L’Ausl condannata a risarcire sei medici che si erano rifiutati di fare turni al Ps

L’Azienda aveva tagliato loro lo stipendio, ora dovrà pagarli 4.500 euro a testa

PRESENTAZIONE NUOVI POSTI AL PRONTO SOCCORSO DI RAVENNA

Il giudice del Lavoro del Tribunale di Ravenna Dario Bernardi ha condannato l’Ausl Romagna a pagare a sei medici del 118 in servizio negli ospedali di Ravenna e di Rimini 4.500 euro a testa, relativi ai 900 euro mensili previsti dall’accordo regionale del 2008 ma non versati tra maggio e settembre 2022, perché non avevano aderito al progetto a supporto dei pronto soccorso.

Lo riporta l’Ansa.

Secondo la sentenza, depositata ieri, «la decisione dell’Ausl» è stata «scorretta». L’azienda è stata condannata anche alle spese di lite quantificate in oltre 5.000 euro.

Tutto era partito con l’accordo aziendale «del febbraio 2022» che «prevedeva la necessaria integrazione tra i medici dell’emergenza territoriale e i pronto soccorso». Ma la norma «prevede che la competenza sul punto» non fosse «della semplice contrattazione aziendale» bensì «di quella regionale». Come dire che «già in via di diritto, la scelta Ausl non trova conferma nel dato normativo».

E poi – ha continuato il giudice – «i conti non tornano» dato che «i ricorrenti hanno svolto le attività previste dall’accordo tranne l’integrazione con il pronto soccorso». E così «già di per sé risulta alquanto scorretto immaginare che per non avere svolto solo una parte dei compiti previsti, non spetti nulla visto che l’altra parte era stata svolta».

Infine «non appare nemmeno esserci una logica matematica dietro al discorso dell’Ausl» la quale «vuole obbligare, dietro la minaccia della perdita dei 900 euro mensili aggiuntivi, i medici di emergenza a lavorare nei pronto soccorso». Come risulta dall’accordo aziendale, «per chi lavorava volontariamente nei pronto soccorso, c’era un compenso orario aggiuntivo». Ma se invece «non si lavorava volontariamente nei pronto soccorso, restava il compenso dei 900 euro mensili forfetizzato previsto dall’accordo precedente».

A suo tempo il direttore generale dell’Azienda, Tiziano Carradori, aveva spiegato di avere dato comunicazione della questione anche a livello regionale. E che dei 41 medici del 118 in Romagna, la maggior parte aveva accettato di fare turni pure al pronto soccorso: 6 quelli rimasti fuori. «Se la mia interpretazione del contratto collettivo fosse stata scorretta, la Regione mi avrebbe fermato», aveva puntualizzato.

Il sindacato Snami sezione Emilia – Romagna in una nota ha espresso «grande soddisfazione per il risultato ottenuto» al contempo «denunciando però l’uscita di numerosi medici del 118, stanchi delle continue pressioni e dei correlati disagi» con «ulteriore impoverimento del servizio di emergenza e con inevitabili ricadute sulla qualità dell’assistenza alla popolazione».

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