sabato
06 Settembre 2025

Il secondo comune più grande d’Italia

L’estensione di Ravenna vista da fuori (con un telescopio)

Comune Ravenna

Il paese dove sono cresciuto (Calisese) è una frazione di Cesena ma in realtà si trova al confine fra tre territori comunali distinti (gli altri due sono Montiano e Longiano); e come in tutti i paesini di confine ci sono questioni di toponomastica che sono difficili da spiegare e, ancora di più, da dirimere. Prendete ad esempio via Case Missiroli, SP9, che segna il confine tra Longiano e Cesena, pochi metri oltre il confine del paese. Il lato ovest della strada è assegnato a Cesena e quello orientale è territorio longianese. La particolarità è che in tutti e due i lati della via le case hanno numero pari, per qualche motivo a me sconosciuto – forse, semplicemente, due uffici non si sono parlati quand’era il momento di farlo, qualche decina di anni fa. E quindi ai lati opposti della stessa via ci sono due case diverse con lo stesso indirizzo, intendo letteralmente la stessa via e lo stesso numero civico, ma sotto un comune diverso. Una cosa simile capita in un altro punto del paese: dal lato opposto di via Malanotte parte via Montiano, che si chiama così perché – immagino – ti porta verso quella cittadina. Ma a una certa altezza quella via cambia nome sul lato orientale e diventa via Cesena, sotto il comune di Montiano. Non è così bizzarro vivere queste situazioni in un paese di confine, anche perché la mentalità romagnola tende ad abbassare il livello dello scontro e risolvere la maggior parte delle contese con una stretta di mano. Negli anni della mia infanzia, per dire, la posta è stata consegnata per decenni dallo stesso portalettere, un tizio simpatico coi baffi e la Vespa 50 rossa fiammante, che conosceva il nome di tutti i componenti di tutte le famiglie e sapeva dove trovare chiunque in ogni momento (non era infrequente, anzi, vederlo arrancare con la vespina sull’argine di un fosso di campagna per farsi firmare una raccomandata). Più difficile è spiegare queste cose a un mondo contemporaneo fatto di mappe digitali, navigatori Gps e tempi di consegna risicati, in cui un corriere si trova nella spiacevole condizione di dover recapitare pacchi Amazon in due case con indirizzi uguali ai due opposti di una via. Non si può imputare il problema a degli ingegneri civili che magari sono andati in pensione da 55 anni; un amico ha impiegato diverse ore per spiegare a Google Maps dove fosse specificamente casa sua, in quel lato della via e a quell’altezza.

Tutto questo per cercare di spiegare una differenza tra il posto in cui sono cresciuto e il posto in cui abito adesso. Voglio dire, cresci in un paese di confine e ti capita spesso di chiederti se attraversando il campo di peschi davanti a casa tua finisci in un altro comune, o perché un coetaneo che vive nella casa di fronte alla tua sia costretto per questioni di stradario a frequentare le elementari in un posto a cinque chilometri di distanza rispetto alla tua scuola. Poi a un certo punto sono venuto a stare a Ravenna, e per un certo periodo di tempo mi sono chiesto dove di preciso a Ravenna. Per i primi tempi si era pensato a un giusto mezzo tra casa mia e casa della mia fidanzata, e quindi da qualche parte tra Casemurate e Osteria. Abbiamo guardato per un pochino case in zona, in cerca di qualcosa da affittare o comprare, prima di renderci conto di essere distanti da tutto e che forse avremmo dovuto scegliere un’altra locazione. Si è preso in considerazione Sant’Alberto, il suo paese, ma per me sarebbe stato eccessivo; abbiamo considerato una casa a Santerno per via della vicinanza con alcuni parenti, e come molti neo-acquirenti di case siamo rimasti affascinati per un certo periodo dai prezzi di Lido Adriano. Poi ci siamo stabiliti in una zona a ridosso del centro città, ma per dire che “prendere casa a Ravenna” nel nostro caso ha significato considerare un’abitazione posizionata in un punto a caso disposto su una-due direttrici, rispettivamente di 39 (da Sant’Alberto a Casemurate) e 25 chilometri (da Santerno a Lido Adriano). Volendo considerarli i lati di un quadrilatero, significa un’area di 975 chilometri quadrati, perfino più dell’intera area del comune di Ravenna. Il quale comunque, come senz’altro saprete, con i suoi 653 Kmq è il secondo comune d’Italia per estensione (al primo posto Roma, al terzo Cerignola, in provincia di Foggia). Per essere esatti, il comune di Ravenna è composto di un territorio pari al 230% dell’area coperta dalla somma dei tre comuni di Cesena, Montiano e Longiano, e all’interno di questo comune la percezione dello spazio è completamente diversa. È come se avessero preso un comune e l’avessero steso col matterello, ed ecco forse perché in tutto il territorio comunale non c’è mezza collina.

A viverci qui non ci si guarda, ma per uno che viene da fuori è strano rendersi conto di poter percorrere 40 minuti di strade di scorrimento senza traffico e senza mai lasciare lo stesso comune, incontrando magari dialetti e parlati radicalmente diversi (la gente di Savarna alle mie orecchie parla un italiano più simile a quello dei lombardi rispetto a quelli di San Zaccaria, con una pronuncia decisamente simile al cesenate). Ha un po’ il sapore di quelle canzoni di Townes Van Zandt in cui qualcuno partiva da una città per cercare fortuna in quella vicina e magari moriva di tifo nel tragitto. Le questioni spicce dei confini, in una realtà del genere, sembrano semplicemente lana caprina: il comune di Ravenna è così esteso da potersi permettere di avere all’interno dello stesso comune due vie diverse con lo stesso nome, gli stessi numeri ma un diverso codice d’avviamento postale (tipo via Bartolo Nigrisoli, che è sia la direttrice principale di Sant’Alberto che la strada che parte dal vecchio ingresso dell’ospedale di Ravenna). È una cosa che quando arrivi da fuori ti fa letteralmente marcire l’anima, è come dire, sai non c’erano più esseri umani a cui dedicare le cose e quindi abbiamo dovuto iniziare a doppiare zio poi sai zio noi ciabbiamo le circoscrizioni zio. È evidente anche il compiacimento dell’amministrazione comunale in questa estensione, un fiore all’occhiello che merita di essere ammirato ogni giorno da tutta la cittadinanza (credo sia questa, insomma, la ragione per cui a Ravenna non si può pensare di spostarsi da un luogo all’altro senza doversi avventurare in una circonvallazione).

Francesco Farabegoli, cesenate trapiantato a Ravenna, scrive o ha scritto su riviste culturali come Vice, Rumore, Esquire, Prismo, Il tascabile, Not

Quel giro del mondo in barca dopo la diagnosi di leucemia

La storia del velista Michele Piancastelli, morto due anni fa, diventa un docufilm

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Sono cominciate da qualche giorno le riprese del docufilm Altrove che racconta la storia di Michele Piancastelli, il velista ravennate a cui diagnosticarono la leucemia.

Dopo 7 mesi passati in ospedale partì, nel luglio 2009, con “Altrove”, una barca di colore rosso con cui affrontò il giro del mondo. Dopo 7 anni di viaggio in solitaria (uno per ogni mese trascorso in ospedale)  e oltre 40.000 miglia percorse, Michele rientrò a Ravenna nel 2016.

Morì il 5 dicembre 2022 a soli 56 anni.

Il docufilm, diretto da Ettore Zito e prodotto da Trickfree Productions, sarà distribuito nelle sale cinematografiche e parte del ricavato netto sarà donato all’ Ail di Ravenna.

Revocate le ordinanze di evacuazione a Traversara

Riprendono i lavori di ripristino degli argini

Traversara (1)

Passata la piena del Lamone a Traversara, con il calo delle acque, la risoluzione del trafilamento e la conseguente cessazione di eventuali pericoli per la popolazione sono revocate anche le ultime ordinanze di evacuazione ancora in essere, riguardanti Traversara e Borghetto.

Viene pertanto chiuso il centro di accoglienza alla palestra delle scuole elementari di Bagnacavallo.

Sono inoltre ripresi i lavori di ripristino degli argini, per permettere i quali resta chiusa al traffico dei non residenti la via Entirate di Traversara. Si ricorda che resta severamente vietato accedere agli argini.

Coppia di anziani intrappolata in casa viene salvata da polizia e vigili del fuoco

I due, marito e moglie di 80 anni, erano rimasti isolati insieme al loro nel corso dell’emergenza meteo, tra frane e infiltrazioni d’acqua e fango 

Allagamento Brisighella
Allagamenti a Brisighella (foto di repertorio di Emilia Romagna Meteo)

È stato necessario l’intervento congiunto di polizia locale e vigili del fuoco per trarre in salvo una coppia di anziani intrappolata insieme al loro cane all’interno dell’abitazione a Brisighella. I due (80 anni lui, 79 lei) residenti in una traversa di via Rio Chié sono rimasti isolati a causa di uno smottamento e dell’esondazione di un corso d’acqua, che ha fatto saltare l’elettricità e causato frane e allagamenti sulla strada e nelle colline circostanti.

La richiesta d’aiuto alle autorità da parte della coppia è arrivata intorno alle 22.20 di sabato 19 ottobre e sul posto sono intervenute immediatamente due pattuglie della polizia locale e una squadra dei vigili del fuoco del distaccamento volontari di Casola Valsenio, in zona per altri interventi. A causa delle forti piogge e dell’esondazione del Rio però, la strada era diventata impraticabile, trasformandosi in un vero e proprio fiume di fango che sormontava la traversa della scoscesa strada collinare di circa 80 centimetri.

Per raggiungere l’abitazione, gli agenti e i vigili del fuoco hanno dunque predisposto un intervento congiunto che ha visto gli agenti di polizia imbarcarsi sul mezzo dei vigili del fuoco, un modulo poli-soccorso, così da avvicinarsi il più possibile alla casa. A circa 150 metri dall’abitazione però, lo smottamento e la pendenza eccessiva hanno reso impossibile proseguire con il veicolo. A questo punto, gli agenti e i soccorritori hanno proseguito a piedi, raggiungendo l’abitazione dei coniugi, ormai allagata e isolata. I due anziani, insieme al loro cane, sono stati tratti in salvo e portati fino al mezzo dei vigili del fuoco.

Una volta a bordo, i coniugi sono stati portati alla pattuglia della polizia locale e, successivamente, all’abitazione del figlio, dove hanno potuto trascorrere la notte al sicuro.

Ponte delle Grazie: ancora non si sa quando arrivierà il bando per rifarlo

La struttura commissariale ha stanziato 900mila euro per la progettazione a Faenza
Per il cantiere servono almeno 4,5 milioni. Il Bailey provvisorio è previsto per un biennio

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Il ponte delle Grazie sul fiume Lamone a Faenza, collegamento cruciale tra il quartiere Borgo Durbecco e il centro città, è uscito malconcio dalle due alluvioni di maggio 2023. La forza della piena che lo ha sommerso ha sollecitato la tenuta del manufatto inaugurato nel 1951. Dovrà essere abbattuto e ricostruito: più alto e senza piloni, serviranno almeno tra 4,5 e 8 milioni di euro, ma al momento non ci sono tempi definiti. Come noto, dallo scorso luglio è operativo un ponte Bailey accanto al ponte delle Grazie: le due strutture sono a senso unico in direzione opposta per alleggerire i carichi di traffico.

Il vicesindaco di Faenza, Andrea Fabbri, è titolare della delega ai Lavori pubblici e non nasconde il fastidio per le difficoltà nei rapporti con Sogesid, la società di ingegneria selezionata dalla struttura commissariale per gli appalti delle opere di ricostruzione. «Vista la mole di questo intervento – spiega Fabbri, esponente del Pd – abbiamo ritenuto che la cosa migliore fosse darne la gestione a Sogesid per non gravare sugli uffici comunali alle prese con tante altre questioni di ricostruzione». La Regione e il commissario Francesco Paolo Figliuolo spingevano a favore della delega a Sogesid e il consiglio comunale ha approvato la convenzione: «Però i contatti si sono interrotti e non abbiamo aggiornamenti». La buona notizia è arrivata nei giorni scorso, dopo la terza alluvione in sedici mesi, quando il generale Figliuolo ha firmato l’aggiornamento di un’ordinanza che assegna 900mila euro a favore del ponte delle Grazie: «Dovrebbero essere quelli per la progettazione e non comparivano nella versione precedente. È una cosa positiva e ci auguriamo che sia un’accelerata. Però vorremmo vedere anche l’assegnazione delle risorse per l’intero intervento: non è un ponticello in montagna, ma un collegamento fondamentale per la città». Al momento della progettazione si porrà la questione dell’altezza del nuovo impalcato. «La legge dice che dovrebbe essere tre metri più alto dell’ultima piena, ma questo non è chiaramente possibile perché siamo in una zona urbanizzata e la rampa dovrebbe partire da piazza del Popolo. Uno studio affidato a consulenti esterni ha incrociato le necessità idrauliche con le reali possibilità del contesto per arrivare a definire dei paletti. La progettazione poi entrerà nel dettaglio. Contiamo che l’Autorità di bacino conceda una deroga per avere un’altezza minore, considerato che il rischio dovrebbe essere minore per la realizzazione di opere a monte come le casse di laminazione per ridurre l’altezza delle piene». Il cantiere per demolizione e costruzione, in teoria, potrebbe richiedere tempi di circa un anno. Ma Fabbri mette le mani avanti: «Andranno valutate tutte le situazioni solo quando ci sarà la certezza di poter fare tutto nel tempo più breve possibile». Il Bailey provvisorio diventerebbe l’unico collegamento nel periodo di cantiere e le date del “noleggio” impongono l’accelerata auspicata da Fabbri: «Il Bailey è nanziato dalla struttura commissariale per due anni, è come se avessero pagato per noleggio con montaggio e smontaggio. Per questo il biennio 2025-2026 dovrebbe essere quello per rifare il ponte delle Grazie».

Inizia il rientro alla normalità in Provincia: le prime riaperture stradali in città

Anche da Cotignola, uno dei Comuni più a rischio per il transito dei fiumi in piena, non si evidenziano particolari criticità

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Con l’esaurirsi delle precipitazioni inizia il rientro alla normalità della situazione in Provincia, senza che si evidenzino particolari criticità.

Dal comune di Cotignola (uno tra i più a rischio per quanto riguarda le piene dei fiumi) comunicano che il picco delle acque superiore alla soglia 3 è transitato per la città alle 7.45, rientrando ora entro la soglia 2 (arancio). Si aspetta ora il naturale deflusso delle acque, continuando a monitorare la situazione.

Anche dal comune capoluogo Ravenna arrivano rassicurazioni per i cittadini. Il centro operativo comunale sta continuando a sorvegliare la piena del Lamone e del Reno che stanno transitando dal territorio ravennate senza destare particolari preoccupazioni. Rimane monitorata anche la situazione dei canali consortili su tutto il territorio comunale, in particolare nei tratti interessati dai centri abitati. A questo proposito sono stati anche posizionati alcuni impianti di sollevamento in ausilio a quelli idrovori. La pompa ad alta capacità, in dotazione ai Vigili del Fuoco, sta continuando a lavorare su via Canalazzo, con lo scopo di alleggerire il bacino del canale Drittolo.

Per quanto riguarda la situazione delle strade, vengono riaperte via della Battana e Burchiella, in zona portuale e via Trieste, via Stradone e via Romea sud, in corrispondenza dei ponti sullo scolo Lama. Anas sta procedendo alle verifiche per riaprire anche lo svincolo che dalla rotonda Portogallo si immette nella statale 16 Adriatica verso nord.

Per la giornata di domani, lunedì 21 ottobre, saranno regolarmente aperti i servizi educativi, le scuole di ogni ordine e grado, comprese le Università, i centri di formazione professionale, i centri ricreativi e di aggregazione giovanile, i centri diurni per anziani e disabili, i centri sociali per anziani e i centri socio-occupazionali per disabili. Resteranno comunque chiusi anche nella giornata di domani musei e biblioteche.

Migliorano le condizioni meteo e riaprono parchi, pinete e spiagge

Il territorio è ancora costantemente monitorato

Piazza Garibaldi Comune Cervia

In seguito al miglioramento delle condizioni meteorologiche sul territorio il Comune di Cervia ha predisposto già dalla giornata di oggi, domenica 20 ottobre, la riapertura parchi, giardini pubblici, pinete e arenile.

Il territorio comunque è ancora costantemente monitorato e la situazione è sotto controllo.

Il Senio oltre la soglia rossa, evacuazioni a Cotignola

Apprensione per le piene dei fiumi. Crolla un pino a Fusignano

Pino Fusignano
Il pino caduto in via Monti a Fusignano

Momenti di apprensione in mattinata per i picchi delle piene dei fiumi, anche in provincia di Ravenna, in particolare nelle zone alluvionate lo scorso mese.

A Cotignola è stata disposta l’evacuazione di tutti coloro che abitano nelle vicinanze della rotta registrata il 19 settembre e dei cittadini più fragili che risiedono entro 150 metri di distanza dal Senio, che ha superato la soglia rossa.

A Bagnacavallo la piena del Lamone ha superato la soglia arancione e sta transitando da Traversara; al momento (aggiornamento ore 8.45 di domenica 20 ottobre) non si registrano problematiche.

A Fusignano, nella notte, è caduto un pino in via Monti, fortunatamente senza conseguenze.

Il prefetto: «Confortante la situazione dei fiumi»

Registrati diversi allagamenti, anche al Cisim di Lido Adriano

Cisim Lido Adriano Allagato
Il Cisim allagato

Le cumulate di acqua caduta in provincia di Ravenna sabato 19 ottobre hanno raggiunto i 40-60 mm ma, in alcuni comuni, si sono registrati anche rovesci con quantitativi di acqua superiori ai 100 mm, in particolare sulla zona di pianura di Ravenna e Cervia.

Le piogge cadute continuativamente – si legge in una nota della prefettura – hanno provocato una generale saturazione del territorio con incapacità dello stesso di assorbire eventuali altre forti precipitazioni.

Nei comuni di Ravenna, Cervia e Alfonsine sono stati segnalati alcuni allagamenti di cantine e piani interrati di abitazioni (a Lido Adriano si è allagato il centro Cisim, con i gestori che chiedono una mano per i lavori di sistemazione). Sono avvenuti localizzati cali di tensione dell’energia elettrica che hanno provocato blackout in particolare nella zona di Lugo, Bagnacavallo e Cervia.

«Confortante è la situazione dei fiumi della provincia – dichiara il prefetto Castrese De Rosa – in quanto le piene previste non sembrerebbero particolarmente intense e comunque con soglie e livelli inferiori al previsto».

Sospesa la linea ferroviaria tra Cervia e Rimini per allagamento dei binari

A causa dell’impraticabilità delle strade non sono stati messi in servizio bus sostitutivi

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A partire dalle ore 16.20 di oggi (sabato 19 ottobre) è stata sospesa la circolazione ferroviaria tra le stazioni di Rimini e Cervia, sulla linea Rimini – Ravenna, a causa del forte maltempo che ha provocato l’allagamento dei binari nella stazione di Cesenatico.

A causa dell’impraticabilità delle strade risulta al momento impossibile predisporre servizi alternativi con bus, è possibile restare aggiornati sulla riapertura della tratta nella sezione Infomobilità di Rfi e sulle pagine Infomobilità di Trenitalia.

Minaccia un conoscente con un coltello per soldi: arrestato per tentata estorsione

La causa del gesto riguarderebbe una grossa somma di denaro prestata dal nipote dell’aggressore alla vittima

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A segnalare l’aggressione alla polizia è stata la stessa vittima, attorno al mezzogiorno di ieri (venerdì 18 ottobre) quando sarebbe stata fermata e minacciata con un coltello dallo zio di un conoscente, mentre camminava in una piazza del centro. Secondo le ricostruzioni, il nipote dell’aggressore avrebbe prestato alla vittima una grossa somma di denaro, mai restituita, e l’uomo avrebbe dunque cercato di farsi risarcire con la forza.

Pochi minuti dopo la segnalazione i militari sono riusciti a rintracciare l’aggressore, un italiano già noto alle forze dell’ordine per precedenti reati, all’interno di una struttura nelle vicinanze. Sul posto, gettata in un cestino dei rifiuti, è stata rinvenuta anche l’arma utilizzata per l’intimidazione, come confermato anche dalla ricostruzione di un testimone presente ai fatti.

L’uomo è stato arrestato per tentata estorsione e resta in attesa del giudizio di convalida.

Forza Italia annuncia i nomi che chiudono la rosa di candidati del centrodestra

In campo il segretario provinciale Fabrizio Dore e due ex candidate a sindaco

Thumbnail Presentazione Lista FI Regionali 2024

Dopo gli annunci di Fratelli d’Italia e Lega, anche Forza Italia presenta i candidati in corsa per le elezioni regionali nella provincia di Ravenna, chiudendo la rosa di nomi dei partiti di centrodestra (a cui si aggiunge in coalizione la lista civica di Elena Ugolini). A fare da capolista sarà il Segretario provinciale Fabrizio Dore, militante fin dal 2011, Commissario regionale del movimento giovanile per cinque anni e vice segretario provinciale per tre anni eletto segretario al congresso del dicembre 2023. Per lui è la prima candidatura alle elezioni regionali.
A seguire tre consiglieri comunali freschi di incarico dalle scorse amministrative, Antonella Brini, candidata a Sindaco a Massa Lombarda con una lista che ha superato il 9% dei voti, con una lunga esperienza politica e alla sua terza candidatura in regione; Francesco Ferrini, Consigliere Comunale a Cervia alla sua prima esperienza politica, eletto nella lista Civica del Candidato Sindaco Massimo Mazzolani con 138 preferenze, e Diletta Principale, attuale Consigliere Comunale a Bagnacavallo, ha sfidato a Giugno scorso il Pd per la guida della città e, riconoscendosi di Forza Italia, ha accettato da indipendente la proposta di una nuova candidatura.

La rosa dei candidati vuole essere un insieme tra civici e militanti di partito, nella convinzione che questa sia la migliore strada per allargare il consenso degli elettori. «Candidati che nel loro quotidiano sono vicini ai problemi delle persone, che conoscono bene i problemi legati alla sanità, alle infrastrutture stradali e ferroviarie, al turismo, alla giungla della fiscalità che ammazza le imprese, alle difficoltà delle famiglie di arrivare alla fine del mese, e che sono consapevoli della forte necessità per Ravenna di aprire alle sue vere energie da troppo tempo assopite dalla guida di sinistra e di De Pascale» comunicano dal partito.

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