venerdì
18 Luglio 2025

Con “Cimitero dal vivo” si riscopre un luogo di pace, bellezza e storia

Una nuova mappa interattiva, un gioco urbano e uno spettacolo per scoprire il Cimitero Monumentale di Ravenna

Cimitero FrameLab 001Il cimitero monumentale di Ravenna, luogo di pace, bellezza e storia è un patrimonio storico e naturale che deve essere vissuto da tutti. Ed è a renderlo più vivo che mai che mira il progetto “Cimitero dal vivo”, di Panda Project, patrocinato dal Comune di Ravenna – assessorato alla Cultura.

L’obiettivo è quello di rivoluzionare il modo di percepire un luogo che merita conoscenza e attenzione grazie a una nuova mappa digitale, al gioco urbano R-Tales e a uno spettacolo dal vivo, in corso di progettazione, che unisce musica, teatro e performance, creando un’esperienza unica. Il progetto è stato realizzato grazie a Spazi Indecisi, U’Game, Sguardi in Camera e Frame Lab – UniBo. Si ringrazia Azimut.

La mappa e il gioco urbano costituiscono una serie di percorsi interattivi online che accompagnano attraverso memorie emotivo-collettive alla scoperta dei personaggi sepolti al monumentale che hanno fatto la storia della città, come Luigi Rasi e Filippo Mordani. Per un’immersione nei misteri nascosti tra le tombe e nelle meraviglie artistiche del cimitero monumentale.

Per portare a termine la sua realizzazione, poi, il progetto avrà bisogno della partecipazione dei ravennati, dei giovani, delle scolaresche che testeranno gioco e percorsi.

«Luoghi monumentali della nostra città da sempre ispirano gli artisti – dichiara l’assessore alla Cultura Fabio Sbaraglia – e stimolano progetti capaci di accendere luci diverse su spazi a cui siamo affezionati o che siamo abituati a frequentare. Panda Project, con uno sguardo particolare e un profondo e consapevole rispetto, indaga la storia del nostro cimitero monumentale attraverso un progetto che abbraccia tutto il territorio della darsena e si congiunge alle esperienze di rigenerazione urbana che la nostra città ha intrapreso negli anni».

Delia Trice di Panda Project spiega che «quello che abbiamo realizzato per il cimitero monumentale di Ravenna si pone in un’ottica di rigenerazione dell’intero quartiere Darsena e si fonda su un format innovativo per visitarlo che si avvale anche di nuovi strumenti digitali e di audio immersivi. Riteniamo che il cimitero vada valorizzato e che diventi per la comunità un luogo da vivere nella quotidianità, come già succede in altre città europee, dove dei cimiteri monumentali non si ha più “paura” e, al contrario, vengono vissuti come parchi dove leggere un libro».

Ma come funziona il gioco? Lo spiega Davide Leone di U’Game: «Lo scopo del gioco R-Tales è quello di aiutare una misteriosa anima a ritrovare sé stessa confrontandosi con quattro missioni che raccontano altrettanti avvenimenti importanti della storia della città. Si scopriranno, attraverso la defunta voce dei protagonisti, l’avventura della trafila di Giuseppe Garibaldi e le gesta di Romolo Gessi, il mistero delle ossa di Dante, il litigio tra il più importante direttore d’orchestra del tempo e Giuseppe Verdi per l’amore di un soprano».

Il progetto “Cimitero dal Vivo” vuole coinvolgere anche i ravennati nel suo sviluppo: per il test del gioco R-Tales, infatti, ci sarà bisogno della partecipazione di tanti. Si terrà nei giorni dal 21 al 23 marzo dalle 15 alle 17.30 e ci si potrà registrare scrivendo una mail a pandaproject.it@gmail.com.

Cordoglio a Faenza per il fornaio Ciani, morto facendo kitesurf

Il figlio aveva salvato 9 persone durante l’alluvione con la sua tavola

Roberto Ciani
Roberto Ciani nella foto profilo di Facebook

Cordoglio a Faenza per Roberto Ciani, il 61enne morto nella mattinata di ieri (23 febbraio) mentre faceva kitesurf al largo di Marina Romea, probabilmente per un malore.

Ciani era molto conosciuto per gestire nella città manfreda il Forno Ciani, in via Ugonia, insieme alla moglie.

Come ricorda il Corriere Romagna in edicola oggi, il figlio di Roberto, Massimo Ciani, durante l’alluvione di maggio salvò ben nove persone tra via Carboni e via Lapi con la propria tavola da surf.

Cercansi volontari per trascrivere i racconti degli anziani del paese e pubblicarli

Quarta edizione del progetto “La compagnia dei racconti” che cerca di far sentire meno soli gli anziani e conservare la memoria collettiva

AnzianiA Castel Bolognese si cercano volontari che vadano a visitare gli anziani del paese per ascoltare le loro memorie di vita e farle diventare brevi racconti da pubblicare per tramandare la memoria collettiva e combattere la solitudine. È il progetto “Compagnia dei racconti” che arriva alla quarta edizione: la presentazione è in programma il 27 febbraio alle 16 nella biblioteca comunale Luigi Dal Pane (Piazzale Poggi 6) alla presenza di chi ha partecipato negli scorsi anni, volontari raccoglitori di storie e anziani protagonisti delle scorse pubblicazioni.

È un progetto di welfare generativo che permette alle persone di conoscersi e farsi compagnia, tramandare storie di vita personali che diventano storie di comunità, un patrimonio affascinante che consente di capire meglio il presente e il futuro delle piccole comunità.

Il progetto è sostenuto dal Auser territoriale provinciale, dall’Asp della Romagna Faentina, dal Comune di Castel Bolognese e dalla Regione Emilia-Romagna, grazie al coordinamento della Consulta delle associazioni di volontariato di Faenza e alla preziosa collaborazione della Libera Università per Adulti – Faenza APS, che da quest’anno entra come partner di progetto sia nella fase di preparazione – formazione delle volontarie e volontari raccoglitori di storie sia nella fase di pubblicazione. Il progetto sarà coordinato dalla cooperativa sociale Villaggio Globale.

Chi desidera diventare volontario/a della Compagnia dei Racconti può scrivere a ericci@villaggioglobale.ra.it o chiamare il 349 – 6481710 o rivolgersi alla segreteria del Comune di Castel Bolognese 0546 – 655845.

Riqualificazione del centro culturale Le Cappuccine: via ai lavori da 440mila euro

Tetto, illuminazione e infissi. Il museo civico sarà visitabile solo su appuntamento con due giorni di anticipo

Sopralluogo Cappuccine 2Prenderanno il via martedì 27 febbraio i lavori di riqualificazione del centro culturale Le Cappuccine di Bagnacavallo, che prevedono la sistemazione del tetto della palazzina di accesso, il rifacimento dell’illuminazione del parco e interventi sul muro di cinta, nonché la sostituzione degli infissi di tutto il complesso con la realizzazione di due bussole di accesso al Museo civico e alla Biblioteca Taroni. I lavori, per un importo di 440mila euro, sono finanziati grazie alla partecipazione al Bando ministeriale per la rigenerazione urbana integrato con fondi Pnrr.

Il cantiere sarà insediato sul fronte del centro culturale, in via Vittorio Veneto 1/a. A partire dal 27 febbraio il Museo sarà perciò temporaneamente visitabile soltanto su appuntamento, scrivendo con almeno due giorni di anticipo alla mail centroculturale@comune.bagnacavallo.ra.it.

Rischio frane per la pioggia, treni fermi tra Faenza e Marradi: bus sostitutivi

Il sistema di allertamento ha segnalato il rischio di smottamenti sulla linea Faentina

Dalle 15 di oggi, 23 febbraio, la circolazione dei treni sulla linea Faenza-Marradi, nota come linea Faentina, è sospesa a causa delle piogge che potrebbero causare frane. Come noto, la tratta è stata riaperta dopo il maltempo di maggio 2023 con un particolare sistema di allertamento per la previsione di possibili fenomeni franosi indotti da piogge lungo l’infrastruttura ferroviaria.

Il sistema elaborato in collaborazione con il Cnr Irpi, uno dei più importanti centri di competenza del Dipartimento della Protezione Civile, permette di sospendere preventivamente la circolazione ferroviaria evitando potenziali stop dei treni in linea e attivare con tempestività un servizio di mobilità alternativo. Infatti, come da procedura concordata con le imprese di trasporto e le Regioni Toscana ed Emilia-Romagna, i collegamenti su quel tratto di linea sono al momento effettuati con autobus. La riattivazione del servizio è prevista ad allarme rientrato e dopo i controlli all’infrastruttura da parte dei tecnici di Rfi.

Ritrovato un centinaio di proiettili di mortaio, chiuso un tratto di via Spallazzi

Gli ordini sono stati ritrovati nei pressi del camping Adria, in corso la bonifica che dovrebbe concludersi il 24 febbraio

In seguito al ritrovamento di oltre un centinaio di ordigni bellici (proiettili di mortaio) nei pressi del camping Adria a Casalborsetti, la prefettura e il Comune di Ravenna hanno disposto la chiusura del tratto di via Spallazzi tra via delle Orchidee e via della Cooperazione (ingresso poligono militare) per consentire le operazioni di bonifica da parte degli artificieri dell’ottavo Reggimento Guastatori Folgore. Le operazioni dovrebbero concludersi nella giornata di domani, sabato 24 febbraio, salvo imprevisti determinati dal maltempo. La prefettura ha disposto inoltre la sorveglianza della zona da parte delle forze dell’ordine fino al termine delle operazioni.

«Contro i disturbi alimentari servono formazione ai medici di base e prevenzione»

La dottoressa Daniela Santini è volontaria dell’associazione “Sulle ali delle menti” che supporta genitori e pazienti nel percorso di cura attraverso gruppi di auto-aiuto e laboratori creativi

Sulle Ali Delle Menti

La dottoressa Daniela Santini, medico nutrizionista in pensione, nel 1997 ha contribuito a fondare assieme alla collega Marinella Di Stani (che abbiamo intervistato qui) l’attuale Centro per Disturbi del Comportamento Alimentare (Dca) di Ravenna e attualmente opera come volontaria dell’associazione “Sulle ali delle menti”, formata da persone che hanno sofferto di disturbi e dai loro familiari.

Dottoressa Santini, in che cosa consistono i Dca?

«I disturbi del comportamento alimentare sono disturbi psichiatrici che hanno un importante risvolto sulla salute fisica. Sono disturbi multifattoriali, le cause possono essere genetiche ma anche legate alla personalità o a fattori esterni. Il nucleo fondamentale che li accomuna tutti – anoressia nervosa, bulimia nervosa e binge eating disorder – è un’eccessiva importanza attribuita alle forme e al peso del corpo, con diverse caratteristiche e esiti per ciascuno di essi. È necessario che vengano presi in carico da un’equipe che comprende un medico psichiatra, uno psicologo, un medico nutrizionista e un dietista. Poi ci sono altre figure importanti come l’educatore e lo psicologo per la famiglia».

Un allenamento fisico troppo intenso o una dieta fai da te possono essere fattori di rischio nell’insorgenza dei Dca?

«In generale, sono considerati “ambienti a rischio” tutte quelle attività sportive o artistiche nelle quali il controllo del peso è ritenuto fondamentale. In presenza di fattori predisponenti, l’insorgenza di un Dca è possibile. A tal proposito, è necessario formare gli allenatori affinché non insistano sul problema del peso. Tra i maschi in particolare un disturbo meno noto ma presente è la vigoressia, in cui l’ossessione non si manifesta nei confronti del peso ma della muscolatura. Questo porta a un esercizio fisico intenso ed esagerato in modo pervasivo durante la giornata, all’assunzione di quantità eccessive di proteine o all’adozione di un’alimentazione sregolata fino ad arrivare all’assunzione di integratori ormonali».

Mi parli dell’associazione. Quando è stata fondata e quali sono i suoi obiettivi?

«L’associazione è stata fondata nel 1999 a Parma, mentre a Ravenna, Faenza e Lugo è nata nel 2010. Il suo scopo è quello di aiutare le famiglie o le persone che si trovano all’inizio di questo percorso e che non sanno come muoversi, a chi chiedere aiuto. Adesso la situazione è leggermente cambiata, ma dieci o quindici anni fa le persone non sapevano dove andare e così si perdeva del tempo prezioso. L’associazione ha avuto sin dall’inizio il compito di sensibilizzare la popolazione, far conoscere questo problema e illustrare i vari percorsi possibili».

Di cosa vi occupate nello specifico?

«In primo luogo, organizziamo i gruppi di auto-aiuto per i genitori delle ragazze e dei ragazzi con Dca, che sono condotti da una psicologa dell’associazione e da un genitore che ha avuto una esperienza in famiglia ed è stato formato alla conduzione di questi gruppi. La sua testimonianza motiva e rassicura i genitori con la credibilità di chi è già passato attraverso le stesse difficoltà e ha avuto dei dubbi sull’efficacia del percorso intrapreso. Come riconosciuto dalle linee guida del ministero, infatti, i genitori fanno parte a tutti gli effetti dell’equipe curante perché sono a contatto con la persona sofferente 24 ore su 24. Devono sapere come comportarsi, come non perdere la pazienza e come tutelare la loro salute mentale mentre si impegnano ad assistere il proprio figlio o figlia. Parallelamente, ci anche i corsi organizzati dall’Ausl, che sono basati sul metodo Maudsley e insegnano a genitori, caregiver o insegnanti come aiutare la persona a seguire la cura, a mangiare quello che viene prescritto, a supportarla in ogni aspetto della giornata. Questi però hanno una durata limitata. L’associazione interviene sia in una fase iniziale del percorso, anche tramite il numero verde, sia in una fase successiva, accogliendo al proprio interno i genitori di pazienti che vogliono continuare a mantenersi informati e a sentirsi supportati. C’è poi un gruppo di sostegno per le persone con obesità e disturbo d’abbuffata o alimentazione emotiva, sempre presieduto da una psicologa».

Attualmente siete impegnati nel progetto Creattivamente. Di cosa si tratta?

«La premessa è che durante la pandemia c’è stata un’esplosione di casi di Dca, con un abbassamento importante dell’età di esordio. Questo ha portato a un aumento dei ricoveri in pediatria, con tre o quattro pazienti in reparto quando di solito ce n’è al massimo uno. Le ragazzine allora facevano la didattica a distanza ma avevano lunghissime giornate vuote perché non potevano vedere nessuno; quindi, abbiamo iniziato a organizzare dei laboratori creativi per far passare loro il tempo, impegnandole nella realizzazione di decorazioni natalizie e pasquali e tante altre cose. Ancora oggi, due volontarie si recano ogni venerdì in reparto. Dal momento che l’attività è piaciuta molto, abbiamo deciso di estenderla anche alle pazienti non ricoverate. I laboratori avvengono una volta ogni 15 giorni a Ravenna e tutte le settimane a Faenza. Le ragazze della Pediatria hanno anche seguito un laboratorio di scrittura da cui è risultato un un libretto di racconti molto bello che noi, come associazione, abbiamo aiutato a pubblicare. Qualsiasi tipo di creatività aiuta a liberare la mente e in un momento successivo anche a rielaborare le proprie emozioni e i propri pensieri».

Ci sono altri progetti in cantiere?

«Il 15 marzo, in occasione della Giornata nazionale dei disturbi alimentari, esporremo i lavori dei laboratori nella vetrina in piazza del Popolo vicino all’edicola, assieme alle opere artistiche di due ragazze seguite dall’ambulatorio, una scultura e un dipinto. Inoltre, l’8 marzo a Fusignano e il 30 marzo al Rasi la compagnia Shadre Dance Family metterà in scena uno spettacolo dal titolo “Prima di aprire bocca, non ti vedi” che racconta tre storie di disturbi alimentari».

Di recente si è parlato molto della decisione del governo di tagliare i fondi destinati a curare i Dca, fondi che paiono essere stati parzialmente reintrodotti. Pensa che quello che si sta facendo in Italia per i Dca sia sufficiente? Cosa si potrebbe fare di più?

«Bisognerebbe garantire dappertutto lo stesso livello di cure, e questo purtroppo non succede. Ci sono Ausl che non han- no ambulatori organizzati o competenze adeguate, e le risorse non sono mai abbastanza. Non parlo per Ravenna, perché qui le risorse ci sono: sono stati colmati tutti gli organici degli psicologi, è stato assunto anche un educatore. In generale, però, bisogna fare una formazione massiccia e costante ai medici di base, perché devono essere loro a cogliere i sintomi e a indirizzare subito la diagnosi. Per quel che riguarda la prevenzione, a Ravenna l’Ausl organizza dei progetti di formazione e sensibilizzazione rivolti agli insegnanti scolastici. Parlare direttamente agli adolescenti non serve, pare anzi che sia controproducente. Bisogna prima aiutare gli insegnanti, e i ragazzi di conseguenza, ad avere un pensiero critico e a riflettere su concetti come la corporeità e la bellezza».

Per contattare l’associazione è possibile rivolgersi al 370 3161305 (Filo Diretto) o al 800 604 664 (Numero Verde).
Sito web: www.sullealidellementiravenna.org.

Chiama il 112 dopo calci e pugni presi dal marito e l’uomo viene arrestato

Dopo l’ennesimo episodio di violenza subita dal marito, una donna ha deciso di chiamare i carabinieri che sono intervenuti nell’abitazione

Al culmine di una lite per futili motivi ha preso calci e pugni dal marito e non era la prima volta che subiva violenze e vessazioni ma questa volta ha chiamato il 112 e l’uomo è stato arrestato. È successo ieri, 22 febbraio, a Lugo. In manette un 33enne straniero con le accuse di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e minacce. La donna è stata medicata al pronto soccorso con una prognosi di 10 giorni.

I militari della stazione locale, supportati da quelli del nucleo operativo radiomobile della compagnia, sono intervenuti nell’abitazione della coppia dopo la chiamata alla centrale operativa. Dallo stato dei luoghi, dalle ferite riportate dalla vittima e dalle dichiarazioni raccolte dalla stessa e da un’altra donna presente in casa, la dinamica dei fatti è sembrata chiara. Dal racconto della donna sono emersi altri episodi di violenza e vessazioni che la donna avrebbe subito anche nel recente passato.

Un uomo è morto in mare mentre faceva kitesurf, inutili i soccorsi dei conoscenti

Un sessantenne nelle acque tra Marina Romea e Porto Corsini con tavola da surf e vela spinta dal vento: recuperato da altri sportivi e affidato al 118 a riva

1Un uomo di sessant’anni è morto nella tarda mattinata di oggi, 23 febbraio, mentre faceva kitesurf in mare nelle acque antistanti la costa di Ravenna nel tratto tra Marina Romea e Porto Corsini. Secondo le informazioni al momento disponibili l’uomo viveva a Faenza. Sul corpo non sono presenti segni di violenza e l’ipotesi ritenuta più plausibile è che sia stato colto da un malore. Sull’episodio indaga la guardia costiera: l’uomo era senza documenti e si sta lavorando per stabilire l’identità esatta partendo dalle testimonianze di altri conoscenti in acqua nello stesso momento.

Verso le 11.30, infatti, diverse persone stavano sfruttando le condizioni meteo favorevoli al kitesurf (in piedi su una tavola da surf si viene trainati da una vela manovrata con una barra). Sono stati proprio altri kiter ad accorgersi che la vela dell’uomo si era sganciata mentre si trovava a circa 500 metri dalla riva: il sessantenne è stato trovato riverso in acqua e portato sulla battigia all’altezza del bagno Marisa dove è arrivato il 118 per le manovre di soccorso ma non c’è stato nulla da fare. L’auto dell’uomo era parcheggiata nei pressi del bagno Tarifa a Porto Corsini da dove era entrato in acqua.

In darsena contro il traffico di armi al porto di Ravenna – FOTO

Tra i manifestanti: «Senza se con la resistenza palestinese contro la guerra di Israele»

In darsena a Ravenna, questa mattina, contro il traffico d’armi al porto. Diversi i comitati e i movimenti (in opposizione alle guerre e in particolare a quella in Palestina) che stanno organizzando le manifestazioni, una anche sempre oggi (23 febbraio) alle 16 alla rotonda circonvallazione Piazza d’Armi, prima di quella nazionale in programma domani a Milano.

Tra i promotori, in particolare, Potere al Popolo, che sui social scrive: «Senza se e senza ma continuiamo a sostenere la resistenza palestinese contro la guerra genocida di Israele. Continuiamo a boicottare Israele, nel porto di Ravenna e in tutti i prodotti legati alla guerra e all’economia israeliana».

Sempre oggi è in programma un incontro pubblico sul tema e un corteo.

Le foto sono di Massimo Argnani.

L’incredibile storia di “Rita dagli occhi neri” nel nuovo libro di Ilaria Cerioli

Protagonista è Enrica Barbieri, giovane donna di Villanova di Bagnacavallo che uccise l’uomo che l’aveva sedotta, messa incinta e poi abbandonata

Ilaria Cerioli
Ilaria Cerioli

Rita dagli occhi neri, protagonista del nuovo romanzo di Ilaria Cerioli (edito da Affiori) è in effetti Rita Barbieri, anzi Enrica Barbieri detta Rita, personaggio storico vissuto tra ‘800 e ‘900 a Villanova di Bagnacavallo e divenuta allora, suo malgrado, una celebrità. La sua incredibile storia era già stata raccontata da Saturno Carnoli e Guido Pasi nel 2013 in un libro da cui Cerioli, nella postfazione, dice di aver attinto per dare voce e corpo alla sua Rita.

CopertinaRITACon una scansione da libretto d’opera, la scrittrice ravennate in meno di cento pagine ci fa entrare nella mente della giovane donna che uccise l’uomo che l’aveva sedotta, messa incinta e poi abbandonata, tradendo ogni promessa e cercando anzi di far ricadere su di lei le colpe. Dopo anni di angherie, dopo aver visto morire la figlioletta appena nata, Rita Barbieri aspettò l’uomo fuori dalla chiesa e lo accoltellò. Come questo non bastasse a farla passare alla storia, in tribunale fu assolta perché le fu riconosciuta una “legittima difesa” dai soprusi che l’uomo non le aveva risparmiato. Una vicenda che ebbe grande eco mediatica e che catapultò una semplice ragazza di Villanova sul palcoscenico della Storia. Ma Cerioli non la trasforma in un’eroina fuori dal tempo, in una sorta di femminista ante-litteram, riesce invece a farci sentire il mix di desiderio di amore e insieme di rispetto, di frustrazione e desiderio di vendetta che mosse la giovane in un affresco che non tradisce l’epoca, i costumi, i modi di pensare delle campagne ravennati di allora.

Senza mitizzazioni, senza nostalgie ma con una vicinanza sentimentale e una lingua che mescola nella prosa espressioni gergali e popolari, Cerioli ci racconta una storia incredibile che pure è successa e che può essere interpretata in molti modi. Di sicuro è il riscatto di una giovane che rifiuta di essere additata dalla società come colpevole quando è invece vittima; ma allo stesso tempo è la storia di una donna colpevole di omicidio che in tribunale viene considerata vittima.

Cerioli scrive poche pagine, tutte o quasi incentrate sulla protagonista, dove le famiglie e il resto del paese fanno quasi da coro, distaccato e lontano, e anche l’uomo che sarà ucciso non ha, se non in un breve sprazzo prima della morte, uno spazio davvero autonomo. Del resto è lei che ci interessa e di cui, a questo punto, vorremmo sapere anche molto altro. Perché l’incredibile vicenda di Rita Barbieri, come ci ricorda Cerioli sempre nella postfazione, è lungi dal chiudersi a Villanova di Bagnacallo. La sua vita infatti la portò poco dopo il delitto fino in Texas e poi in California dove morì all’età di 78 anni. Ecco, a questo punto la speranza è che l’autrice decida di raccontarci anche gli altri capitoli.

Intanto, sabato 24 febbraio alle 16.30 alla Domus dei Tappeti di pietra è in programma la prima presentazione ravennate del libro. Dialogheranno con Cerioli la direttrice di RavennAntica Francesca Masi e lo storico Paolo Cavassini che per primo ha offerto all’autrice lo spunto per il libro. Il 29 febbraio invece l’appuntamento è al Caffé letterario di via Diaz alle 18 con Stefano Bon e Francesca Viola Mazzoni.

A scuola di cinema al Mariani con il critico Roy Menarini. Si parla di generi

Roy Menarini

Il critico cinematografico Roy Menarini torna a Ravenna per proporre un’altra lezione di cinema. L’appuntamento è al cinema Mariani di via Ponte Marino domani, sabato 24 febbraio, alle 10,30.

Menarini si concentrerà su “I generi cinematografici” proponendo una lezione anche per immagini, riprendendo i film che hanno fatto la storia della settima arte.

«I generi cinematografici sempre sono esistiti e sempre esisteranno – spiega Menarini -. Impropriamente messi in opposizione al cinema d’autore, offrono in verità mondi narrativi, regole interne e personaggi
tipici che dialogano con il pubblico attraverso potenti archetipi. Il cinema di genere è anche un sismografo del presente, oltre che un divertimento per lo spettatore. Una guida ai principali generi consentirà di apprezzarne codici e rappresentazioni».

La lezione si terrà dalle 10,30 alle 13. Ingresso 10 euro.

Info e prenotazioni su www.cinemaincentro.com o ai numeri 0546-22367 (mattino) o 0544-37148 (sera).

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