venerdì
18 Luglio 2025

In centinaia a Cervia alla presentazione della candidatura a sindaco di Missiroli

Al Magazzino del Sale il centrosinistra ha aperto la campagna elettorale. Tra le prime idee, la riqualificazione delle colonie

Foto Uno ComunicatoLunedì 19 febbraio, in un Magazzino del Sale Torre gremito di centinaia di persone, Mattia Missiroli ha presentato pubblicamente la sua candidatura per il centrosinistra a sindaco della città di Cervia per le prossime elezioni amministrative dell’8 e 9 giugno.

Diverse le idee forti lanciata già in questa prima occasione da Missiroli: «riqualificazione delle colonie e la demolizione della colonia Varese, mantenendone il valore storico testimoniale; collegamento del Parco urbano, da progettare esecutivamente e l’area pubblica recentemente acquisita dell’ex garage Europa, a Milano Marittima, con l’obiettivo di rafforzare Cervia come città dello sport; valorizzazione dell’asse saline- porto, due porte principali di Cervia con elemento di collegamento l’acqua, il porto canale, passando dal centro storico, da riqualificare per essere testimonianza forte della città di fondazione».

Sull’urbanistica, chiara l’affermazione di non consumare suolo, bensì puntare sulla rigenerazione urbana creando le condizioni per realizzare alloggi per giovani coppie e fasce economicamente deboli.

A Faenza due cantieri per due ponti. Nasce una rotatoria tra le vie Lapi e Renaccio

Manutenzione straordinaria al Ponte delle Grazie danneggiato dagli allagamenti, mentre proseguono i lavori per il Bailey

LavoriPGrazie

Proseguono i lavori preparatori per la posa del ponte Bailey che consentirà il collegamento veicolare tra via Renaccio e il Borgo di Faenza. Dopo il cantiere allestito nei giorni scorsi in piazza Lanzoni, la ditta incaricata, dalla prossima settimana, partirà con l’intervento per la realizzazione della rotatoria tra via Lapi e via Renaccio, che consentirà la gestione dei flussi del traffico veicolare dopo la realizzazione del ponte Bailey. I lavori non comporteranno la chiusura delle strade anche se potrebbero verificarsi disagi temporanei dovuti al can-tiere.

L’amministrazione ha deciso di rendere permanente l’opera di modifica alla viabilità, così da aumentare la sicurezza stradale nell’intersezione di via Lapi e via Renaccio.

Nel frattempo, sono iniziati i lavori di manutenzione straordinaria del Ponte delle Grazie che, durante le alluvioni di maggio 2023, è stato quasi completamente sommerso dalle acque, cosa che ha fortemente sollecitato le travi dell’impalcato.

Nei giorni scorsi è stato allestito il ponteggio sospeso sotto l’impalcato per consentire agli operai della ditta incaricata dell’intervento le lavorazioni per il ripristino delle travi; nello specifico si eseguirà un intervento di rinforzo delle travi ‘tampone’ con l’inserimento di nuove staffe in acciaio per cemento armato, oltre il ripristino della sezione resistente. L’intervento, ritenuto urgente e finanziato attraverso l’Ordinanza 13/2023 della Struttura commissariale, consentirà di poter riaprire al traffico veicolare, comunque a carico limitato e in un solo senso di marcia, il Ponte delle Grazie.

L’intento dell’amministrazione – si legge in una nota del Comune – sarà quello di far procedere di pari passo i lavori per consentire la riapertura del Ponte delle Grazie con quelli che si stanno svolgendo per la posa del ponte Bailey, così da tenere allineate il più possibile le tempistiche dei due cantieri.

Le immagini dell’alluvione raccolte in una mostra del fotografo Luigi Tazzari

Gli scatti, tratti dal libro “Romagna Mia… Per non dimenticare” resteranno in esposizione fino al 10 marzo

Faenza (RA)

Il centro sociale “Le Rose” (via S.Alberto 73) ospiterà fino al 10 marzo la mostra fotografica “Romagna Mia… Per non dimenticare”, un’esposizione delle immagini delle alluvioni dello scorso maggio tratte dall’omonimo libro fotografico di Luigi Tazzari. L’inaugurazione è prevista per mercoledì 21 febbraio, ore 14.30, alla presenza dell’autore ravennate.

L’iniziativa, voluta dal centro sociale e organizzata con il supporto del proprio Circolo fotografico, vuole essere un’ occasione di riflessioni e testimonianze dedicate a chi ha sofferto e a quanti si sono prodigati in aiuto della comunità durante la disastrosa alluvione del maggio scorso. Dopo l’inaugurazione, seguirà un breve convegno dove, oltre alle parole del sindaco e del prefetto, sono previsti i contributi del presidente del centro “Le Rose” Idio Antonelli, il fotografo Luigi Tazzari, il presidente della Cab-TerRa Fabrizio Galavotti, il volontario “angelo del fango” Stanislav Khutrin.

Saranno proiettati due filmati, uno prodotto dalla Prefettura ed una dalla Legacoop. L’occasione sarà anche la degna sede per valorizzare l’impegno e la sensibilità degli oltre 700 soci del centro sociale, che hanno fornito un contributo di 30.000 euro alle famiglie di alcuni soci alluvionati, ai centri sociali Ancescao del territorio danneggiati e alla raccolta fondi indetta dal Comune di Ravenna.

Dall’anoressia al “Binge eating”: come mi sono trasformata nel mio peggior incubo

Pubblichiamo una sorta di diario di una ragazza che ci ha voluto raccontare il proprio rapporto con i disturbi del comportamento alimentare. Con l’obiettivo di mettere in guardia altre ragazze come lei e i loro famigliari.

Capitolo 1: L’inizio

È iniziato tutto con una dieta. Avevo tredici anni e mezzo e frequentavo il terzo anno di scuole medie. Non occorre che descriva quel periodo: chiunque abbia vissuto l’adolescenza ne conosce i dispiaceri e le complessità. Io ne ho attraversato ogni aspetto, dal bullismo “soft” – quello che non agisce con il corpo ma con le parole – ai crudeli amori non corrisposti, con un’autostima già fragile e uno strato superiore della pelle non ancora inspessito dall’esperienza.

Sono cresciuta negli anni Duemila, gli anni di Twilight e dei jeans a vita bassa. Sono nata e cresciuta con l’idea che la bellezza – un certo tipo di bellezza, oggettiva e incontestabile – sia un valore, e che chi ne è privo meriti tutta la commiserazione del mondo. Soprattutto, sono cresciuta con l’idea, amplificata da pubblicità e passerelle, che magro è bello. Che se l’osso sporge e le cosce non si sfiorano tra loro, puoi ritenerti all’altezza di un certo standard. Diversamente, o ti condanni all’infelicità e al biasimo sociale, o fai qualcosa per rimediare. Perché essere grassi dà fastidio, e non solo alla tua immagine riflessa allo specchio. Dà fastidio anche agli altri.

Mi è sempre piaciuto mangiare. A soli tre anni rubavo il cotechino dai vassoi durante le feste in casa. Amavo il cibo, amavo la convivialità, amavo il senso di pienezza e calore di uno stomaco sazio e appagato. A un certo punto, evidentemente, ho smesso di amarlo.

Durante la primavera del 2010 cominciai a fare i conti con la mia inadeguatezza fisica. Pesavo 56 kg per 163 cm di altezza. Nei lunghi pomeriggi dopo la scuola, davanti alla tv e ai libri di testo, mangiavo tanti gelati e merendine. Lo facevo lontano dagli occhi degli altri, dato che passavo molto tempo da sola. A ripensarci adesso, era una situazione abbastanza normale per una ragazza della mia età. Ero golosa; tanti miei coetanei, allora, non si curavano delle calorie che ingerivano.

Io però decisi che dovevo darmi una regolata, dovevo cambiare. Ricordo che un giorno andai a scuola con un tristissimo pacchetto di cracker per merenda. Mi pesò tantissimo.

Da lì scattò qualcosa nella mia testa. Iniziai ad andare a correre e a perdere peso, prima lentamente poi sempre più rapidamente. Nel mio cervello deve essersi formata una strana equazione per cui meno cibo più allenamento uguale bellezza. E la bellezza, o per meglio dire la perfezione (soprattutto fisica, ma non solo) era tutto.

Camminavo per strada e cercavo ossessivamente la mia immagine riflessa nelle vetrine dei negozi. Mi chiudevo in camera a fare gli addominali senza tappetino e la schiena a contatto con la rigidità del parquet mi provocava lividi lun- go la spina dorsale. Scattavo fotografie ravvicinate dei miei denti e del mio naso per controllarne la forma e le irregolarità. Mi guardavo e mi ripetevo che facevo schifo.

Mi odiavo. E odiavo madre natura per avermi fatta in quel modo. Persi 8 chili in due mesi.
Iniziai a rifiutare categorie di cibo specifiche: prima i dolci, la pasta, il pane, poi il formaggio, la carne, i salumi. Alla fine, mi nutrivo di insalata scondita e poco altro. Riducevo al minimo le porzioni, conoscevo a memoria le calorie di moltissimi alimenti. Avevo il controllo, mi sentivo padrona del mio corpo, regina della mia volontà, più forte della mia stessa fame. In rotta verso l’autodistruzione.

Capitolo 2: La lotta silenziosa

Non è durata molto. Sono stata scoperta quasi subito.

Il percorso con i Disturbi del Comportamento Alimentare è iniziato ad agosto 2010 con una diagnosi di anoressia nervosa e la prescrizione di mangiare 100 grammi di cous cous.

Dato che ero minorenne, sono stati i miei genitori a decidere di portarmi dai medici per curarmi. All’inizio non ne volevo sapere, naturalmente. Avevo finalmente acquisito un potere sul mio corpo, non avevo fatto tanta fatica solo per vedermela portare via da estranei che mi dicevano cosa e quanto mangiare. Ma sapevo di avere un problema, e la resistenza che opponevo contrastava con il mio istinto di sopravvivenza.

All’improvviso mi sono ritrovata all’interno di un sistema di supporto ben strutturato. Ovunque mi girassi c’era una visita medica ad aspettarmi. Ho imparato a distinguere la psichiatra dalla psicologa, la dietologa dalla dietista. Agivano in equipe, come i fantastici quattro (le fantastiche, tutte donne).

L’inizio degli studi al liceo classico è coinciso con la mia presa in carico al Cmp di Ravenna. Mi ricordo molto poco di quegli anni, a parte le sedute di terapia e le temutissime pesate sulla bilancia.

È stata dura. Non ho mai vomitato e non sono stata ricoverata. Ho continuato a vivere la mia vita apparentemente normale con un piccolo mostriciattolo nella testa che rendeva grigie le mie giornate e pieni di ansia e paura i momenti che un’adolescente dovrebbe vivere con serenità e spensieratezza. I compleanni, la pizza con gli amici, il Natale con i parenti. Il disturbo alimentare ti toglie quella gioia lì, la gioia dello stare insieme. In più, ero sempre stanca e frustrata perché mi ammazzavo di studio. Ero una perfezionista, prendevo tutti nove e dieci a scapito della quiete familiare, dell’equilibrio psicologico, del rapporto con il mio ragazzo, delle uscite in discoteca con le amiche. Piangevo sempre, avevo perso la luce negli occhi. La psichiatra diede un nome alla mia profonda tristezza: depressione maggiore.

Gli anni del liceo sono passati così, con momenti belli e momenti molto brutti. A poco a poco ho ripreso a fare l’attività fisica che mi era stata proibita e a riabituarmi al gusto strepitoso del pane (ma quanto è buono il pane?). È stata una cosa graduale, complicata, sofferta. A volte fingevo di masticare e poi sputavo il cibo nel fazzoletto. A volte nascondevo tocchetti di formaggio nelle tasche dei pantaloni e poi me ne liberavo alla prima occasione. Durante le cene mi chiudevo in bagno per controllare che la mia pancia non fosse cresciuta a dismisura dopo il pasto. È stata una dura lotta: con mia madre, con la mia dietista, con la mia stessa mente. Facevo soffrire le persone che amavo e a una parte di me non importava, importava solo essere magri.

La psicoterapia, insieme a tutto il resto, mi ha salvato. Ho iniziato a liberarmi di un po’ di macigni, cercando di andare alla radice del male non per estirparlo ma per guardarlo in faccia e renderlo più piccolo, gestibile. Per conoscerlo. Così ha cominciato a farmi sempre meno paura; il disturbo alimentare, dopotutto, era un sintomo, non il vero problema.

A diciotto anni ho ripreso a stare discretamente bene, pur con una certa attenzione a non esagerare mai, con il freno a mano sempre tirato.

Nel giro di un paio d’anni mi sarei trasformata nel mio peggiore incubo.

Capitolo 3: La ribellione dello stomaco

Durante il primo anno di un’università sbagliata ho preso 30 kg. Dopo le lezioni mi abbuffavo di tutto quello che mi ero preclusa in precedenza, ero in piena modalità “mo’ ce ripigliamm’ tutt’ chell che è ‘o nuost”. Andavo al supermercato più vicino nella mia casa in affitto a Bologna, compravo esclusivamente dolci al cioccolato e una volta tornata in camera mia li mangiavo nel giro di dieci minuti, in uno stato di trance. Poi rimaneva tutto dentro, insieme al senso di nausea e di disgusto per me stessa.

Si chiama Binge eating disorder. Io pensavo di essere ingorda, incapace di darmi una regolata, di essere sciatta, una nullità. Invece ero semplicemente malata.

Non studiavo più. Mi ero diplomata con 100 e lode e non stavo facendo niente della mia vita a parte riempirla di cibo, cercando di placare il dolore aggiungendo strati di adipe. Faticavo a fare tutto, dal camminare al pensare. Sono andata avanti così per due anni.

Nel 2017 sono tornata a casa, a Ravenna. Sono ripartita da zero. Sedute di psicoterapia, gruppi di sostegno per persone nella mia stessa situazione, una nuova università. Senza strafare, senza pretendere risultati impossibili. Con i miei tempi, ascoltando le necessità.
E così ho iniziato a stare meglio.

Mi sono laureata, poi mi sono iscritta nuovamente all’università e ho preso una seconda laurea. Sono andata avanti.

Capitolo 4: Comunque andare, a modo mio

Oggi ho ventisette anni. Il mio rapporto con il cibo è tutto sommato sereno. Fisicamente sono tornata a essere quella bambina di quattordici anni né troppo magra né “in carne”. Giusta, direi. Giusta per me, anche se ogni primavera, quando la temperatura sale e gli strati di vestiti diminuiscono, mi cruccio ancora per quel rotolino in più lì e per quelle smagliature là. Però cosa posso dire?
Viviamo in una società complessa. Ogni persona della mia vita ha un rapporto complicato con l’alimentazione: o mangia troppo, o mangia troppo poco, o si allena eccessivamente, o non si allena per niente. C’è chi non mangia carboidrati, c’è chi beve troppo alcool, c’è chi pensa che la frutta a fine pasto faccia male, c’è chi va avanti a proteine e barrette energetiche.

Io non so se ho trovato un giusto posizionamento in questa varietà di abitudini e stili di vita. Sono ancora molto goffa, ogni tanto arranco. Ci provo, cerco di imparare dagli errori del passato, ricordandomi che la cosa più importante non è non cadere mai, ma sapersi rialzare con la consapevolezza del perché si è caduti, e poi ripartire.

Vi consegno queste pagine di diario con la speranza di creare un posto sicuro di condivisione, forza e resilienza. Non siamo mai soli.

A chi soffre, l’augurio di uscirne presto. A genitori e amici, l’invito a stargli vicino. A tutti gli altri: siate gentili. Dio solo sa quanto questo mondo abbia bisogno d’amore.

Un’ex paziente

Lavori sulla Bologna-Ravenna-Rimini, modifiche nella circolazione ferroviaria

Investimento da 1,4 milioni di Rfi per riportare la linea ai livelli di affidabilità pre-alluvione

Ferrovia Treni Binari

A partire dall’ultimo fine settimana di febbraio, Rete Ferroviaria Italiana (società capofila del polo infrastrutture del Gruppo Fs Italiane) effettuerà lavori di manutenzione all’infrastruttura ferroviaria sulla linea Bologna-Ravenna-Rimini.

Dalle 23.30 di venerdì 23 alle 4 di lunedì 26 febbraio il cantiere sarà operativo fra Castel Bolognese e Russi. L’intervento rientra nel piano di attività necessarie per riportare la linea ai livelli di affidabilità pre-alluvione. I lavori in programma nel week end interesseranno due piccoli ponti funzionali a una efficace regimentazione delle acque. Sarà pertanto necessaria la temporanea rimozione del binario e della massicciata e la conseguente sospensione della circolazione dei treni. L’attività sarà svolta da tecnici di Rfi e di due imprese appaltartici, coadiuvati da mezzi d’opera.

Dalle 23.30 di domenica 25 febbraio alle 3.30 di sabato 16 marzo Rfi sostituirà i deviatoi della stazione di Igea Marina. La sostituzione degli scambi – che consentono l’ingresso, l’uscita e gli incroci dei convogli nelle stazioni – porterà vantaggi in termini di affidabilità dell’infrastruttura. Durante i lavori il binario uno della stazione di Igea marina sarà fuori servizio.

L’investimento complessivo di Rfi per i due interventi è di oltre 1 milione e 400 mila euro.

Per consentire gli interventi di manutenzione sulla linea a cura del gestore dell’infrastruttura, i treni regionali subiranno le seguenti modifiche. Sabato 24 e domenica 25 febbraio i treni regionali fra Bologna e Ravenna (e viceversa) seguiranno il percorso via Faenza. Previsto un servizio di autobus fra Castel Bolognese e Russi.

Da lunedì 26 febbraio a venerdì 15 marzo sono previste modifiche di orario nella tratta Ravenna-Rimini, alcuni treni fra Bologna e Rimini via Ravenna (e viceversa) saranno limitati nella stazione di Cesenatico e sarà attivo un servizio di autobus tra Cesenatico e Rimini.

Ambra Angiolini è Oliva Denaro all’Alighieri

Il lavoro prende le mosse da una storia vera

OlivaLa Stagione dei Teatri prosegue al teatro Alighieri con Oliva Denaro, lo spettacolo tratto dall’omonimo testo di Viola Ardone e interpretato da Ambra Angiolini, che andrà in scena da giovedì 22 a domenica 25 febbraio (ore 21, domenica ore 15:30).

C’è una storia vera, e c’è un romanzo. La storia vera è quella di Franca Viola, la ragazza siciliana che a metà degli anni ’60 fu la prima, dopo aver subito violenza, a rifiutare il cosiddetto “matrimonio riparatore”. Il romanzo prende spunto da quella vicenda, la evoca e la ricostruisce, reinventando il reale nell’ordine magico del racconto. All’inizio Oliva è una quindicenne che nell’Italia di quegli anni, dove la legge stabiliva che se l’autore del reato di violenza carnale avesse poi sposato la “parte offesa” avrebbe automaticamente estinto la condanna (anche se ai danni di una minorenne), cerca il suo posto nel mondo. E, in un universo che sostiene che “la femmina è una brocca, chi la rompe se la piglia”, Oliva ci narra, ormai adulta, la sua storia a ritroso, da quando ragazzina si affaccia alla vita fino al momento in cui, con una decisione che suscita scandalo e stupore soprattutto perché inedita e rivoluzionaria, rifiuta la classica “paciata” e dice no alla violenza e al sopruso.

Una storia di crescita e di emancipazione che scandaglia le contraddizioni dell’amore (tra padri e figlie, tra madri e figlie) e si insinua tra le ambiguità del desiderio, che lusinga e spaventa. Ma Oliva, proprio come Franca Viola, decide di essere protagonista delle proprie scelte, circondata da una famiglia che impara con lei e grazie a lei a superare ricatti, stereotipi e convenzioni. Un padre che frequenta il silenzio e il dubbio, ma che riuscirà a dire alla figlia “se tu inciampi io ti sorreggo”, e una madre che, dapprima più propensa a piegarsi alla prepotenza e al fatalismo, riuscirà infine a spezzare le catene della sottomissione e della vergogna.

Grazie alla scrittura limpida, poetica, teatralissima e immaginifica di Viola Ardone, Oliva Denaro diventa così la storia di tutte le donne che ancora oggi pensano e temono di non avere scelta, costrette da una legge arcaica e indecente (lo stupro fino al 1981 era considerato solo oltraggio alla morale e non reato contro la persona) ad accettare un aguzzino e un violentatore tra le mura di casa. Una storia di ieri e di oggi, che parla di libertà, civiltà e riscatto.

La regia dello spettacolo è di Giorgio Gallione, già ospite in stagione con Trappola per Topi, tratto dall’omonimo libro di Agatha Christie. Osserva Gallione: «Una storia di coraggio, emancipazione e coscienza di sé. Una scrittura evocativa e profonda dove la voce della protagonista, delicata e rabbiosa, riesce ad essere contemporaneamente racconto personale e collettivo».

Ambra Angiolini incontra il pubblico sabato 24 febbraio alle 18 nella sala Corelli del teatro Alighieri, in dialogo con la coordinatrice della Casa delle donne di Ravenna, Luana Vacchi.

Post alluvione, quasi 12 milioni di euro per interventi urgenti su Senio e Santerno

Il sopralluogo della Regione nei comuni di Fusignano e Bagnara di Romagna. Il punto dei lavori

FusignanoSistemazione degli argini, ripristino delle golene, opere per l’efficienza dei corsi d’acqua. Sono gli interventi in corso nel vasto territorio finito sott’acqua lo scorso mese di maggio in seguito alle piene del Senio, del Santerno e dei canali consortili, in cui si continua a lavorare per la messa in sicurezza. È quello dell’Unione della Bassa Romagna, di cui fanno parte Fusignano e Bagnara di Romagna: qui la vicepresidente della Regione con delega alla Protezione civile, Irene Priolo, ha effettuato ieri (20 febbraio) un sopralluogo.

Complessivamente, nell’Unione della Bassa Romagna sono stati erogati oltre 34,8 milioni di euro per i Cis, i Contributi di immediato sostegno.

Fusignano. Nel comune di Fusignano sono due gli interventi urgenti sui corsi d’acqua finanziati dall’ordinanza 15 del commissario per la ricostruzione, per un totale di 4 milioni 100mila euro. Il primo (per un importo di 2 milioni 800mila euro) comprende i comuni di Faenza, Castel Bolognese, Solarolo, Cotignola, Fusignano, Lugo, Bagnacavallo, Alfonsine, e prevede un intervento urgente di rinforzo del sistema degli argini destro e sinistro e la ricostruzione di alcune golene franate nel torrente Senio. Il secondo (da 1 milione 300mila euro) consiste nel completamento dei lavori urgenti per il rinforzo del sistema golenale e arginale sempre del torrente Senio, per la sponda destra e sinistra. Entrambe le opere sono in capo all’Ufficio territoriale di Ravenna dell’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile.
A questi lavori si aggiungono undici interventi di somma urgenza per 32,4 milioni di euro – 6 in capo ai Consorzi di Bonifica, 5 a Hera – e 3 interventi sulla viabilità (circa 18mila euro).

Bagnara di Romagna. Sono tre gli interventi urgenti sul Santerno, tutti in capo all’Ufficio territoriale di Ravenna dell’Agenzia regionale, previsti sul territorio comunale di Bagnara di Romagna dopo l’alluvione. Uno è finanziato con risorse dell’ordinanza 8 del commissario per la ricostruzione, e interessa i comuni di Lugo, Sant’Agata sul Santerno, Bagnara di Romagna e Mordano, con un importo da 1 milione 300mila euro. Gli altri due cantieri, inseriti nell’ordinanza 15 (ulteriori interventi urgenti), sempre sul Santerno, sono così suddivisi: il primo, da 1 milione 700mila euro, riguarda i comuni di Mordano, Bagnara e Sant’Agata. Attualmente in corso, prevede il completamento dei lavori di chiusura delle rotte degli argini causate dall’alluvione di maggio. Il secondo consiste nel rinforzo del sistema arginale destro e sinistro e nella ricostruzione di alcune golene franate lungo i tratti del Santerno nei comuni di Mordano, Bagnara, Lugo, Sant’Agata, Massa Lombarda. Il finanziamento è di 4,8 milioni di euro; sono previsti interventi urgenti per il ripristino dell’officiosità idraulica e il consolidamento dei rilevati arginali e golenali del corso d’acqua. Il rinforzo riguarda tutto il corpo arginale, sia in destra che in sinistra idraulica.
A queste opere si aggiungono sei interventi di somma urgenza per 32,4 milioni di euro – tutti in capo ai Consorzi di Bonifica – e 12 interventi sulla viabilità (circa 200mila euro).

Fermato al casello, in auto aveva un chilo di cocaina e quasi 7mila euro in contanti

Arrestato uno spacciatore residente nel Cervese

Foto1 GdF PS Cervia (1)

Nella notte tra venerdì e sabato i finanzieri della Tenenza di Cervia – in collaborazione con il personale della Squadra Mobile di Ravenna – hanno fermato un’auto in uscita al casello autostradale di Cesena della A14.

Grazie al fiuto del cane antidroga è stato scoperto sotto il sedile del passeggero un panetto confezionato con cellophane contenente oltre un chilo di cocaina, la cui vendita avrebbe potuto fruttare circa 100 mila euro. Addosso all’uomo alla guida sono invece stati trovati quasi 7mila euro in contanti e 2 telefoni. A casa sua, nel Cervese, i finanzieri e i poliziotti invece hanno sequestrato altri 12,1 grammi di cocaina e un bilancino di precisione.

L’uomo è stato quindi arrestato e portato alla casa circondariale di Forlì, a disposizione dell’autorità giudiziaria.

In una notte controllati 149 guidatori con l’etilometro, uno su dieci era ubriaco

Servizio straordinario coordinato dalla polizia stradale per un progetto di prevenzione presentato dalla polizia locale. In totale 18 le patenti ritirate

Controlli con l’etilometro a 149 guidatori in una notte nelle vicinanze dei luoghi di divertimento della provincia di Ravenna: uno su dieci è risultato ubriaco. È il bilancio dell’attività svolta il 18 febbraio con il coordinamento della polizia stradale e l’impegno di equipaggi della questura, dei carabinieri, della guardia di finanza e della polizia locale, oltre al contributo di medici, infermieri e psicologi dell’Ausl.

In totale sono stati 18 i conducenti risultati positivi all’alcoltest, tra loro due neopatentati. Sette automobilisti sono stati sorpresi alla guida con un tasso superiore a 0,5 g/l (il limite per la guida), nove con un tasso superiore a 0,8 g/l e due addirittura con un tasso superiore a 1,5 g/l; per loro si è proceduto al ritiro della patente e per chi ha alzato più il gomito è scattata la denuncia penale.

I servizi disposti dal questore Lucio Pennella rientrano nell’ambito del progetto “Troppo tardi per tornare indietro” presentato dalla polizia locale all’Osservatorio provinciale sulla sicurezza stradale costituito in prefettura.

Il progetto, finalizzato a suscitare la riflessione degli automobilisti – specie dei più giovani – sulle conseguenze che possono scaturire dalla guida di un veicolo a seguito dell’assunzione di bevande alcoliche o di sostanze stupefacenti, prevede servizi operativi congiunti fra le varie forze di polizia, con il coordinamento della Stradale, allo scopo di prevenire la guida in stato di ebbrezza o di alterazione da droghe.

Il Cai di Lugo organizza un incontro sul riconoscimento Unesco per la Vena del gesso

Appuntamento il 24 febbraio a Lugo con l’iniziativa promossa dalla sezione locale del Club alpino italiano per conoscere la Vena del gesso che è stata riconosciuta come patrimonio dell’Umanità

Il Parco della vena del gesso romagnolaL’Unesco ha riconosciuto la Vena del gesso romagnola come patrimonio dell’umanità lo scorso settembre, a conclusione di un percorso di promozione e conoscenza portato avanti da diverse realtà, e di questo risultato si parlerà in un incontro pubblico a ingresso libero in programma il 24 febbraio dalle 16.30 nel salone estense del municipio di Lugo. L’iniziativa è organizzata dalla sezione locale del Club alpino italiano (Cai) che è stato fra gli attori del laborioso percorso che ha portato al riconoscimento Unesco ed è pienamente coinvolto nella tutela dell’ambiente naturale.

L’iniziativa si affianca ad altre iniziative analoghe realizzate da altre sezioni Cai, dal Parco della Vena del Gesso e dalla Regione, finalizzate in primis alla conoscenza del territorio e delle sue peculiarità.

Oltre alla presidente del Cai di Lugo, Giulia Tabanelli, saranno presenti Massimo Ercolani in rappresentanza della Federazione Speleologica Regionale dell’Emilia Romagna, Nevio Agostini (direttore dell’ente di gestione per i parchi e la biodiversità Romagna), Massimiliano Costa (coordinatore del tavolo tecnico-scientifico per la candidatura Unesco) e Stefano Lugli (professore dell’Università di Modena e Reggio Emilia). Ha collaborato l’Università per adulti di Lugo.

Scatoloni pieni di libri per la biblioteca alluvionata di Faenza

Donazione per la sezione Ragazzi da parte di Friuli e Giunti

DonazioneManfrediana

Nella mattinata di oggi, lunedì 19 febbraio, nei locali della Biblioteca comunale di Faenza si è svolta una breve cerimonia di consegna di libri da parte del Sistema bibliotecario del Friuli e dalle Librerie Giunti per la sezione Ragazzi della Manfrediana.

La consegna è stata fatta dagli amministratori e dal personale della Protezione civile del Comune di Udine, Federico Pirone, Andrea Zini e Laura Piani, alla presenza del sindaco di Faenza, Massimo Isola e della direttrice della Manfrediana, Daniela Simonini.

Al momento erano presenti anche i figli dello scultore ceramista Carlo Zauli, Laura e Matteo, responsabili del Museo Zauli per il quale l’amministrazione comunale di Udine ha sostenuto una raccolta fondi a seguito dei danni ricevuti dalle alluvioni di maggio 2023.

Un’auto usata come ariete per una spaccata notturna in un negozio di ottica

Colpo nella notte tra il 18 e il 19 febbraio. A dare l’allarme è stata la ditta delle pulizie al mattino

Schermata 2024 02 19 Alle 09.32.36Spaccata nella notte a Lido Adriano. Nel mirino dei ladri il negozio di ottica Geremia nel centro commerciale Augusto, la struttura che comprende anche il supermercato Lidl all’angolo tra viale Virgilio e via Zancanaro Tono.

I ladri hanno utilizzato una vettura Fiat 500 per abbattere la vetrina e introdursi nel negozio.

Ad accorgersi dell’assalto è stata l’impresa delle pulizie del centro commerciale che questa mattina, 19 febbraio, è arrivata sul posto per il turno. Sul caso indaga la polizia.

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