In consiglio comunale dal 1966, il decano dell’opposizione è candidato sindaco per la quinta volta. «De Pascale ha lasciato la città con servizi sociali inadeguati e ancora più suolo consumato»

Nome e cognome: Alvaro Ancisi.
Luogo e data di nascita: Ravenna, 18 agosto 1940.
Stato civile: coniugato.
Titolo di studio: laurea in Sociologia.
Professione: pensionato, ex dirigente capo-servizio della Pubblica amministrazione.
Reddito annuo del 2024: 64.432 euro.
Veicoli di proprietà: Mercedes Classe A del 2011, Fiat Punto del 2010 in uso a familiare.
Immobili di proprietà: due unità abitative.
Orientamento religioso: cattolico praticante.
Tessera di partito (ultima posseduta e attuale): nessuna da una decina d’anni, ultima l’Udc.
Coalizione che lo sostiene: Lega/Lista per Ravenna/Popolo della Famiglia e Ambiente & Animali.
Quale partito ha votato alle ultime elezioni politiche: Noi Moderati.
Esperienze politiche precedenti: «La Dc di De Gasperi, l’unica, finita nei primi anni ’90». Nel 1997 ha fondato Lista per Ravenna, in consiglio comunale dal 1966, questa è la quinta candidatura a sindaco.

Cosa è mancato a Ravenna durante i due mandati di De Pascale?
«Ai 9 anni di De Pascale contesto dieci cose: 1) ha lasciato Ravenna con più sacche di povertà e con le famiglie del ceto popolare e del ceto medio in maggiori difficoltà, con un servizio sociale sempre più inadeguato; ai primi posti in Italia per varie forme di delinquenza e per i furti nelle case e nelle imprese; ai primi posti in Italia per cementificazioni del suolo che hanno favorito o prodotto disastri e inondazioni; 2) ha confezionato un nuovo Piano Urbanistico Generale (Pug) che promette consumo zero di suolo, ma è un inganno perché, tenendo in vita una cinquantina di lottizzazioni del vecchio piano, consumerà oltre 9 milioni di metri quadri per farci appartamenti e supermercati; 3) ha speso ogni anno oltre 20 milioni nella manutenzione delle strade, perché siano sempre scorrevoli e sicure, senza buche e avvallamenti, con risultati catastrofici sono sotto gli occhi di tutti; 4) ha fatto scadere anche la pulizia delle strade, delle piste ciclabili, dei parchi, ecc.; 5) ha maltrattato o non protetto i patrimoni naturalistici, pini domestici compresi; 6) ha trascurato le nove località della costa; 7) ha trattato 56 frazioni del forese come territori di serie C, affette perciò da un eccessivo incremento edilizio, spesso di natura speculativa, senza la necessaria dotazione di servizi pubblici; 8) ha abbandonato le case popolari al degrado e alla mala gestione di Acer, oltre a non averne costruito delle nuove, tenendo invece vuoti troppi alloggi senza rapidamente consegnarli a nuovi affittuari in lunga attesa; 9) ha depotenziato l’ospedale civile di Ravenna rispetto a quelli di Cesena, Forlì e Rimini e sottoposto il pronto soccorso a caos e disservizi; 10) ha reso il servizio pubblico di bus di Start Romagna sempre più distante dalle esigenze dei cittadini».
I tre problemi principali di Ravenna e le possibili soluzioni:
«Il lettore scelga tra i 10 sopra esposti e ricerchi gli approfondimenti nei capitoli e paragrafi del mio programma sul sito ancisisindaco.it».
Quale sarebbe il suo primo provvedimento da sindaco?
«Imposterò da subito le azioni per rivedere l’appalto della raccolta rifiuti allo scopo di superare la fallimentare raccolta porta a porta che ha messo in crisi la pulizia e il decoro dei centri urbani. Torneranno i cassonetti, concentrati, per ogni specie di rifiuti, nelle “isole ecologiche”: saranno accessibili, 24 ore su 24, con un semplice pedale per l’organico, con una carta elettronica per l’indifferenziato (concedendo più conferimenti a chi ha più necessità, ad esempio per smaltire i pannoloni ad uso umano o animale) e con chiave manuale per i contenitori degli sfalci, da consegnare a chi possiede aree verdi e giardini».
Quale potrebbe essere l’iniziativa più importante del suo mandato, quella per cui vorrebbe essere ricordato?
«Risponderò entro tre giorni lavorativi a tutte le domande e le richieste dei cittadini; li ascolterò dedicando loro almeno tre ore la settimana di ricevimento; responsabilizzerò, con ordine esecutivo, i dirigenti dei servizi a fare altrettanto».
Quale sarà l’area o la zona del comune che potrebbe vedere i mutamenti più significativi durante il suo mandato e quali?
«L’Area della struttura comunale per le Infrastrutture civili, che comprende Mobilità e Viabilità, Strade, Edilizia pubblica, Tutela Ambiente e Territorio (tra cui Diritti degli animali, Protezione civile, Zone naturali e Verde pubblico). Sarà una svolta radicale».
Intelligenza artificiale generativa: quale potrebbe essere un utilizzo in grado di migliorare la macchina comunale?
«Intendo attivare servizi di informazioni e supporto ai cittadini, che forniscano risposte veloci a domande semplici o ripetitive, ma anche stimolino la soluzione in proprio dei problemi e l’arricchimento della conoscenza; analizzare modelli di traffico e simulare abitudini dei residenti per ottimizzare la manutenzione delle infrastrutture e ridurre i costi nella pianificazione urbana; anticipare e identificare potenziali emergenze, da disastri naturali a crisi sanitarie, pianificando risorse in previsione dell’emergenza, coordinando le operazioni necessarie mediante l’analisi sul territorio dei dati pregressi e di quelli in tempo reale, informandone i cittadini tempestivamente; adottare soluzioni valide di efficientamento, analizzando modelli di consumo per identificare perdite o inefficienze e ottimizzare le risorse».
Un atto simbolico, a costo zero, che compirà se eletto sindaco.
«Ci penserò con calma. Ora preferisco gli atti concreti».
Dove e come trovare le risorse per i suoi progetti? Alzerà le tasse comunali? Quali servizi si potrebbero tagliare?
«Ridurrò le tasse comunali. Tutti i miei progetti non si basano su maggiori spese, ma su un loro efficientamento, su controlli serrati (finora inesistenti) su come viene effettuato almeno il 90 percento delle attività e dei servizi, affidati dai governi Pd & Co a società partecipate, agenzie, imprese, associazioni, cooperative, ecc. Applicherei la spending reviev (revisione della spesa, ndr), mai fatta a Ravenna, nonostante il bilancio comunale abbia visto, per 55 anni, aumentare ogni anno la spesa corrente ben oltre il tasso d’inflazione. Tutte le sopra dette applicazioni dell’Intelligenza artificiale producono una riduzione dei costi».
Tra le proposte degli avversari di queste settimane, quali sarebbe disposto ad appoggiare?
«Non ho tempo per leggere tutto quello che raccontano Pd & Co., lo riservo a quello che mi dicono i cittadini».
Tra le proposte degli avversari di queste settimane, quale la preoccupa di più?
«Mi preoccupano loro stessi, in toto».
Con quali avversari sarebbe disposto a cercare convergenze se si andasse al ballottaggio?
«Non considero avversaria nessuna delle altre liste di opposizione. Convergerei con ognuna su un programma condiviso».
Sotto quale percentuale di voto non sarebbe soddisfatto del suo risultato elettorale?
«Sono soddisfatto del lavoro che faccio».
TEMPO LIBERO
Pratica sport? per che squadra tifa? Juventus
Quali sono i suoi hobby? «Non ne ho. Ho solo passioni».
Consigli ai lettori/elettori:
Un libro: Il Partito popolare a Ravenna. Storia politica dei cattolici in una terra di mangiapreti. Origine, sviluppo, repressione fascista. Da Castellucci a Zaccagnini (di Alvaro Ancisi).
Film: Da ultimo, Diamanti.
Un disco: I miei compagni di viaggio di Mia Martini.
Un mezzo di informazione: radio e giornali.
Qual è il suo supermercato di riferimento? Dove fa la spesa? «Capisco l’importanza. Nei tre più vicini a casa, preferibilmente in bicicletta. Non mangio tanto».

Per completare il quadro extra intervista, ecco infine le risposte alle nostre sei domande su temi specifici, già pubblicate le scorse settimane e che riportiamo nuovamente qui per dare modo a chi se le fosse perse di analizzare in modo più completo possibile la proposta del candidato.
STRADE E VIABILITÀ: «Il Comune spende ogni anno oltre 20 milioni nella manutenzione delle sue strade e delle piste ciclabili, perché siano scorrevoli e sicure, senza buche e avvallamenti. I risultati catastrofici sono clamorosi. Mio obiettivo è rivedere radicalmente il fallimentare Global service, affinché l’impresa appaltatrice non sia pagata esageratamente ogni anno a forfait, bensì solo per i lavori compiuti e purché a regola d’arte. Altrimenti, multe pesanti e cambio d’impresa. Il mio programma si propone di realizzare piste ciclabili senza interruzioni che colleghino radialmente le tangenziali di Ravenna col centro città, la città direttamente con Marina di Ravenna e il litorale da Casalborsetti a Lido di Savio, nonché le frazioni situate sulle strade provinciali e statali col capoluogo. Tutte rispetteranno, finalmente, le larghezze, le protezioni e i raggi di curvatura dovuti. Sono pochissime le fermate dei bus certificate per il trasporto disabili. Intendiamo aumentarne significativamente il numero, in modo che le fermate e gli spazi interni ai bus siano attrezzati per tutte le disabilità. Risolveremo anche le anomalie pesanti come la fermata dell’Esp o quella per il rientro dal centro commerciale Globo in zona Darsena. Chi è gravato da difficoltà deambulatorie non deve sobbarcarsi lunghi tragitti prima di arrivare ad una fermata che lo obbliga a rifare il giro della città».
RAVENNA FESTIVAL E CULTURA: «Alle domande può rispondere solo il Pd. Su Ravenna Festival il consiglio comunale non è informato di nulla da anni, benché il sindaco sia presidente di Ravenna Manifestazioni, che lo amministra. Chi è stipendiato come direttore artistico di Ravenna Festival (altra cosa la statura artistica del festival, merito indiscutibile di Riccardo e Cristina Muti) va verso i 70 anni. Nasce da qui “la svolta”? E per volontà politica di chi, se non del partitone? Ma il problema è piuttosto quello generale della cultura, di cui è certamente attiva a Ravenna una vasta serie di istituzioni, anche di grande prestigio, che però spesso non dialogano o sono in conflitto, e le cui potenzialità si disperdono dunque largamente, pur essendo tutte più o meno, politicamente, in mano al Comune. Parlo del Mar, delle biblioteche Classense e Oriani, del Museo Classis e della Fondazione Ravenna Antica, della Fondazione Flaminia (per l’Università), del Museo del Risorgimento, di Ravenna Teatro e, ovviamente, di Ravenna Manifestazioni. I miei progetti sono, da un lato, di riformarne da capo a fondo la governance, portandola a organicità/trasparenza e liberandola da dipendenze politiche, e dall’altro di rivedere le convenzioni con l’associazionismo culturale, allo scopo di includervi le offerte che ne sono degne, rompendo i circoli chiusi che ne privilegiano altre meno meritorie.
IL CAROVITA E L’EMERGENZA CASA: «A Ravenna il diritto alla casa è riconosciuto solo alle famiglie danarose. Occorre perciò: vendere gli alloggi dell’edilizia popolare (ERP) agli affittuari in grado ormai di acquistarli, per sostenere la costruzione di nuovi edifici popolari e sfoltire così liste; riformulare i bandi di assegnazione degli alloggi ERP per consentire ai cittadini più bisognosi che pagano da sempre le tasse di avere un tetto; riattivare l’edilizia sociale (ERS), colpevolmente affossata da 15 anni, per offrire alle famiglie non indigenti, ma che non possono pagare affitti a prezzi di mercato, appartamenti con canoni agevolati; una politica di forti agevolazioni per l’acquisto della prima casa da parte delle giovani coppie, incentivando allo scopo ristrutturazioni edilizie con alloggi a loro destinati; raddoppiare almeno lo scarso finanziamento dei contributi economici rivolti a sostenere il pagamento degli affitti da parte delle famiglie povere, effettuando severi controlli incrociati per evitare gli abusi dei furbetti; promuovere forme associative per riqualificare aree in cui sottrarre piccoli lotti edificabili alla speculazione, soprattutto nel forese e nelle campagne, dove, attraverso lotti minimi su cui costruire alloggi ad uso diretto delle famiglie, si incentivino i cittadini a non abbandonare quei paesi».
I LIDI RAVENNATI: «I lidi più trascurati sono tutti. Dimostrazioni e proposte occupano 20 pagine fitte del mio programma, che chiunque può leggere su ancisisindaco.it o potrà chiederci. Più in generale, vogliamo realizzare un programma di sviluppo equilibrato di tutte le località, coniugando le esigenze dell’economia turistica con la sicurezza e la salute di abitanti e turisti. Produrremo quindi un piano degli eventi e delle iniziative che valorizzino l’intero territorio costiero, riprendendo anche il mai realizzato progetto del “Mare d’inverno”; promuoveremo la conoscenza dei luoghi storici, monumenti, musei e collezioni e dei patrimoni ambientali diffusi ovunque; potenzieremo la rete dei trasporti pubblici e realizzeremo un percorso ciclo-turistico ininterrotto da Casal Borsetti a Lido di Savio; riqualificheremo le piallasse Baiona e Piomboni, debellandone malaffare e abusi; creeremo un grande parco verde alle spalle di Lido Adriano, per ricollegare le pinete di San Vitale e di Classe, ricostituendo un cordone pinetato che da Marina di Ravenna a Lido di Dante si riconnetta alla pineta di Classe, con una passerella ciclopedonale sul Bevano. Riporteremo, laddove non presenti altre forze dell’ordine, la vigile presenza di alcune stazioni di Polizia locale».
ENERGIA E RIGASSIFICATORE: «Lo ha scritto a gennaio Ravenna&dintorni con questi titoli: “Wu Ming 1 e la crisi climatica: «In Emilia-Romagna l’economia reale è la peggiore possibile. In un sacco di posti non si doveva costruire e non dovrebbe abitarci nessuno: chi ci vive è vittima di una truffa sistemica»”, e affermando poi che: “Ravenna è ai vertici delle classifiche Ispra sul consumo di suolo. È anche un distretto dell’energia fossile e, nonostante stia subendo le conseguenze della crisi climatica, continua a investire su infrastrutture pesanti come il rigassificatore e il nuovo terminal crociere […] eppure l’ex sindaco, oggi presidente regionale, benché non goda della stima degli ambientalisti, è riuscito ad avere il supporto di liste verdi e di sinistra”. È ciò contro cui mi batto da sempre in Consiglio comunale, spesso solitariamente. È sbagliato opporre il lavoro all’ambiente e viceversa, essendo invece necessario coniugarli con equilibrio. Abbiamo eccellenti ricchezze naturali, servono scelte politiche volte alla loro tutela e valorizzazione. No a nuove lottizzazioni che consumano territorio. No a progetti che favoriscono i fenomeni della subsidenza ed erosione della costa, e in generale l’abbassamento e la cementificazione del suolo, e quindi le alluvioni»
ADOLESCENTI: «Non sono solo un problema locale gli adolescenti per cui il gruppo dei coetanei, con tutti gli sbandamenti prodotti da trasformazioni sociali tumultuose orientate verso le soddisfazioni individuali tutte e subito, può diventare un “clan dei pari” distinto o contrapposto alla famiglia, alla scuola e alle altre istituzioni educative storiche, magari per le loro manchevolezze. Il Comune non può fare da sostituto, ma deve invece collaborare e/o sostenere e incoraggiare i progetti e le iniziative capaci di coinvolgere gli adolescenti in attività di gruppo, di comunità e/o di volontariato, in cui possano coniugare la propria crescita personale col senso del bene e dei valori comuni e con la capacità armonica di fare squadra. Nel mio programma 2025-2030 (53 fitte pagine, 20 capitoli, 93 sottocapitoli), indicazioni al riguardo più stimolanti si possono riscontrare nelle parti dedicate alla rete dei servizi sociali (pubblici e privati), al diritto alla salute, al diritto alla sicurezza, alla scuola intesa come pilastro sociale, ai nostri amici animali, all’arte, alla musica e alla cultura, alla tutela dell’ambiente e del territorio, alle imprese e al lavoro, allo sport per tutti».