venerdì
18 Luglio 2025

Nuovi vertici in Legacoop Romagna  

Dopo le dimissioni della presidente e della direttrice, nominati
il forlivese Russo e l’ex consigliere Pd di Bagnacavallo Mazzotti

È stato un terremoto quello che dal 2 all’11 novembre ha scosso i vertici di Legacoop Romagna, il colosso nato a fine 2013 dalla fusione delle tre centrali cooperative provinciali, esperimento unico o quasi nell’area vasta.

Lunedì 2 novembre infatti si è dimessa, senza preavvisi, la direttrice forlivese Monica Fantini, che ricopriva l’incarico appunto dal 2013 e nel giro di una settimana sono state rese note anche le dimissioni della presidente, faentina, Ruenza Santandrea, in carica appena dal 2014 che nella lettera ha parlato di nuovi impegni in azienda (è presidente della Cevico) e a livello nazionale, ma pare aver di fatto anticipato quello che sarebbe stato comunque un atto dovuto il giorno successivo.

Al di là delle dichiarazioni ufficiali, quel che traspare è una divergenza tra le due dirigenti che rappresentavano anche due territori. Ad accomunarle, anche nel momento delle dimissioni, la convinzione che Legacoop Romagna come progetto debba andare avanti, nonostante, dicono i bene informati, il processo non sia ovviamente semplice come dimostrano le recenti vicende. Dunque, azzerati i vertici, ecco in fretta nominati i nuovi.

E così dopo una breve parentesi in rosa, mercoledì 11 novembre i tre vicepresidenti hanno sottoposto alla direzione l’approvazione di una nuova coppia di dirigenti: Guglielmo Russo, forlivese, alla presidenza, e Mario Mazzotti, bagnacavallese, alla direzione. I ruoli dunque sono invertiti, questa volta al territorio ravennate tocca direzione nella persona appunto dell’ex consigliere regionale Pd ed ex sindaco di Bagnacavallo, il 58enne Mario Mazzotti, oggi presidente della Dister. Anche Guglielmo Russo, 59 anni, ha un passato da politico del Pd essendo stato vicepresidente della Provincia di Forlì-Cesena e avendo tentato, senza successo, l’avventura parlamentare (perse le primarie contro il collega Di Maio) ed è oggi presidente della cooperativa Cad.

Confermati i tre vicepresidenti Luca Panzavolta, Massimo Matteucci e Giampiero Boschetti. Il mandato assegnato agli organi direttivi ha confermato in pieno il modello di area vasta Romagna nato il 5 dicembre 2013 con l’integrazione delle associazioni territoriali di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini. Confermato anche l’obiettivo di giungere nel più breve tempo possibile alla costituzione dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, insieme alle altre Centrali cooperative.

«Il mandato che ci hanno affidato le cooperative – ha detto il nuovo presidente Guglielmo Russo – è molto chiaro: rappresentare tutti, dando continuità al progetto che ha fatto nascere Legacoop Romagna. Tra pochi mesi ci attende la costruzione di una casa comune ancora più importante e questo percorso condiviso mantiene integralmente la propria validità».

«Legacoop Romagna – aggiunge il nuovo direttore, Mario Mazzotti – associa alcune delle imprese, non solamente cooperative, più importanti di questo territorio. Sono aziende che, anche nella più grave delle crisi, non hanno mai abbandonato il loro legame con la Romagna e rappresentano un valore insostituibile, non solo economico. Sarà nostro compito – prosegue Mazzotti – lavorare per rafforzare e consolidare il nostro grande patrimonio di imprese e seguire passo a passo tutte le situazioni di crisi e difficoltà nelle quali, purtroppo, si trovano molte aziende, in particolare nel settore edilizio. L’innovazione come paradigma di riferimento rappresenta la modalità del nostro pensare e del nostro agire. Daremo un contributo attivo anche al processo di riordino istituzionale in atto, che dovrà portare alla costituzione delle aree vaste tra cui la Romagna, mettendo in campo il punto di vista cooperativo sulle grandi questioni strategiche che attraversano il nostro territorio».

«Desidero ringraziare – ha commentato il presidente di Legacoop Emilia-Romagna, Giovanni Monti – la presidente Ruenza Santandrea e il direttore Monica Fantini che hanno accompagnato la nascita di Legacoop Romagna». E rispetto alle nuove nomine ha aggiunto: «Con la scelta di Guglielmo Russo nel ruolo di presidente e di Mario Mazzotti in quello di direttore, con la conferma di Luca Panzavolta, Massimo Matteucci e Giampiero Boschetti come vicepresidenti – ha proseguito Monti – Legacoop Romagna ha dato prova di volere proseguire lungo la strada dell’innovazione organizzativa offrendo alle cooperative associate strumenti più efficaci per affrontare le grandi sfide di oggi e di domani. A loro faccio i miei migliori auguri di buon lavoro».

Va con una prostituta sulla Romea e poi le ruba i soldi dalla borsetta

Rintracciato e denunciato dai carabinieri un 51enne di Pordenone

Dopo essere andato con una prostituta, le ha rubato i soldi dalla borsetta ed è scappato. Ma la stessa donna, accortasi dell’ammanco poco dopo, ha avvertito i carabinieri che hanno rintracciato il cliente-ladro poco dopo.

Si tratta di un 51enne di Pordenone, che si è giustificato millantando un credito di oltre 100 euro nei confronti della prostituta. Il racconto dell’uomo non ha però convinto i carabinieri che l’hanno denunciato per il reato di furto con destrezza.

Il fatto è avvenuto lungo la statale Romea, all’altezza circa di Marina Romea.

Decidono di togliere le slot machine dal loro bar. Il Comune: «Grazie»

È successo in via Cerchio a Ravenna. Intanto però in un anno
solo due locali hanno aderito alla campagna dell’Amministrazione

«Un gesto esemplare che fa onore alla città e che ci auguriamo sia il primo di una lunga serie nella lotta che stiamo conducendo per il contrasto del gioco d’azzardo». Con queste parole l’assessora alle Politiche sociali Giovanna Piaia commenta la scelta compiuta dai signori Battiato di eliminare le slot machine dal loro bar tabaccheria Cerchio, in centro a Ravenna, cui sono andati anche i ringraziamenti del sindaco Fabrizio Matteucci (nella foto).

«Ci fa piacere – continua Piaia – che stia prendendo piede una consapevolezza più profonda anche tra gli esercenti su questa problematica che purtroppo per diverse famiglie rappresenta un dramma quotidiano».

Un anno fa l’Amministrazione comunale ha lanciato una campagna di sensibilizzazione con lo slogan “Dove il gioco d’azzardo non c’è si vive meglio”, rivolta proprio a titolari di bar e tabaccherie che le ospitano per esortarli ad abbandonare le slot machine in cambio dell’applicazione della vetrofania con il logo “Slot free ER” per marcare questa peculiarità. A tutt’oggi gli esercizi che vi hanno aderito sono il bar di via Pasolini e il circolo Endas di Borgo Montone.

«Ringraziamo gli esercenti che si stanno unendo a noi al contrasto di questa piaga sociale – conclude Piaia -. Eliminando dai loro locali le slot machine contribuiscono sotto il profilo etico e sociale a sottrarre occasioni alle persone dipendenti dal gioco d’azzardo, e questa di per sé è un’azione di grande valore umano e civile. Se poi tale scelta è resa visibile grazie al logo slot free, la loro scelta sarà apprezzata e attirerà un tipo di clientela sensibile al problema».

La procedura per entrare a far parte dei locali virtuosi e ottenere il marchio “Slot free ER”, già sperimentata in altre città regionali, è gratuita e semplice: occorre scaricare il modulo download dal sito www.comune.ra.it, accedere dalla sezione Rapida alla voce “Impresa-pubblico spettacolo, spettacoli viaggianti e polizia amministrativa, apparecchi, congegni automatici e elettronici e giochi leciti”. Una volta stampato e compilato, il modulo va presentato allo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP), in piazzale Farini 21, 4° piano, aperto di lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 13, o inviato per posta ordinaria allo stesso indirizzo, o via Fax al numero 0544 482347. In alternativa il documento può essere firmato digitalmente e inviato via PEC all’indirizzo:suap.comune.ravenna@legalmail.it. Gli uffici del Servizio Attività Economiche di Via Mura di Porta Serrata n. 11 contatteranno gli interessati per la consegna della vetrofania.

Il Comune ricorda anche che il Servizio dipendenze patologiche (SerT) dell’Azienda Usl fornisce un supporto gratuito alle persone dipendenti dal gioco d’azzardo: basta telefonare al numero 0544 287251 o scrivere a sert.ra@auslromagna.it.

Decidono di togliere le slot machine dal loro bar. Il Comune: «Grazie»

È successo in via Cerchio a Ravenna. Intanto però in un anno solo due locali hanno aderito alla campagna dell’Amministrazione

«Un gesto esemplare che fa onore alla città e che ci auguriamo sia il primo di una lunga serie nella lotta che stiamo conducendo per il contrasto del gioco d’azzardo». Con queste parole l’assessora alle Politiche sociali Giovanna Piaia commenta la scelta compiuta dai signori Battiato di eliminare le slot machine dal loro bar tabaccheria Cerchio, in centro a Ravenna, cui sono andati anche i ringraziamenti del sindaco Fabrizio Matteucci (nella foto).

«Ci fa piacere – continua Piaia – che stia prendendo piede una consapevolezza più profonda anche tra gli esercenti su questa problematica che purtroppo per diverse famiglie rappresenta un dramma quotidiano».

Un anno fa l’Amministrazione comunale ha lanciato una campagna di sensibilizzazione con lo slogan “Dove il gioco d’azzardo non c’è si vive meglio”, rivolta proprio a titolari di bar e tabaccherie che le ospitano per esortarli ad abbandonare le slot machine in cambio dell’applicazione della vetrofania con il logo “Slot free ER” per marcare questa peculiarità. A tutt’oggi gli esercizi che vi hanno aderito sono il bar di via Pasolini e il circolo Endas di Borgo Montone.

«Ringraziamo gli esercenti che si stanno unendo a noi al contrasto di questa piaga sociale – conclude Piaia -. Eliminando dai loro locali le slot machine contribuiscono sotto il profilo etico e sociale a sottrarre occasioni alle persone dipendenti dal gioco d’azzardo, e questa di per sé è un’azione di grande valore umano e civile. Se poi tale scelta è resa visibile grazie al logo slot free, la loro scelta sarà apprezzata e attirerà un tipo di clientela sensibile al problema».

La procedura per entrare a far parte dei locali virtuosi e ottenere il marchio “Slot free ER”, già sperimentata in altre città regionali, è gratuita e semplice: occorre scaricare il modulo download dal sito www.comune.ra.it, accedere dalla sezione Rapida alla voce “Impresa-pubblico spettacolo, spettacoli viaggianti e polizia amministrativa, apparecchi, congegni automatici e elettronici e giochi leciti”. Una volta stampato e compilato, il modulo va presentato allo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP), in piazzale Farini 21, 4° piano, aperto di lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 13, o inviato per posta ordinaria allo stesso indirizzo, o via Fax al numero 0544 482347. In alternativa il documento può essere firmato digitalmente e inviato via PEC all’indirizzo:suap.comune.ravenna@legalmail.it. Gli uffici del Servizio Attività Economiche di Via Mura di Porta Serrata n. 11 contatteranno gli interessati per la consegna della vetrofania.

Il Comune ricorda anche che il Servizio dipendenze patologiche (SerT) dell’Azienda Usl fornisce un supporto gratuito alle persone dipendenti dal gioco d’azzardo: basta telefonare al numero 0544 287251 o scrivere a sert.ra@auslromagna.it.

Aviaria in un allevamento: via libera all’abbattimento degli animali

L’annuncio dell’Ausl dopo un campionamento effettuato il 4 novembre

Il virus dell’aviaria è stato trovato in un allevamento avicolo di Ravenna. A comunicarlo è l’Ausl Romagna secondo cui, a seguito di un campionamento effettuato il 4 novembre, è stato isolato un virus influenzale di tipo A, sottotipo H5N2 a bassa patogenicità.

Sono stati disposti il divieto di movimentazione dei capi avicoli in entrata e in uscita e l’abbattimento di quelli presenti in azienda. Le operazioni di abbattimento inizieranno entro la giornata di oggi, giovedì 12 novembre.

Resta chiusa nel cimitero e cade mentre scavalca il cancello: muore 86enne

Cancello regolato da un meccanismo automatico con orari di accesso. L’anziana non si è accorta del pulsante “apriporta”

Ha trovato il cancello chiuso, governato da un meccanismo automatico con gli orari di accesso, ma non si è accorta del pulsante “apriporta” accanto: ha creduto di essere rimasta bloccata nel cimitero ed è morta cadendo da un’altezza di oltre due metri nel tentativo di uscire scavalcando con una scala trovata tra i loculi. È la tragica fine di una pensionata 86enne di Imola al camposanto di Conselice. Il cadavere dell’anziana è stato rinvenuto a terra questa mattina, 11 novembre. Secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine intervenute la donna sarebbe morta sul colpo battendo il capo a terra. Come si legge dal sito del comune di Conselice l’orario di apertura del cimitero in via Puntiroli nel periodo invernale va dalle 8 alle 17.

Crisi Iter, il prefetto riceve una delegazione dei lavoratori

Sciopero e manifestazione in piazza a Ravenna: il prossimo
18 febbraio la coop di Lugo lascerà a casa 182 persone

In occasione della seconda giornata di sciopero dei lavoratori Iter, la coop edile di Lugo che il prossimo 18 febbraio lascerà senza lavoro 182 persone, il prefetto di Ravenna Francesco Russo ha incontrato una delegazione dei manifestanti. «Il prefetto – commentano Davide Conti e Giovanni Mazzotti della Fillea-Cgil – ha sottolineato il senso di responsabilità che le organizzazioni sindacali e i lavoratori stanno avendo nella gestione della difficile vertenza. Ha condiviso le preoccupazioni che gli abbiamo manifestato: se non interverranno novità 182 dipendenti perderanno il lavoro entro il prossimo 18 febbraio, quando andranno in scadenza gli ammortizzatori sociali. Il prefetto si è preso l’impegno di farsi portavoce, delle problematiche dei lavoratori, nei confronti del ministero, della Regione e della Lega delle cooperative. Da parte nostra ribadiamo che è fondamentale il ruolo di istituzioni, enti locali, movimento cooperativo e rappresentanti della politica affinché si trovi con urgenza una soluzione. In caso contrario il territorio, già profondamente provato da anni pieni di difficoltà, dovrà scontare un’altra pesante tegola sul fronte occupazionale».

La seconda giornata di mobilitazione per la vertenza Iter ha coinvolto i sindacati Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil e i lavoratori hanno dato vita a uno sciopero e a un presidio in piazza del Popolo a Ravenna, davanti alla prefettura. Le iniziative di lotta sono destinate a proseguire. Mercoledì 18 novembre si terrà la terza giornata di sciopero con un presidio, dalle 9 alle 11.30, davanti alla Lega delle cooperative in via Faentina a Ravenna.

Lascia il convivente ma tiene le chiavi di casa e torna a rubare: denunciata

Lui credeva fosse passata una banda di ladri ma non c’erano segni di effrazione: le indagini dei carabinieri portano al nome della donna

La convivenza nella casa di lui a un certo punto si è interrotta e lei andandosene si è tenuta un mazzo di chiavi usato per tornare in seguito e svaligiare l’appartamento. Di questo sono convinti i carabinieri della compagnia di Ravenna che hanno denunciato per furto una 34enne moldava. Vittima del furto un trentenne romeno.

La coppia conviveva nella frazione balneare di Marina di Ravenna. La loro storia d’amore è terminata nella scorsa primavera e così la donna ha raccolto le sue cose ed è andata a vivere nel Riminese. Un giorno di maggio l’uomo è rincasato e si accorto che qualcuno aveva visitato la sua abitazione. La totale assenza di segni di effrazione alle porte o alle finestre faceva pensare che chi era entrato doveva avere una copia delle chiavi. A questa ipotesi dei militari, l’uomo da subito ha pensato alla sua relazione non finita bene con la 34enne moldava, dando così una svolta alle indagini che sono proseguite fino agli di inizi di novembre; i carabinieri della stazione di Marina di Ravenna grazie ad alcuni accertamenti hanno stabilito che ad introdursi all’interno dell’abitazione è stata proprio l’ex compagna della vittima.

Lo scienziato: «Che bufala l’omeopatia Del resto la gente crede nella religione…»

Boncinelli presenta il suo nuovo libro a Ravenna. «La verità costa
fatica, credere alle bugie no. Il cibo è la nuova religione degli atei»

C’è chi crede a tutto, e chi no. Edoardo Boncinelli è uno scettico per vocazione. Non crede a niente di ciò che non è dimostrabile. Considerato uno dei più importanti scienziati italiani, Boncinelli è saggista, genetista, direttore del laboratorio di biologia molecolare dello sviluppo del Istituto scientifico San Raffaele ed è garante scientifico del Cicap. Giovedì 12 novembre, alle 18.30, presenterà il suo libro “Homo Faber” a Palazzo Rasponi, in centro a Ravenna.

Cosa distingue una scienza da una pseudo-scienza?
«Il metodo scientifico! Cos’è la scienza? Si possono dare molte definizioni ma sicuramente è il metodo con cui le affermazioni vengono dimostrate che determina se si tratta o no di scienza. Chiunque può fare delle ipotesi, ma se non le mette alla prova dei fatti non può dimostrare nulla. Nonostante questo c’è un universo di bufale che girano per questo mondo. Ho appena scritto un libretto su questo argomento».
Per voler citare una delle più grandi bufale di oggi?

«Sono molte, difficile fare esempi. Io sono molto affezionato alla bufala della omeopatia, molto cara anche a Piero Angela. Se è vero che a chi non ha nulla l’omeopatia può anche giovare, chi ha qualcosa con l’omeopatia non risolve niente. Lo dimostra anche il fatto che per problemi seri tutti tornano alla medicina convenzionale, anche in Cina!».
Una posizione che suscita molte polemiche…
«Lo so, ma che ci devo fare… Una parte della mia vita è proprio contrastare questi discorsi “a pera” che si fanno dappertutto. Non solo in Italia, anche in Francia e in Germania l’omeopatia vanta moltissimi estimatori».
Come mai, secondo lei, se l’omeopatia non funziona ha così tanti seguaci?
«La prima cosa che mi viene in mente, anche se non so se si può dire, è che anche la religione ha moltissimi adepti, anche se non è vero niente di quello che sostiene. Il fatto è che le persone amano le bugie e odiano la verità».
Come fanno ad avere così tanti adepti quelle che lei chiama “bufale”?
«Vede: la verità costa fatica. Credere alle bufale è facile. Fare un ragionamento giusto e corretto è complicato. È più comodo scegliere ragionamenti in discesa che ragionamenti in salita».
Credere in Dio è quindi la cosa più semplice da fare?
«Certo! Si tratta di mitologie che semplificano la vita. Ho 74 anni, quando ne avevo 20 pensavo che in cinquanta anni il mondo sarebbe progredito verso una valutazione credibile delle cose, ma mi sembra che non siamo progrediti quasi per nulla. La gente continua a credere ciò che implica per sé meno problemi».
Come si relazione con i credenti?
«Alla fine di ogni conferenza ci sono le domande. Il momento più straziante. Mi chiedono “Lei crede in Dio”? Io rispondo: “Ma cosa vi importa? Se credete bene per voi, altrimenti va bene comunque, io cosa c’entro?”. Molti vorrebbero che uno scienziato dicesse loro: “Sì, io che sono logico e razionale, credo in Dio, e quindi avete ragione”. Vogliono che dica quello che vorrebbero sentirsi dire. Beh, questo mi manda in bestia».
Crede che la diffusione dell’estremismo religioso, oggi sempre più in voga, sia legata in qualche modo con il suo concetto di “credere come scelta più semplice”?
«Gli estremismi hanno valenza sociale e psicologica più che religiosa. In occidente sono legati a ragionamenti intellettuali, diciamo… Mentre nelle aree povere del mondo l’estremismo nasce da uno scoppio di irrazionalità dovuto alle condizione sociali. Fare il combattente, nei paesi dove non si mangia, è un lavoro conveniente. Non è una cosa razionale, ma ha a che fare con i bisogni fondamentali. Chiaramente questa è una mia opinione».
E in occidente, quali nuove “credenze” stanno prendendo piede?
«Il cibo è la nuova religione degli atei. Continuo a sentire gente che dice “Bisogna mangiare quello, non bisogna mangiare quell’altro”. Il cibo è diventato il depositario di quella valenza simbolica che si dava all’aldilà».
E lei come si pone davanti al culto del cibo?
«Io ho poca pazienza. Dico: va bene, fate come vi pare, ma non rompete le scatole».
Il Cicap ha fatto molte battaglie per svelare le truffe dei fenomeni paranormali…
«Fortunatamente ho poca esperienza nel genere, perché sono stato circondato da persone intelligenti. Il metodo comunque per svelare i trucchi di questi fenomeni è sempre lo stesso, il metodo scientifico: Se è vero si deve ripetere a comando, se non si ripete a comando non è vero».

Lo scienziato: «Che bufala l’omeopatia Del resto la gente crede nella religione…»

Boncinelli presenta il suo nuovo libro a Ravenna. «La verità costa fatica, credere alle bugie no. Il cibo è la nuova religione degli atei»

C’è chi crede a tutto, e chi no. Edoardo Boncinelli è uno scettico per vocazione. Non crede a niente di ciò che non è dimostrabile. Considerato uno dei più importanti scienziati italiani, Boncinelli è saggista, genetista, direttore del laboratorio di biologia molecolare dello sviluppo del Istituto scientifico San Raffaele ed è garante scientifico del Cicap. Giovedì 12 novembre, alle 18.30, presenterà il suo libro “Homo Faber” a Palazzo Rasponi, in centro a Ravenna.

Cosa distingue una scienza da una pseudo-scienza?
«Il metodo scientifico! Cos’è la scienza? Si possono dare molte definizioni ma sicuramente è il metodo con cui le affermazioni vengono dimostrate che determina se si tratta o no di scienza. Chiunque può fare delle ipotesi, ma se non le mette alla prova dei fatti non può dimostrare nulla. Nonostante questo c’è un universo di bufale che girano per questo mondo. Ho appena scritto un libretto su questo argomento».
Per voler citare una delle più grandi bufale di oggi?

«Sono molte, difficile fare esempi. Io sono molto affezionato alla bufala della omeopatia, molto cara anche a Piero Angela. Se è vero che a chi non ha nulla l’omeopatia può anche giovare, chi ha qualcosa con l’omeopatia non risolve niente. Lo dimostra anche il fatto che per problemi seri tutti tornano alla medicina convenzionale, anche in Cina!».
Una posizione che suscita molte polemiche…
«Lo so, ma che ci devo fare… Una parte della mia vita è proprio contrastare questi discorsi “a pera” che si fanno dappertutto. Non solo in Italia, anche in Francia e in Germania l’omeopatia vanta moltissimi estimatori».
Come mai, secondo lei, se l’omeopatia non funziona ha così tanti seguaci?
«La prima cosa che mi viene in mente, anche se non so se si può dire, è che anche la religione ha moltissimi adepti, anche se non è vero niente di quello che sostiene. Il fatto è che le persone amano le bugie e odiano la verità».
Come fanno ad avere così tanti adepti quelle che lei chiama “bufale”?
«Vede: la verità costa fatica. Credere alle bufale è facile. Fare un ragionamento giusto e corretto è complicato. È più comodo scegliere ragionamenti in discesa che ragionamenti in salita».
Credere in Dio è quindi la cosa più semplice da fare?
«Certo! Si tratta di mitologie che semplificano la vita. Ho 74 anni, quando ne avevo 20 pensavo che in cinquanta anni il mondo sarebbe progredito verso una valutazione credibile delle cose, ma mi sembra che non siamo progrediti quasi per nulla. La gente continua a credere ciò che implica per sé meno problemi».
Come si relazione con i credenti?
«Alla fine di ogni conferenza ci sono le domande. Il momento più straziante. Mi chiedono “Lei crede in Dio”? Io rispondo: “Ma cosa vi importa? Se credete bene per voi, altrimenti va bene comunque, io cosa c’entro?”. Molti vorrebbero che uno scienziato dicesse loro: “Sì, io che sono logico e razionale, credo in Dio, e quindi avete ragione”. Vogliono che dica quello che vorrebbero sentirsi dire. Beh, questo mi manda in bestia».
Crede che la diffusione dell’estremismo religioso, oggi sempre più in voga, sia legata in qualche modo con il suo concetto di “credere come scelta più semplice”?
«Gli estremismi hanno valenza sociale e psicologica più che religiosa. In occidente sono legati a ragionamenti intellettuali, diciamo… Mentre nelle aree povere del mondo l’estremismo nasce da uno scoppio di irrazionalità dovuto alle condizione sociali. Fare il combattente, nei paesi dove non si mangia, è un lavoro conveniente. Non è una cosa razionale, ma ha a che fare con i bisogni fondamentali. Chiaramente questa è una mia opinione».
E in occidente, quali nuove “credenze” stanno prendendo piede?
«Il cibo è la nuova religione degli atei. Continuo a sentire gente che dice “Bisogna mangiare quello, non bisogna mangiare quell’altro”. Il cibo è diventato il depositario di quella valenza simbolica che si dava all’aldilà».
E lei come si pone davanti al culto del cibo?
«Io ho poca pazienza. Dico: va bene, fate come vi pare, ma non rompete le scatole».
Il Cicap ha fatto molte battaglie per svelare le truffe dei fenomeni paranormali…
«Fortunatamente ho poca esperienza nel genere, perché sono stato circondato da persone intelligenti. Il metodo comunque per svelare i trucchi di questi fenomeni è sempre lo stesso, il metodo scientifico: Se è vero si deve ripetere a comando, se non si ripete a comando non è vero».

Dal pub: «Noi aggrediti dai residenti» La candidata sindaco: «No ordinanze»

Continua a tenere banco il caso del locale costretto a chiudere alle 23
I gestori: «Con buttafuori e telecamere vogliamo restare aperti»

«Nel nostro locale non si sono mai verificate risse e non sono mai dovute intervenire le forze dell’ordine per problemi di ordine pubblico, ma sempre e solo in seguito a telefonate dei residenti legate ai rumori. I fatti di violenza si sono verificati ai nostri danni, quando un vicino che abita qui da 5 mesi ci ha aggredito. Un altro ha tirato candeggina dal balcone». I gestori del pub Woodstock di via Maroncelli non ci stanno e replicano alle accuse del sindaco e dei residenti (vedi articoli correlati) sulle pagine del Carlino Ravenna.

Si tratta come noto del locale vicino alla stazione di Ravenna (sorto a inizio anno sulle ceneri dello storico Bierhaus) colpito da un’ordinanza del sindaco Fabrizio Matteucci che ne impone la chiusura alle 23 a causa dei rumori che non farebbero riposare i vicini e per tutelare l’incolumità delle persone, come ha ribadito il Primo cittadino più volte, sottolineando (anche nel testo dell’ordinanza) come i gestori stessi siano stati coinvolti in risse e aggressioni. Gestori che invece forniscono la loro versione e ribadiscono quanto annunciato ieri sulla loro pagina Facebook, aggiungendo alcuni particolari. La loro richiesta al sindaco è quella di poter restare aperti fino alle 2 durante la settimana e fino alle 3 nel weekend. In cambio ingaggeranno un buttafuori per tenere sotto controllo gli schiamazzi fuori dal locale e attiveranno un impianto di videosorveglianza (già installato).

Sul tema si è scatenato un forte dibattito su Facebook con anche il responsabile di un’associazione universitaria, Giovanni Crocetti, tra l’altro in procinto, a quanto pare, di sostenere il candidato sindaco del Pd Enrico Liverani. «Dispiace sicuramente al mondo degli studenti universitari che vi sia questa situazione – scrive – poichè il locale è frequentato da molti ragazzi perbene, per i quali era un bel punto di ritrovo. La città ha bisogno di luoghi per i ragazzi, e per ora, ha dimostrato più volte di non saper dar loro spazi adeguati, ma soprattutto una voce forte sulle questioni che li riguardano. Occorrono idee forti e capacità di cambiare!».

Sempre sul celebre social network è intervenuta, tirata in ballo da alcuni amici, la candidata a sindaco della lista di sinistra Ravenna in Comune, Raffaella Sutter. «No alle ordinanze – scrive senza mezze misure –. Tra l’altro proprio in quella zona la priorità è l’animazione e la frequentazione anche notturna. Gli interessi prevalenti in questo caso a mio parere sono quelli dei frequentatori in gran parte giovani e dell’imprenditore che gestisce. Poi se c’e’ dell’altro come si potrebbe intuire, lo strumento non è certo l’ordinanza di limitazione dell’orario e non spetta al sindaco».

Dal pub: «Noi aggrediti dai residenti» La candidata sindaco: «No ordinanze»

Continua a tenere banco il caso del locale costretto a chiudere alle 23
I gestori: «Con buttafuori e telecamere vogliamo restare aperti»

«Nel nostro locale non si sono mai verificate risse e non sono mai dovute intervenire le forze dell’ordine per problemi di ordine pubblico, ma sempre e solo in seguito a telefonate dei residenti legate ai rumori. I fatti di violenza si sono verificati ai nostri danni, quando un vicino che abita qui da 5 mesi ci ha aggredito. Un altro ha tirato candeggina dal balcone». I gestori del pub Woodstock di via Maroncelli non ci stanno e replicano alle accuse del sindaco e dei residenti (vedi articoli correlati) sulle pagine del Carlino Ravenna.

Si tratta come noto del locale vicino alla stazione di Ravenna (sorto a inizio anno sulle ceneri dello storico Bierhaus) colpito da un’ordinanza del sindaco Fabrizio Matteucci che ne impone la chiusura alle 23 a causa dei rumori che non farebbero riposare i vicini e per tutelare l’incolumità delle persone, come ha ribadito il Primo cittadino più volte, sottolineando (anche nel testo dell’ordinanza) come i gestori stessi siano stati coinvolti in risse e aggressioni. Gestori che invece forniscono la loro versione e ribadiscono quanto annunciato ieri sulla loro pagina Facebook, aggiungendo alcuni particolari. La loro richiesta al sindaco è quella di poter restare aperti fino alle 2 durante la settimana e fino alle 3 nel weekend. In cambio ingaggeranno un buttafuori per tenere sotto controllo gli schiamazzi fuori dal locale e attiveranno un impianto di videosorveglianza (già installato).

Sul tema si è scatenato un forte dibattito su Facebook con anche il responsabile di un’associazione universitaria, Giovanni Crocetti, tra l’altro in procinto, a quanto pare, di sostenere il candidato sindaco del Pd Enrico Liverani. «Dispiace sicuramente al mondo degli studenti universitari che vi sia questa situazione – scrive – poichè il locale è frequentato da molti ragazzi perbene, per i quali era un bel punto di ritrovo. La città ha bisogno di luoghi per i ragazzi, e per ora, ha dimostrato più volte di non saper dar loro spazi adeguati, ma soprattutto una voce forte sulle questioni che li riguardano. Occorrono idee forti e capacità di cambiare!».

Sempre sul celebre social network è intervenuta, tirata in ballo da alcuni amici, la candidata a sindaco della lista di sinistra Ravenna in Comune, Raffaella Sutter. «No alle ordinanze – scrive senza mezze misure –. Tra l’altro proprio in quella zona la priorità è l’animazione e la frequentazione anche notturna. Gli interessi prevalenti in questo caso a mio parere sono quelli dei frequentatori in gran parte giovani e dell’imprenditore che gestisce. Poi se c’e’ dell’altro come si potrebbe intuire, lo strumento non è certo l’ordinanza di limitazione dell’orario e non spetta al sindaco».

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