuola, la fattibilità e sostenibilità del progetto. Tutto può essere fatto attraverso bandi specifici sottoposti alla valutazione della commissione consiliare competente».

Raffaella Sutter (60 anni, candidata di Ravenna in Comune, nuovo soggetto politico che include vari partiti di sinistra alternativi al Pd, singoli e associazioni)
«Il Comune non spende a sufficienza per la cultura: con la cultura si mangia ed è un elemento costitutivo dell’offerta turistica. Si spende poco per convenzioni con soggetti culturali del territorio, per istituzioni come le biblioteche, per ristrutturare spazi per la cultura; non si è fatto abbastanza per creare sinergie, reperire finanziamenti pubblici e privati italiani o europei. Rivedrei le priorità delle convenzioni: Ravenna non deve essere solo una città di spettatori ma una città produttrice di cultura diffusa; priorità ai soggetti culturali che producono qui e affiancano alla fruizione la partecipazione, i laboratori per le scuole e fanno da incubatori per nuovi soggetti. Il sistema delle convenzioni che non prevede gare d’appalto è funzionale ma troppo parcellizzato e spesso le somme previste, anche se pluriennali, sono insufficienti per garantire chi della cultura vive. Le convenzioni devono essere inserite in un quadro programmatorio pubblico trasparente, perchè il Comune non è un mecenate che eroga contributi, ma lo spazio comune dei cittadini; devono prevedere un monitoraggio nel merito, sul pubblico previsto, la ricerca, la disseminazione. Non devono privilegiare un’elite di fruitori, ma favorire la democrazia culturale, rivolgersi anche a fasce giovanili e a basso reddito. Inoltre è necessario incentivare nuovi soggetti, discipline artistiche e proposte culturali».

Maxi opere di ripascimento 24 ore su 24 a Milano Marittima, Punta e Lido di Dante

Al lavoro due draghe che porteranno sabbia «di ottima qualità»

È stata aggiudicata la gara per le opere di ripascimento della costa bandita dal Servizio tecnico di Bacino “Po di Volano e della costa”. I lavori, per 20 milioni di euro – di cui 1 milione e mezzo dalla Regione e i rimanenti dal Ministero dell’Ambiente –, sono andati all’ATI fra le ditte Jan De Nuil (belga) e l’italiana Nuova COEDMAR di Chioggia.

Il via ai cantieri è previsto per i primi giorni di marzo, la fine lavori per i primi di giugno. Tempi record resi possibili da una novità assoluta, spiegano dalla Regione: «Il lavoro contemporaneo 24 ore su 24, compresi i sabati e le domeniche, di due draghe che “arricchiranno” le spiagge di otto località costiere con 1 milione e 200.000 metri cubi di sabbia di ottima qualità – si legge nel comunicato –, al ritmo calcolato di 23/25000 metri cubi al giorno».

Otto le località interessate dal ripascimento tra cui le ravennati Milano Marittima (nord), Lido di Dante e Punta Marina, oltre a Misano, Riccione, Rimini nord-Bellaria-Igea Marina, Cesenatico e Lido di Spina.

È il terzo intervento di questo tipo che si attua sulla costa romagnola, i precedenti risalgono al 2002 e al 2007. Nei prossimi giorni partiranno gli incontri, in ogni località interessata dall’intervento, con le amministrazioni locali, le associazioni di categoria degli operatori di spiaggia per concordare le modalità operative di allestimento dei cantieri in modo da minimizzarne l’impatto sulle varie attività.

«Era questo l’impegno che avevamo preso dopo gli eventi calamitosi del 5 e 6 febbraio dello scorso anno – sottolinea l’assessore regionale alla Difesa del suolo e della Costa Paola Gazzolo – . Impegno ribadito nell’accordo con il Ministero dell’Ambiente firmato nel novembre scorso a Ecomondo. Possiamo dire – conclude l’assessore – che quest’intervento rappresenta la prima infrastruttura verde marina che si attua in Italia».

Maxi opere di ripascimento 24 ore su 24 a Milano Marittima, Punta e Lido di Dante

Al lavoro due draghe che porteranno sabbia «di ottima qualità»

È stata aggiudicata la gara per le opere di ripascimento della costa bandita dal Servizio tecnico di Bacino “Po di Volano e della costa”. I lavori, per 20 milioni di euro – di cui 1 milione e mezzo dalla Regione e i rimanenti dal Ministero dell’Ambiente –, sono andati all’ATI fra le ditte Jan De Nuil (belga) e l’italiana Nuova COEDMAR di Chioggia.

Il via ai cantieri è previsto per i primi giorni di marzo, la fine lavori per i primi di giugno. Tempi record resi possibili da una novità assoluta, spiegano dalla Regione: «Il lavoro contemporaneo 24 ore su 24, compresi i sabati e le domeniche, di due draghe che “arricchiranno” le spiagge di otto località costiere con 1 milione e 200.000 metri cubi di sabbia di ottima qualità – si legge nel comunicato –, al ritmo calcolato di 23/25000 metri cubi al giorno».

Otto le località interessate dal ripascimento tra cui le ravennati Milano Marittima (nord), Lido di Dante e Punta Marina, oltre a Misano, Riccione, Rimini nord-Bellaria-Igea Marina, Cesenatico e Lido di Spina.

È il terzo intervento di questo tipo che si attua sulla costa romagnola, i precedenti risalgono al 2002 e al 2007. Nei prossimi giorni partiranno gli incontri, in ogni località interessata dall’intervento, con le amministrazioni locali, le associazioni di categoria degli operatori di spiaggia per concordare le modalità operative di allestimento dei cantieri in modo da minimizzarne l’impatto sulle varie attività.

«Era questo l’impegno che avevamo preso dopo gli eventi calamitosi del 5 e 6 febbraio dello scorso anno – sottolinea l’assessore regionale alla Difesa del suolo e della Costa Paola Gazzolo – . Impegno ribadito nell’accordo con il Ministero dell’Ambiente firmato nel novembre scorso a Ecomondo. Possiamo dire – conclude l’assessore – che quest’intervento rappresenta la prima infrastruttura verde marina che si attua in Italia».

Al Mar sono arrivati i Warhol e Duchamp

In attesa della grande mostra

Entra nel vivo l’allestimento della grande mostra del 2016 del Mar, il Museo d’Arte della città di Ravenna, in via di Roma.

L’apertura al pubblico è in programma a partire dal 21 febbraio ma in queste ore stanno arrivando alcuni capolavori che saranno esposti al Mar. Nella mattinata di mercoledì 10 febbraio sono state aperte di fronte alla stampa, per esempio, le casse contenenti le opere di Marcel Duchamp (L’envers de la peinture, 1955) e di Andy Warhol (Details of Renaissance Paintings – Sandro Botticelli, Birth of Venus, 1482 – 1984).

Qui sotto una gallery dell’avvenimento, in attesa dell’inaugurazione della mostra “La seduzione dell’antico. Da Picasso a Duchamp da De Chirico a Pistoletto”, curata come al solito da Claudio Spadoni.

Trova i ladri a casa dei vicini e lo prendono a pugni per fuggire

Tre malviventi in azione in un casolare di campagna: un 57enne assalito per strappargli il telefonino ed evitare che chiamesse il 112

Ha trovato i ladri che stavano tentando di entrare nell’abitazione dei vicini, un casolare temporaneamente disabitato a Villa Pianta di Alfonsine, e quando sono stati scoperti uno dei tre ha preso a pugni l’uomo, un agricoltore 57enne per strappargli il telefonino lanciandolo nei campi e fuggire prima che potesse dare l’allarme. È accaduto stamani, 10 febbraio.

I carabinieri del comando provinciale e della compagnia di Ravenna sono intervenuti sul posto quando l’uomo, dopo essersi ripreso dall’aggressione in cui non ha riportato ferite, ha raggiunto un’altra abitazione per dare l’allarme. Sono stati immediatamente predisposti numerosi posti di blocco in tutta la provincia e nelle zone a ridosso con il luogo dell’evento. Le ricerche dei malviventi sono tutt’ora in corso.

A insospettire il 57enne sono stati alcuni rumori provenire dalla casa. Un uomo e una donna stavano tentando di introdursi da una porta sul retro ma una volta scoperti si sono allontanati precipitosamente a bordo di una Citroen grigia: prima di partire il terzo uomo, ben nascosto, che fungeva da palo, per agevolare la fuga sorprendeva l’uomo sferrandogli un pugno e facendolo rovinare in terra; nel cadere gli toglieva il cellulare di mano lanciandolo nella campagna circostante.

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