martedì
23 Settembre 2025

Regionali: Legacoop organizza a Cesena il primo confronto tra De Pascale e Ugolini

Definite le regole per la giornata del 19 settembre. Modererà il caporedattore del Tg2 (aggiornamento del 31 agosto: confronto rinviato per decisione di Ugolini)

Ugolini De Pascale

Sono ormai definite le regole di ingaggio per il confronto tra i candidati alle elezioni regionali dell’Emilia-Romagna, il ravennate Michele de Pascale ed Elena Ugolini, che avrà luogo giovedì 19 settembre alle 9,30 alla Fiera di Cesena, davanti al pubblico dei cooperatori di Legacoop Romagna.

L’iniziativa avrà luogo nella sala Tre Papi di fronte al pubblico degli organismi delle cooperative associate.  Dopo il video iniziale e l’apertura dei lavori da parte del presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi, si susseguiranno le domande da parte dei cooperatori, in rappresentanza dei settori e delle filiere associative: Agroalimentare, Pesca, Balneazione, Produzione, Servizi, Sociale, Distribuzione Organizzata, Culturmedia.

Le conclusioni saranno affidate al presidente di Legacoop nazionale, Simone Gamberini, in quello che si caratterizza come il primo confronto tra i due contendenti.

I candidati avranno un tempo definito per rispondere. Sarà compito del moderatore — il giornalista Rai Antonio Farnè, caporedattore del Tg2 — mantenere le redini del dibattito e rilanciare la palla sui temi più caldi del documento politico presentato da Legacoop Romagna.

Nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, Legacoop associa circa 370 cooperative che sviluppano un fatturato di oltre 7 miliardi e 300 milioni e occupano 25.500 lavoratori. I soci sono 328.000 (il 30% dei romagnoli è socio di una cooperativa aderente a Legacoop).

«In fuga dalla Siria, non volevo fare la guerra. Dalla Libia in 70 in un barchino»

Le parole di un naufrago sulla Life Support di Emergency, in arrivo a Ravenna con 170 migranti a bordo

Life Support Di EMERGENCY Foto Archivio EMERGENCY, 7

Domani, sabato 31 agosto, alle ore 10 circa è previsto l’arrivo nel porto di Ravenna della nave Life Support di Emergency con a bordo 170 naufraghi soccorsi in cinque diversi interventi nelle acque internazionali delle zone Sar libica e maltese, nel Mediterraneo Centrale.

«Nel giro di 24 ore abbiamo effettuato 5 diversi interventi di soccorso in mare, l’evacuazione medica urgente per due dei naufraghi che erano a bordo e poi un trasbordo di 88 persone al largo di Lampedusa, tutto in coordinamento con la Guardia costiera e le autorità italiane – spiega Laura Pinasco, comandante della Life Support -. Per la quarta volta ci è stato assegnato Ravenna come Place of safety (Pos). E intanto che proseguiamo questa lunga navigazione verso il Pos, il nostro staff sanitario continua a monitorare le condizioni delle persone soccorse».

Grazie ai cinque soccorsi, avvenuti dalle prime ore del giorno alla notte del 26 agosto, sono stati portati al sicuro sulla nave Sar di Emergency in tutto 260 naufraghi. In seguito all’evacuazione e al trasbordo sono rimaste a bordo 170 persone, di cui 2 donne, 10 minori che viaggiano soli e uno accompagnato, provengono da Bangladesh, Egitto, Eritrea, Nigeria, Siria, Palestina, Pakistan e Sud Sudan. Paesi segnati da conflitti interni, instabilità politica ed economica, insicurezza alimentare ed effetti della crisi climatica.

«Vengo da una piccola città della Siria del sud e non vado nel mio paese da quando è scoppiata la guerra civile: mi ero appena diplomato, a causa del conflitto avrei dovuto arruolarmi nell’esercito, ma non volendo prendere parte a uno scontro fratricida ho deciso che l’unica opzione che avevo era partireracconta un naufrago a bordo, in una nota inviata alla stampa da Emergency -. Sono andato in Libano dove ho fatto per anni il cameriere e altri lavori simili, ho provato anche ad ottenere un visto per lasciare il paese, ma nessuna ambasciata mi ha mai risposto: ho chiesto a Germania, Francia, Canada e Australia. Nulla. Dopo l’esplosione al porto di Beirut nel 2020 la situazione economica nel paese è peggiorata molto così ho deciso di partire di nuovo e sono andato in Iraq. E quando ho raccolto abbastanza soldi per effettuare il viaggio verso l’Europa, sono andato in Libia. Ho dovuto ricorrere a questo viaggio dalla Libia perché avevo provato tutte le vie legali senza successo e non potevo più aspettare. I libici ci hanno messo in 70 su un barchino in fibra di vetro, sapevo quanto fosse pericoloso ma a quel punto non potevo tirarmi indietro. Abbiamo navigato per circa 20 ore, poi abbiamo finito il carburante e abbiamo iniziato ad imbarcare acqua. Non penso ce l’avremmo fatta senza i soccorsi. Ora vorrei andare in Germania e provare a crearmi una seconda vita».

L’arrivo al porto di Ravenna, all’ormeggio Fabbrica Vecchia, per lo sbarco dei 170 naufraghi attualmente a bordo della Life Support è previsto dopo una navigazione di oltre quattro giorni dal luogo dell’ultimo salvataggio.

La Life Support, che opera nel Mediterraneo centrale da dicembre 2022, sta per completare la sua 24esima missione e sino ad oggi ha soccorso un totale di 2.222 persone.

Al Museo delle Cappuccine una mostra con opere grafiche anche di Gauguin e Picasso

A Bagnacavallo in settembre partono tre esposizioni

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Ettore Frani, “Silenziosa”

Sono in corso i lavori di allestimento delle prossime mostre promosse dal Comune di Bagnacavallo e organizzate dal Museo Civico delle Cappuccine in vista della Festa di San Michele e della stagione espositiva autunnale.

Tre sono gli eventi che dalla metà di settembre animeranno gli spazi delle sedi espositive che ormai da qualche anno ospitano le mostre che portano Bagnacavallo all’attenzione degli appassionati d’arte: il primo a inaugurare sarà sabato 14 alle 18 l’ex convento di San Francesco dove fino al 10 novembre sarà possibile visitare la mostra personale di Ettore Frani intitolata “Verso la gioia”, nella quale saranno esposti ottanta lavori su carta, oltre quaranta dipinti e, per la prima volta, cinque installazioni pittoriche dell’artista nativo di Termoli. Opere che vanno dal disegno, realizzato a grafite su molteplici e sovrapposti strati di carta, alla pittura a olio su tavola laccata, per raccontare non tanto uno stato d’essere, quanto invece il senso di un procedere, di una tensione, di uno sguardo atto a rivelare ciò che potrebbe essere indicato come una meta.
Main sponsor della mostra è il Gruppo Hera.

68 Kandinskij (mostra Rivoluzione Segno)
Un’opera di Kandinskij in mostra

Sabato 21 settembre alle 17 riapriranno dopo alcuni mesi di chiusura le sale del Museo delle Cappuccine per la mostra “La rivoluzione del segno. La grafica delle avanguardie da Manet e Picasso”, un percorso che attraverso l’analisi delle opere grafiche di alcuni tra gli artisti più importanti degli ultimi due secoli – dagli impressionisti agli espressionisti, da Gauguin e Cezanne, a Klee, Picasso e Morandi – ripercorre fondamentali tappe della storia dell’umanità, che hanno portato trasformazioni nella concezione del mestiere dell’artista e delle finalità dell’arte stessa, portandola da una dimensione più accademica a quella più intima e personale, che fa sì che ancora oggi queste opere appaiano ai nostri occhi così contemporanee e vicine alla nostra sensibilità. La mostra resterà allestita fino al prossimo 12 gennaio e a breve sarà reso noto il calendario delle iniziative che permetteranno durante i mesi di apertura di approfondire i temi della mostra.
Main sponsor è Edison; il Comune ringrazia inoltre Mixer Spa che sostiene il progetto con l’Art Bonus.

Il giorno successivo, domenica 22 settembre, inaugurerà infine la mostra “Carnation&lily”,  personale di Chiara Lecca che fino al 27 ottobre sarà allestita all’interno della Chiesa del Suffragio con un’estensione all’interno dell’Antica Galleria, spazi destinati negli ultimi anni a promuovere il lavoro di artisti del territorio.
L’evento nasce in stretto rapporto tra la poetica dell’artista originaria di Modigliana e il prezioso spazio che lo ospita, un luogo di culto, prendendo spunto dalle suggestioni che nascono nel dialogo tra opere e architettura, senso delle spazio e misticismo, grazie al lavoro dell’artista nel quale l’animale diviene complice dell’operazione di spiazzamento della realtà gestita, ordinata e controllata dall’uomo.

 

Dante 703: Chiara Muti recita un canto del Paradiso dal balcone della Provincia

Nel weekend 7-8 settembre le celebrazioni dell’anniversario della morte del poeta con visite guidate ai musei e letture dei canti che coinvolgeranno anche il sindaco e un assessore. Il saggista Aldo Cazzullo terrà una lectio magistralis a teatro

Settembre DantescoRavenna celebrerà il ricordo del poeta Dante Alighieri. Il 703esimo annuale della morte avrà la giornata clou domenica 8 settembre con la partecipazione di nomi importanti della cultura italiana come il giornalista, saggista e storico, Aldo Cazzullo, che terrà la Prolusione – che quest’anno si terrà eccezionalmente al Teatro Alighieri -, e l’attrice, drammaturga, regista Chiara Muti, scelta dai fondatori e direttori artistico delle Albe, Ermanna Montanari e Marco Martinelli.

La biblioteca Classense, il Centro Dantesco dei Frati minori conventuali, Ravenna Teatro e Fondazione RavennAntica saranno ancora una volta gli attori principali delle due giornate dantesche che avranno il culmine con l’Annuale. A questa più che solida collaborazione, si aggiunge quest’anno la collaborazione con la Fondazione Orchestra Giovanile Cherubini che proporrà un’esibizione dei propri musicisti a Casa Dante.

Il programma prende avvio sabato 7 con le visite guidate alle 11.30 e alle 17 a Casa Dante, Amor mi mosse e Il custode di Dante: una narrazione secolare e attuale, tra quotidianità e mistero, organizzate dalla Fondazione Ravennantica (prenotazione consigliata, tel. 0544-215676 – email: museodanteravenna@ravennantica.org dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 17, costo 3 euro a partecipante).

Nella mattinata di sabato sarà inoltre possibile visitare liberamente dalle 10 alle 13, la sala Dantesca della biblioteca Classense, dove sono visibili due preziosi affreschi di Luca Longhi: le Nozze di Cana e Il sogno di San Romualdo.

Alle 18, la consueta lettura di un canto della Divina Commedia di fronte alla Tomba di Dante nell’ambito del progetto “L’ora che volge al disìo”.

Seguirà alle 18.30 l’inaugurazione, in via Zirardini, della mostra a cielo aperto Ravenna celebra Dante. L’Annuale della morte del poeta: un’occasione per mostrare alla cittadinanza una serie di scatti del fotografo Marco Parollo e della biblioteca Classense che raccontano i momenti salienti delle consuete celebrazioni nell’ultimo quinquiennio. La mostra è realizzata grazie alla collaborazione con il Servizio Turismo del Comune ed è sempre visitabile fino al 6 ottobre.

A conclusione del sabato, alle 21.30, a Casa Dante, un ensemble in collaborazione con la Fondazione Orchestra Giovanile Cherubini, si esibirà in un Duo arpa e flauto: Simona Evangelista (flauto) e Agnese Contadini (arpa) intepreteranno una sonata di Nino Rota, musiche di Astor Piazzolla e Marc Berthomieu (ingresso libero).

Domenica 8 la giornata dell’Annuale inizierà al teatro Alighieri, alle 10, la lectio magistralis di Aldo Cazzullo dal titolo: Da Virgilio a Dante: nascita di una patria. L’autore si è negli ultimi anni dedicato alla divulgazione dell’opera di Dante, grazie alla pubblicazione di volumi tra cui l’oggi best-seller A riveder le stelle. Cazzullo è anche autore di una docu-serie, con Alessandro Preziosi, disponibile anche su Railay che guida alla scoperta dell’Italia di Dante e dei sentimenti che permeano la Divina Commedia.

Le celebrazioni si svilupperanno poi alla Tomba di Dante, alle 11, con un’incursione nell’itinerario della Divina Commedia di Ermanna Montanari e Marco Martinelli, artisti pluripremiati che dal 2017 lavorano insieme alle Albe per mettere in vita le terzine del Sommo con le cittadine e i cittadini di Ravenna, nell’ambito di un sodalizio che vede la collaborazione di Ravenna Festival e del Comune della città bizantina. Alla lettura del canto V dell’Inferno prenderà parte anche il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale. Chiara Muti interpreterà invece il Canto 33esimo del Paradiso, recitandolo dal balcone del Palazzo della Provincia che si affaccia su piazza San Francesco. A completamento dell’azione teatrale è previsto un intervento canoro a cura del Coro di voci bianche Ludus Vocalis Ragazzi, guidato dal maestro Elisabetta Agostini.

Alle 12 sarà poi la volta della Messa di Dante, la consueta celebrazione eucaristica presieduta dal Mons. Livio Corazza, Vescovo di Forlì-Bertinoro, nella Basilica di San Francesco. La messa sarà accompagnata dai Canti e dalla musica della Cappella musicale di San Francesco.

A seguire, all’interno della Tomba di Dante, si terrà la Cerimonia dell’Olio, la tradizionale offerta al sepolcro del poeta da parte del Comune di Firenze: si tratta della rappresentazione concreta dell’unione delle due città nel commosso ricordo di Dante, un evento che si tiene a partire dal 1908.

Nel pomeriggio, due visite guidate aspettano il pubblico della Zona dantesca: alle 15 si ripeterà Amor mi mosse e alle 17, una conversazione a cura di Francesca Masi, direttrice di RavennAntica, E in terra lasciai la mia memoria. Dante a Ravenna.

La giornata si concluderà alle 18 quando l’assessore alla Cultura, Fabio Sbaraglia, sarà protagonista della Lettura perpetua e reciterà il 18esimo canto del Purgatorio.

In occasione dell’Annuale, la Classense offre l’ingresso gratuito a tutti i visitatori di Museo e Casa Dante nelle giornate di sabato 7 e domenica 8 settembre.

Le due giornate dell’Annuale si collocano all’interno del più ricco programma del Settembre dantesco il cui programma completo è consultabile su www.vivadante.it.

Ironman, settima edizione: seimila atleti da 80 Paesi, il più anziano ha 82 anni

Il weekend 21-22 settembre a Cervia il triathlon estremo che mette in palio posti per le prove del Mondiale

D85 9259(0)La settima edizione dell’Ironman a Cervia – il triathlon estremo caratterizzato da nuoto (3,8 km), ciclismo (180 km) e corsa (42,2 km) – porterà nella località seimila atleti di cui quattromila dall’estero, per un totale di oltre 80 diversi Paesi rappresentati al via e celebrati nella tradizionale parata tra le vie di Cervia che nel tardo pomeriggio di giovedì 19 settembre aprirà ufficialmente il grande weekend di Ironman. Poco più della metà dei partecipanti ha già preso parte a una delle sei edizioni passate.

Dopo il contingente italiano, di cui farà parte circa il 30 per cento degli atleti in gara, i paesi più rappresentati saranno Regno Unito, Germania, Svizzera, Francia e Stati Uniti. Ma tra chi ha scelto Cervia per confrontarsi il 21 e il 22 settembre ci sono anche atleti e atlete dall’Oceania, dal Sudamerica, dall’Asia e dall’Africa. L’Ironman di Cervia assegnerà 40 posti per il Mondiale femminile di Kona e 65 per il Mondiale maschile di Nizza.

IM ITALY 2023 318 CopiaSono previste classifiche e categorie in base a diversi gruppi di età: la fascia più rappresentata è quella di chi va dai 40 ai 44 anni, con l’età mediana dei partecipanti che è di 42 anni. Tra gli iscritti, il più giovane ha 18 anni e il più anziano 82.

In due giorni tre diverse gare. Il 5150 (la prova più breve, su distanza olimpica), il 70.3 (il cosiddetto “mezzo Ironman”) e il massimo evento: la prova sulla distanza regina, con 3,8 km a nuoto in acque libere seguiti da 180 km in bicicletta e da 42,2 km di corsa con partenza sabato 21 alle 7.30. Ii migliori puntano a stare sotto alle 8 ore complessive, come nel 2023 riuscirono a fare i primi undici classificati. Molti si accontenteranno di portare a termine la prova, con gli ultimi arrivi previsti dopo la mezzanotte.

Una prova estrema che dal lungomare di Cervia si addentrerà verso il Parco Naturale delle Saline e fino al borgo di Bertinoro, su una collina che rappresenta la principale difficoltà altimetrica del percorso.

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Nasce un consorzio sostenuto da Confcooperative per assicurazioni, luce e gas

Il nuovo soggetto si chiama Assicurazioni della Romagna e sarà presentato il 18 settembre

Roberto Savini PRES Cons Assicurazioni RomagnaConfcooperative presenta un’iniziativa ideata per centralizzare e potenziare i servizi assicurativi e di fornitura energetica (luce e gas) in Romagna. È nato il consorzio cooperativo Assicurazioni della Romagna – Energia Cooperativa. Per il comparto assicurativo tra i soci fondatori, presenti in tutta la Romagna, per la provincia di Ravenna ci sono Saf Assicurazioni (Ravenna) e Assicofra (Faenza). Per Forlì c’è Global Service e Omnia per Rimini. Il quinto socio è Cooperutenti, la cooperativa di utenza del sistema di Confcooperative che si occupa di fornitura di energia elettrica e gas ai propri soci riuniti in un grande gruppo di acquisto cooperativo.

È in programma il 18 settembre una giornata di incontro con la cooperazione territoriale per presentare il nuovo progetto. La giornata si aprirà a Bagnacavallo con un incontro alle 9.30 alla Sala Agrintesa (via Boncellino 39) e proseguirà a Cesena nel pomeriggio. Sono previsti gli interventi di tecnici delle compagnie mandatarie del consorzio e di Cooperazione Salute.

«Assicurazioni della Romagna è un progetto di collaborazione che si propone di gestire al meglio i servizi assicurativi sul territorio, con una particolare attenzione alle imprese cooperative e ai loro soci – sottolinea Roberto Savini, presidente del consorzio e vicepresidente di Confcooperative Romagna -. L’obiettivo è farlo diventare un marchio di riferimento e la sintesi di tutte le caratteristiche che ci accomunano: sicurezza, competenza, trasparenza e servizio al cliente».

De Pascale, 8 anni da sindaco: «Soddisfatto per il porto, strade da migliorare»

Il bilancio del 39enne Michele de Pascale che lascia l’incarico a metà del secondo mandato per candidarsi alla presidenza della Regione: «Ho sofferto molto il fatto di non essere originario della città che ho amministrato»

OmbrelloIl secondo mandato di Michele de Pascale come sindaco di Ravenna sarebbe dovuto durare più dei cinque anni standard e invece si fermerà dopo tre e mezzo. Le elezioni comunali del 2021 slittarono dalla consueta primavera all’autunno per ragioni Covid e la naturale scadenza sarebbe stata la primavera 2027 per riallineare inizio e fine della legislatura ravennate con altre tornate elettorali. E invece il 39enne di Cervia, dove tutt’ora risiede, ha deciso di tentare la corsa alla poltrona di presidente della Regione Emilia-Romagna lasciata libera da Stefano Bonaccini che a sua volta ha chiuso in anticipo l’incarico per un seggio all’Europarlamento. E così anche la tradizionale intervista di fine mandato al sindaco arriva con due anni e mezzo di anticipo: De Pascale è stato ospite della redazione di Ravenna&Dintorni il 21 agosto per rispondere alle domande del direttore Luca Manservisi e dei giornalisti Andrea Alberizia e Federica Angelini.

Sindaco, non possiamo che partire dal motivo per cui stiamo facendo questa intervista oggi anziché nel 2027. Perché ha deciso di interrompere in anticipo il suo secondo mandato per candidarsi alla presidenza della Regione?
«Negli ultimi vent’anni le Regioni hanno assunto un ruolo centrale nella vita delle persone. Dalle Regioni, in particolare da quelle forti come l’Emilia-Romagna, oggi passano elementi decisivi in settori importanti. Ne cito due che tutti, purtroppo, abbiamo visto bene negli ultimi tempi: la salute e la lotta al dissesto idrogeologico. E poi mi sono trovato davanti alla richiesta della comunità, perché la mia candidatura viene dall’alto ma anche dal basso, da tutte le persone che hanno lavorato con me in questi anni. Quando ti vedono come la persona giusta non ti sottrai se senti di avere la passione e l’energia».

C’è anche un’ambizione personale?
«La chiamerei autostima, l’idea di poter essere un’energia positiva in questo momento per risolvere tanti problemi nella vita delle persone e dare continuità a cose che vanno difese. Così come ci sono delle criticità su cui bisogna agire».

402637236 896012555216120 1544856333853477941 NUn anno fa intervistammo il segretario provinciale del suo partito, Alessandro Barattoni, quando ancora non erano note le candidature alle Europee e ci disse che si augurava che il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, «portasse a termine il suo mandato a Bologna, come tutti coloro che ricoprono un incarico grazie al voto dei cittadini». Barattoni non sarà contento della sua decisione di lasciare Palazzo Merlato in anticipo…
«Alessandro ha mantenuto una forte attenzione e preoccupazione. La mia preoccupazione era che la candidatura non arrivasse dopo mesi che il mio nome circolava sui giornali, e quindi era chiaro che c’era stata la mia disponibilità. Non sarebbe stato bello per i ravennati, negli ultimi due anni di mandato, che potevano pensare che per me fosse un ripiego restare a Palazzo Merlato. La stessa ragione per cui ho già detto che in ogni caso, anche se non dovessi essere eletto come presidente della Regione, lascerò il ruolo da sindaco e Ravenna andrà alle elezioni la prossima primavera. Se avessi guardato alle cose solo in ottica personale forse avrei dovuto considerare che la scadenza del mandato di sindaco coincide con le prossime elezioni per il Parlamento».

Qualcuno dice che in realtà fare il sindaco non era nei suoi piani e sia stato un po’ costretto per senso di responsabilità in quanto segretario del partito nel 2015 quando morì Enrico Liverani che era stato scelto come candidato.
«Prima che la scelta andasse su Liverani, il Pd era in difficoltà e in diversi mi avevano chiesto di candidarmi per il 2016. A me sarebbe piaciuto, ma temevo che avrei perso le elezioni: ero affascinato dall’idea, ma pensavo di non avere la conoscenza della città e il profilo con la forza necessaria. E così facemmo la scelta di candidare Liverani. Poi la sua morte ha cambiato completamente lo scenario e non mi sono sottratto».

14E poi come è andata una volta arrivato a Palazzo Merlato?
«Ho sentito molto il fatto di non essere originario della città che ho amministrato, forse l’ho sentito più io dei ravennati, visti gli esiti elettorali. Mi ha fatto male non avere a Ravenna i parenti, i compagni di scuola, gli amici e tutte le relazioni che hai da quando nasci a quando diventi sindaco. Più volte mi sono sentito inadeguato. Ho sempre cercato di sopperire con tutte le modalità che ho avuto, a partire dal dare il mio numero di telefono a chiunque al primo incontro, ritrovandomi una chat di Whatsapp ingestibile, ma anche nel cercare di essere più aperto possibile».

Dai suoi profili sui social network vediamo che quasi quotidianamente è da qualche parte in Emilia-Romagna per eventi di campagna elettorale. Le elezioni sono previste a novembre. In questo intervallo di diversi mesi Ravenna sta avendo e avrà un sindaco con la disponibilità di tempo che merita un comune da 160mila abitanti?
«In questa estate ho deciso di utilizzare i normali dieci giorni di ferie che ha chiunque per seguire la campagna elettorale. Sono consapevole di avere davanti due mesi senza tempo per dormire. Devo dire che per mia fortuna in Comune c’è una squadra molto rodata, a partire dalla giunta, ma anche da altre figure dell’amministrazione. E fare il sindaco dopo che lo fai da otto anni è molto diverso rispetto a farlo dopo otto giorni: per dirigere, ascoltare, indirizzare oggi mi serve meno tempo e sono assolutamente in grado di farlo per i prossimi mesi».

A fine anno lascerà Ravenna e passerà in Regione, come presidente in caso di vittoria o come consigliere in caso di sconfitta. E a Ravenna cosa succederà?
«Tra la carica di sindaco e qualunque incarico in Regione esiste quella che la legge sugli enti locali definisce incompatibilità. Cioè un sindaco può candidarsi e può essere eletto, ma a quel punto deve fare una scelta. Io lascerò Ravenna. Ho previsto che il mio ultimo intervento pubblico da sindaco sarà il 4 dicembre per l’anniversario della Liberazione e questo per me ha un valore molto forte. Tra fine dicembre e inizio gennaio il consiglio comunale voterà sulla mia decadenza. Se viene accolta rimane in carica tutta la giunta e tutto il consiglio comunale e non arriverà il commissario che invece arriverebbe se io mi dimettessi già oggi. Nella giunta verrà indicato un reggente facente funzioni di sindaco».

29 06 2016 Ravenna Comune Nuova Giunta Comunale Presentazione Bakkali , Fusignani , Baroncini , Fagnani , Signorino , Del Conte , De Pascale , Cameliani , Costantini , MorigiSarà il vicesindaco Eugenio Fusignani del Pri come parebbe naturale visto che, appunto, è il suo vice sin dal 2016? O darete l’incarico a qualcuno del Pd?
«La decisione non è ancora presa, valuteremo tutti insieme in giunta. Però ricordo a tutti che il centrosinistra ha già indicato il suo candidato sindaco (lo stesso Barattoni, ndr) e a gennaio saremo in piena campagna elettorale per le Comunali: il tema non sarà chi fa il reggente in giunta, ma cosa farà il candidato sindaco».

Qual è il lascito alla città dei suoi otto anni di cui va più orgoglioso?
«Leggere in tempo reale i fatti è sempre difficile. Però credo che la situazione del porto, un elemento strategico per la città, oggi sia oggettivamente diversa da quando ho iniziato il mio mandato. Se ricordate nel 2016 c’erano indagini su tutti i principali atti urbanistici e appalti del porto, uno scontro “termonucleare” tra Ap e Confindustria, il rischio di ritrovarsi con l’Autorità portuale di Ravenna come succursale di Venezia, il terminal crociere chiuso e il rischio di perdere 250 milioni di finanziamenti pubblici. Oggi la fase 1 dei lavori di dragaggio fino a 12,5 metri è conclusa, la fase 2 fino a 14,5 è finanziata e appaltata. La cantieristica navale ha un grande investitore come Ferretti e gli addetti ai lavori in Italia considerano Ravenna un porto da tenere in considerazioni per chi vuole fare investimenti nel settore».

Tra i risultati positivi del porto inserisce anche il rigassificatore?
«La scelta di realizzare nuovi rigassificatori io la condivido, ma capisco che qualcuno possa contestarla. Una volta però che il governo ha deciso che l’Italia aveva bisogno di due rigassificatori in più mi pare fosse inevitabile scegliere Ravenna per uno di questi, viste le competenze nel settore energetico. Rivendico che sarà una grande opportunità di lavoro e di economia, con 20 milioni di compensazioni ambientali: se l’avessero fatto davanti alle coste venete non sarebbe stato poi tanto più distante da noi, ma non avremmo avuto nessuna opera compensativa a terra».

13392282 1116941128328551 2915420590885417810 OChe cosa riconosce di non essere riuscito a fare in questi anni?
«Per le opere di grande viabilità attorno alla città arriviamo con due terzi di interventi finanziati e due grandi cantieri in corso sulla Classicana e l’Adriatica. Mancano la connessione tra Classicana e E45, il famoso bypass sul Candiano e l’adeguamento della Romea dir. Sinceramente quando mi insediai e ottenemmo i primi cento milioni dal ministro Del Rio ero fiducioso che ci fossero le possibilità per completare gli interventi nel corso del mandato. E invece Anas ha impiegato sei anni per mettere a terra quei cento milioni e con gli sei governi cambiati in otto anni non siamo riusciti a ottenere una seconda tranche di finanziamento. Se sarò chiamato in Regione spero di poter dare il mio contributo per completare questi interventi».

Le nuove infrastrutture non sono state completate e le condizioni delle strade esistenti non sono sempre ottimali…
«Un’altra cosa di cui non posso essere soddisfatto è infatti la manutenzione delle strade. In questi anni abbiamo giocato con il coltello fra i denti su ogni bando possibile e immaginabile per raccogliere fondi europei, statali e regionali: faremo asili, palestre, ciclabili e altri interventi per la collettività. Tutte le opere hanno previsto un cofinanziamento del Comune e quindi abbiamo dovuto impegnare una parte molto significativa del nostro bilancio, avendo meno risorse per le buche nelle strade che è sempre tra i primi posti nell’elenco delle segnalazioni che ricevo dai cittadini».

RAVENNA 18/09/2014. PRIMARIE PD, STEFANO BONACCINI.Tra i risultati poco soddisfacenti dell’esperienza va inserito il museo Classis? Lo ha inaugurato nel 2018, a conclusione di un percorso cominciato vent’anni prima, ma forse si sta rivelando meno attrattivo delle previsioni a prescindere dall’effetto Covid…
«Classis è un intervento di recupero di archeologia industriale fra i più belli e rilevanti nel Paese. È stata fatta una scelta che ha dotato il centro di Classe di un luogo dal grande potenziale evitando che si creasse una bomba ambientale e di degrado. Sono contento del lavoro della nuova direzione di Ravennantica che ha dato un impulso positivo a Classis. Però è ancora una sfida aperta rispetto al progetto pensato negli anni ’90: nell’investimento sul parco archeologico manca una parte significativa, ma si è indebolita la spinta degli altri attori oltre al Comune di Ravenna. La partita è aperta e ha bisogno di un’azione forte da parte dello Stato. Mi sorprende la freddezza del centrodestra quando abbiamo invitato il ministro Sangiuliano a visitare il sito mentre invece si chiede la salvaguardia di altri ritrovamenti, come la villa emersa dagli scavi del metanodotto per il rigassificatore».

Tra le altre promesse della campagna elettorale non portate a termine c’è il piano urbanistico generale, il Pug, uno strumento introdotto con la legge regionale 24 del 2017 che deve essere la cornice cui dovranno adeguarsi tutti gli interventi: dalle strade alla mobilità, dalle scuole alla bonifica, dagli insediamenti residenziali agli spazi commerciali. Il Comune di Ravenna ci lavora dal 2019 e ancora non è in vigore. Cosa è mancato?
«A gennaio 2022 c’è stata la cosiddetta assunzione del Pug con l’ok della giunta a una prima versione. Nella parte dei principi resta confermato, mentre la mole di osservazioni ricevute (alcune centinaia, ndr) ci ha portato a decidere di correggere la parte della normativa tecnica. Nel frattempo all’Urbanistica è arrivato un nuovo dirigente che sta seguendo in prima persona alcune modifiche. Siamo pronti, ma mi pare giusto che sia la prossima amministrazione a mettere un sigillo politico. Teniamo presente che tra i nove capoluoghi della regione solo Modena ha approvato il Pug e il nuovo sindaco ha già detto che è da correggere».

In attesa del Pug rimangono in vigore i vecchi strumenti urbanistici e si è potuto realizzare insediamenti previsti da piani del passato. Non approvare il Pug è stata anche una volontà politica per non interrompere quegli investimenti, come ha sostanzialmente affermato l’ex assessore Poggioli?
«In realtà è avvenuto il contrario. Tutti i piani regolatori dagli anni ’60 in poi hanno avuto una logica additiva ampliando le aree da urbanizzare. Per Ravenna, in attesa del Pug, resta valido il piano strutturale comunale (Psc) del 2003 che prevedeva espansioni urbanistiche fino al doppio di quelle che abbiamo visto. Faccio tre esempi: Classe e Ponte Nuovo potevano espandersi ancora molto, a Porto Fuori era previsto un insediamento anche oltre la statale 67, San Michele poteva raddoppiare. La legge urbanistica regionale del 2015 fa una cosa molto chiara e rivoluzionaria rispetto al passato: toglie ettari di urbanizzazioni già previste, ma non avviate. In attesa del Pug, infatti, è stata fissata una data, poi più volte prorogata fino all’ultima proroga per l’alluvione, entro cui potevano partire gli interventi previsti dal Psc e chi non lo faceva entro quella data perdeva per sempre i diritti alla realizzazione».

È soddisfatto dell’esito delle urbanizzazioni più recenti?
«La paura di perdere i diritti di costruzione ha causato un’accelerazione dei cantieri, alcuni comparti sono stati svenduti: di fronte all’alternativa di vedere un terreno tornare agricolo e non più edificabile, si è preferito vendere a cifre inferiori. E quindi in pochi anni abbiamo visto realizzare opere che avremmo visto in trent’anni, ma si tratta di opere già decise da progettazioni urbanistiche del passato. Ai Comuni era concessa la possibilità con il Pug di salvare una piccola parte degli interventi non arrivati entro le scadenze, ma Ravenna ha scelto di non salvare nulla. Rispetto le opinioni di tutti, e l’autocritica è un valore, ma è oggettivo che in questi anni si siano attuate parte delle previsioni fatte allora e che, per precisa disposizione della nuova legge regionale, oggi non era possibile bloccare».

Gli insediamenti urbanistici non realizzati sebbene autorizzati sono la conseguenza anche di una città che sta calando come popolazione? C’è un tema di case che restano sfitte?
«La popolazione sta calando un po’ soprattutto nei lidi e nel forese e si concentra nel centro abitato. Quindi case libere magari ce ne possono essere, ma non sempre dove sono cercate. Poi abbiamo due fenomeni in fortissima crescita: appartamenti a uso turistico e seconde case al mare e più studenti universitari. Il corso di Medicina da solo a regime conta circa 900 studenti. Dentro la circonvallazione piccola della città, anche al netto della legge che è cambiata, bisogna dire che le aree dove si è costruito non avrebbero avuto una possibilità di ritorno all’agricolo vista la posizione a ridosso delle aree abitate. Oggi Ravenna è una città ordinata in termini urbanistici: c’è una circonvallazione stretta, che necessita di un completamento al quartiere Mattei, e dentro c’è la vita con le abitazioni, la rete commerciale, i parchi pubblici. Poi hai la grande viabilità esterna che va completata con il bypass».

451135684 1036884701128904 5901010639835180901 NGli interventi dei privati hanno accelerato, molti cantieri pubblici invece sono in ritardo. Ne citiamo tre esemplificativi: il nuovo palazzetto dello sport, la nuova piscina e il parco all’ex caserma Alighieri. Al momento dell’annuncio si disse che dovevano essere pronti tutti per il 2021. Qualche anno fa in una nostra intervista ammise che forse c’era un problema nella stesura dei bandi. Avete trovato quel problema?
«Tutta la parte dei lavori Pnrr sta andando molto bene e anche i cantieri che sono partiti negli ultimi due-tre anni non hanno particolari problemi. Faccio l’esempio dell’ampliamento di via Bonifica. Questo, a mio avviso, dimostra che abbiamo corretto quei problemi che avevamo ammesso di avere nella stesura dei bandi nella prima parte del primo mandato».

E quali erano gli errori in quei bandi?
«Sul palazzetto la mia opinione è che ci sia stata una sottostima dei costi iniziali. A quella gara da venti milioni di euro parteciparono solo due ditte. Credo sia un dato significativo».

71839163 2569651529724163 3524005569557954560 OMarina Romea perché si è ritrovata a vivere l’estate con un cantiere sul lungomare? La realizzazione della ciclabile e riorganizzazione dei parcheggi dovevano essere finiti entro l’inizio di giugno, secondo le dichiarazioni dell’assessora ai Lavori pubblici.
«In ogni cantiere c’è il rischio che duri più delle previsioni perché i lavori li fanno le ditte. Il rifacimento della piazza di Lido Adriano non ha avuto problemi e la direzione lavori era sempre del Comune. Ma mando un messaggio a chi ha promosso le proteste dei giorni scorsi: le manifestazioni in estate si chiamano anti-turismo. Consiglio un patto sul marketing turistico alla pro loco: in estate si promuove la località, penso siano altri i periodi dell’anno per le proteste, anche quelle giuste nel merito come questa».

La protesta di Marina Romea è stata anche per le condizioni delle strade devastate dalle radici dei pini.
«Dove ci sono tanti pini la situazione delle strade resterà complicata, per quanto si possa cercare di migliorarla. Al mare bisogna aumentare le risorse per le manutenzioni, ma bisogna anche avere chiaro che le località si sono insediate in aree dove le pinete preesistevano».

Bisogna tenersi le strade danneggiate con i cartelli “degrado da radici”?
«Ciò che è importante è mantenere, e possibilmente migliorare, la qualità del verde pubblico e dell’abitare. Si interviene quando serve, se necessario si sostituisce la pianta con un’altra essenza per non intaccare l’identità verde del paese, ma nelle località con i pini si avranno strade più o meno ridotte male. Va anche detto che da anni facciamo interventi di bonifica da radici, ma quasi tutti gli alberi che abbiamo bonificato non ci sono più: se togli le radici alla pianta la indebolisci ed è ancora più a rischio crollo in caso di eventi climatici violenti. In questo senso ovviamente siamo aperti anche a soluzioni innovative da sperimentare».

A proposito di pini, in città stiamo assistendo a proteste per evitare l’abbattimento di quelli in via Maggiore, così come a Lido di Savio. Cosa intendete fare?
«Premesso che in via Maggiore non è previsto attualmente l’abbattimento di nessun nuovo pino, come sappiamo ci sono contesti dove si interviene per ragioni di sicurezza. E non si baratta la sicurezza dei cittadini in cambio di voti.  A chi dice che il pino è nel simbolo del Comune rispondo con una battuta: ci sono anche i leoni nel simbolo… Il pino è nell’identità di Ravenna non per via Maggiore ma per le pinete secolari e a Punta Marina è previsto un enorme piano di riforestazione della pineta costiera per cento ettari (una delle opere di compensazione del rigassificatore, ndr)».

BagnacavalloSe parliamo di cambiamenti della città in questi otto anni, va sicuramente citata l’introduzione della raccolta differenziata porta a porta che ha modificato le abitudini dei cittadini e anche lo scenario con l’esposizione dei bidoncini in strada. Molti cittadini la soffrono ancora. C’è bisogno di interventi?
«Raggiungere oltre il 70 percento della differenziata non è una scelta, ma un dovere etico, civico e morale su cui non si può tornare indietro. Quando si decise come eseguire la differenziata una decina di anni fa, nel dibattito non c’era spazio per chi proponeva alternative al porta a porta come i cassonetti intelligenti. Ma nell’obiettivo di arrivare all’80 percento di differenziata ci sono almeno un paio di altri strumenti che possono dare il risultato ottimale in base alla zona della città. Per il centro di Ravenna abbiamo deciso di fare una sperimentazione con i cassonetti intelligenti con una deroga rispetto alla gara, se funziona non è escluso che si possa estendere altrove. Nel 2025 è più facile chiedere ai cittadini di usare una tessera magnetica per gettare i rifiuti».

E le lamentele per la presenza di topi attirati dall’esposizione dei rifiuti in strada?
«Il collegamento tra porta a porta e topi non capisco come sia venuto in mente a qualcuno, anche la stessa Azimut non so su quali basi lo dica. Abbiamo un piano di derattizzazione consolidato condotto dall’Ausl per il centro di Ravenna come avviene in tutte le città e non abbiamo dati che segnalino un aumento delle presenze. Temperature e piogge possono aver determinato una variazione di alcune specie».

936181 10151603140670660 2064224457 NConcludiamo l’intervista con una domanda più personale. Da sempre è stato molto misurato nell’esposizione della famiglia. I suoi due figli e sua moglie come hanno preso la scelta di candidarsi alla Regione?
«I miei bambini hanno questo mito della figura del sindaco, quindi spiegare loro che il babbo non sarebbe stato più sindaco è stato un po’ un fulmine a ciel sereno. Mia moglie non ha mai vissuto il mio impegno politico con particolare entusiasmo. Ma l’Emilia-Romagna è sempre stata una terra che mi ha affascinato moltissimo. La preoccupazione più grande in casa è stata sul mantenimento di un’organizzazione paritaria con mia moglie, che in questi anni abbiamo sempre difeso: lei è avvocata a Faenza e finora abbiamo sempre suddiviso i compiti, per esempio portare e riprendere i figli a scuola. Voglio una Regione paritaria come lo è la mia famiglia».

L’alluvione 2023 si poteva evitare? La procura incarica tre esperti da fuori regione

I magistrati di Ravenna e Forlì hanno scelto volutamente dei consulenti che non fossero dell’Emilia-Romagna: un meteorologo, un ingegnere idraulico e un geologo sono attesi da mesi di lavoro

Centro Valtorto AlluvionatoTre esperti del Politecnico di Milano – un meteorologo, un ingegnere idraulico e un geologo – sono stati incaricati dalle procure di Ravenna e Forlì nell’ambito delle indagini sulle alluvioni di maggio 2023 in Romagna con il compito di capire se gli allagamenti fossero prevedibili e quindi evitabili. La notizia è riportata dai quotidiani locali, Corriere Romagna e Resto del Carlino, in edicola oggi, 30 agosto.

Al momento il fascicolo di indagine è aperto contro ignoti con l’ipotesi di disastro colposo. I primi avvisi di garanzia potrebbero arrivare in base alle conclusioni degli esperti. La scelta dei consulenti è stata dettata da una linea precisa: individuarli fuori dai confini regionali.

I due quotidiani ricordano che la documentazione raccolta dagli inquirenti tra verbali, fotografie, filmati, bollettini ed esposti di cittadini, è ingente e richiederà quindi molto tempo per essere setacciata.

In totale sono stati otto i morti identificati in provincia di Ravenna (qui i loro nomi) a causa di esondazioni di fiumi e alluvioni nel mese di maggio 2023. Una vittima con il maltempo del 2-3 maggio e sette nella seconda ondata più violenta del 15-17 maggio. Se si tiene conto degli altri morti nel resto della Regione Emilia-Romagna il conto ufficiale arriva a 17 (due in provincia di Bologna, tre a Forlì e quattro a Cesena).

Post alluvione, la beffa: 14 euro di rimborso a fronte di 30mila euro di danni

La denuncia dell’azienda agricola Mordini di Riolo Terme. Respinto il 50 percento delle richieste da AgriCat

Azienda Agricola Mordini

Un rimborso inferiore a 14 euro, su 30 mila richiesti, erogato a oltre un anno di distanza dall’alluvione del maggio 2024. È questo quello che ha ricevuto da AgriCat – il fondo del ministro dell’Agricoltura a cui il governo ha destinato 50 milioni di euro, in parallelo con la struttura commissariale del generale Francesco Paolo Figliuolo – l’azienda agricola Mordini di Riolo Terme, nella zona collinare di Faenza.

A denunciare la situazione è stato Stefano Mordini, uno dei titolari. Lo aveva già fatto a inizio luglio nel corso di un incontro con altri agricoltori e le associazioni di categoria a Pieve Ponte, nel Faentino, per chiedere al governo misure urgenti a favore dell’agricoltura e delle aziende distrutte dall’alluvione. E lo ha ribadito nelle ultime ore al Fatto Quotidiano e ad alcuni media online. «La mia azienda è stata gravemente danneggiata dall’alluvione – ricorda – Tuttavia, non abbiamo ancora ricevuto alcun aiuto economico, eccetto un versamento di 13 euro e 83 centesimi da parte di AgriCat a fronte di un presunto danno» per il quale ha chiesto un rimborso di oltre 30 mila euro. Come Mordini sono tanti gli agricoltori che attendono ancora risorse per «poter ripartire».

Secondo i dati raccolti da Confagricoltura, infatti, delle 6.168 aziende agricole presenti nel Ravennate, il 28-30% ha subito danni più o meno ingenti dall’alluvione a cui si aggiungono quelli legate alle gelate dell’aprile 2023. Le temperature rigide hanno creato forti disagi anche alle aziende Ferrarese, oltre a quelle della zona di Modena e Ravenna come pure a Bologna, Forlì-Cesena e Rimini, Reggio Emilia e Piacenza.

Per quanto concerne l’erogazione degli indennizzi di AgriCat, il 50% delle richieste è stato respinto. Delle domande accettate solo 2 aziende su 10 stanno, seppur molto lentamente, ricevendo un parziale contributo, denuncia il presidente regionale Marcello Bonvicini, che chiede “interventi urgenti” per l’agricoltura emiliano romagnola. «Rimane inascoltato l’allarme lanciato più volte a sostegno del comparto frutticolo regionale – rincara la dose il presidente Bonvicini – per salvare un patrimonio che sta scomparendo, messo a dura prova da anni di prezzi all’origine troppo bassi e problematiche fitosanitarie senza soluzione fino a ridurre la superficie coltivata da 65.000 a 41.000 ettari in meno di venti anni».

Proprio per cercare di superare l’impasse le associazioni di categoria hanno messo al centro un manifesto in 5 punti che definiscono «una road map inderogabile per chi ha a cuore il territorio ancora martoriato». Tra le richieste, un piano strategico di messa in sicurezza del territorio a partire dalla collina, con interventi strutturali di mantenimento e consolidamento dei terreni; la semplificazione delle richieste e procedure più snelle per le perizie e le richieste di ristoro dei danni alle aziende agricole, in particolare quelle di collina colpite anche da frane e smottamenti. Gli agricoltori chiedono anche contributi a integrazione del reddito che siano realmente rispondenti alle loro esigenze, il saldo delle risorse messe finora a disposizione dal fondo AgriCat, nel quale le associazioni di categoria dovrebbero essere più coinvolte per agevolare l’erogazione dei rimborsi. (fonte Ansa.it)

Dieci anni da sindaco con il centrodestra e ora candidato in Regione con De Pascale

Riccardo Francone, 50enne insegnante e primo cittadino di Bagnara dal 2013 al 2023, sarà in corsa per il consiglio regionale

Riccardo FranconePer due volte (2013 e 2018) è stato eletto sindaco di Bagnara di Romagna con una lista civica appoggiata dal centrodestra e ora Riccardo Francone si candida al consiglio regionale dell’Emilia-Romagna con il centrosinistra. Il nome del 50enne insegnante di scuola superiore, infatti, sarà nella lista De Pascale Presidente che lo stesso Francone definisce «civica».

«Ho scelto con entusiasmo di mettermi in gioco, sostenendo De Pascale. L’Emilia-Romagna è la terra che amiamo e viviamo, di cui vogliamo prenderci cura, affrontando le sfide del presente, con la consapevolezza della sua storia. De Pascale sarà espressione di questi obiettivi, con il pragmatismo del sindaco, la capacità di visione e di governo del leader politico aperto al confronto, caratteristiche che gli riconosco dai tempi della nostra collaborazione in consiglio provinciale e nelle relazioni fra amministratori del nostro territorio».

Il 5 settembre 2024 alle 18.30 nel salone Estense di Lugo la presentazione ufficiale della candidatura.

Il gran finale di Spiagge Soul, con la cantante americana Lakeetra Knowles

Il festival termina con due “recuperi” sabato e domenica

Spiagge Soul Lakeetra

Soul, blues e jazz all’ennesima potenza. Con la cantante Lakeetra Knowles a Spiagge Soul domani (sabato 31 agosto) è di scena la tradizione musicale del Sud degli Stati Uniti, che affonda le radici nella profonda religiosità dei canti gospel e nei canti di riscatto del popolo nero americano. Con una voce dalle mille sfaccettature accompagnata da alcuni dei migliori musicisti soul e blues italiani (al Bagnosteria Tarifa di Porto Corsini alle 22, recupero della data saltata causa maltempo).

Il programma del festival organizzato dall’associazione culturale Blues Eye termina poi il giorno successivo, il 1° settembre alle 18 al bagno Kuta di Punta Marina, con le atmosfere R&B di Luca Bright & The Crash.

Parte la stagione del Ravenna con la prima ufficiale al Benelli: scattano i divieti

Domenica sera derby di Coppa contro il Forlì, modifiche alla viabilità e norme anti alcol e vetro

Officina Meme Architetti Stadio Benelli Ravenna

Parte la stagione del Ravenna Fc, tra un rinnovato entusiasmo dei tifosi, la prima targata Cipriani, con l’obiettivo di tornare tra i professionisti del calcio. La prima partita ufficiale sarà il derby di Coppa Italia contro il Forlì, in programma domenica 1 settembre alle 20 allo stadio Benelli di Ravenna, al centro anche di un piccolo restyling (a cura di Officina Meme Architetti).

Per l’occasione sono stati disposti una nuova viabilità nelle strade limitrofe alla struttura e il divieto di somministrare, vendere e consumare bevande in vetro e lattine.

«Si tratta di provvedimenti necessari a favorire lo svolgimento sereno della partita e tesi a tutelare l’ordine e la sicurezza pubblica, prevenendo episodi di intemperanza che potrebbero verificarsi da parte delle tifoserie», si legge in una nota inviata alla stampa dall’Amministrazione comunale. Ecco i due provvedimenti nel dettaglio.

Le modifiche alla viabilità

Divieto di transito e di sosta con zona rimozione per tutti i veicoli: via Sighinolfi (tratto compreso fra via dei Bersaglieri e via Cassino), piazza Brigata Pavia, via Cassino (tratto compreso fra via Punta Stilo e il civico 15), via dei Bersaglieri (tratto compreso fra le vie Sighinolfi e Punta Stilo), via El Alamein (tratto antistante piazza Brigata Pavia), via Punta Stilo (tratto antistante piazza Brigata Pavia e tratto compreso fra viale Berlinguer e via dei Bersaglieri), viale Berlinguer (tratto compreso fra via Fontana e rotonda Irlanda/San Mama e adiacente strada di servizio lato civici dispari).

Divieto di transito per tutti i veicoli, eccetto quelli dei residenti e divieto di sosta con zona rimozione per tutti i veicoli: via Cassino (corsia sud tratto compreso fra le vie Marzabotto e Marconi, tratto compreso fra le vie Sighinolfi e Punta Stilo e tratto compreso fra il civico 13 e via San Mama), via Montanari (tratto compreso fra le vie Cassino e Monte Nero), via Stelvio (tratto compreso fra le vie Cassino e Monte Nero), via Punta Stilo (tratto compreso fra le vie Cassino e Monte Nero), via El Alamein (tratto compreso fra la piazza Brigata Pavia e via San Mama), via P. Sighinolfi (tratto compreso fra viale Berlinguer e via dei Bersaglieri), via Anzio, via Montelungo e via dei Bersaglieri (tratto compreso fra le vie Punta Stilo e S. Mama). Ai veicoli provenienti da via Marconi sarà consentito transitare lungo via Cassino in direzione viale Randi.

Divieto di transito e divieto di sosta con zona rimozione per tutti i veicoli, eccetto quelli dei residenti: via Cassino (nel tratto compreso fra le vie Marconi e Sighinolfi).

Divieto di transito per tutti i veicoli, eccetto quelli dei residenti: viale Berlinguer (nel tratto compreso fra le vie Marconi e Fontana), via Montanari (nel tratto compreso fra le vie Monte Nero e Nervesa); ai veicoli provenienti da via Fontana sarà consentito transitare lungo viale Berlinguer in direzione viale Randi; ai veicoli provenienti da via Monte Nero sarà consentito transitare lungo via Montanari in direzione via Piave.

Divieto di sosta con zona rimozione per tutti i veicoli, ad eccezione di quelli che vi verranno dirottati dai funzionari addetti alla sicurezza e all’ordine pubblico nel parcheggio retrostante l’edificio posto al civico 8 (Confartigianato) di viale Berlinguer (limitatamente all’area pubblica).

Il divieto di somministrare, vendere o consumare bevande in vetro o in lattina

I provvedimenti legati al divieto di somministrare, vendere o consumare bevande in vetro o in lattina entreranno in vigore due ore prima dell’inizio e l’ora immediatamente successiva alla fine della partita.

È vietato per i titolari degli esercizi pubblici di somministrazione bevande, degli esercizi commerciali e dei chioschi artigianali di piadina, di somministrare e/o vendere per asporto, bevande alcoliche con gradazione superiore al 5% vol. nonchè anche di altre bevande contenute in lattine e bottiglie di vetro e altri contenitori atti ad offendere ed è altresì vietato il consumo e la detenzione per il consumo, di bevande con contenuto alcolico superiore al 5% vol. così come anche di quelle con gradazione inferiore al 5% vol. e di bevande in generale se contenute in bottiglie di vetro, lattine e altri contenitori atti ad offendere nella zona ricompresa all’interno dell’area delimitata dalle vie San Mama nel tratto compreso tra viale Berlinguer e via Montenero; via Montenero; via Montanari – nel tratto compreso tra via Montenero e via Cassino; via Cassino – nel tratto compreso tra via Montanari e via Marconi; via Marconi – nel tratto compreso tra via Cassino e viale Berlinguer; viale Berlinguer – nel tratto compreso tra via Marconi e la rotonda Irlanda.

E’ vietato per i titolari degli esercizi pubblici di somministrazione bevande, per i titolari degli esercizi commerciali e per i titolari dei chioschi artigianali di piadina di vendere le bevande attraverso l’utilizzo di bottiglie e bicchieri di vetro, lattine e altri contenitori atti ad offendere all’interno dell’area delimitata da via San Mama – nel tratto compreso tra la rotonda Irlanda e via Lametta; via Lametta – nel tratto compreso tra via San Mama e via Podgora; via Podgora – nel tratto compreso tra via Lametta e via Montanari; via Monte San Michele; viale Randi – nel tratto compreso tra via Monte San Michele e via Pascoli; viale Berlinguer – nel tratto compreso tra via Marconi e la rotonda Irlanda e in via Ravegnana dal civico 151 al civico 357.

Le violazioni prevedono sanzioni tra i 200 e i 400 euro.

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