giovedì
11 Settembre 2025

Dopo l’alluvione, a Faenza riapre il Museo Carlo Zauli

Museo Carlo Zauli Faenza Alluvione
I volontari impegnati al Museo Zauli dopo l’alluvione

Il Museo Carlo Zauli (Mcz) di Faenza annuncia la riapertura al pubblico dopo il lungo periodo di chiusura dovuto ai lavori di ristrutturazione necessari a seguito dell’alluvione che lo ha colpito il 16 maggio 2023. «Questa riapertura non sarebbe stata possibile senza il generoso aiuto di tutti coloro – aziende, enti e privati cittadini – che hanno donato fondi, consulenze, tempo, energie dallo scorso maggio a oggi e che continuano a farlo per aiutarci a completare un’opera che purtroppo non è affatto compiuta del tutto», scrivono i responsabili del museo.

L’appuntamento è per sabato 27 gennaio alle 16 con apertura straordinaria fino alle 21. La comunità, i media e gli amanti dell’arte sono invitati a partecipare: la riapertura rappresenta un’occasione unica per esplorare il percorso espositivo del museo arricchito da opere inedite e rari materiali di archivio, fotografie di Cristina Bagnara e installazioni temporanee a cura degli artisti Michele Guido e Namsal Siedlecki e degli studenti che hanno seguito il progetto di Residenza con Michele Guido.

Orari di apertura: martedì e venerdì dalle 14 alle 17; mercoledì, venerdì e sabato dalle 10 alle 13. Apertura straordinaria: domenica 28 gennaio dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.

Informazioni: Museo Carlo Zauli | via della Croce n.6 | 48018 Faenza (RA) – museocarlozauli@gmail.com | www.museozauli.it | +39 333 8511042

 

Sarà una Notte Rosa nel segno del ballo. Dal 5 al 7 luglio

“Weekend Dance” è il tema scelto per l’edizione 2024 della grande festa della Romagna

RAVENNA 06/07/2018NOTTE ROSA. Love Parade A Marina Di Ravenna

Dal 5 al 7 luglio prossimi la Romagna si trasformerà nel più grande dancefloor a cielo aperto d’Italia. Sarà una Notte Rosa nel segno del ballo – nelle sue mille forme ed accezioni, dai ritmi folk alla danza sportiva, dal country al liscio, dalla disco dance all’hip hop, dal rock all’indie hop, passando per il mondo del clubbing e delle discoteche – quella che porterà le province di Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna e Ferrara a scatenarsi fino all’alba in una grande festa collettiva lungo i 110 km di costa, passando per le piazze delle grandi città della Riviera trasformate in gigantesche balere fino ai piccoli borghi.

“Weekend Dance”, il claim ideato da Claudio Cecchetto per ispirare la 19esima edizione del Capodanno dell’estate, è stato svelato in anteprima nel corso dell’ultima riunione del Consiglio d’amministrazione di Visit Romagna, che si è tenuto oggi – lunedì 22 gennaio – alla presenza del presidente Jamil Sadegholvaad, del direttore Chiara Astolfi, dei componenti del Consiglio d’Amministrazione e della cabina di regia.

Voglia di muoversi, stare bene e sentirsi in forma, divertendosi e sprigionando energia positiva, facendosi trascinare dal ritmo di una manifestazione corale nel segno del benessere fisico e del desiderio di condividere emozioni: temi e suggestioni che fungeranno da filo conduttore per l’edizione 2024 della Notte Rosa, che mira a rilanciare la Romagna come distretto del ballo. La danza come linguaggio del corpo che unisce e diventa il volano perfetto per promuovere l’internazionalizzazione della Notte Rosa; una danza che fa bene alla salute, fisica e mentale, portando benessere ed armonia.

Non mancheranno iniziative dedicate al racconto del distretto romagnolo del ballo che ha spopolato in Europa negli anni ‘80/90, mostre sulla storia del ballo in riviera, sui dj, sul futuro della musica. Un viaggio a passo di danza che comincia da uno dei simboli della “romagnolità del mondo”: la grande tradizione del liscio, vera e propria colonna sonora della Romagna, un mito inossidabile che accomuna generazioni lontane nel tempo. Nel 2024 ricorrerà il 70esimo anniversario di Romagna Mia, colonna portante della storia della musica italiana e della Romagna, emblema del connubio tra musica e ballo, performance live e flash mob. La Notte Rosa e la Romagna metteranno dunque al centro la celebrazione del liscio, dei suoi protagonisti e delle sue orchestre.

Tra gli argomenti trattati nell’ambito del CdA odierno sono state le missioni all’estero; oltre alla fiera di Stoccarda terminata da pochi giorni, sono in programma diverse partecipazioni nell’anno 2024 per intercettare turismo internazionale, in particolare delle aree Svizzera, Austria e Germania.

Nel corso della mattinata si è parlato, infine, della campagna straordinaria di lancio della stagione primaverile ed estiva della Romagna sui grandi ledwall nelle stazioni di Milano Centrale e di Genova (Principe e Brignole) nelle settimane della Bit e del Festival di Sanremo, che prevede 600 passaggi, a cui si aggiunge una campagna su RadioRai2 e Radio Italia durante il Festival di Sanremo.

Si finge guidatore per evitare la denuncia all’amico ubriaco ma i vigili li scoprono

Auto fuori strada all’alba di domenica, la polizia locale arriva e comincia a fare domande e le risposte fanno cadere lo scambio di persona

Si è finto guidatore dell’auto finita fuori strada per evitare una denuncia all’amico che era davvero al volante anche se aveva bevuto, ma la polizia locale ha scoperto il tentativo. È successo a Ravenna alle 4 di domenica 21 gennaio.

La vettura era uscita di strada da sola. Sul posto, oltre all’autovettura incidentata, i vigili urbani hanno trovato cinque giovani e un’altra autovettura. Una delle persone presenti si è dichiarata conducente del veicolo incidentato, risultando negativo all’alcol test. Tuttavia le circostanze, le spiegazioni fornite e la titubanza nel rispondere ad alcune domande da parte dei giovani facevano insorgere negli agenti il dubbio in merito alla possibilità che alla guida vi fosse un’altra persona. Una volta individuato l’effettivo guidatore è stato sottoposto all’alcoltest e aveva un tasso alcolemico superiore a 0,8 g/l (il limite consentito è 0,5). È stato denunciato, dunque, per guida in stato di ebbrezza.

Probabile gara clandestina in strada: identificati 17 giovani, alcuni minorenni

A Madonna dell’Albero in via Cirri nel pomeriggio di sabato 20 gennaio un gruppo di giovani identificato dalla polizia locale perché si pensa che stesse organizzando una gara clandestina in strada con auto e moto

6La polizia locale di Ravenna ha identificato 17 giovani, di età compresa tra 14 e 20 anni, che stava organizzando una gara clandestina fra vari veicoli a Madonna dell’Albero, frazione alle porte della città, nel pomeriggio del 20 gennaio. L’intervento delle pattuglie è arrivato dopo la segnalazione di alcuni cittadini che parlavano della presenza di motociclisti che avrebbero gareggiato sulla pubblica via.

In via Cirri i vigili urbani hanno individuato un gruppo di giovani con autovetture, motocicli e ciclomotori. I giovani apparivano intenti a raccogliersi, mentre i veicoli risultavano tutti in sosta. Per la modalità dell’incontro appariva credibile che i giovani fossero in procinto di organizzare una gara.

Al termine del controllo sono state identificate 17 persone, provenienti prevalentemente da Ravenna, due gli stranieri presenti. Un motociclo è stato sottoposto a sequestro perché senza assicurazione.

Tra Dostoevskij e Bauman, “Notti” della compagnia SlowMachine: «Cos’è oggi l’amore?»

Lo spettacolo sarà in scena al Goldoni di Bagnacavallo e al Masini di Faenza. Parla il regista

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(ph. Elisa Calabrese)

Lunedì 22 gennaio (ore 21) al teatro Goldoni di Bagnacavallo (e martedì 23 al Masini di Faenza, ore 21) va in scena Notti, della compagnia bellunese SlowMachine (istituita nel 2012 da Elena Strada e Rajeev Badhan). Nello spettacolo gli attori, che interpretano i membri di un gruppo teatrale al lavoro su una nuova trasposizione delle Notti bianche di Dostoevskij, riflettono su cosa è ancora in grado di dire oggi quell’opera. La drammaturgia, curata dalla stessa Strada, innesta poi sul contributo letterario di Dostoevskij le suggestioni sociologiche e filosofiche del saggio Amore liquido di Zygmunt Bauman. Ne esce un lavoro dalla forte tensione visionaria, un dialogo tra teatro, video e video live, in cui due e più livelli visivi e temporali si intrecciano nella ricerca di un senso profondo nelle relazioni ai nostri tempi. Ne parliamo con il regista Rajeev Badhan.

Come siete arrivati a scegliere i due spunti fondamentali su cui è innervato Notti? 

«L’intento è stato quello di chiederci in che modo poteva parlare al presente un testo come Le notti bianche di Dostoevskij, che ha attraversato le epoche. Pensando alla società in cui viviamo in questo momento, ci siamo chiesti se il tipo di innamoramento descritto nel racconto fosse ancora possibile, se esistono punti d’incontro. E quindi ecco il parallelo tra racconto di Dostoevskij – nel quale l’innamoramento dei protagonisti ha fatto patire tanti lettori – e una riflessione sulla nostra modernità, ossia su cosa le tematiche dell’amore potessero suscitare nelle nuove generazioni. Questo ha fatto sì che si sviluppasse un lavoro che intreccia la modernità dell’oggi ai tempi del grande scrittore russo. Lo spettacolo procede su due piani: uno è la linea del racconto di Dostoevskij, che avviene per lo più con l’utilizzo di varie tecniche video, quindi del mezzo cinematografico; sull’altro piano ci sono invece un gruppo di tre attori che si interrogano sull’oggi e sulle loro relazioni, specchiandosi con il racconto di Dostoevskij. Qui si innestano le riflessioni del testo di Bauman Amore liquido e poi è nata anche l’idea di sentire le generazioni che chiamiamo in causa, e così, attraverso alcune interviste fatte a ragazzi dei licei di Belluno, si è utilizzato il mezzo documentario all’interno dello spettacolo. Insomma, un percorso che naviga su più livelli che suscita vari interrogativi: può la liquidità della nostra epoca, intesa come la fragilità di qualsiasi costruzione, influire anche sui sentimenti più forti e apparentemente solidi? Il concetto di amore ha un denominatore comune? Amore e libertà sono un binomio così incompatibile?»

Personalmente, ho interpretato lo spettacolo in questo modo: i personaggi di Dostoevskij, il narratore e Nasten’ka, alla fine si innamorano, ma Nasten’ka sceglie di stare con l’Inquilino più che altro per una sorta di convenzione sociale. Nel saggio di Bauman invece la perdita dell’amore è qualcosa di più impalpabile, che arriva contestualmente dalla società che viviamo e da noi stessi. Ed è per questo che i due testi lavorano così bene all’interno del vostro spettacolo. Ha senso?

«È una riflessione interessante. La negazione dell’amore, oggi, arriva in effetti da un’altra parte. Nell’indagine fatta per questo spettacolo, ci siamo accorti di come, nella società dell’immagine in cui viviamo, alle volte siamo proprio noi a negare l’amore. Se penso a Nasten’ka, al narratore e all’Inquilino è evidente che sono tutti innamorati, anche se magari sono amori diversi. L’amore cambia, l’amore a volte è abbandono, e credo che la negazione dell’amore al giorno d’oggi sia assolutamente una tematica su cui riflettere. Quindi sì, condivido il tuo punto di vista».

C’è un’altra cosa che ho notato in Notti che vorrei capire. In scena i tre attori (che interpretano proprio degli attori) stanno discutendo della messa in scena del testo di Dostoevskij, un po’ come succede in “I promessi sposi alla prova” di Testori. È un richiamo voluto? 

«Devo dire che non ci avevo mai pensato, anche se mi onora il fatto di essere accostato a un’idea come quella di Testori. Però sicuramente in Notti c’è la volontà di portare in scerna il teatro, una tematica che mi sembrava interessante, così come la modalità che gli attori stessi dichiarassero la loro posizione di attori, e come alcune cose che succedono sembrano quasi impossibili all’interno dello spettacolo ma poi pian piano si realizzano. La dinamica della meta-teatralità e dell’utilizzo del teatro all’interno di una compagnia che deve mettere in scena uno spettacolo – come può essere anche in Sei personaggi in cerca d’autore – è un percorso che attraversa la nostra drammaturgia e la riflessione registica. Non per niente, credo, abbiamo citato Testori e Pirandello, che hanno inciso in maniera molto netta nella cultura teatrale contemporanea»

Ho scoperto che, prima della laurea specialistica in Produzione e Progettazione delle Arti Visive allo IUAV di Venezia, ti eri laureato in Biotecnologie Mediche. Cosa ti ha portato da un percorso scientifico a uno artistico?

«Beh, durante gli studi avevo già iniziato a frequentare il Tpr-Cut (Teatro Popolare di Ricerca-Centro Universitario Teatrale) di Padova, ho conosciuto Denis Fasolo, Andrea Pennacchi, il fondatore del Tpr Lorenzo Rizzato, ho avuto una spinta molto forte per il teatro, la nuova drammaturgia, la sperimentazione. Diciamo che il percorso scientifico mi ha portato a decidere in maniera più convinta di intraprendere un percorso artistico e frequentare poi l’Accademia Teatrale Veneta, e specializzarmi anche al Centro Sperimentale di Cinematografia. Insomma, era già tutto dentro di me, doveva solo uscire».

SlowMachine esiste dal 2012, ma il 2024 avrebbe dovuto essere il decennale della stagione teatrale “Belluno Miraggi”, poi saltata. Cos’è successo?

«Probabilmente c’erano idee un po’ diverse con l’amministrazione comunale, ma speriamo che nel futuro si possa migliorare. Noi, come compagnia, a livello produttivo e organizzativo siamo molto attivi. Se la disponibilità per la realizzazione di progetti all’interno del territorio bellunese c’è, ben venga, se no vedremo. Miraggi è sempre stata apprezzata dalla cittadinanza, ma a volte chi decide è gente che professionalmente non ha niente a che fare con il nostro ambito. Rispetto al nostro territorio vedo problematiche un po’ di provincia, e questo non aiuta. L’Emilia-Romagna, ad esempio, è una costellazione in cui più anime convivono, da Ert a Accademia Perduta, dalle Albe alla Socìetas, la pluralità di espressione è solo una ricchezza. Speriamo di ritornare anche noi in attività in maniera più strutturata, anche se è ovvio che il sistema cultura ha dei problemi e delle necessità. In questo momento però ci fa piacere che un lavoro come Notti stia girando abbastanza, con un ottimo riscontro del pubblico, che è fondamentale».

Alessandro Fogli

Alla Manfrediana alluvionata la bellezza è “spalata” col video di Cristiano Cavina

Torna la rassegna per sensibilizzare sulla raccolta fondi. Atteso anche Paolo Nori

ManfredianaProsegue anche nel 2024 la rassegna Bellezza spalata ideata dalla Biblioteca Manfrediana per restare vicina al suo pubblico e per proseguire nella sensibilizzazione per la raccolta fondi destinati al recupero delle sale alluvionate. È possibile donare attraverso l’Iban del Comune Faenza specificando nella causale “per biblioteca”. Inoltre è stato attivato un art bonus, che consente un credito di imposta, pari al 65% dell’importo donato, a chi effettua erogazioni liberali a sostegno del patrimonio culturale pubblico.

La rassegna prenderà il via il 23 gennaio con un doppio appuntamento. Alle 17 ci sarà un laboratorio di fumetti offerto dall’associazione culturale Barbablù, rivolto a tutte le ragazze e i ragazzi dagli 11 ai 14 anni. Alle 18.30 sarà ospite nell’Aula Magna della Biblioteca Cristiano Cavina con il suo toccante video racconto “Il primo Natale in Romagna dopo l’alluvione” realizzato dalla Regione Emilia Romagna. Si tratta di una testimonianza civile, «necessaria per dimenticare le acque limacciose – spiega Cavina -. Chi ha vissuto i giorni del fango e nel fango non potrà mai scordarli. Resteranno per sempre impressi nella nostra mente, perché si è trattato di un evento talmente forte che ci ha segnato per sempre».

Il 31 gennaio alle ore 18.30 è previsto un incontro con Paolo Nori, scrittore, traduttore e blogger, con il monologo Vi avverto che vivo per l’ultima volta dedicato alla poetessa russa Anna Achmatova.

All’interno della rassegna non poteva mancare una mostra dedicata ai ricchissimi fondi della Biblioteca con una esposizione dedicata ai manoscritti dal titolo In bella grafia. Sei secoli di manoscritti. In occasione dell’inaugurazione prevista per il 23 febbraio alle ore 18 si esibirà il gruppo musicale Il Battello Bianco, composto da Bruno Orioli, Enrico Massari e Andrea Gatta.

Servono medici di Pronto soccorso. In provincia manca un terzo dei dottori previsti

Dati Uil: a Ravenna, Faenza e Lugo servirebbero 76 professionisti, per coprire i vuoti l’Ausl attinge da altri reparti con ricadute sulle liste d’attesa

pronto soccorso ospedale ravenna

Ogni anno i tre pronto soccorso della provincia (Ravenna, Faenza, Lugo) registrano circa 150mila accessi. Il numero è in crescita dopo il grande calo del 2020 dovuto alla pandemia. A Ravenna nel 2023 si sono registrati 100 mila accessi, in aumento del 7 percento rispetto all’anno prima. Oltre ai casi che hanno necessitato di un ricovero, vi è stato un aumento percentuale dei codici azzurri (+10 percento) e dei verdi (+3 percento).

Ma sono sempre meno i professionisti della sanità disposti a lavorare in quel reparto. La pianta organica dell’Ausl Romagna prevede 76 medici per i tre reparti ravennati. Attualmente, secondo le valutazioni del sindacato Uil, è scoperto un terzo dei posti. Il Ps di Ravenna ha 28 medici su 36 previsti, a Faenza 14 su 22 e a Lugo 9 su 18. Spesso, per comprensibile necessità, l’azienda sanitaria fa ricorso a medici di altre specialità con un effetto a cascata su altri reparti dove non ci sono urgenze ma si finisce per allungare le liste di attesa.

Perché la fuga dai Ps italiani? Secondo le considerazioni dei sindacati incide la trasformazione del lavoro: molti considerano il pronto soccorso come il luogo cui rivolgersi per qualunque bisogno semplicemente perché è sempre aperto e così la gestione dell’urgenza non è più la mission del personale. Senza dimenticare l’aspetto economico con retribuzioni non competitive rispetto al privato e all’estero. Sono diversi i casi di chi lascia il Ps per fare il medico di base.

C’è poi il tema della scarsa sicurezza con episodi di aggressioni all’ordine del giorno. Il gesto sconsiderato di persone violente non è prevedibile, ma una riduzione dei tempi di attesa contribuirebbe a ridurre la tensione: ne sono convinti i sindacalisti.

Le previsioni future non autorizzano ottimismo. Il sindacato dei medici Anaao Assomed ha raccolto e pubblicato i risultati delle assegnazioni dei posti nelle scuole di specializzazione in Italia, i corsi che permettono ai laureati in medicina e chirurgia di specializzarsi, un requisito essenziale per essere assunti nel servizio sanitario nazionale. Secondo il sindacato il dato più preoccupante riguarda la specializzazione di emergenza-urgenza, che forma medici e mediche dei pronto soccorso, per cui sono state assegnate soltanto 266 borse di studio sulle 855 a disposizione.

«Con il tornado ho perso casa e lavoro. Ancora nessun ristoro, ma tanta solidarietà»

Andrea Ricci Maccarini ha riaperto in questi giorni l’attività di ristorazione ad Alfonsine grazie alle donazioni: «Il disastro di questa estate mi ha portato via anche vent’anni di cuore. In futuro sogno di aprire un room&breakfast»

Spighe

A sei mesi di distanza dalla tromba d’aria che ha colpito la sua abitazione e la sua attività di ristorazione ad Alfonsine (Le Spighe – non solo Piadine in via Raspona 61/A) Andrea Ricci Maccarini prova a ripartire. Lo fa grazie all’aiuto di tanti amici, conoscenti e volontari, come il gruppo “Gli amici di Paride” e l’influencer ravennate Erica Liverani, che gli hanno teso una mano nel momento più difficile: lo scorso luglio, una violentissima tromba d’aria ha spazzato via in soli cinque minuti metà della sua casa di campagna adiacente al ristorante, compromettendone l’agibilità e causando ingenti danni economici.

Di quei momenti, Ricci Maccarini ricorda lo sconcerto e la paura: «Non capivamo cosa stesse succedendo, avevamo paura e ci siamo chiusi in un bagno cieco nella parte più protetta della casa. Quando siamo usciti ci siamo resi conto di aver perso tutto, una vita di sacrifici fatti dalla nostra famiglia. In quel momento non ci sono state lacrime, ma poi ho avuto un ictus. Questo disastro mi ha portato via 20 anni di cuore».

Come se non bastasse, nell’anno appena concluso il ristoratore ha dovuto affrontare anche la morte di entrambi i genitori, e durante le feste è stato derubato nel suo capanno in piazza del Popolo delle offerte che era riuscito a raccogliere per la ricostruzione post tornado, per un totale di circa mille euro.

Ora, tra attese e sconforto, Ricci Maccarini cerca di andare avanti, nonostante il periodo dell’anno non proprio favorevole per la ristorazione: «Abbiamo riaperto in questi giorni l’attività. Grazie alle donazioni e all’aiuto di un’azienda di Alfonsine siamo riusciti a ricavare un gazebo al chiuso per accogliere i clienti. Ho dovuto prendere una nuova stufa a pellet perché l’altra era andata distrutta». Pur nella disgrazia che lo ha colpito, il ristoratore ha potuto toccare con mano la solidarietà delle persone che sono scese in campo per aiutarlo. Tra tutte, l’ex consigliera comunale di Ravenna Samantha Tardi che, oltre ad aver avviato una raccolta su Gofundme, domenica 14 gennaio ha organizzato un evento dal titolo “Una piadina col cappotto – Aiutiamo Andrea”, riuscendo a raccogliere quasi 2mila euro. «Io e mia sorella ci siamo emozionati – racconta Ricci Maccarini –. A parte il discorso economico, quello che ci ha aiutato tantissimo è stato il non essere lasciati soli, il non essere dimenticati». Una solitudine che pesa, soprattutto a fronte del silenzio da parte di chi invece dovrebbe aiutare: «Chiacchiere tante, cose concrete nessuna. A livello di ristoro non è arrivato niente, e quello di cui abbiamo bisogno noi, che abbiamo perso tutto, sono proprio i soldi. Le banche ti trattano come se valessi meno di niente».

E il Comune? «Dal momento che non abbiamo più l’abitabilità della casa, ci hanno spostati in centro ad Alfonsine. L’appartamento in sé non è male, ma lo stabile è abbastanza degradato».

Alla mancanza di aiuti economici si aggiungono poi gli ostacoli alla ricostruzione: «La casa, che ha subito i danni più grossi, è da demolire e ricostruire. Purtroppo, però, è vincolata dalla Soprintendenza delle Belle Arti che rallenta tutto. Anche se non ho più niente, sono obbligato a rifare tutto com’era prima, è una vergogna».

La difficolta del momento, aggravata da atti di sciacallaggio e dalle malelingue («Le persone mi accusano di essermi fatto pubblicità»), rende difficile guardare oltre, soprattutto in alcuni momenti: «Andare a dormire non è facile. Di giorno vedi le persone e questo ti aiuta a non pensare, ma la sera tutto quello che è accaduto ti torna addosso. Se non avessi avuto mia sorella oggi non sarei qui». Ci si prova comunque, però. E alla domanda su cosa si aspetta dal futuro, Ricci Maccarini risponde chiaramente: «Mi auguro di riuscire a sistemare la casa e creare un room & breakfast. Lo vorremmo chiamare “I Tre mori”, come il locale storico dei miei genitori. Qui siamo in mezzo alla natura e alla campagna, ti immergi nella tranquillità e nella serenità. Speriamo di tornare a essere sereni anche noi».

Il Ravenna pareggia a Sant’Angelo e allunga in testa alla classifica del girone D

Giallorossi da record: hanno la miglior difesa di tutta Italia (dalla serie A alla D)

Santangelo Ravenna

Il Ravenna Fc pareggia (1-1) a Sant’Angelo Lodigiano contro i padroni di casa in piena zona play-out, ma allungano in testa alla classifica, sfruttando la sconfitta del Victor San Marino contro il Lentigione.

Ora i giallorossi sono a +4 sui sammarinesi in vetta al girone D del campionato di calcio di serie D.

E nonostante il gol subito abbia interrotto una lunga serie di imbattibilità, con solo 7 reti incassate il Ravenna è la difesa meno battuta d’Italia, dalla serie D alla serie A.

Domenica prossima, 28 gennaio, in casa contro il Fanfulla un’occasione per allungare ancora.

Alluvione, Bonaccini: «Non c’è un euro per rimborsare i cittadini»

Il Presidente della Regione continua a chiedere una norma per i beni mobili

Emergenza alluvioni in Emilia-Romagna. Esondazione del fiume Montone ed allagamento del quartiere Romiti a Forlì«Otto mesi dopo l’alluvione che ha colpito la Romagna, il governo non ha ancora previsto che possano essere rimborsati i danni dei beni mobili: è una barzelletta. Io voglio credere che il governo metta questa norma perché stiamo prendendo in giro i cittadini. Ma anche se ci fosse questa norma, adesso non ci sono i soldi per rimborsarli, i cittadini stessi dicono che non hanno ricevuto niente».

Lo ha detto Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna, a proposito dell’alluvione.

Nei giorni scorsi Meloni e Von der Leyen hannno annunciato un miliardo e 200 milioni aggiuntivi dai fondi del Pnrr. «Saranno investimenti sulla parte pubblica – ha detto Bonaccini, parlando a Omnibus su La7 – ma non c’è un euro di quei soldi che va a famiglie e imprese. Ad oggi ne sono arrivati poco più di 4, ora con questi soldi, superiamo i 5 miliardi. Ho chiesto un tavolo tecnico ai ministeri perché ci sono due problemi: le regole del Pnrr prevedono di spendere e rendicontare entro la fine del 2026 altrimenti non vengono utilizzati. Inoltre io, per la ricostruzione del sisma, ho avuto a disposizione fino a mille persone in più, Figliuolo ha una sessantina di persone che stanno a Roma, Ci sono piccoli comuni di poche migliaia di abitanti che devono fare centinaia di cantieri. C’è bisogno di darsi una mano velocemente. Io ho tutto lo spirito di collaborazione possibile, ma non ci sposteremo di un millimetro finché non sarà rimborsato chiunque abbia subito un danno».

Finisce fuori strada sull’E45, muore cinque giorni dopo in ospedale. Aveva 48 anni

La vittima si chiamava Loris Rinaldi e lavorava alla Sapir

Loris RinaldiCordoglio in città per la morte di Loris Rinaldi. 48 anni, originario delle Marche ma ormai ravennate d’adozione, Rinaldi lavorava alla Sapir.

L’uomo è morto il 19 gennaio al Bufalini di Cesena dove era ricoverato in terapia intensiva, cinque giorni dopo essere finito fuori strada con la propria auto lungo l’E45.

L’incidente era avvenuto domenica 14 gennaio tra Casemurate e lo svincolo per Mirabilandia, al ritorno dopo un pranzo con amici nel Cesenate – scrive il Corriere Romagna in edicola oggi (21 gennaio).

Rinaldi era da solo alla guida della sua Jeep Renegade quando – per cause in corso di accertamento – ha sbandato, finendo capottato nel campo adiacente.

Trasportato d’urgenza dai soccorritori al Bufalini di Cesena, l’uomo è morto dopo alcuni giorni di ricovero in terapia intensiva.

Città a 30 km all’ora, il sindaco: «Ravenna non seguirà l’esempio di Bologna»

De Pascale al Corriere Romagna: «Caratteristiche diverse, le nostre priorità sono altre»

De Pascale Sindaco Palazzo Merlato

«Al momento non è allo studio nessuna operazione di sistema per implementare le Zone 30 in vie dedicate più o meno esclusivamente alla circolazione stradale». Il sindaco Michele de Pascale mette fine al dibattito ravennate sulla Città 30, dichiarando al Corriere Romagna che «Ravenna è una città con caratteristiche molto diverse rispetto a Bologna», dove comunque «è stata fatta una scelta coraggiosa e sensata.

Il caso Bologna sta facendo discutere in tutta Italia: nel capoluogo felsineo, infatti, da pochi giorni sono entrate in vigore le nuove norme con cui il limite dei 30 km/h è diventato la normalità in tutte le strade cittadine più densamente popolate, circa il 70% di quelle dell’intero centro abitato.

«Le nostre priorità sono altre – ha dichiarato ancora il primo cittadino al Corriere -. Da un lato potenziare la rete ciclabile, dall’altro razionalizzare la grande viabilità evitando la commistione fra traffico portuale e cittadino».

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