venerdì
12 Settembre 2025

Ecco il solaio in legno della nuova scuola materna di Lugo: lavori da 3 milioni

Proseguono i lavori per “La Filastrocca”, nel quartiere De Brozzi, da terminare in primavera

Proseguono i lavori per la realizzazione della nuova sede per la scuola dell’infanzia di Lugo “La Filastrocca”, nel quartiere De Brozzi. In queste settimane è stato completato l’assemblaggio a terra del solaio di copertura, elemento architettonico di rilievo del fabbricato in costruzione, che è stato poi posato in quota; è realizzato in legno lamellare e ha un andamento curvilineo. Sono inoltre stati già completati i lavori di edificazione in muratura: a tetto posato, seguiranno l’installazione degli infissi e i lavori di finitura.

Il termine dei lavori è previsto per la primavera 2025, in modo da rendere l’edificio disponibile e funzionante per l’avvio della successiva annualità scolastica.

Il nuovo plesso consentirà di delocalizzare l’attuale materna Filastrocca, situata in viale degli Orsini, ponendo le basi per l’aggregazione dello stesso edificio al polo liceale di Lugo. La nuova scuola sorge in un’area adiacente al nido d’infanzia “Arcangelo Corelli”, con il quale andrà a costituire il primo polo dell’infanzia 0-6, della città di Lugo.

L’intervento, dal costo complessivo di 3 milioni di euro, è interamente finanziato con contributo Pnrr dei fondi dell’Unione europea – Next Generation Eu.

La Classense festeggia la sezione adolescenti con un mese di eventi a tema horror

La “Holden” compie 10 anni. Il calendario delle iniziative

Holden Biblioteca Classense

La biblioteca Classense di Ravenna festeggia il decimo anniversario dell’apertura della sezione adolescenti “Holden” con un programma di iniziative a tema horror per tutto il prossimo mese di ottobre.

Tutti gli eventi si terranno nella sezione Holden (ingresso da via Baccarini, 3), sono gratuiti e rivolti a ragazze e ragazzi dagli 11 ai 17 anni. L’iscrizione ai servizi della biblioteca è gratuita, e per i minorenni è richiesta l’autorizzazione di un genitore o di un adulto.

Si parte martedì 1 ottobre alle 16 con l’inaugurazione de “La panchina delle cose difficili” all’ingresso della biblioteca: ispirata al libro della scrittrice Linda Traversi, è una panchina dove ragazzi e ragazze possono confrontarsi, abbattere i pregiudizi verso se stessi e verso gli altri e, naturalmente, fare nuove amicizie.

Per tre giovedì, alle 16, l’appuntamento sarà con “CineHolden”, dedicato alla visione dei film di Tim Burton: giovedì 3 ottobre La sposa cadavere, giovedì 10 ottobre Frankenweenie e giovedì 24 ottobre Beetlejuice. L’evento è riservato agli iscritti alla biblioteca.

Venerdì 11 ottobre sarà dedicato allo scrittore, sceneggiatore e regista, Manlio Castagna, che la mattina incontrerà le classi scolastiche mentre, alle 16, terrà un incontro su “Come si “legge” una serie tv per ragazzi”, prendendo come spunto Stranger Things e Mercoledì.

La Holden parteciperà inoltre alla Notte d’Oro prevista per sabato 12 ottobre: per l’occasione, sarà aperta in orario serale dalle 20 alle 23 con “GoldenHolden”, un evento dedicato ai giochi da tavolo e non solo, adatto a tutti i gusti.

Il sabato successivo, 19 ottobre, alle 15.30 si terrà la “Festa dei gruppi di lettura per adolescenti”, organizzata in collaborazione con le biblioteche e le librerie che aderiscono al Patto per la Lettura. Durante la festa si svolgeranno uno speed date letterario e caccia al tesoro a tema libresco.

Il giorno del compleanno verrà festeggiato venerdì 25 alle 15.30, con la partecipazione della scuola secondaria Guido Novello e il tradizionale taglio della torta.

Lunedì 28 ottobre, alle 16, avrà luogo “Horror-Lab”, un laboratorio a cura di FataButega: si partirà dalla lettura di un brano de La stanza 13 di R. Swindells, per poi costruire un proiettore olografico 3D per smartphone, che permetterà di far fluttuare fantasmi e streghe (prenotazione obbligatoria).

Il mese di festeggiamenti si concluderà giovedì 31 ottobre dalle 14 con “HoldenWeen”, durante il quale ragazze e ragazzi potranno venire in biblioteca mascherati per il tradizionale “dolcetto o scherzetto”.

Nel corso del mese verrà distribuita una bibliografia e una filmografia a tema horror.

«La sezione Holden è stata una felice intuizione delle precedenti gestioni – afferma Silvia Masi, direttrice della Classense – ed è motivo per noi di grande orgoglio e impegno. Crediamo fermamente nella possibilità di dare ai ragazzi e alle ragazze un luogo sicuro, accessibile e stimolante, che li faccia sentire liberi ma al tempo stesso protetti e favorisca la loro crescita attraverso le numerose offerte di libri, fumetti e graphic novel, multimedia, giochi di società, strumenti musicali e l’inesauribile energia dei nostri bibliotecari e delle nostre bibliotecarie».

Per info e prenotazioni: 0544.482119 e holden@classense.ra.it

Casa e campi allagati per la terza volta: «Frustrante il rimpallo tra istituzioni»

Valeria Cortesi vive nelle campagne di Boncellino, a pochi metri dalla rottura dell’argine di maggio 2023: «Bisogna alzare il ponte della ferrovia»

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Tre alluvioni in sedici mesi, un’azienda agricola rasa al suolo su cui continuano ad accumularsi detriti, l’incubo di dover ricominciare da capo quando il lieto fine sembrava vicino e la paura di venire dimenticati. Valeria Cortesi racconta la sua storia, quella di una famiglia con tre figli che 10 anni fa si è trasferita a Boncellino per stare vicino ai suoceri e aiutare nell’attività agricola in via Muraglione, una delle aree più colpite dalle esondazioni degli ultimi due anni.

Il 3 maggio del 2023 la prima rottura del Lamone, violenta e inaspettata, che ha portato la famiglia ad essere evacuata dal primo piano tramite un’imbarcazione della polizia provinciale. «È stato l’inizio di un’epopea – ricorda Cortesi – in quel momento ci siamo accorti di avere perso tutto: casa, auto, motori, camper, trattori e ovviamente campi e frutteti. I lavori di ricostruzione dell’argine sono iniziati immediatamente, un lavoro incessante, ma inevitabilmente frettoloso. Solo due settimane dopo è arrivata la seconda piena». Era il 17 maggio 2023 infatti quando l’argine arrivò a una nuova rottura, portando con sé il materiale fresco con cui era stato rinforzato e provocando ancora più danno e accumulo di detriti. «Da lì abbiamo iniziato un percorso lungo e difficile, cercando un contatto con un canale istituzionale. A un anno e mezzo dalla catastrofe, 5 ettari di terreno si ritrovavano ancora coperti di terra, laterizi, e asfalto, con gli scheletri dei frutteti divelti a fare capolino tra i detriti – continua Cortesi -. il rimpallo tra le istituzioni è stato frustrante e deludente: ci siamo trovati in mezzo a un crocevia di competenze, dove la gestione del fiume spettava alla regione, la linea ferroviaria con cui confiniamo a Rfi, i fossi al Comune da un lato e al Consorzio di bonifica dall’altro. Le comunicazioni sono state per mesi indecifrabili, abbiamo cercato qualcuno che si mettesse al tavolo per fare da portavoce a tutte le istituzioni, ma non è stato possibile».

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Il giardino di casa di Cortesi dopo la rottura del 2023

A febbraio 2024 i primi sopralluoghi da parte di struttura commissariale, Regione e Comune e a inizio settembre la notifica di esproprio temporaneo del terreno per il via ai lavori di bonifica. «Credevamo davvero di essere arrivati al punto di svolta. Gli ispettori si sono mostrati increduli e partecipi durante le visite e finalmente ci siamo sentiti ascoltati».

Dopo pochi mesi, l’ultimo allagamento. «I primi segnali di preoccupazione sono arrivati mercoledì pomeriggio, con l’annuncio dell’allerta rossa e della chiusura delle scuole nel giorno seguente. Siamo sfollati di nuovo, con i suoceri che inizialmente si rifiutavano di lasciare la casa appena ricostruita. Non credevano potesse succedere di nuovo, nemmeno noi in realtà. La seconda ricostruzione dell’argine è stata massiccia e imponente, ci sentivamo al sicuro, ma anche questa volta è stato il ponte ferroviario a creare problemi» spiega Cortesi, che da all’anno scorso si impegna sul territorio per promuovere una raccolta firme votata all’innalzamento del ponte. «Ci siamo sentiti dire che alzare un ponte ferroviario è complesso, perché richiede l’innalzamento di tutta la linea. Complesso, ma non impossibile. I tecnici ci sono, il progetto non sarebbe una novità. Il Lamone è tortuoso e ha tante anse, ma in prossimità del ponte è ormai confermata la criticità. Sappiamo che per ora è un “problema di pochi”, ma questo è preoccupante: anche se un domani gli abitanti di via del Muraglione si saranno spostati altrove, l’acqua non si fermerà. Alla luce delle fragilità del territorio e dell’aumentare di fenomeni atmosferici violenti, sento di poter dire che non manca molto alla prossima alluvione e che questa volta qualcosa di concreto si può fare. Le immagini del “tappo” di legname attorno al ponte hanno fatto il giro del web, è palese che la struttura del ponte sia problematica. Questa volta l’argine ha tenuto, esondando però per più di otto ore e logorandosi inevitabilmente. Non sappiamo se reggerà in futuro, così indebolito».

Adesso si pensa solo a ricominciare, di nuovo, senza le energie per guardare indietro alla ricerca di un colpevole e con tanta preoccupazione verso il futuro. La riapertura dei campi, con il nuovo strato di fango ad ammassarsi sul vecchio sembra ancora più lontana: «Abbiamo paura di essere dimenticati, soprattutto alla luce delle nuove tragedie. Località come Traversara hanno l’indubbia priorità, ma noi aspettiamo da anni. I miei suoceri hanno 70 anni, ma sono ancora motivati a ripartire con la produzione agricola. È tutto ciò che hanno. Anche mia figlia più grande, di 13 anni, è propositiva ed energica e cerca di coinvolgere amici e parenti nel ripristino. I più piccoli invece sono agitati e continuiamo a monitorarli. Per quello che riguarda noi, siamo stanchi e increduli. Alle istituzioni chiediamo solo di essere ascoltati. Non siamo una grande impresa, non siamo un intero paese e la nostra voce è difficile da sentire, ma stiamo vivendo un incubo per la terza volta – conclude Cortesi – Alle istituzioni governative chiediamo un canale di ristoro per il lucro cessante, che non è ancora stato reso disponibile in questi anni. In attesa della bonifica l’attività è ferma e quando si potrà ripartire ci vorranno anni per ripristinare la produttività dei frutteti. Siamo legati alla nostra terra e alla nostra azienda e per ora non vogliamo andarcene, ma abbiamo bisogno di aiuto. Le montagne di detriti attorno a noi si alzano e noi sprofondiamo sempre più in basso. Alle istituzioni locali, le uniche da cui ci siamo sentiti ascoltati, chiediamo la messa in sicurezza del ponte ferroviario di Boncellino, la cui struttura è inaccettabile per via della scarsa altezza e del grosso pilastro incastonato nell’alveo. Quello può fare davvero la differenza. Oggi il disagio è di pochi, ma se domani tonerà una nuova onda assassina, anche più violenta, fino alle vicine industrie di Bagnacavallo ben più note e produttive non si potranno più ignorare queste richieste. Dopo tre alluvioni però, si dovrebbe riuscire a intervenire senza arrivare a tanto».

Un equipaggio di Marina di Ravenna vince a Parenzo la gara di pesca al tonno gigante

Ottenuta la qualifica per i Mondiali in Costa Rica

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Sono di Marina di Ravenna e dintorni i sei pescatori che, armati di canne e sarde per la pastura, hanno conquistato entrambi i premi in palio al “Big Game 4 Tuna” di Parenzo.

L’angler Daniele Tarroni, lo skipper Bernard Kulundzic, i mate Diego Bondi e Vittorio Impellizzeri e i due ospiti Florin Vieur Ucur e Stefano De Ruvo sono i membri del primo team italiano a vincere in acque croate la prestigiosa competizione di pesca al tonno gigante.

A bordo dell’Hook up, un Boston Whaler 32 outrage di proprietà di Tarroni, hanno attraversato l’Adriatico il 10 settembre e sono stati “incoronati” vincitori il 16 settembre, dopo due giorni di gara in condizioni meteo non ideali. Sono stati loro infatti a pescare il tonno più grande del peso di 144 kg e a totalizzare anche il maggior peso complessivo di pesce pescato, ossia tonni e tonnetti o alletterati.

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Per loro una targa in ceramica ma anche attrezzatura da pesca sportiva per migliaia di euro e, non da ultimo, la qualificazione ai mondiali Igfa in Costa Rica, la prossima primavera. Un motivo di orgoglio e soddisfazione per un gruppo di amici uniti innanzitutto dall’amore per il mare e per la pesca che praticano settimanalmente in modo non professionistico, spinti dalla loro passione.

«Sinceramente io non me lo aspettavo – racconta Tarroni, una lunga esperienza di pesca alle spalle che risale fino agli Ottanta – perché i croati nelle loro acque sono fortissimi. Ora guardiamo alla prossima primavera. Quella in Costa Rica è una manifestazione che richiama equipaggi letteralmente da tutto il mondo siamo quindi molto felici di aver ottenuto la qualificazione».

Una curiosità per i non addetti ai lavori: la gara in Croazia, che teneva ovviamente conto di tutte le quote e le misure di protezione per le diverse specie ittiche e permetteva agli equipaggi di tenere un solo tonno al giorno, ha avuto anche un valore scientifico. «Ci hanno chiesto di eviscerare i pesci in barca per permettere a biologi e scienziati di analizzarli, non capita spesso» spiega Tarroni, profondo conoscitore della fauna ittica e dei regolamenti internazionali di pesca.

Dagli Assalti Frontali a Zamboni: le ultime serate del festival tra cinema e musica

Al Mariani di Ravenna prosegue fino a domenica 29 settembre il festival “Soundscreen”

Saranno molto intensi gli ultimi tre giorni della nona edizione del Soundscreen Film Festival, rassegna dedicata al rapporto tra cinema e musica in corso di svolgimento al cinema Mariani di Ravenna.

Venerdì 27 settembre si inizia con il film in concorso in anteprima italiana Lady of the City (ore 18), di Maryam Bahrololumi. È la drammatica storia di una madre turca in permesso d’uscita dopo 11 anni di carcere. A seguire, un’altra sonorizzazione (sempre in collaborazione con Bronson Produzioni), quella che il progetto emiliano La Sindrome dell’aceto propone per il mediometraggio drammatico di Dimitri Kirsanoff Ménilmontant (ore 20.30). La Sindrome dell’Aceto (Davide Badini e Alessandro De Lorenzi) nasce per comporre musica per film realizzati a inizio ‘900. L’approccio compositivo del duo predilige l’uso di un linguaggio innovativo a carattere sperimentale ed elettronico. A chiudere la serata (ore 21.30) Una vita all’Assalto, documentario di Paolo Fazzini e Francesco Principini sull’inarrestabile voglia di fare musica e di cambiare il mondo del gruppo che ha registrato il primo album rap in italiano, gli Assalti Frontali (il regista Fazzini e il membro del gruppo Militant A saranno ospiti in sala).

Sabato 28 il primo appuntamento è alle 18 con Biscuit Tin Blues, film in concorso del regista australiano – naturalizzato berlinese – Jack Rath, un road movie sino alle rive del fiume Reno, per due musicisti che omaggiano la scomparsa leader della loro band. A seguire (ore 20.30), in collaborazione con Noam Film Festival di Faenza, il lavoro indipendente americano Memphis, di Tim Sutton, in cui si racconta del cantante soul-blues Ezra Jack. Il chitarrista Massimo Zamboni (CCCP e CSI) porta poi al pubblico (ore 22) una speciale versione del documentario Arrivederci Berlinguer! di Michele Mellara e Alessandro Rossi.

Domenica 29 settembre Soundscreen si chiude con quattro proposte: alle 16 la serie di cortometraggi del concorso internazionale; alle 18 la spagnola Paloma Zapata racconta nel documentario La Singla, sulla straordinaria vita di Antonia Singla, che nonostante la sordità riuscì a trasformarsi in un fenomeno del flamenco per poi sparire misteriosamente; alle 20.30 il gemellaggio con il Messina Film Festival offre una vera rarità, Partitura audiovisiva per un paese di macerie, registrazione della performance di Franco Battiato in occasione del festival messinese nel 1998. Infine (ore 21) la band alt-rock bolognese Earthset sonorizza il film d’animazione di Lotte Reiniger Achmed il principe fantastico, del 1926.

A questo link il programma completo.

Pattugliamenti notturni anti sciacallaggio, arrestato un uomo dopo una fuga in auto

Vettura sospetta intercettata dai carabinieri impegnati a sorvegliare le zone alluvionate ed evitare furti nelle case disabitate per gli allagamenti

20240926 141420Un uomo è stato arrestato dai carabinieri nella notte tra il 25 e il 26 settembre a Conselice perché al volante di una vettura ha tentato la fuga quando la pattuglia dei militari ha disposto l’alt. A bordo dell’auto – risultata noleggiata in una società del Nord Italia e ora sequestrata – un borsone con arnesi da scasso e guanti in lattice. Altri due uomini sono riusciti a fuggire a piedi. Stamani il giudice ha convalidato l’arresto e disposto il divieto di dimora nella provincia di Ravenna.

L’operazione è avvenuta nell’ambito dei servizi straordinari di controllo del territorio finalizzati soprattutto a prevenire e reprimere il fenomeno del cosiddetto sciacallaggio delle abitazioni al momento non occupate perché invase dall’acqua a seguito della recente alluvione. Sono impiegati giornalmente circa 20 equipaggi che controllano le principali vie di comunicazione, i centri colpiti dall’alluvione, le varie attività commerciali e le aree industriali.

I carabinieri in pattugliamento nelle campagne di Conselice, località che in questo caso non è stata raggiunta dalle inondazioni, hanno notato alcune manovre sospette di un’autovettura e hanno azionato i lampeggianti e invitato il conducente a fermarsi per fornire le sue generalità. L’autista ha iniziato una folle corsa per le vie periferiche di Conselice. Fino a quando i fuggitivi hanno bloccato l’auto e tentato la fuga a piedi, riuscita solo a due di loro.

Nel corso della stessa notte i carabinieri hanno sorpreso anche una coppia straniera che, dopo aver lasciato lo svincolo autostradale di Bagnacavallo, a bordo di un’auto con targa estera si aggirava nei pressi dell’abitato. Fermati e sottoposti al controllo: nascosto in un vano ricavato sotto il sedile del conducente, i militari hanno trovato un coltello a serramanico con lama di circa 10 cm. Ritenendo ingiustificato il porto dell’arma, i carabinieri hanno approfondito il controllo e hanno rinvenuto delle pinze in acciaio, forbici affilate ed una tronchese per la quale, anche in questo caso, i due non hanno saputo indicare il motivo del possesso. Denunciati per la violazione della legge sulle armi che vieta il porto di armi o oggetti atti ad offendere. Inoltre, è stato anche sequestrato il loro veicolo poiché privo di copertura assicurativa.

In provincia in dieci anni la retribuzione media giornaliera è calata del 7 percento

Al netto dell’inflazione è pari a 100 euro, 4 in meno della media regionale

Lavoro Ufficio

Dal 2012 al 2022 la retribuzione media giornaliera in termini reali (al netto dell’inflazione) in provincia di Ravenna è calata del 7 percento, pur rimanendo più alta della media italiana: 100 euro contro 99. Un dato però peggiore di quello medio regionale (104 euro, in calo del 4 percento rispetto al 2012). La retribuzione media giornaliera più alta in Italia è quella registrata a Milano (133 euro), la più bassa a Cosenza (70).

È quanto emerge dallo studio “I numeri dell’economia regionale” curato dal vicesegretario di Unioncamere Emilia-Romagna Guido Caselli, presentato a Bologna in occasione di un incontro col presidente dell’Abi Antonio Patuelli.

Gli unici che hanno visto le retribuzioni crescere sono i dirigenti (salite dell’8 percento in Emilia-Romagna, ndr), che però guadagnano ancora meno rispetto ai pari ruolo del resto del Paese, e il comparto dei servizi alle persone, «anche se le retribuzioni restano modeste», sottolinea Caselli nella sua relazione.

Mediamente gli uomini in Emilia-Romagna percepiscono una retribuzione che è del 38 per cento superiore a quella femminile. Nel 2012 il rapporto era al 41 per cento. I lavoratori con più di 50 anni guadagnano circa il 56 per cento in più di chi ha meno di 30 anni, un dirigente prende circa 6 volte lo stipendio di un operaio.

Vendemmia, effetto alluvione: Coldiretti stima 10-15 percento di prodotto in meno

Oltre alle inondazioni dei campi, vanno considerate anche piogge e grandinate di primavera e inizio estate

Vendemmia 2020Da un monitoraggio effettuato dai tecnici di Coldiretti Ravenna sembrerebbe confermata una perdita di prodotto non superiore al 10-15 percento per la vendemmia in provincia di Ravenna a causa dell’alluvione, ma con una tenuta produttiva importante per l’uva Trebbiano. Settimana decisiva con tutte le incognite legate a rallentamenti delle operazioni e alle conseguenze sulle rese legate ai fenomeni alluvionali del 18-19 settembre. Il maltempo, con le recenti intense piogge e le grandinate di primavera e inizio estate, ha messo e sta mettendo a dura prova il lavoro dei viticoltori – rileva Coldiretti – inoltre su alcune varietà l’eccesso di pioggia ha tagliato e “alleggerito” i grappoli.

«Se è pur vero che per un bilancio quantitativo definitivo i tempi sono ancora prematuri – spiega il direttore di Coldiretti Ravenna, Assuero Zampini – anche perché alcune zone della Bassa Romagna, pensiamo a Cotignola, Traversara, Mezzano, presentano vigneti al momento inagibili per via di importanti ristagni di acqua, è evidente che, complice anche la recente calamità, stiamo assistendo ad una conferma delle nostre previsioni, con una vendemmia migliore di quella del 2023 caratterizzatasi per un pesante calo del raccolto, ma anche quest’anno sicuramente non abbondante, fatto salvo per il Trebbiano che in pianura sembra tenere in termini di resa». In collina, dove la vendemmia è partita in anticipo anche sul 2023, il calo produttivo è sarebbe invece ben più contenuto.

Coldiretti, alla luce degli effetti del clima, da tempo ha presentato alle istituzioni comunitarie e nazionali un piano strategico con azioni concrete per il settore, a partire da finanziamenti per ricerca e investimenti volti a contrastare e mitigare gli effetti avversi dei cambiamenti climatici, con un ruolo centrale ricoperto dalle Tecniche di evoluzione assistita (Tea) e l’Agricoltura di precisione (Adp).

Tra le proposte avanzate dalla Consulta vitivinicola della Coldiretti anche una maggiore flessibilità nella gestione delle autorizzazioni al reimpianto allungandone la durata, delle risorse comunitarie destinate al settore, ad esempio con la possibilità di trasferire al bilancio successivo una percentuale delle risorse, l’istituzione di un fondo straordinario nazionale per le emergenze, misure di semplificazione burocratica e la possibilità di aprire alla promozione del vino e dei territori vitati con l’enoturismo anche all’interno dell’Ue.

La Regione ha speso 5 milioni per avere il Tour de France: «La ricaduta è stata 123»

I dati di una ricerca dell’Università di Parma e dello studio Sg Plus sugli effetti della gara ciclistica

Tour De France RavennaUna ricerca realizzata dallo studio Sg Plus in collaborazione con l’Università di Parma stima che l’indotto economico sul territorio dell’Emilia-Romagna grazie al passaggio del Tour de France sia stato di 124,3 milioni di euro a fronte di 5,1 milioni investiti dalla Regione con un contributo della Città Metropolitana di Bologna, i Comuni di Rimini, Cesenatico e Piacenza. Nei tre giorni di corsa (29-30 giugno e 1 luglio) quasi un milione e mezzo di tifosi sulle strade.

La ricerca è stata presentata stamani, 26 settembre, a Rimini.

Più di 1,4 milioni di persone hanno seguito in presenza le tre tappe dal 29 giugno al 1^ luglio tra Rimini, Cesenatico, Bologna e Piacenza. Di questi, quasi il 95% sono italiani (oltre il 31% da fuori regione) e il 5% stranieri (con un 1% da Usa e Canada), per un valore complessivo di 56,5 milioni di euro, considerando la spese per l’ospitalità, cui vanno aggiunte quelle extra (attività di tipo ricreativo, trasporti e altro) per 42 milioni di euro.

Secondo un’indagine che ha coinvolto i principali tour operator e bikehotel dell’Emilia-Romagna, si è trattato per il 30% di nuovi clienti che hanno partecipato a più tappe e che per il 60% hanno soggiornato esclusivamente in Emilia-Romagna.

Importanti anche i numeri della macchina organizzativa: oltre 4mila persone, considerando i 176 ciclisti in gara, uno staff di 840 persone a supporto degli atleti, 1.991 persone di Aso, l’ente organizzatore del Tour, oltre mille persone tra giornalisti, Forze dell’Ordine e personale per garantire il corretto svolgimento della manifestazione. Il tutto per un indotto sul territorio di 4,3 milioni di euro.

Il valore economico immediato generato dalla partenza del Tour de France considera anche gli investimenti sostenuti dagli Enti locali per l’adeguamento infrastrutturale e per le attività di comunicazione e di promozione pari a 1,5 milioni di euro. Infine, è stato calcolato anche il gettito fiscale generato dall’evento (Iva e imposta di soggiorno): 20 milioni di euro.

Altissima l’audience televisiva con 150 milioni di spettatori in Europa per 185 milioni di ore viste in diretta per “Le Grand Départ”, a cui si è aggiunta un’analoga visibilità sui social: 13,7 milioni di fan, 1,5 milioni di impressions e 14 milioni di interazioni durante le tappe italiane. Un’esposizione mediatica in grado di generare un valore differito nel tempo, che la ricerca ha stimato in via prudenziale, sulla base di statistiche esistenti in letteratura e di ricerche analoghe, in 124 milioni di euro per quanto riguarda gli effetti della visibilità televisiva (l’8% degli italiani e il 4% degli stranieri che hanno visto il Tour visiteranno l’Emilia-Romagna) e in 31,7 milioni di euro considerando la visibilità social (1,75% degli italiani e 0,75% degli stranieri).

Cifre a cui vanno aggiunti i 20,5 milioni derivanti dall’attrattività dell’evento in sé, considerando una rilevazione sulla base di questionari dalla quale risulta che il 15,6% degli spettatori italiani e il 46,6% di quelli stranieri hanno dichiarato una propensione molto forte a tornare in Emilia-Romagna. Può infine essere calcolato in 0,6 milioni l’indotto differito nel tempo derivante dagli eventi collaterali al Tour, mantenendo le medesime percentuali dei questionari, con il 15,6% degli italiani e il 46,6% degli stranieri che ritorneranno in regione.

Traversara prova a rialzarsi: distribuzione della posta e ambulatori medici mobili

La frazione di Bagnacavallo a una settimana dal crollo dell’argine del Lamone. Intanto a Villanova l’acqua nei campi defluisce normalmente senza bisogno di idrovore

Postina Traversara 3Nelle frazioni del comune di Bagnacavallo colpite dall’alluvione una settimana fa, prosegue l’opera di tutte le forze in campo e alcune situazioni critiche stanno rientrando.

A Villanova:

  • il Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale ha comunicato di aver spento tutte le pompe: nelle ultime zone allagate ora l’acqua sta defluendo normalmente.

A Traversara:

  • il 27 settembre il tratto di via Torri dalla statale San Vitale a via Ca’ del vento sarà chiusa al traffico per consentire lo svolgimento delle operazioni di pulizia. I residenti di via Torri potranno accedere da via Ca’ del vento;
  • sono stati ripristinati alcuni servizi essenziali: Poste Italiane ha messo a disposizione una postina che ha distribuito la posta arretrata al centro civico; l’Ausl fornisce un servizio di assistenza sanitaria negli ambulatori mobili allestiti in piazza don Modanesi e aperti ogni giorno dalle 8 alle 20; il 30 settembre sarà possibile effettuare anche la vaccinazione antitetanica per i residenti che ne avessero necessità.
  • nella serata di ieri mercoledì 25 settembre ha concluso il proprio servizio la colonna mobile della Protezione civile della Regione Lombardia, alla quale vanno i ringraziamenti e la gratitudine dell’amministrazione comunale e di tutta la popolazione bagnacavallese.

Volontari:

  • è attiva la piattaforma www.volontarisos.it: il punto di ritrovo da venerdì 27 settembre è spostato nella zona artigianale di Bagnacavallo, in via Cà del vento 25-27.
  • attivata la piattaforma online “Se ti serve” che mette in relazione domanda e offerta di beni o servizi a titolo gratuito fra privati, facilitando la donazione di oggetti e la messa a disposizione di servizi.

Donazioni e ospitalità:

  • si raccomanda la massima attenzione a eventuali truffe effettuate da privati, la raccolta fondi ufficiale è quella avviata dal Comune per le popolazioni colpite, per la quale è possibile donare nelle seguenti modalità: Satispay, PagoPa, bonifico bancario all’Iban IT 80Z0627013199T20990000280 – Causale “Raccolta fondi emergenza alluvioni Bagnacavallo”.  Alla stessa raccolta fondi aderisce la festa “San Michele per l’alluvione”. L’Amministrazione comunale vigilerà su raccolte che non sono collegate a quella ufficiale e stanno comparendo sui social e su altri canali.
  • l’appello del Comune per individuare privati che possano offrire ospitalità temporanea o mettere a disposizione appartamenti sfitti per chi è rimasto senza casa.

Numeri utili:

  • 334 2192758 (attivo dalle 8 alle 18) è il numero per segnalazioni, richieste di interventi tecnici e ripristini, disponibilità di abitazioni;
  • 800 072525 è il numero verde della Polizia Locale riservato solamente alle emergenze.

«Il fiume mi ha demolito un parte di casa a Traversara e l’assicurazione copre poco»

Il racconto di una 64enne che vive nella frazione di Bagnacavallo da quando è nata e ha visto l’onda di piena abbattere una parte dell’abitazione ristrutturata dopo due allagamenti a maggio 2023: «Finora solo 5mila euro dalla protezione civile, i rimborsi sulla piattaforma Sfinge sono impossibili»

WhatsApp Image 2024 09 24 At 21.03.36 (2)«Vivo sotto l’argine del Lamone a Traversara da quando sono nata, 64 anni fa, nella casa che era dei miei genitori e fino al 2023 non ho mai visto una tracimazione del fiume. Poi è successo tre volte in un anno e mezzo, l’ultima è crollato l’argine e non so se avrò ancora una casa perché la piena ne ha abbattuto una parte e il resto è da capire se reggerà». Piera Alboni è in pensione e vive nella frazione di Bagnacavallo che ha vissuto più duramente l’ultima alluvione. La sua abitazione è in via Torri, a poche centinaia di metri da dove la mattina del 19 settembre si è rotta la sponda del corso d’acqua. «Non ero in casa dalla sera prima. Verso le 22.30 è passata la protezione civile a dirci di evacuare, è stato difficile convincere mio marito, ma alla fine ce l’ho fatta. Siamo usciti di casa con il cane e il gatto e nient’altro. Il servizio di allerta è stato tempestivo e forse ci siamo salvati la vita facendo così, ma non so che vita abbiamo adesso».

La coppia di coniugi si è spostata da un’amica a Marina di Ravenna, dove è tuttora ospite, con la previsione, o forse la speranza, di dover fare i conti solo – si fa per dire – con il terzo allagamento da maggio 2023. «Anche quella volta dovemmo andare via di casa e andammo da mia cugina a Granarolo». Stavolta invece è proprio crollato l’argine: «Nello stesso punto dove un anno fa c’erano state le tracimazioni e l’argine si era indebolito. Avevano fatto dei lavori per rinforzarlo, ma non hanno resistito».

WhatsApp Image 2024 09 24 At 21.03.36 (1)Nel paese abitano circa cinquecento persone. Secondo le informazioni rese note dalla Regione ieri, 25 settembre, una ventina di case hanno riportato danni: alcune sono state demolite dall’impeto dell’acqua e altre saranno da demolire. Dovrà essere definita esattamente una zona rossa per l’emissione delle relative ordinanze. Se l’abitazione di Piera potrà salvarsi al momento è difficile dirlo: «Andranno fatte le valutazioni degli ingegneri. In questo momento possiamo solo vedere che si è formata una buca piena d’acqua accanto all’edificio e forse le fondamenta stanno subendo danni».

Da quando le acque sono defluite, Alboni e il compagno stanno portando via da casa un po’ di vestiti e di cose: «Prima di tornare a casa ho cercato di immaginarmi lo scenario peggiore possibile, per essere preparata. Ma non è bastato, è tutto molto peggio, sembra ci sia stata la guerra». I vigili del fuoco hanno concesso un’agibilità parziale delle stanze rimaste solo per prelevare gli effetti personali.

Dopo gli allagamenti di maggio dell’anno scorso la villetta era stata ristrutturata: pavimenti, impianto elettrico, arredi. Un intervento di alcune decine di migliaia di euro: «Finora abbiamo avuto solo i cinquemila euro iniziali dalla protezione civile». Il cosiddetto Cis, contributo di immediato sostegno. E il resto dei rimborsi? «La piattaforma Sfinge è una bufala. I tecnici che devono fare le perizie giurate sconsigliano di presentare le domande perché si possono avere i contributi solo se non ci sono abusi edilizi. Ma basta una finestra diversa o una piccola differenza e bisognerebbe fare una sanatoria che rischia di costare più dei rimborsi ottenibili, visto che gli arredi non sono compresi». Piera era una delle poche che aveva anche una polizza di assicurazione. Magra consolazione: «Si sono aggrappati a ogni cavillo per riconoscerci il meno possibile. Ci hanno detto che la parola “alluvione” non era compresa e alla fine abbiamo avuto diecimila euro. Mi chiedo che senso abbia chiedere alla gente di fare polizze se poi le compagnie usano ogni pretesto per fare il loro interesse?». Un nipote di Piera ha lanciato una raccolta fondi online sulla piattaforma Gofundme a questo link.

La domanda della nipotina Frida di sei anni invece mette Piera di fronte a un futuro difficile da decifrare: «Mi ha telefonato dal Lussemburgo dove vive e mi ha chiesto dove verrà a trovarmi la prossima volta in cui sarà in Italia». La risposta al momento non è certa: «Il sindaco di Bagnacavallo parla di voler ricostruire altrove. Mio marito dice che non vuole più vivere sotto al fiume e lo capisco, è un discorso logico. Ma in questo paese ci sono nata e cresciuta, come faccio a spostarmi a 64 anni?».

Oltre 30 milioni di danni per le cooperative braccianti a seguito delle alluvioni

Secondo le prime stime, le inondazioni di settembre hanno aggiunto 300mila euro al conteggio. I ristori del 2023 non sono ancora stati completamente elargiti

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I danni alle Cooperative Agricole Braccianti associate a Legacoop Romagna provocati dalle alluvioni del maggio 2023 ammontavano a circa 30 milioni di euro. L’alluvione del 19 settembre, tenendo conto in questa prima fase, solo delle colture, aggiunge altri 300mila di danni, portando il totale a oltre 30,3 miloni di euro. A questo dato andranno aggiunti i costi legati alla rimessa in opera dei terreni (rimozione limo e detriti, recupero della coltivabilità del terreno, utilizzo di colture più povere adatte al terreno così colpito e, quindi, di minor valore), per una quantificazione precisa dei quali bisognerà attendere ancora alcuni giorni.

Tutto questo si somma al fatto che, dopo 16 mesi dalle precedenti alluvioni, non si è ancora concluso il percorso del risarcimento dei danni per le Cab: dei 30 milioni di euro quantificati a seguito dell’emergenza del 2023 infatti, 12,3 milioni sono destinati al risarcimento delle Cab, per garantirne la ripresa, ma fin’ora sono stati percepiti unicamente 5,23 milioni, mentre 7,05 restano in attesa di erogazione.

Da segnalare in particolare il ritardo imponente del Fondo Agricat, finanziato con parte dei premi destinati agli agricoltori dalla PAC, che ancora non ha liquidato le posizioni relative al 2023. L’unico risarcimento erogato per intero risulta ancora ad oggi essere quello relativo alla Riserva di crisi della Unione Europea.

«Stiamo parlando di una realtà importantissima per l’economia del nostro territorio – comunicano da Legacoop – il patrimonio delle 7 Cooperative Agricole Braccianti della provincia di Ravenna è pari a 12mila ettari ed è un bene accumulato in 140 anni di lavoro da generazioni di cooperatori; gli addetti sono 619, di cui 360 soci lavoratori.  Rispetto agli interventi per fare fronte a questa nuova emergenza, al di là della decisione del Governo di mettere a disposizione risorse per i primi interventi di immediato sostegno restiamo in attesa di prese di posizione più precise e serie.  L’agricoltura romagnola ha subito colpi durissimi da questi eventi calamitosi e se è vero, come è vero, che si tratta di un fiore all’occhiello per l’intera economia nazionale, è necessario vedere, finalmente, interventi concreti per fronteggiare questi danni immani: risarcimenti che, lo ribadiamo, dopo 16 mesi dall’alluvione del maggio 2023, sono arrivati in misura minimale e non sufficiente, ben lontana da quel cento per cento promesso dal Governo all’indomani del primo drammatico evento alluvionale».

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