martedì
01 Luglio 2025

La città è “salva”: le imprese di Faenza e Virtus (insieme nel settore giovanile)

Terminata con due vittorie ai playout la seconda stagione di collaborazione tra le società manfrede

Da Sx Sindaco Massimo Isola Pres Faenza Calcio Andrea Missiroli Direttore Juri Lucatini All Nicola Cavina Faenza Calcio

Il Faenza Calcio e la Virtus Faenza sono salve. A decretarlo sono state le due vittorie in trasferta ai playout: in Eccellenza, il Faenza Calcio ha vinto contro il Gambettola, mentre la Virtus ha mantenuto la Prima Categoria andando a vincere sul campo del Fly Sant’Antonio. Si sono sviluppate dunque in parallelo le strade delle due società che hanno concluso la seconda annata di collaborazione, fondata sul settore giovanile che conta, in forma aggregata, circa 800 ragazzi.

Il Faenza Calcio, guidato dal debuttante mister Nicola Cavina è riuscito a ottenere la permanenza nel campionato di Eccellenza: una vera impresa dopo un entusiasmante girone di ritorno con 26 punti conquistati, dopo un avvio sofferto e i soli 10 dell’andata, centrando la vittoria nel play-out a Gambettola (0-1 dopo essere stati per tutta la partita in inferiorità numerica). La Virtus Faenza, affidata a Gian Carlo Valente, ha mantenuto la Prima Categoria vincendo sul campo del Fly Sant’Antonio (0-1 ai supplementari con gol di Sartoni), un risultato raggiunto dopo una annata complicata.

Esprime la propria soddisfazione Juri Lucatini, un passato da giocatore biancoazzurro e poi da dirigente biancoverde, oggi direttore generale faentino: «Per tutto il gruppo di lavoro Faenza Virtus, inteso come dirigenza, staff tecnico e giocatori, il raggiungimento della doppia salvezza delle prime squadre di Faenza calcio e Virtus Faenza è sicuramente una grande soddisfazione. Abbiamo lavorato sodo tutto l’anno, siamo restati uniti nelle difficoltà, abbiamo perseverato e in silenzio non abbiamo mai mollato fino al traguardo finale. Nell’anno in cui la federazione ha deciso di rimuovere la regola dell’obbligo di schierare in formazione di partenza i giovani ci inorgoglisce il fatto che il risultato sia stato ottenuto con due gruppi molto giovani, come dimostrano le età medie delle due rose che per il Faenza è 22,9 e per la Virtus 23,2.  Per la prossima stagione l’intenzione è confermare ed integrare le rose delle due squadre. Credo fortemente che i nostri siano due gruppi sani, con valori morali e tecnici importanti, che con i giusti innesti potranno regalare soddisfazioni nei prossimi rispettivi campionati».

“Open Day Bimbo”: una giornata gratuita per famiglie tra divertimento e prevenzione

Truccabimbi, passeggiate con i pony e laboratori per i più piccoli, ma anche un convegno medico-scientifico, consulenze personalizzate e la possibilità provare le terapie inalatorie

Una giornata alle terme tra prevenzione e divertimento: alle Terme di Riolo è tutto pronto per la sedicesima edizione dell’Open day bimbo, una giornata gratuita per bambini e famiglie con un ricco calendario di attività dalle 9.30 del mattino fino a sera.

Nello scenografico parco delle Terme, saranno allestiti diversi laboratori creativi (ceramica, cucina, mosaico), il trucca-bimbi, passeggiate sui pony, dimostrazioni di arti marziali, esperienze di acquaticità neonatale e il gran finale con lo spettacolo di danza “Onde di Gioia” alle ore 17. Durante tutta la giornata, sarà possibile anche effettuare colloqui medici gratuiti con gli otorini delle Terme di Riolo per provare direttamente e gratuitamente le terapie inalatorie, su prenotazione (allo 0546 71045, informazioni anche sul sito).

L’obiettivo della giornata è quello di avvicinare le famiglie alla prevenzione e alla medicina naturale, valorizzando le straordinarie risorse offerte dal territorio, come le acque termali di Riolo, dalle proprietà terapeutiche documentate.

Nella stessa giornata (dalle 8.30 alle 13.30 alla sala conferenze “Murri”) alla Terme è in programma il convegno medico scientifico dal titolo “Prevenzione e cure termali in età pediatrica”, accreditato Ecm per medici e pediatri, allo scopo di sensibilizzare sull’importanza delle cure inalatorie termali nei bambini per la prevenzione e il trattamento delle più comuni patologie respiratorie infantili.

Durante il convegno, specialisti in otorinolaringoiatria, pediatria e allergologia discuteranno evidenze cliniche, approcci terapeutici e appropriatezza prescrittiva delle terapie termali in ambito pediatrico. Tra i temi trattati: l’importanza del naso e delle prime vie respiratorie nella difesa dell’organismo; la diagnosi e gestione dell’allergia in età evolutiva; le esperienze cliniche dei pediatri di famiglia; l’efficacia delle cure termali nelle otiti e nella rinosinusite cronica.

Nell’ipotetica giunta di Veronica Verlicchi anche l’ex comandante dei vigili urbani

La Pigna presenta già dieci nomi che ricoprirebbero ruolo di spicco in Comune in caso di vittoria. «Serve trasparenza»

Verlicchi Pigna San Pietro In Vincoli
Veronica Verlicchi all’inaugurazione del comitato elettorale di San Pietro in Vincoli con Gabriele Zoli e Annamaria Bava

La lista civica La Pigna, che candida a sindaco (così come nel 2021) la consigliera comunale uscente Veronica Verlicchi, a pochi giorni dal voto annuncia l’ipotetica nuova giunta del Comune di Ravenna, in caso di vittoria al ballottaggio (obiettivo dichiarato di Verlicchi).

«Nella logica di trasparenza che contraddistingue da sempre l’attività de La Pigna, riteniamo doveroso rendere pubblici i nomi che comporranno la futura Giunta Verlicchi. Crediamo fermamente che i ravennati abbiano il diritto di conoscere in anticipo chi andrà a formare la squadra di governo del nostro Comune, evitando così le amare sorprese post-voto a cui il Partito Democratico ci ha abituati».

Ecco quindi nomi e cognomi di chi ci mette la faccia (Verlicchi se dovesse diventare sindaca terrebbe le deleghe a Protezione del territorio, Protezioni civile, Porto e Regione Romagna): allo Sport e Giovani una vecchia gloria della pallavolo, Stefano Recine, a Polizia locale, Sicurezza, Decoro urbano e Viabilità l’ex comandante dei vigili urbani Bartolomeo Schioppa, alle Attività economiche Annamaria Bava (tra i titolari del Caffè Nazionale di piazza del Popolo), al Forese, Lidi e Agricoltura il presidente del comitato cittadino di San Pietro in Vincoli Gabriele Zoli; la fisioterapista Emily Tassinari (figura di spicco nella protesta per la prolungata chiusura del ponte di Grattacoppa) assumerebbe la delega a Sanità, Politiche sociali e Famiglia; l’avvocato Giuliano Lelli Mami al Bilancio e Maurizio Pacilio (primo firmatario di una recente petizione per la messa in sicurezza di via Chiavica Romea) al Verde pubblico.

«Le altre deleghe saranno oggetto di confronto con gli eventuali alleati al ballottaggio», scrivono dalla Pigna, che metteono in campo anche i nomi di Terzino Giorgini della pro loco di Lido di Classe e Ramiro Recine (dello storico bar di piazza Caduti) in qualità di delegati del sindaco, e quello del professore universitario Riccardo Puglisi come futuro ipotetico direttore generale del Comune.

300 carnet gratuiti per gli under 30: il Ravenna Festival ripropone “Omaggiovani”

Grazie al sostegno della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, i nati dopo il 1994 potranno accedere senza costi a quattro spettacoli in cartellone

Lakecia Benjamin

Al Ravenna Festival torna “Omaggiovani”, l’iniziativa sostenuta dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna che mette a disposizione 300 carnet gratuiti destinati gli under 30: a partire dalle 15 di venerdì 23 maggio, i nati dal 1994 potranno prenotare il proprio omaggio (fino ad esaurimento). Il carnet propone una coppia di biglietti per 4 spettacoli a scelta tra un ventaglio di opportunità.

I titolari del carnet potranno scegliere tra tre proposte teatrali, sinfoniche o contemporanee.

Per il teatro, si passa dalla Lisistrata di Aristofane di Marco Martinelli e gli adolescenti del territorio napoletano, allo spettacolo di e con Marco Baliani Del coraggio silenzioso e alla prima di Ghosts, di Fanny & Alexander, ispirato dai racconti per fantasmi della scrittrice americana Edith Wharton). La scelta sinfonica spazia tra Zubin Mehta sul podio dell’Orchestra del Maggio Fiorentino, il concerto del 5 luglio del maestro Muti, alla guida dell’Orchestra Cherubini, e quello di Daniel Harding con l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Chi apprezza sonorità più contemporanee potrà scegliere fra Surrogate Cities di Heiner Goebbels, The Wall & Pink Floyd Greatest Hits, Uri Caine e la sua Passion of Octavius Catto e Max Richter con il suo più recente album In A Landscape.

Infine, si potrà scegliere anche tra due spettacoli in programma a Palazzo San Giacomo (Russi): La notte dello Spiritual Jazz con Lakecia Benjamin e Hamid Drake e La lunga notte irlandese a cui partecipano anche i Dervish dalla Contea di Sligo.

Cinque giorni di “Conference” sul mondo degli ottoni, con ospiti internazionali

Masterclass, seminari e concerti negli spazi culturali della città. Il Giuseppe Verdi presenta anche la prima annualità del progetto “Formazione e placement” realizzato nell’ambito della Legge talenti regionale

Polo Delle Arti Alta Formazione

Quattro giorni di masterclass, conferenze e concerti dedicati alla musica e al mondo degli ottoni: il conservatorio Giuseppe Verdi di Ravenna ospita la prima edizione della “World Brass Conference”, dal 20 al 24 maggio. L’evento, di carattere internazionale, riunisce in città docenti e esperti da diversi paesi europei e extraeuropei, in rappresentanza delle istituzioni partner dell’iniziativa.

Si parte nel pomeriggio di oggi (20 maggio) alle ore 15, con la conferenza di George Foster, professore della Nelson Mandela University del Sudafrica. Alle 16 la parola passerà a Luigi Beverelli. Alle 17, General session masterclass in attesa del grand opening delle 18.30. Tutti gli eventi della prima giornata si terranno negli spazi del conservatorio.

Mercoledì 21 il ritrovo sarà al Polo delle Arti (piazza Kennedy 7): si parte con la General session masterclass delle 11.30, mentre alle 14 la conferenza di Gregory Jones, docente della Associate Dean della Florida State University. Alle 15 è invece in programma una masterclass di tuba a cura dello spagnolo Pedro Castano. In un ottica di dialogo con i luoghi della cultura della città, la Sala Dantesca della Classense ospiterà il primo concerto della rassegna, con la partecipazione di Ilir Kodhima (Albania), Brent Shires (Usa), Anni Krasniqi (Kosovo), Milan Roksandic (Serbia), Feizos Pantelis (Grecia), Felipe Juliàn Arroyo Muelas (Spagna).

Giovedì 22 si parte alle 10 dalla Sala Corelli dell’Alighieri, con la General session masterclass e presentazione della conference alla città. Alle 14, nuova General session masterclass al Polo delle Arti, mentre alle 17 Palazzo Rasponi ospiterà la performance dell’Europan Tuba Ensemble, World Horn Quartet e Formentera Students brass quintet.

Il penultimo giorno di conference venerdì 23, si apre con la visita alla città e alle sedi del conservatorio (ore 11). Alle 14 Gregory Jones tonerà al Polo delle Arti permuta nuova conferenza mentre alle 16.30 la Sala del refrettorio del Museo Nazionale ospiterà il concerto di Brent Shires e Terri Shires, e Felipe Juliàn Arroyo Muelas. La rassegna si chiude sabato 24, con un primo evento in collaborazione con l’istituto Callegari-Olivetti: una masterclass all’interno della scuola dedicata agli studenti. La chiusura, alle 16, sarà affidata al Lecturer Mark Reyndols, del Royal Scotland Conservatoire of Music (Mar, Sala del ‘600).

«Siamo molto contenti che questo progetto, ideato un anno fa abbia preso vita, anche grazie al sostegno della regione, dell’Europa e dei fondi Erasmus – commenta Gregory Jones – la musica è il miglior modo per connettere le persone, e gli ottoni sono un esempio perfetto di insieme. Oltre all’aspetto musicale, credo che questa sia un’importante occasione per capire come funziona la vita in diversi paesi europei, Africani, Americani». Milan Roksandic sottolinea: «Sono felice di essere ospite di una bella città come Ravenna e spero che, la prossima volta, potremmo essere noi ad ospitare l’evento a Belgrado. I Balcani vivono una situazione delicata, politicamente e non, ed è importante per noi essere coinvolti anche in contesti esterni, che favoriscano crescita e scambio».

La cinque giorni di “World Brass” diventa anche un’occasione importante per il Conservatorio per presentare la prima annualità del progetto di formazione e placement nato nell’ambito della legge Talenti dell’Emilia-Romagna, di cui fanno parte anche i seminari e le masterclass della Conference. L’iniziativa nasce nell’ottica di attrarre e trattenere i talenti sul territorio, nell’ambito della formazione Afam. Il Conservatorio e L’Accademia di Belle Arti di Ravenna prendono parte al progetto, in rete con Bologna, Modena e Piacenze, con l’idea di creare una rete regionale in grado di fornire agli studenti in uscita dagli istituti di alta formazione artistica e musicale gli strumenti di autoproduzione e di approccio al mondo del lavoro con un impiego commisurato alle loro competenze. Il bando coinvolge gli istituti universitari, conservatori e accademie per quello che riguarda il placement, e i Comuni per quanto riguarda l’accoglienza e il supporto degli studenti.

Gli approfondimenti spaziano da plagio e diritti di autore a tutela dell’identità artistica e lancio di start up, sotto la guida di esperti esterni e interni. «La percentuale di studenti internazionali nei conservatori della Regione è superiore al 20 percento – commenta Gianmario Strappati, docente relatore, formatore e tutor del progetto – nel corso del 2024 poi, gli scambi Erasmus del Conservatorio di Ravenna sono stati tre, mentre nei primi mesi del 2025 se ne contano già 15, tra entrate e uscite. Vogliamo continuare a seguire quest’ottica di scambio e condivisione, accogliendo la sfida del placement nel settore artistico».

La ricetta di Ancisi: risposte ai cittadini entro 3 giorni e ritorno dei cassonetti

In consiglio comunale dal 1966, il decano dell’opposizione è candidato sindaco per la quinta volta. «De Pascale ha lasciato la città con servizi sociali inadeguati e ancora più suolo consumato»

Alvaro Ancisi

Nome e cognome: Alvaro Ancisi.

Luogo e data di nascita: Ravenna, 18 agosto 1940.

Stato civile: coniugato.

Titolo di studio: laurea in Sociologia.

Professione: pensionato, ex dirigente capo-servizio della Pubblica amministrazione.

Reddito annuo del 2024: 64.432 euro.

Veicoli di proprietà: Mercedes Classe A del 2011, Fiat Punto del 2010 in uso a familiare.

Immobili di proprietà: due unità abitative.

Orientamento religioso: cattolico praticante.

Tessera di partito (ultima posseduta e attuale): nessuna da una decina d’anni, ultima l’Udc.

Coalizione che lo sostiene: Lega/Lista per Ravenna/Popolo della Famiglia e Ambiente & Animali.

Quale partito ha votato alle ultime elezioni politiche: Noi Moderati.

Esperienze politiche precedenti: «La Dc di De Gasperi, l’unica, finita nei primi anni ’90». Nel 1997 ha fondato Lista per Ravenna, in consiglio comunale dal 1966, questa è la quinta candidatura a sindaco.

Alvaro Ancisi

Cosa è mancato a Ravenna durante i due mandati di De Pascale?
«Ai 9 anni di De Pascale contesto dieci cose: 1) ha lasciato Ravenna con più sacche di povertà e con le famiglie del ceto popolare e del ceto medio in maggiori difficoltà, con un servizio sociale sempre più inadeguato; ai primi posti in Italia per varie forme di delinquenza e per i furti nelle case e nelle imprese; ai primi posti in Italia per cementificazioni del suolo che hanno favorito o prodotto disastri e inondazioni; 2) ha confezionato un nuovo Piano Urbanistico Generale (Pug) che promette consumo zero di suolo, ma è un inganno perché, tenendo in vita una cinquantina di lottizzazioni del vecchio piano, consumerà oltre 9 milioni di metri quadri per farci appartamenti e supermercati; 3) ha speso ogni anno oltre 20 milioni nella manutenzione delle strade, perché siano sempre scorrevoli e sicure, senza buche e avvallamenti, con risultati catastrofici sono sotto gli occhi di tutti; 4) ha fatto scadere anche la pulizia delle strade, delle piste ciclabili, dei parchi, ecc.; 5) ha maltrattato o non protetto i patrimoni naturalistici, pini domestici compresi; 6) ha trascurato le nove località della costa; 7) ha trattato 56 frazioni del forese come territori di serie C, affette perciò da un eccessivo incremento edilizio, spesso di natura speculativa, senza la necessaria dotazione di servizi pubblici; 8) ha abbandonato le case popolari al degrado e alla mala gestione di Acer, oltre a non averne costruito delle nuove, tenendo invece vuoti troppi alloggi senza rapidamente consegnarli a nuovi affittuari in lunga attesa; 9) ha depotenziato l’ospedale civile di Ravenna rispetto a quelli di Cesena, Forlì e Rimini e sottoposto il pronto soccorso a caos e disservizi; 10) ha reso il servizio pubblico di bus di Start Romagna sempre più distante dalle esigenze dei cittadini».

I tre problemi principali di Ravenna e le possibili soluzioni:
«Il lettore scelga tra i 10 sopra esposti e ricerchi gli approfondimenti nei capitoli e paragrafi del mio programma sul sito ancisisindaco.it».

Quale sarebbe il suo primo provvedimento da sindaco?
«Imposterò da subito le azioni per rivedere l’appalto della raccolta rifiuti allo scopo di superare la fallimentare raccolta porta a porta che ha messo in crisi la pulizia e il decoro dei centri urbani. Torneranno i cassonetti, concentrati, per ogni specie di rifiuti, nelle “isole ecologiche”: saranno accessibili, 24 ore su 24, con un semplice pedale per l’organico, con una carta elettronica per l’indifferenziato (concedendo più conferimenti a chi ha più necessità, ad esempio per smaltire i pannoloni ad uso umano o animale) e con chiave manuale per i contenitori degli sfalci, da consegnare a chi possiede aree verdi e giardini».

Quale potrebbe essere l’iniziativa più importante del suo mandato, quella per cui vorrebbe essere ricordato?
«Risponderò entro tre giorni lavorativi a tutte le domande e le richieste dei cittadini; li ascolterò dedicando loro almeno tre ore la settimana di ricevimento; responsabilizzerò, con ordine esecutivo, i dirigenti dei servizi a fare altrettanto».

Quale sarà l’area o la zona del comune che potrebbe vedere i mutamenti più significativi durante il suo mandato e quali?
«L’Area della struttura comunale per le Infrastrutture civili, che comprende Mobilità e Viabilità, Strade, Edilizia pubblica, Tutela Ambiente e Territorio (tra cui Diritti degli animali, Protezione civile, Zone naturali e Verde pubblico). Sarà una svolta radicale».

Intelligenza artificiale generativa: quale potrebbe essere un utilizzo in grado di migliorare la macchina comunale?
«Intendo attivare servizi di informazioni e supporto ai cittadini, che forniscano risposte veloci a domande semplici o ripetitive, ma anche stimolino la soluzione in proprio dei problemi e l’arricchimento della conoscenza; analizzare modelli di traffico e simulare abitudini dei residenti per ottimizzare la manutenzione delle infrastrutture e ridurre i costi nella pianificazione urbana; anticipare e identificare potenziali emergenze, da disastri naturali a crisi sanitarie, pianificando risorse in previsione dell’emergenza, coordinando le operazioni necessarie mediante l’analisi sul territorio dei dati pregressi e di quelli in tempo reale, informandone i cittadini tempestivamente; adottare soluzioni valide di efficientamento, analizzando modelli di consumo per identificare perdite o inefficienze e ottimizzare le risorse».

Un atto simbolico, a costo zero, che compirà se eletto sindaco.
«Ci penserò con calma. Ora preferisco gli atti concreti».

Dove e come trovare le risorse per i suoi progetti? Alzerà le tasse comunali? Quali servizi si potrebbero tagliare?
«Ridurrò le tasse comunali. Tutti i miei progetti non si basano su maggiori spese, ma su un loro efficientamento, su controlli serrati (finora inesistenti) su come viene effettuato almeno il 90 percento delle attività e dei servizi, affidati dai governi Pd & Co a società partecipate, agenzie, imprese, associazioni, cooperative, ecc. Applicherei la spending reviev (revisione della spesa, ndr), mai fatta a Ravenna, nonostante il bilancio comunale abbia visto, per 55 anni, aumentare ogni anno la spesa corrente ben oltre il tasso d’inflazione. Tutte le sopra dette applicazioni dell’Intelligenza artificiale producono una riduzione dei costi».

Tra le proposte degli avversari di queste settimane, quali sarebbe disposto ad appoggiare?
«Non ho tempo per leggere tutto quello che raccontano Pd & Co., lo riservo a quello che mi dicono i cittadini».

Tra le proposte degli avversari di queste settimane, quale la preoccupa di più?
«Mi preoccupano loro stessi, in toto».

Con quali avversari sarebbe disposto a cercare convergenze se si andasse al ballottaggio?
«Non considero avversaria nessuna delle altre liste di opposizione. Convergerei con ognuna su un programma condiviso».

Sotto quale percentuale di voto non sarebbe soddisfatto del suo risultato elettorale?
«Sono soddisfatto del lavoro che faccio».

 

TEMPO LIBERO

Pratica sport? per che squadra tifa? Juventus

Quali sono i suoi hobby? «Non ne ho. Ho solo passioni».

Consigli ai lettori/elettori:

Un libro: Il Partito popolare a Ravenna. Storia politica dei cattolici in una terra di mangiapreti. Origine, sviluppo, repressione fascista. Da Castellucci a Zaccagnini (di Alvaro Ancisi).

Film: Da ultimo, Diamanti.

Un disco: I miei compagni di viaggio di Mia Martini.

Un mezzo di informazione: radio e giornali.

Qual è il suo supermercato di riferimento? Dove fa la spesa? «Capisco l’importanza. Nei tre più vicini a casa, preferibilmente in bicicletta. Non mangio tanto».

Ancisi Lista

Per completare il quadro extra intervista, ecco infine le risposte alle nostre sei domande su temi specifici, già pubblicate le scorse settimane e che riportiamo nuovamente qui per dare modo a chi se le fosse perse di analizzare in modo più completo possibile la proposta del candidato.

STRADE E VIABILITÀ: «Il Comune spende ogni anno oltre 20 milioni nella manutenzione delle sue strade e delle piste ciclabili, perché siano scorrevoli e sicure, senza buche e avvallamenti. I risultati catastrofici sono clamorosi. Mio obiettivo è rivedere radicalmente il fallimentare Global service, affinché l’impresa appaltatrice non sia pagata esageratamente ogni anno a forfait, bensì solo per i lavori compiuti e purché a regola d’arte. Altrimenti, multe pesanti e cambio d’impresa. Il mio programma si propone di realizzare piste ciclabili senza interruzioni che colleghino radialmente le tangenziali di Ravenna col centro città, la città direttamente con Marina di Ravenna e il litorale da Casalborsetti a Lido di Savio, nonché le frazioni situate sulle strade provinciali e statali col capoluogo. Tutte rispetteranno, finalmente, le larghezze, le protezioni e i raggi di curvatura dovuti. Sono pochissime le fermate dei bus certificate per il trasporto disabili. Intendiamo aumentarne significativamente il numero, in modo che le fermate e gli spazi interni ai bus siano attrezzati per tutte le disabilità. Risolveremo anche le anomalie pesanti come la fermata dell’Esp o quella per il rientro dal centro commerciale Globo in zona Darsena. Chi è gravato da difficoltà deambulatorie non deve sobbarcarsi lunghi tragitti prima di arrivare ad una fermata che lo obbliga a rifare il giro della città».

RAVENNA FESTIVAL E CULTURA: «Alle domande può rispondere solo il Pd. Su Ravenna Festival il consiglio comunale non è informato di nulla da anni, benché il sindaco sia presidente di Ravenna Manifestazioni, che lo amministra. Chi è stipendiato come direttore artistico di Ravenna Festival (altra cosa la statura artistica del festival, merito indiscutibile di Riccardo e Cristina Muti)  va verso i 70 anni. Nasce da qui “la svolta”? E per volontà politica di chi, se non del partitone? Ma il problema è piuttosto quello generale della cultura, di cui è certamente attiva a Ravenna una vasta serie di istituzioni, anche di grande prestigio, che però spesso non dialogano o sono in conflitto, e le cui potenzialità si disperdono dunque largamente, pur essendo tutte più o meno, politicamente, in mano al Comune. Parlo del Mar, delle biblioteche Classense e Oriani, del Museo Classis e della Fondazione Ravenna Antica,  della Fondazione Flaminia (per l’Università), del Museo del Risorgimento, di Ravenna Teatro e, ovviamente, di Ravenna Manifestazioni. I miei progetti sono, da un lato, di riformarne da capo a fondo la governance, portandola a organicità/trasparenza e liberandola da dipendenze politiche, e dall’altro di rivedere le convenzioni con l’associazionismo culturale, allo scopo di includervi le offerte che ne sono degne, rompendo i circoli chiusi che ne privilegiano altre meno meritorie.

IL CAROVITA E L’EMERGENZA CASA: «A Ravenna il diritto alla casa è riconosciuto solo alle famiglie danarose. Occorre perciò: vendere gli alloggi dell’edilizia popolare (ERP) agli affittuari in grado ormai di acquistarli, per sostenere la costruzione di nuovi edifici popolari e sfoltire così liste; riformulare i bandi di assegnazione degli alloggi ERP per consentire ai cittadini più bisognosi che pagano da sempre le tasse di avere un tetto; riattivare l’edilizia sociale (ERS), colpevolmente affossata da 15 anni, per offrire alle famiglie non indigenti, ma che non possono pagare affitti a prezzi di mercato, appartamenti con canoni agevolati; una politica di forti agevolazioni per l’acquisto della prima casa da parte delle giovani coppie, incentivando allo scopo ristrutturazioni edilizie con alloggi a loro destinati; raddoppiare almeno lo scarso finanziamento dei contributi economici rivolti a sostenere il pagamento degli affitti da parte delle famiglie povere, effettuando severi controlli incrociati per evitare gli abusi dei furbetti; promuovere forme associative per riqualificare aree in cui sottrarre piccoli lotti edificabili alla speculazione, soprattutto nel forese e nelle campagne, dove, attraverso lotti minimi su cui costruire alloggi ad uso diretto delle famiglie, si incentivino i cittadini a non abbandonare quei paesi».

I LIDI RAVENNATI: «I lidi più trascurati sono tutti. Dimostrazioni e proposte occupano 20 pagine fitte del mio programma, che chiunque può leggere su ancisisindaco.it o potrà chiederci. Più in generale, vogliamo realizzare un programma di sviluppo equilibrato di tutte le località, coniugando le esigenze dell’economia turistica con la sicurezza e la salute di abitanti e turisti. Produrremo quindi un piano degli eventi e delle iniziative che valorizzino l’intero territorio costiero, riprendendo anche il mai realizzato progetto del “Mare d’inverno”; promuoveremo la conoscenza dei luoghi storici, monumenti, musei e collezioni e dei patrimoni ambientali diffusi ovunque; potenzieremo la rete dei trasporti pubblici e realizzeremo un percorso ciclo-turistico ininterrotto da Casal Borsetti a Lido di Savio; riqualificheremo le piallasse Baiona e Piomboni, debellandone malaffare e abusi; creeremo un grande parco verde alle spalle di Lido Adriano, per ricollegare le pinete di San Vitale e di Classe, ricostituendo un cordone pinetato che da Marina di Ravenna a Lido di Dante si riconnetta alla pineta di Classe, con una passerella ciclopedonale sul Bevano. Riporteremo, laddove non presenti altre forze dell’ordine, la vigile presenza di alcune stazioni di Polizia locale».

ENERGIA E RIGASSIFICATORE: «Lo ha scritto a gennaio Ravenna&dintorni con questi titoli: “Wu Ming 1 e la crisi climatica: «In Emilia-Romagna l’economia reale è la peggiore possibile. In un sacco di posti non si doveva costruire e non dovrebbe abitarci nessuno: chi ci vive è vittima di una truffa sistemica»”, e affermando poi che: “Ravenna è ai vertici delle classifiche Ispra sul consumo di suolo. È anche un distretto dell’energia fossile e, nonostante stia subendo le conseguenze della crisi climatica, continua a investire su infrastrutture pesanti come il rigassificatore e il nuovo terminal crociere […] eppure l’ex sindaco, oggi presidente regionale, benché non goda della stima degli ambientalisti, è riuscito ad avere il supporto di liste verdi e di sinistra”. È ciò contro cui mi batto da sempre in Consiglio comunale, spesso solitariamente. È sbagliato opporre il lavoro all’ambiente e viceversa, essendo invece necessario coniugarli con equilibrio. Abbiamo eccellenti ricchezze naturali, servono scelte politiche volte alla loro tutela e valorizzazione. No a nuove lottizzazioni che consumano territorio. No a progetti che favoriscono i fenomeni della subsidenza ed erosione della costa, e in generale l’abbassamento e la cementificazione del suolo, e quindi le alluvioni»

ADOLESCENTI: «Non sono solo un problema locale gli adolescenti per cui il gruppo dei coetanei, con tutti gli sbandamenti prodotti da trasformazioni sociali tumultuose orientate verso le soddisfazioni individuali tutte e subito, può diventare un “clan dei pari” distinto o contrapposto alla famiglia, alla scuola e alle altre istituzioni educative storiche, magari per le loro manchevolezze. Il Comune non può fare da sostituto, ma deve invece collaborare e/o sostenere e incoraggiare i progetti e le iniziative capaci di coinvolgere gli adolescenti in attività di gruppo, di comunità e/o di volontariato, in cui possano coniugare la propria crescita personale col senso del bene e dei valori comuni e con la capacità armonica di fare squadra. Nel mio programma 2025-2030 (53 fitte pagine, 20 capitoli, 93 sottocapitoli), indicazioni al riguardo più stimolanti si possono riscontrare nelle parti dedicate alla rete dei servizi sociali (pubblici e privati), al diritto alla salute, al diritto alla sicurezza, alla scuola intesa come pilastro sociale, ai nostri amici animali, all’arte, alla musica e alla cultura, alla tutela dell’ambiente e del territorio, alle imprese e al lavoro, allo sport per tutti».

Gli artisti ravennati Bittante e Fabbri in una doppia personale al Museo Lercaro

Mia madre supernova (I will arise and go now), curata da Serena Simoni, affronta il delicato tema della decadenza del corpo e della malattia, affiancando le storie di due madri affette da Alzhaimer e Parkinson

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Inaugurerà giovedì 22 maggio (ore 18) Mia madre supernova (I will arise and go now), all’Osservatorio sull’arte del Museo Lercaro di Bologna (via Riva di Reno 57) la doppia personale degli artisti ravennati Raniero Bittante (Ravenna) e Massimiliano Fabbri (Faenza).

L’esposizione è curata da Serena Simoni, docente di storia dell’arte ravennate (e collaboratrice di R&D) e affronta un tema delicato, come la perdita della propria identità: i due artisti, accomunati da una storia familiare simile – prendersi cura di madri affette da Alzheimer e Parkinson – decidono di mostrare l’indicibile in una mostra difficile e coraggiosa.

Partendo dalle proprie simili esperienze personali, la serie di lavori realizzati da Bittante e Fabbri porta alla luce uno dei grandi rimossi della “seconda rivoluzione individualista” – come la definisce il filosofo e sociologo Gilles Lipovetsky – ovvero la decadenza dei corpi. Per afrontare il vertice dei tabù occorre essere esperti nell’attività di cura, avere avuto in carico un corpo fragile – il proprio o quello di una persona cara – e possedere la consapevolezza che la realtà è diametralmente opposta alla narrazione sociale e alle proiezioni collettive fatte sui corpi, che si devono immaginare eternamente giovani, sempre funzionanti e perfetti.

Inabilità, invecchiamento, demenza senile, Parkinson, Alzheimer, sono parole utilizzabili in ambito medico o eventualmente nella sfera privata. Quasi non possono valicare la soglia del pubblico e rare volte sono state tematizzate nel mondo della creazione artistica.

La mostra mette in luce l’esperienza della malattia, ma indaga anche l‘aspetto relazionale fra la persona malata e chi la accudisce acuendo i tempi dell’osservazione. In questi casi, la cura dei corpi è stata affidata a uomini, figli maschi, la cui esperienza indica con decisione una grande svolta dell’immaginario sociale che ha sempre delegato queste attitudini e disposizioni alle donne, quasi per natura.

Morsa+libro 04

La mostra è visitabile a ingresso libero dal 22 maggio al 3 agosto nei seguenti orari: martedì e mercoledì 15-19, da giovedì a domenica 10-13/ 15-19.

Da segnalare infine che il museo Lercaro è diretto dal 2023 dal ravennate Giovanni Gardini.

Anche Fratoianni a Ravenna per Barattoni (e la Palestina)

Il segretario nazionale di Sinistra Italiana parteciperà a un evento in piazza Marsala per denunciare il silenzio su Gaza

Fratoianni

Giovedì 22 maggio sarà a Ravenna Nicola Fratoianni, deputato di Alleanza Verdi Sinistra e segretario nazionale di Sinistra Italiana, per portare il suo sostegno alla candidatura di Alessandro Barattoni a sindaco di Ravenna.

Nel corso della giornata Fratoianni visiterà la mostra fotografica diffusa I Grant You Refuge, che racconta attraverso immagini e testimonianze le condizioni della popolazione civile di Gaza, mentre alle 16 prenderà parte all’iniziativa pubblica (in piazza Marsala) “Il silenzio è complicità”, un momento di ascolto e mobilitazione promosso per esprimere solidarietà al popolo palestinese «e chiedere una pace giusta, il cessate il fuoco immediato, il rispetto del diritto internazionale».

All’incontro in piazza Marsala interverranno anche Milad Basir, giornalista e sindacalista di origine palestinese, l’operatrice umanitaria Federica Vaghetti, la segretaria della Cgil della provincia di Ravenna Manuela Trancossi e Andrea Maestri, avvocato e attivista per i diritti umani, di rientro dalla carovana solidale italiana “Gaza oltre il confine”.

«Vogliamo raccontare quello che abbiamo visto con i nostri occhi – scrivono gli organizzatori dell’evento -. Raccontiamo l’orrore perché serve verità. Vogliamo che tutti sappiano cosa sta accadendo davvero a Gaza e in Cisgiordania: persone private dei beni essenziali, bambini disidratati, famiglie distrutte dalle bombe e dall’indifferenza. Denunciamo l’immobilismo dell’Italia e dell’Unione Europea, incapaci di riconoscere lo Stato Palestinese e di difendere i diritti fondamentali di un intero popolo».

 

 

A Ragone il ponte è chiuso da 8 mesi e la Provincia non sa quando finiranno i lavori

Demolizione lasciata a metà, cantiere immobile da tempo. Le parole della presidente Palli: «Non posso fornire una data presumibile di riapertura del ponte, perché abbiamo visto che le variabili in gioco sono molte e difficili da prevedere»

486301243 10060358237308847 6181026468388807463 NIl ponte della strada provinciale 5 “Roncalceci” sul fiume Montone tra Ragone (frazione di Ravenna) e San Pancrazio (frazione di Russi) è chiuso al transito da ottobre 2024 per essere rifatto, dopo otto mesi il cantiere è ancora in corso – la demolizione è rimasta a metà e non ci sono operai da diverso tempo – e la Provincia non è in grado di prevedere quando verrà riaperto.

È la sintesi delle dichiarazioni di Valentina Palli, sindaca di Russi e presidente della Provincia, raccolte dal quotidiano Il Corriere Romagna in edicola oggi, 20 maggio: «Non posso fornire una data presumibile di riapertura del ponte, perché abbiamo visto che le variabili in gioco sono molte e difficili da prevedere. Se nelle prossime settimane si assistesse a una nuova piena importante del fiume Montone, potrebbe servire ulteriori cambiamenti progettuali».

494463335 1800482567350258 6638892196171636381 NAl momento, sempre in base a quanto dichiarato da Palli, si attende il via libera dell’Autorità di Bacino per procedere alla demolizione del ponte: «La ditta opererà in maniera diversa rispetto al progetto iniziale, per cui abbiamo dovuto inviare una richiesta all’Autorità che spero risponda entro pochi giorni. Siamo consapevoli dei disagi sofferti dalle località, ma le piene dei fiumi registrate a marzo hanno imposto ulteriori accorgimenti. La parte più complessa riguarda la fase della demolizione del manufatto, che deve essere fatta dall’alto e senza fare cadere alcunché nell’alveo e nella golena».

L’intervento per l’adeguamento statico e sismico del ponte prevede la demolizione dell’impalcato esistente, la ricostruzione mediante il ricorso ad una nuova struttura metallica, l’adeguamento funzionale della sezione stradale e la creazione di un percorso protetto per l’utenza debole. Il costo complessivo è di 1,6 milioni di euro, finanziato per 1,1 milioni attraverso un contributo concesso alla Provincia dal ministero delle Infrastrutture, e per mezzo milione attraverso risorse provinciali.

La vicenda ha richiamato l’attenzione di Cinzia Pasi del comitato cittadino di Roncalceci: «La prolungata chiusura sta mettendo a dura prova la pazienza dei cittadini residenti e non, che si vedono costretti ad affrontare lunghi, scomodi e costosi percorsi alternativi. Senza parlare delle ripercussioni che questa chiusura ha su tutte le attività commerciali». A metà aprile Alessandro Barattoni, candidato sindaco di Ravenna e dato per favorito per la vittoria, ha annunciato l’impegno della prossima amministrazione a prevedere un bando per rimborsare parte dei costi sostenuti dalle attività, analogamente a quanto fatto in passato con agevolazioni sulla Tari.

Intanto c’è chi prova a prenderla con ironia, per digerire meglio i disagi. Sul gruppo Facebook “Sei di Russi se 2.0” è comparsa una vignetta che immagina la situazione nel 2045: saranno i marziani a scendere sulla terra per demolire il rudere del ponte con un raggio laser.

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Faenza, nuovo Polo Archivistico: oltre 7 km di scaffalature e documenti millenari

La struttura di via Zucchini verrà inaugurata giovedì 22 maggio alle ore 16.30. Al suo interno è presente anche una pergamena datata 2 agosto 979

Nasce il Polo Archivistico Faentino, un istituto che raccoglie nello stesso spazio la sezione di Archivio di Stato, l’Archivio del Comune e dell’Unione della Romagna Faentina. Il progetto del costo totale di oltre 1 milione e 700 mila euro è stato reso possibile in seguito alla convenzione stipulata, a dicembre del 2021, tra il Comune di Faenza e l’Archivio di Stato di Ravenna. La struttura verrà inaugurata giovedì 22 maggio alle ore 16.30, in via Antonio Zucchini 29.

L’edificio si estende su circa 1.000 mq e dispone di oltre 7 km lineari di scaffalature; 5,6 km già occupati e che custodiscono 2,7 km per l’Archivio di Stato e 2,9 per il Polo Archivistico, documentazione che abbraccia oltre un millennio di storia. La struttura è stata progettata non solo per conservare in sicurezza il patrimonio documentale, ma anche per favorirne la consultazione da parte di studiosi, storici, liberi professionisti e cittadini e per promuovere la didattica in archivio con le scuole. L’accordo con l’impresa Gea Srl (proprietaria dell’area denominata Colombarina) ha previsto, oltre alla costruzione dell’edificio, la realizzazione e la cessione gratuita al Comune di infrastrutture viarie come la nuova rotatoria lungo via Silvestro e la viabilità alberata e i sottoservizi fognari e di illuminazione pubblica. Elemento caratterizzante della struttura del Polo archivistico è il murale dal titolo “Astronave Archivio”, un’opera di 400 mq realizzata con tecnica mista: pittura spray e ceramica.

Il nuovo istituto conserva milioni di documenti che raccontano la storia del territorio, dall’Alto Medioevo fino ai giorni nostri. Il documento più antico conservato è una pergamena, datata 2 agosto 979, che attesta un atto di vendita immobiliare da parte del vescovo di Arezzo; gli atti più recenti sono le delibere del Consiglio dell’Unione della Romagna Faentina del 2014. Il Polo Archivistico comprende in primo luogo l’archivio comunale dal 1957 in avanti (l’archivio storico precedente il 1957 si trova nella Sezione di archivio di Stato): la corrispondenza generale dell’ente e le pratiche edilizie. Le delibere di Consiglio e Giunta invece sono presenti a partire dal dopoguerra.

Il patrimonio documentario è da sempre ampiamente consultato da storici e ricercatori. Prima del trasferimento della Sezione di Archivio di Stato di Faenza in via Zucchini (a novembre del 2022), si è registrata, in un solo anno, una frequentazione di quasi 750 utenti, oltre 5.200 pezzi movimentati e circa 250 ricerche, tra storiche e professionali.

Durante l’inaugurazione è previsto un programma di interventi che includerà i saluti dell’amministrazione comunale di Faenza e le relazioni di figure di rilievo nel panorama archivistico: Elena Stefani, Soprintendente della Soprintendenza archivistica e bibliografica dell’Emilia Romagna; Stefano Vitali, ex Soprintendente della Soprintendenza archivistica e bibliografica dell’Emilia Romagna; Pierangelo Unibosi, Dirigente Area Legale e AA.II. dell’Unione della Romagna Faentina; Michela Dolcini, Direttrice dell’Archivio di Stato di Ravenna e Sezione di Faenza; e Gabriella Garavini, Responsabile del Servizio Archivi e protocollo dell’Unione della Romagna Faentina. Al termine della presentazione, i partecipanti saranno invitati a un momento conviviale con un rinfresco.

A partire da venerdì 23 maggio il Polo Archivistico Faentino e la Sezione di Archivio di Stato apriranno regolarmente ai cittadini e ai ricercatori. Gli orari sono studiati per permettere consultazioni sia al mattino che al pomeriggio, favorendo ricerche trasversali su entrambi i patrimoni. Entrambi gli istituti dispongono di inventari ed altri strumenti utili per la ricerca dei documenti.

Per ulteriori informazioni relative al Polo consultare il seguente link: https://archiviodistatoravenna.cultura.gov.it/2025/05/15/martedi-27-maggio-riapre-al-pubblico-la-sezione-di-faenza/

Roberto Saviano e una vita sotto scorta: «Rifarei tutto, ma con più prudenza…»

Il celebre scrittore al Pavaglione di Lugo con il suo ultimo libro: «Non esiste un territorio senza mafia»

Saviano Libro

Roberto Saviano sarà il 21 maggio al Pavaglione di Lugo, alle ore 21, per presentare il suo ultimo libro L’amore mio non muore, nell’ambito di ScrittuRa Festival, in dialogo con Matteo Cavezzali. Gli abbiamo rivolto qualche domanda sul ruolo del giornalismo oggi.

L’amore mio non muore narra la vicenda di una donna vittima della ‘ndrangheta. Sono passati quasi 20 anni dall’uscita di Gomorra, il suo libro che ha raccontato la malavita organizzata a Napoli. Perché è ancora necessario raccontare queste storie?
«È sempre necessario raccontarle perché ci parlano del mondo in cui viviamo, non di un mondo altro, non di un mondo a sé, ma proprio del mondo in cui ci muoviamo, in cui ci formiamo, frequentiamo scuole e università, andiamo a lavorare, del mondo in cui ci innamoriamo. Quello che è accaduto a Rossella Casini dimostra proprio che non ci si può considerare al riparo. Non esiste un territorio di elezione in cui sono tutti mafiosi e una terra franca in cui niente è mafia. Bisogna dotarsi di strumenti per comprendere e questi strumenti ce li dà solo il racconto».

È stato oggetto di calunnie e denunce da parte delle più alte cariche istituzionali, da Berlusconi a Salvini e Meloni. Negli ultimi mesi sono saliti alle cronache i casi dei giornalisti di Fanpage e della ong Mediterranea spiati da un software con presunte responsabilità del governo. Cosa significa quando il potere attacca o sorveglia chi non la pensa come lui?
«È tutto molto grave. Siamo in piena “democratura”, una forma di governo che ha solo l’apparenza della democrazia, ma che in verità è già scivolata verso qualcosa di pericolosamente diverso».

Le difficoltà dei giornalisti oggi sono molteplici: querele temerarie, mancanza di protezione legale, compensi scarsi. Lei stesso ha affermato che «nessuno vuole mettersi contro il governo, quando questo diventa l’unica fonte di finanziamento». Aderire al sistema è più facile che mettersi di traverso. La democrazia e l’informazione sono in pericolo?
«Direi che siamo oltre il pericolo. La fase in cui potevamo affermare che bisognasse prestare attenzione è ampiamente superata. Scrittori portati a processo da politici di primo piano, sbattuti sulle prime pagine dei fogliacci di regime, giornalisti e attivisti spiati di fatto per conto del governo, che non è chiamato a giustificarsi e a spiegare cosa è accaduto. E direi che ad avere paura di perdere quel poco che viene elargito non sono più solo i giornalisti, ma chiunque ritenga di avere qualcosa da perdere. Quando si paga un prezzo per le proprie idee e per le proprie opinioni, non si vive più in democrazia. E a pagare un prezzo siamo ormai in tanti».

Come è cambiato, negli ultimi vent’anni, il rapporto tra potere e giornalismo?
«Diciamo che questa involuzione era nei fatti. Che si arrivasse a un giornalismo palesemente di regime e a uno da ostacolare con ogni mezzo, era qualcosa che dovevamo aspettarci. Soprattutto – e questo ci tengo a sottolinearlo con rammarico, ma è fondamentale farlo – mi chiedo dove fossero tutti gli addetti ai lavori quando io e Michela Murgia venivamo sbattuti in prima pagina e le nostre fotografie erano accompagnate dai titoli più beceri, orrendi e denigratori. Non ricordo risposte, non ricordo barricate in nostro sostegno. A questo punto ci si è arrivati perché si era radicata la convinzione che fintanto che fossimo stati noi i bersagli, tutti gli altri sarebbero stati lasciati in pace».

I social hanno imposto brevità, diffuso propagande, privilegiato la superficialità e l’intrattenimento. Nel suo intervento all’ultima edizione del Festival internazionale di giornalismo di Perugia, ha citato McLuhan: «Quando la sequenzialità della mente alfabetica è sostituita dalla simultaneità elettronica, il pensiero tende a passare dalla modalità dell’elaborazione critica alla modalità mitologica». Si può mantenere la complessità e al contempo arrivare a tante persone?
«È impossibile farlo, bisogna perdere qualcosa. Meglio perdere viralità e conservare la complessità».

Di recente, in un’intervista da Fabio Fazio, ha parlato del suo senso di solitudine, delle difficoltà di vivere sotto scorta e della sensazione di avere buttato la sua vita. Rifarebbe tutto?
«Assolutamente no. So che non è la risposta che ci si aspetta da me, rifarei tutto ma con maggiore prudenza. Non rinuncerei mai a raccontare, ma mi metterei al riparo. Di questo sono certo».

Rispetto alla vastità di certi problemi (le guerre, la crisi climatica, la digitalizzazione), l’individuo che lotta o che scrive potrebbe tendere al nichilismo o all’individualismo. Lei è un esempio di resistenza attiva e ha un pubblico che la supporta. Dove trova le motivazioni?
«Bella domanda. A freddo direi che non lo so nemmeno io dove trovo energie e motivazioni, poi invece mi fermo e mi dico: le trovo nella curiosità di comprendere il mondo, nella continua voglia di indagare ciò che accade. In ultima istanza, credo che tutto ciò che faccio, lo faccio per conoscere me. È come se studiare il mondo mi dia maggiore consapevolezza rispetto a quello che sono».

Centrodestra, Grandi: «Anche i droni per la sicurezza. Rivoluzione decoro urbano»

Dopo una carriera politica come civico e con l’Udc, l’assicuratore 55enne ha preso la tessera di Fratelli d’Italia. «Voglio trasformare i consigli territoriali». Il primo atto simbolico in caso di elezione: «Una passeggiata anti-degrado»

Nicola Grandi

Nome e cognome: Nicola Grandi.

Luogo e data di nascita: Ferrara, 27 novembre 1969.

Stato civile: coniugato.

Titolo di studio: diploma di perito agrario.

Professione: agente di assicurazione.

Reddito annuo del 2024: imponibile 101.110 euro.

Veicoli di proprietà: Smart Ev e Toyota Yaris.

Immobili di proprietà: casa di civile abitazione al 50%.

Orientamento religioso: cattolico.

Tessera di partito (ultima posseduta e attuale): attuale Fratelli d’Italia, l’ultima Udc.

Coalizione che lo sostiene: Fratelli d’Italia, Forza Italia e Viva Ravenna.

Quale partito ha votato alle ultime elezioni politiche: «Il voto è segreto».

Esperienze politiche precedenti: «Segretario comunale di partito politico, consigliere territoriale, presidente di consiglio territoriale, presidente di commissione consigliare permanente, attualmente consigliere comunale» prima con Lista per Ravenna e poi con Viva Ravenna.

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Cosa è mancato a Ravenna durante i due mandati di De Pascale?
«Passione e coraggio; la voglia di pensare davvero alla città, ai suoi limiti e alle sue potenzialità; la capacità di stare fra la gente e ascoltare le loro parole per trasformarle in fatti, anche a costo di scelte impopolari; la capacità di mettersi in discussione».

I tre problemi principali di Ravenna e le possibili soluzioni:
«La sicurezza, da affrontare con un piano serio e articolato e con consapevolezza, cioè senza negare la serietà del problema e la richiesta di maggiore tranquillità espressa da diverse parti della popolazione. Tra le nostre proposte: l’introduzione degli street tutor per presidiare le aree sensibili; l’attivazione effettiva dei droni attualmente inutilizzati dalla polizia locale e l’acquisto di nuovi dispositivi; la creazione di una cabina di regia tra le forze dell’ordine per la gestione integrata delle telecamere; un investimento deciso sulla polizia locale, oggi carente di risorse e tecnologie.
La viabilità, intesa sia come manutenzione delle strade sia come infrastrutture, che va affrontata con un nuovo piano del traffico. I primi interventi da attuare sono il sottopasso di via Molinetto, la soluzione dell’annosa questione del bypass sul Candiano e un ripensamento del nodo di accesso all’area portuale nell’intersezione Classicana / via Trieste.
Il degrado di centro storico e forese, da approcciare con uno staff dedicato che pattugli e monitori il territorio, verificando le situazioni critiche e programmando interventi dedicati e puntuali».

Quale sarebbe il suo primo provvedimento da sindaco?
«Un intervento radicale in tema di decoro urbano e manutenzioni, con un progetto finanziato e serrato di interventi immediati e tangibili».

Quale potrebbe essere l’iniziativa più importante del suo mandato, quella per cui vorrebbe essere ricordato?
«La rivoluzione in termini di strumenti di partecipazione, con un nuovo sistema di consigli territoriali, perché come sono ora non servono, petizioni e referendum popolari e la trasformazione dell’amministrazione nella direzione di un ascolto vero dei cittadini e di una concertazione reale».

Quale sarà l’area o la zona del comune che potrebbe vedere i mutamenti più significativi durante il suo mandato e quali?
«L’area dei giardini Speyer, con interventi che partono dalla presa di coscienza dell’esistenza di un problema, per passare alla messa in atto di provvedimenti immediati e semplici come droni e presidi fissi di polizia per arrivare, se serve anche se non lo auspico, a decisioni più coraggiose come quella della recinzione, che ai giardini pubblici ha dimostrato nostro malgrado di poter essere assai efficace».

IA generativa: quale potrebbe essere un utilizzo nel prossimo futuro in grado di migliorare la macchina comunale?
«È impensabile affrontare le sfide che ci aspettano senza mettere sul piatto l’esistenza di questo straordinario strumento, che abbiamo infatti inserito in uno dei capitoli del nostro programma elettorale. L’AI può essere utile per lo snellimento di pratiche burocratiche (chatbot o assistenti virtuali per guidare i cittadini nella compilazione di moduli online come  richieste di residenza, bonus, permessi), classificare automaticamente documenti, estrarre dati e archiviarli digitalmente, ma anche per attività più complesse, come l’analisi predittiva per la pianificazione urbana, il controllo e la prevenzione delle frodi, la gestione di flussi di domande in ambito sanitario o di servizi, la traduzione automatica e l’accessibilità ad atti amministrativi».

Un atto simbolico, a costo zero, che compirà se eletto sindaco.
«Una passeggiata, la prima, insieme ai componenti del nucleo anti-degrado che verrà immediatamente costituito per rendere idea di cosa intendiamo per le tre tipologie di interventi che tale nucleo dovrà occuparsi di gestire – immediati, differibili, e programmabili nel medio periodo -, girando un filmato affinché i cittadini comprendano l’importanza di tale scelta e l’amore per la città che la anima».

Dove e come trovare le risorse per i suoi progetti? Alzerà le tasse comunali? Quali servizi si potrebbero tagliare?
«Le risorse verranno recuperate prima di tutto dal taglio agli sprechi: da anni si trascinano scelte, a partire dalla attribuzione degli incarichi in società partecipate e controllate, ad esempio nei servizi di raccolta dei rifiuti, che privilegiano la politica rispetto alla meritocrazia. È ora di un cambio di rotta. Le recupereremo inoltre mettendo in atto una programmazione puntuale e precisa di investimenti, attingendo risorse da un bilancio florido. Le risorse non mancano… semplicemente mancano gli investimenti!».

Tra le proposte degli avversari di queste settimane, quali sarebbe disposto ad appoggiare?
«Le 8 proposte di buon senso di Ancisi sul centro storico e quelle di Morgese sui giardini Speyer o sull’hub per i giovani, proposte largamente condivise ed assai simili alle nostre».

Tra le proposte degli avversari di queste settimane, quale la preoccupa di più?
«Le parole e le proposte di chi si pone “contro il centrodestra e in alternativa al centrosinistra”, la politica non è una guerra, non è una battaglia, e non è una gara, l’unica che deve vincere è la nostra città. Questo approccio che si pone “contro” e non “pro” è davvero preoccupante».

Con quali avversari sarebbe disposto a cercare convergenze se si andasse al ballottaggio?
«Se ci fosse un ballottaggio, che i numeri dicono sarebbe fra me e Alessandro Barattoni, cercherei convergenze con chiunque abbia davvero a cuore la propria città e la volontà di mettersi a sedere e condividere un’idea di città migliore. Devo precisare che la distanza che mi separa delle idee e dai principi ispiratori dell’azione politica (non umana) di Marisa Iannucci mi pare francamente difficilmente colmabile».

Sotto quale percentuale di voto non sarebbe soddisfatto del suo risultato elettorale?
«Sotto il 50% al ballottaggio».

TEMPO LIBERO

Pratica sport? Per che squadra tifa? Quali sono i suoi hobby? «Sono interista e il mio hobby principale, in questo periodo piuttosto trascurato, è la bicicletta».

Consigli ai lettori/elettori:
Un libro: Shantaram di Gregory David Roberts.
Un film: The Blues Brother.
Un disco: Va bene va bene così di Vasco Rossi.
Un mezzo di informazione: Il Resto del Carlino.

Qual è il suo supermercato di riferimento? Dove fa la spesa? «Non vado spesso a fare la spesa, nel caso comunque frequento l’Esselunga».

Ferrero Grandi

Per completare il quadro extra intervista, ecco infine le risposte alle nostre sei domande su temi specifici, già pubblicate le scorse settimane e che riportiamo nuovamente qui per dare modo a chi se le fosse perse di analizzare in modo più completo possibile la proposta del candidato.

STRADE E VIABILITÀ: «La nostra coalizione prevede un intervento radicale di riordino di appalti nel campo delle manutenzioni del verde pubblico e delle strade, con una task-force dedicata al controllo sistematico del rispetto degli obblighi assunti dagli appaltatori, con il superamento dell’app “Comunichiamo” e la messa in atto di un sistema di monitoraggio efficace e continuo a tappeto. Lo staff dedicato deve diventare l’occhio del cittadino e dell’amministrazione, “pattugliando” il territorio e mettendo in atto interventi puntuali, precisi ed efficaci. Approfondendo la questione delle buche nelle strade, proponiamo una modalità di azione ben precisa: valutare l’importanza delle singole strade, il loro valore, la loro frequentazione da parte di auto e bici e quindi programmare manutenzioni che tengono conto di questi fattori. Riguardo alla viabilità, prevediamo di posare entro i primi 100 giorni di amministrazione la prima pietra di tre interventi decisivi: il sottopasso di via Molinetto, il raddoppio del By Pass sul Candiano e un ripensamento del nodo di accesso all’area portuale nell’intersezione Classicana / via Trieste. Con riferimento al trasporto pubblico, serve una svolta: impianti di videosorveglianza, infrastrutture adeguate per la ricarica elettrica, potenziamento delle corse, trasporto a chiamata nelle aree meno servite, il coinvolgimento di operatori privati per integrare l’offerta».

RAVENNA FESTIVAL E CULTURA: «È essenziale che il Ravenna Festival rimanga il principale appuntamento culturale cittadino. La cultura non è solo patrimonio immateriale e identitario di una città, ma è anche una leva strategica per la sua economia: genera valore che va oltre il perimetro artistico, creando occupazione, attraendo investimenti, stimolando l’indotto turistico e contribuendo alla qualità della vita urbana. Per valorizzare questo potenziale, è indispensabile analizzare i riflessi reali sull’economia locale, perché senza dati concreti sul ritorno economico della cultura si rischia di sottovalutarne il peso nelle politiche pubbliche e nei piani strategici di sviluppo. Il ruolo di un’amministrazione comunale, specie in campo culturale, non è quello di scegliere in autonomia cosa proporre alla cittadinanza, ma di creare uno spazio di ascolto, confronto e valutazione. Il sindaco ha il dovere di mettere al centro il dialogo con le associazioni culturali, gli enti del territorio, i professionisti del settore e tutte le realtà che da anni contribuiscono con competenza alla vita culturale della città. Solo attraverso un processo di concertazione reale è possibile costruire una proposta culturale solida, condivisa e capace di lasciare un impatto duraturo. Governare la cultura è un atto di cura e di visione, non un esercizio di potere personale».

IL CAROVITA E L’EMERGENZA CASA: «Premetto che io non condivido assolutamente l’idea di realizzare un osservatorio su prezzi e consumi (come propone invece Barattoni, ndr): la trovo uno spreco di tempo e denaro. Se la nostra coalizione avrà l’onore di governare questa città, proporrà un censimento di tutte le abitazioni sfitte – con indicazione del numero delle camere, delle metrature e delle condizioni di manutenzione – che possono rispondere all’esigenza abitativa sempre più pressante. Inoltre, come amministrazione offriremo delle incentivazioni sugli affitti, con il pagamento di una quota percentuale della tariffa. L’emergenza abitativa, però, si può risolvere anche in altri modi, che trascendano l’edilizia popolare. Prendendo spunto da soluzioni virtuose di paesi nordici quali l’Olanda, ad esempio, si possono prevedere soluzioni di co-housing o di case modulari in legno. Un altro esempio virtuoso che ci ha colpito, senza bisogno di allargare lo spazio oltre i confini comunali, è quello dello studentato che nascerà in via Suzzi (ex sede della Banca Popolare di Ravenna): un privato sta dando il via a una soluzione abitativa per studenti riqualificando e riadattando un edificio dismesso».

I LIDI RAVENNATI: «Tutti i lidi sono stati trascurati. Se sarò eletto a sindaco, quello che tra cinque anni risulterà più cambiato è Marina di Ravenna, che deve tornare a essere il lido di riferimento per le famiglie ravennati. Marina sarà oggetto di una riqualificazione, a partire da via Natale Zen, dove ora sorgono edifici vuoti e degradati che hanno preso il posto delle botteghe dei pescatori. Applicheremo incentivi e offriremo sgravi fiscali agli imprenditori che vogliono riaprirle, in modo che la zona diventi un caratteristico polo commerciale. Spingeremmo inoltre per una legge regionale che permetta di realizzare anche a Marina di Ravenna un “albergo nautico diffuso”, cioè un sistema di pernottamento all’interno delle barche a vela ormeggiate. Alloggiarvi sarebbe un’esperienza particolarmente attrattiva perché suggestiva, immersiva ed ecosostenibile. Questo progetto, grazie all’eco mediatica, ma anche alla maggiore spesa in spiagge, ristoranti e negozi portata dai nuovi ospiti, concorrerebbe a dare una seconda vita al turismo di Marina. Ampliando il discorso, vorremmo creare un brand dei lidi ravennati, oltre a dar vita a una cabina di regia che, in concertazione con Proloco, consigli territoriali e altre realtà locali, faccia sì che non ci siano sovrapposizioni tra eventi e manifestazioni, in modo che ogni località sostenga l’altra invece che esserne in contrapposizione».

ENERGIA E RIGASSIFICATORE: «La transizione ecologica e l’uso delle fonti fossili devono andare di pari passo per impedire che i costi della transizione si riverberino sui cittadini, come vuole la sinistra. Condivido e ho condiviso in larga parte queste scelte anche se mi chiedo come possano essere sostenute anche da forze come Alleanza Verdi Sinistra, Movimento 5 Stelle et similia che hanno dichiarato su questi temi cose diametralmente opposte e come possano tali forze sostenere la candidatura a sindaco di Barattoni, in totale continuità con De Pascale. Posto che la sospensione delle estrazioni in Adriatico venne decisa dal governo Conte 1, che determinò danni enormi per il tessuto imprenditoriale del settore in cui Ravenna è leader, l’auspicio è che esse possano riprendere, tenendo conto, tuttavia, che gli investimenti su questo fronte sono stati interrotti a causa di quelle sciagurate decisioni e non è facile riprendersi dopo uno stop così prolungato. Riguardo alle estrazioni tuttora in essere, si dovrebbero accelerare le tempistiche di chiusura di quelle responsabili della maggiore subsidenza, ma solo quando potranno iniziare nuove estrazioni più al largo. Promuoverei nuove estrazioni più al largo, per quanto di competenza amministrativa locale, valutando al contempo con attenzione le proposte in campo di energie alternative su cui esistono interessanti progetti».

ADOLESCENTI: «Il problema adolescenti esiste e tocca svariati temi: non si può ridurre il tutto alla questione sicurezza. Molti casi di violenza derivano dal fatto che molti, troppi adolescenti soffrono per problemi di disagio e depressione. La vita di oggi va a trecento all’ora e non è facile stare al passo: chi è più fragile o più sensibile ne paga lo scotto. Come amministrazione, penso sia cruciale concentrarsi sulla prevenzione, riportando realmente l’educazione civica in classe attraverso incontri e corsi dedicati nelle scuole. Propongo anche di intraprendere presso le scuole medie e superiori percorsi di “educazione sentimentale” o “relazionale”, coinvolgendo specialisti, psicoterapeuti, ma anche “influencer” che sappiano parlare il linguaggio dei giovani e creare con loro una connessione empatica. Credo che corsi di questo tipo possano aiutare a nutrire la consapevolezza delle proprie emozioni e a promuove il rispetto di sé e degli altri. Anche fuori da scuola si può fare molto: come amministrazione propongo di potenziare i luoghi di aggregazione e ricreativi “sani”, spazi in cui gli adolescenti possono stare insieme per studiare, ascoltare musica, o anche, semplicemente, ridere. Si potrebbe pensare anche a dei “contest” per promuovere la disintossicazione dallo smartphone. La collaborazione con associazioni di volontariato sarà fondamentale per percorsi di questo tipo».

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