Canne di bambù stilizzate, impresse sulle vetrine sfitte per denunciare il progressivo svuotamento dei centri storici: questo il progetto dell’artista veneta “Freak of Nature” (all’anagrafe Federica Agnoletto), che conta già 2490 locali marchiati con il caratteristico tag verde brillante e la scritta “sfitto” in progressione numerata. Il blitz a Ravenna è arrivato nella notte tra il 26 e 27 dicembre, censendo 70 vetrine sfitte nel centro storico della città.
«Questi murales sono un intervento di denuncia che non genera alcun danno – spiega l’artista in una nota – i colori sono a base d’acqua e si puliscono con un colpo di spugna, ma che vuole indurre i cittadini a scontrarsi e riflettere su ciò che sta accadendo nella stragrande maggioranza delle città italiane: la crisi economica, troppi spazi vuoti, perdita di identità, spopolamento, degrado urbano ed umano, mancata integrazione e la difficoltà nell’essere a misura d’uomo»
Sono ormai 2490 le vetrine delle città del nord Italia “firmate” da Freak of Nature: Vicenza (città che ha dato il via al progetto) con 90 attività marchiate, Padova con 125, Belluno con 60, Venezia con 130, Rovigo con 85, Mestre con 145, Dueville con 30, Treviso con 70, Verona con 100, Ferrara con 105, Parma con 70, Schio con 80, Modena con 80, Castelfranco veneto con 80, Reggio Emilia con 140 , Mantova con 100 , Bergamo con 95, Brescia con 137, Milano con 165, Pordenone con 90 e Bologna con 80 , Monza con 52 , Udine con 140 , Bassano del Grappa con 50 nel 2021 e 123 nel 2024, Thiene con 84.
Le incursioni cittadine di Freak of Nature sono riportate in tempo reale sul suo profilo Instagram dove, tra in una serie di storie dedicate alla “mission” del progetto si legge: «In un mondo cieco e impegnato a costruire cose a prescindere della qualità delle stesse io mi pongo contro. Contro la bruttezza, contro l’uso e l’abuso, contro l’abbandono di ciò che ci è servito e non ci serve più, contro l’essere ciechi nei confronti dei luoghi che ci circondano. I luoghi abbandonati o abusati diventano il mio spazio di libertà. Libertà che esercito usando l’immagine della natura prima che la natura stessa si riappropri di quei luoghi attraverso l’infestazione
e la distruzione. Contro ogni tipo di abbrutimento sociale, morale ed estetico in una continua lotta a colpi di pennello».