venerdì
12 Settembre 2025

Rischio frane per la pioggia, treni fermi tra Faenza e Marradi: bus sostitutivi

Il sistema di allertamento ha segnalato il rischio di smottamenti sulla linea Faentina

Dalle 15 di oggi, 23 febbraio, la circolazione dei treni sulla linea Faenza-Marradi, nota come linea Faentina, è sospesa a causa delle piogge che potrebbero causare frane. Come noto, la tratta è stata riaperta dopo il maltempo di maggio 2023 con un particolare sistema di allertamento per la previsione di possibili fenomeni franosi indotti da piogge lungo l’infrastruttura ferroviaria.

Il sistema elaborato in collaborazione con il Cnr Irpi, uno dei più importanti centri di competenza del Dipartimento della Protezione Civile, permette di sospendere preventivamente la circolazione ferroviaria evitando potenziali stop dei treni in linea e attivare con tempestività un servizio di mobilità alternativo. Infatti, come da procedura concordata con le imprese di trasporto e le Regioni Toscana ed Emilia-Romagna, i collegamenti su quel tratto di linea sono al momento effettuati con autobus. La riattivazione del servizio è prevista ad allarme rientrato e dopo i controlli all’infrastruttura da parte dei tecnici di Rfi.

Ritrovato un centinaio di proiettili di mortaio, chiuso un tratto di via Spallazzi

Gli ordini sono stati ritrovati nei pressi del camping Adria, in corso la bonifica che dovrebbe concludersi il 24 febbraio

In seguito al ritrovamento di oltre un centinaio di ordigni bellici (proiettili di mortaio) nei pressi del camping Adria a Casalborsetti, la prefettura e il Comune di Ravenna hanno disposto la chiusura del tratto di via Spallazzi tra via delle Orchidee e via della Cooperazione (ingresso poligono militare) per consentire le operazioni di bonifica da parte degli artificieri dell’ottavo Reggimento Guastatori Folgore. Le operazioni dovrebbero concludersi nella giornata di domani, sabato 24 febbraio, salvo imprevisti determinati dal maltempo. La prefettura ha disposto inoltre la sorveglianza della zona da parte delle forze dell’ordine fino al termine delle operazioni.

«Contro i disturbi alimentari servono formazione ai medici di base e prevenzione»

La dottoressa Daniela Santini è volontaria dell’associazione “Sulle ali delle menti” che supporta genitori e pazienti nel percorso di cura attraverso gruppi di auto-aiuto e laboratori creativi

Sulle Ali Delle Menti

La dottoressa Daniela Santini, medico nutrizionista in pensione, nel 1997 ha contribuito a fondare assieme alla collega Marinella Di Stani (che abbiamo intervistato qui) l’attuale Centro per Disturbi del Comportamento Alimentare (Dca) di Ravenna e attualmente opera come volontaria dell’associazione “Sulle ali delle menti”, formata da persone che hanno sofferto di disturbi e dai loro familiari.

Dottoressa Santini, in che cosa consistono i Dca?

«I disturbi del comportamento alimentare sono disturbi psichiatrici che hanno un importante risvolto sulla salute fisica. Sono disturbi multifattoriali, le cause possono essere genetiche ma anche legate alla personalità o a fattori esterni. Il nucleo fondamentale che li accomuna tutti – anoressia nervosa, bulimia nervosa e binge eating disorder – è un’eccessiva importanza attribuita alle forme e al peso del corpo, con diverse caratteristiche e esiti per ciascuno di essi. È necessario che vengano presi in carico da un’equipe che comprende un medico psichiatra, uno psicologo, un medico nutrizionista e un dietista. Poi ci sono altre figure importanti come l’educatore e lo psicologo per la famiglia».

Un allenamento fisico troppo intenso o una dieta fai da te possono essere fattori di rischio nell’insorgenza dei Dca?

«In generale, sono considerati “ambienti a rischio” tutte quelle attività sportive o artistiche nelle quali il controllo del peso è ritenuto fondamentale. In presenza di fattori predisponenti, l’insorgenza di un Dca è possibile. A tal proposito, è necessario formare gli allenatori affinché non insistano sul problema del peso. Tra i maschi in particolare un disturbo meno noto ma presente è la vigoressia, in cui l’ossessione non si manifesta nei confronti del peso ma della muscolatura. Questo porta a un esercizio fisico intenso ed esagerato in modo pervasivo durante la giornata, all’assunzione di quantità eccessive di proteine o all’adozione di un’alimentazione sregolata fino ad arrivare all’assunzione di integratori ormonali».

Mi parli dell’associazione. Quando è stata fondata e quali sono i suoi obiettivi?

«L’associazione è stata fondata nel 1999 a Parma, mentre a Ravenna, Faenza e Lugo è nata nel 2010. Il suo scopo è quello di aiutare le famiglie o le persone che si trovano all’inizio di questo percorso e che non sanno come muoversi, a chi chiedere aiuto. Adesso la situazione è leggermente cambiata, ma dieci o quindici anni fa le persone non sapevano dove andare e così si perdeva del tempo prezioso. L’associazione ha avuto sin dall’inizio il compito di sensibilizzare la popolazione, far conoscere questo problema e illustrare i vari percorsi possibili».

Di cosa vi occupate nello specifico?

«In primo luogo, organizziamo i gruppi di auto-aiuto per i genitori delle ragazze e dei ragazzi con Dca, che sono condotti da una psicologa dell’associazione e da un genitore che ha avuto una esperienza in famiglia ed è stato formato alla conduzione di questi gruppi. La sua testimonianza motiva e rassicura i genitori con la credibilità di chi è già passato attraverso le stesse difficoltà e ha avuto dei dubbi sull’efficacia del percorso intrapreso. Come riconosciuto dalle linee guida del ministero, infatti, i genitori fanno parte a tutti gli effetti dell’equipe curante perché sono a contatto con la persona sofferente 24 ore su 24. Devono sapere come comportarsi, come non perdere la pazienza e come tutelare la loro salute mentale mentre si impegnano ad assistere il proprio figlio o figlia. Parallelamente, ci anche i corsi organizzati dall’Ausl, che sono basati sul metodo Maudsley e insegnano a genitori, caregiver o insegnanti come aiutare la persona a seguire la cura, a mangiare quello che viene prescritto, a supportarla in ogni aspetto della giornata. Questi però hanno una durata limitata. L’associazione interviene sia in una fase iniziale del percorso, anche tramite il numero verde, sia in una fase successiva, accogliendo al proprio interno i genitori di pazienti che vogliono continuare a mantenersi informati e a sentirsi supportati. C’è poi un gruppo di sostegno per le persone con obesità e disturbo d’abbuffata o alimentazione emotiva, sempre presieduto da una psicologa».

Attualmente siete impegnati nel progetto Creattivamente. Di cosa si tratta?

«La premessa è che durante la pandemia c’è stata un’esplosione di casi di Dca, con un abbassamento importante dell’età di esordio. Questo ha portato a un aumento dei ricoveri in pediatria, con tre o quattro pazienti in reparto quando di solito ce n’è al massimo uno. Le ragazzine allora facevano la didattica a distanza ma avevano lunghissime giornate vuote perché non potevano vedere nessuno; quindi, abbiamo iniziato a organizzare dei laboratori creativi per far passare loro il tempo, impegnandole nella realizzazione di decorazioni natalizie e pasquali e tante altre cose. Ancora oggi, due volontarie si recano ogni venerdì in reparto. Dal momento che l’attività è piaciuta molto, abbiamo deciso di estenderla anche alle pazienti non ricoverate. I laboratori avvengono una volta ogni 15 giorni a Ravenna e tutte le settimane a Faenza. Le ragazze della Pediatria hanno anche seguito un laboratorio di scrittura da cui è risultato un un libretto di racconti molto bello che noi, come associazione, abbiamo aiutato a pubblicare. Qualsiasi tipo di creatività aiuta a liberare la mente e in un momento successivo anche a rielaborare le proprie emozioni e i propri pensieri».

Ci sono altri progetti in cantiere?

«Il 15 marzo, in occasione della Giornata nazionale dei disturbi alimentari, esporremo i lavori dei laboratori nella vetrina in piazza del Popolo vicino all’edicola, assieme alle opere artistiche di due ragazze seguite dall’ambulatorio, una scultura e un dipinto. Inoltre, l’8 marzo a Fusignano e il 30 marzo al Rasi la compagnia Shadre Dance Family metterà in scena uno spettacolo dal titolo “Prima di aprire bocca, non ti vedi” che racconta tre storie di disturbi alimentari».

Di recente si è parlato molto della decisione del governo di tagliare i fondi destinati a curare i Dca, fondi che paiono essere stati parzialmente reintrodotti. Pensa che quello che si sta facendo in Italia per i Dca sia sufficiente? Cosa si potrebbe fare di più?

«Bisognerebbe garantire dappertutto lo stesso livello di cure, e questo purtroppo non succede. Ci sono Ausl che non han- no ambulatori organizzati o competenze adeguate, e le risorse non sono mai abbastanza. Non parlo per Ravenna, perché qui le risorse ci sono: sono stati colmati tutti gli organici degli psicologi, è stato assunto anche un educatore. In generale, però, bisogna fare una formazione massiccia e costante ai medici di base, perché devono essere loro a cogliere i sintomi e a indirizzare subito la diagnosi. Per quel che riguarda la prevenzione, a Ravenna l’Ausl organizza dei progetti di formazione e sensibilizzazione rivolti agli insegnanti scolastici. Parlare direttamente agli adolescenti non serve, pare anzi che sia controproducente. Bisogna prima aiutare gli insegnanti, e i ragazzi di conseguenza, ad avere un pensiero critico e a riflettere su concetti come la corporeità e la bellezza».

Per contattare l’associazione è possibile rivolgersi al 370 3161305 (Filo Diretto) o al 800 604 664 (Numero Verde).
Sito web: www.sullealidellementiravenna.org.

Chiama il 112 dopo calci e pugni presi dal marito e l’uomo viene arrestato

Dopo l’ennesimo episodio di violenza subita dal marito, una donna ha deciso di chiamare i carabinieri che sono intervenuti nell’abitazione

Al culmine di una lite per futili motivi ha preso calci e pugni dal marito e non era la prima volta che subiva violenze e vessazioni ma questa volta ha chiamato il 112 e l’uomo è stato arrestato. È successo ieri, 22 febbraio, a Lugo. In manette un 33enne straniero con le accuse di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e minacce. La donna è stata medicata al pronto soccorso con una prognosi di 10 giorni.

I militari della stazione locale, supportati da quelli del nucleo operativo radiomobile della compagnia, sono intervenuti nell’abitazione della coppia dopo la chiamata alla centrale operativa. Dallo stato dei luoghi, dalle ferite riportate dalla vittima e dalle dichiarazioni raccolte dalla stessa e da un’altra donna presente in casa, la dinamica dei fatti è sembrata chiara. Dal racconto della donna sono emersi altri episodi di violenza e vessazioni che la donna avrebbe subito anche nel recente passato.

Un uomo è morto in mare mentre faceva kitesurf, inutili i soccorsi dei conoscenti

Un sessantenne nelle acque tra Marina Romea e Porto Corsini con tavola da surf e vela spinta dal vento: recuperato da altri sportivi e affidato al 118 a riva

1Un uomo di sessant’anni è morto nella tarda mattinata di oggi, 23 febbraio, mentre faceva kitesurf in mare nelle acque antistanti la costa di Ravenna nel tratto tra Marina Romea e Porto Corsini. Secondo le informazioni al momento disponibili l’uomo viveva a Faenza. Sul corpo non sono presenti segni di violenza e l’ipotesi ritenuta più plausibile è che sia stato colto da un malore. Sull’episodio indaga la guardia costiera: l’uomo era senza documenti e si sta lavorando per stabilire l’identità esatta partendo dalle testimonianze di altri conoscenti in acqua nello stesso momento.

Verso le 11.30, infatti, diverse persone stavano sfruttando le condizioni meteo favorevoli al kitesurf (in piedi su una tavola da surf si viene trainati da una vela manovrata con una barra). Sono stati proprio altri kiter ad accorgersi che la vela dell’uomo si era sganciata mentre si trovava a circa 500 metri dalla riva: il sessantenne è stato trovato riverso in acqua e portato sulla battigia all’altezza del bagno Marisa dove è arrivato il 118 per le manovre di soccorso ma non c’è stato nulla da fare. L’auto dell’uomo era parcheggiata nei pressi del bagno Tarifa a Porto Corsini da dove era entrato in acqua.

In darsena contro il traffico di armi al porto di Ravenna – FOTO

Tra i manifestanti: «Senza se con la resistenza palestinese contro la guerra di Israele»

In darsena a Ravenna, questa mattina, contro il traffico d’armi al porto. Diversi i comitati e i movimenti (in opposizione alle guerre e in particolare a quella in Palestina) che stanno organizzando le manifestazioni, una anche sempre oggi (23 febbraio) alle 16 alla rotonda circonvallazione Piazza d’Armi, prima di quella nazionale in programma domani a Milano.

Tra i promotori, in particolare, Potere al Popolo, che sui social scrive: «Senza se e senza ma continuiamo a sostenere la resistenza palestinese contro la guerra genocida di Israele. Continuiamo a boicottare Israele, nel porto di Ravenna e in tutti i prodotti legati alla guerra e all’economia israeliana».

Sempre oggi è in programma un incontro pubblico sul tema e un corteo.

Le foto sono di Massimo Argnani.

L’incredibile storia di “Rita dagli occhi neri” nel nuovo libro di Ilaria Cerioli

Protagonista è Enrica Barbieri, giovane donna di Villanova di Bagnacavallo che uccise l’uomo che l’aveva sedotta, messa incinta e poi abbandonata

Ilaria Cerioli
Ilaria Cerioli

Rita dagli occhi neri, protagonista del nuovo romanzo di Ilaria Cerioli (edito da Affiori) è in effetti Rita Barbieri, anzi Enrica Barbieri detta Rita, personaggio storico vissuto tra ‘800 e ‘900 a Villanova di Bagnacavallo e divenuta allora, suo malgrado, una celebrità. La sua incredibile storia era già stata raccontata da Saturno Carnoli e Guido Pasi nel 2013 in un libro da cui Cerioli, nella postfazione, dice di aver attinto per dare voce e corpo alla sua Rita.

CopertinaRITACon una scansione da libretto d’opera, la scrittrice ravennate in meno di cento pagine ci fa entrare nella mente della giovane donna che uccise l’uomo che l’aveva sedotta, messa incinta e poi abbandonata, tradendo ogni promessa e cercando anzi di far ricadere su di lei le colpe. Dopo anni di angherie, dopo aver visto morire la figlioletta appena nata, Rita Barbieri aspettò l’uomo fuori dalla chiesa e lo accoltellò. Come questo non bastasse a farla passare alla storia, in tribunale fu assolta perché le fu riconosciuta una “legittima difesa” dai soprusi che l’uomo non le aveva risparmiato. Una vicenda che ebbe grande eco mediatica e che catapultò una semplice ragazza di Villanova sul palcoscenico della Storia. Ma Cerioli non la trasforma in un’eroina fuori dal tempo, in una sorta di femminista ante-litteram, riesce invece a farci sentire il mix di desiderio di amore e insieme di rispetto, di frustrazione e desiderio di vendetta che mosse la giovane in un affresco che non tradisce l’epoca, i costumi, i modi di pensare delle campagne ravennati di allora.

Senza mitizzazioni, senza nostalgie ma con una vicinanza sentimentale e una lingua che mescola nella prosa espressioni gergali e popolari, Cerioli ci racconta una storia incredibile che pure è successa e che può essere interpretata in molti modi. Di sicuro è il riscatto di una giovane che rifiuta di essere additata dalla società come colpevole quando è invece vittima; ma allo stesso tempo è la storia di una donna colpevole di omicidio che in tribunale viene considerata vittima.

Cerioli scrive poche pagine, tutte o quasi incentrate sulla protagonista, dove le famiglie e il resto del paese fanno quasi da coro, distaccato e lontano, e anche l’uomo che sarà ucciso non ha, se non in un breve sprazzo prima della morte, uno spazio davvero autonomo. Del resto è lei che ci interessa e di cui, a questo punto, vorremmo sapere anche molto altro. Perché l’incredibile vicenda di Rita Barbieri, come ci ricorda Cerioli sempre nella postfazione, è lungi dal chiudersi a Villanova di Bagnacallo. La sua vita infatti la portò poco dopo il delitto fino in Texas e poi in California dove morì all’età di 78 anni. Ecco, a questo punto la speranza è che l’autrice decida di raccontarci anche gli altri capitoli.

Intanto, sabato 24 febbraio alle 16.30 alla Domus dei Tappeti di pietra è in programma la prima presentazione ravennate del libro. Dialogheranno con Cerioli la direttrice di RavennAntica Francesca Masi e lo storico Paolo Cavassini che per primo ha offerto all’autrice lo spunto per il libro. Il 29 febbraio invece l’appuntamento è al Caffé letterario di via Diaz alle 18 con Stefano Bon e Francesca Viola Mazzoni.

A scuola di cinema al Mariani con il critico Roy Menarini. Si parla di generi

Roy Menarini

Il critico cinematografico Roy Menarini torna a Ravenna per proporre un’altra lezione di cinema. L’appuntamento è al cinema Mariani di via Ponte Marino domani, sabato 24 febbraio, alle 10,30.

Menarini si concentrerà su “I generi cinematografici” proponendo una lezione anche per immagini, riprendendo i film che hanno fatto la storia della settima arte.

«I generi cinematografici sempre sono esistiti e sempre esisteranno – spiega Menarini -. Impropriamente messi in opposizione al cinema d’autore, offrono in verità mondi narrativi, regole interne e personaggi
tipici che dialogano con il pubblico attraverso potenti archetipi. Il cinema di genere è anche un sismografo del presente, oltre che un divertimento per lo spettatore. Una guida ai principali generi consentirà di apprezzarne codici e rappresentazioni».

La lezione si terrà dalle 10,30 alle 13. Ingresso 10 euro.

Info e prenotazioni su www.cinemaincentro.com o ai numeri 0546-22367 (mattino) o 0544-37148 (sera).

Rinnovata la convenzione: Ironman resta a Cervia per altre cinque edizioni

Investimento da 1,5 milioni di euro di Comune e Regione per un evento che porta in Romagna migliaia di atleti provenienti da tutto il mondo

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Uno scatto dall’Ironman di Cervia

Nei giorni scorsi è stata firmata la convenzione che assicura a Cervia la tappa italiana dell’Ironman per altre cinque edizioni, fino al 2028 (la prossima è in programma il 21-22 settembre 2024). Si tratta della più dura competizione di triathlon, caratterizzata da 3,86 km di nuoto, 180,260 km in bicicletta e 42,195 km di corsa (cioè la distanza della maratona).

Dal suo debutto in Emilia-Romagna, nel 2017, Cervia è stata la cornice perfetta per gli eventi Ironman, a detta degli organizzatori: grazie a un calendario ampio, già dalle primissime edizioni il weekend di Cervia si è guadagnato l’appellativo di evento più partecipato del circuito, con la media del 60% degli atleti provenienti da tutto il mondo (in media sono 6mila gli atleti presenti a ogni edizione).

«Da quando si è svolta qui da noi la prima edizione, nel 2017 – ha commentato il sindaco di Cervia Massimo Medri -, abbiamo constatato l’importanza dell’organizzazione di questo evento internazionale per vari motivi. Il primo riguarda le ricadute economiche sull’economia locale, in quanto ogni anno arrivano migliaia di atleti da tutto il mondo, spesso accompagnati da familiari e amici, in un periodo di bassa stagione durante il quale le nostre imprese hanno occasione di lavorare. Il secondo motivo che ci rende orgogliosi di ospitare Ironman a Cervia è che si tratta di un evento che, grazie al circuito internazionale al quale appartiene la tappa italiana, ci permette di promuovere la nostra città ai triatleti di tutto il mondo e di farla conoscere per le sue caratteristiche ambientali e di accoglienza. Terzo motivo: ogni anno Ironman ci ha regalato grandi soddisfazioni e momenti indimenticabili di sport e spettacolo che siamo contenti di garantire alla città anche per i prossimi anni».

L’investimento complessivo degli enti pubblici – scriveva nei giorni scorsi il Corriere Romagna – è di oltre 1,5 milioni di euro, di cui 440mila euro del Comune e il resto della Regione. La ricaduta economica stimata dagli organizzatori per il territorio, con decine di migliaia di presenze turistiche in pochi giorni, è di diversi milioni di euro.

Domenica in centro a Ravenna una marcia degli ucraini «contro l’aggressione russa»

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Domenica 25 febbraio l’associazione Malva “Ucraini di Ravenna” organizza una marcia “contro l’aggressione russa”, manifestazione a sostegno dell’Ucraina dedicata «alla commemorazione del 10° anno dell’invasione russa in Ucraina e del 2° anno dell’aggressione russa a vasta scala».

La marcia partirà dalle 15 alla stazione di Ravenna per arrivare in piazza del Popolo. Tra le prime adesioni quelle di Italia Viva e +Europa.

Da Cassa Edile 234mila euro per lavoratori e imprese colpiti da alluvione e tornado

Un impegno che si aggiunge ai 400mila versati per la pandemia

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La Cassa Edile della provincia di Ravenna ha liquidato (o sta per farlo) 234mila euro a lavoratori e imprese iscritti all’ente (si tratta di un ente paritetico fra le organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro) come parziale risarcimento per i danni subìti a causa dell’alluvione e del tornado dello scorso anno.

La Cassa aveva stanziato un fondo di 600mila euro, per il quale potevano fare richiesta i lavoratori (fino al 100 percento dei danni ma per un massimo di mille euro) e le imprese (fino a un massimo del 50 percento dei danni e di 15mila euro).

Nel dettaglio, al momento, i lavoratori che hanno potuto contare sul contributo della Cassa Edile sono stati 63, mentre rimangono in sospeso, in attesa della opportuna documentazione, altre 3 richieste (complessivamente si arriverebbe a 63mila euro); per quanto riguarda le imprese, sono state 15 quelle iscritte indennizzate dei danni, anche ai mezzi, per un totale di 126.000. Vanno inoltre considerati 45.000 euro erogati ai lavoratori come integrazione alla Cassa Integrazione dovuta per inoperabilità forzata nel periodo post alluvione, sempre con fondi della Cassa Edile, che ha coinvolto 371 lavoratori.

Un impegno, questo della Cassa Edile, che si affianca a quanto stanziato nel periodo di emergenza Covid: 400.000 euro a sostegno delle mancate retribuzioni e diseconomie nei lavori causate dalla pandemia.

Tutti pazzi per il ravennate Niccolò: «Miglior personaggio di sempre di Masterchef»»

Il giovane medico è stato eliminato a un passo dalla finale, ma è tra gli idoli del pubblico

Niccolò Califano Masterchef

È finita alle porte della serata finale (che andrà in onda il 29 febbraio) l’avventura di Niccolò Califano alla 13esima edizione di Masterchef Italia, che ha chiuso in quinta posizione.

Si tratta del 26enne ravennate, medico al nuovo Cau della città bizantina, tra i grandi protagonisti di questa nuova stagione del talent show gastronomico di Sky, tanto che sulle pagine social del programma sono davvero molto compatti i fan (sotto il post su Facebook della sua eliminazione, il giorno dopo, sono quasi 2mila i commenti) ad averne apprezzato simpatia, umiltà e autoironia, fino ad arrivare a definirlo «probabilmente il miglior personaggio di sempre di Masterchef Italia».

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