sabato
13 Settembre 2025

L’anima del Natale rivive in centro a Ravenna: i concerti di “Christmas Soul”

Dal 28 dicembre al 1° gennaio con maestri americani del gospel

Christmas Soul Ravenna
Il Concerto di Capodanno 2023 al teatro Alighieri

Torna in centro a Ravenna la rassegna “Christmas Soul” con quattro concerti gratuiti a cura dello staff del festival Spiagge Soul, in collaborazione con Ravenna Manifestazioni. I primi tre in piazza del Popolo e l’ultimo al teatro Alighieri.

Ad aprire la rassegna di quest’anno sarà Sara Zaccarelli, che giovedì 28 dicembre alle 18, in Piazza del Popolo, proporrà un’escursione musicale che parte dai grandi classici del genere arricchita da incursioni nelle produzioni gospel più recenti, seguita venerdì 29 dalla prima corale, con il maestro Earl Bynum che presenta in Italia il gruppo di sette vocalist e musicisti The Mount Unity Choir, in arrivo dalla Virginia. Una formazione che ha vinto premi prestigiosi e offre performance che mescolano il gospel tradizionale e contemporaneo a tocchi di Jazz.

Il concerto del 31 dicembre per salutare il 2023, sempre in piazza ma alle 23, è affidato all’Inspirational Choir of Harlem, diretto da Anthony Morgan, che unisce gospel, jazz, pop e R&B e ha collaborato con leggende come Ike & Tina Turner, Stevie Wonder, Aretha Franklin e gli U2.

Il primo giorno del 2024 torna l’appuntamento ormai tradizionale al Teatro Alighieri, alle 11, questa volta affidato a una nuova e prorompente voce della scena musicale newyorkese, Kaylah Harvey, con The Bronx Black Keys, con un’esibizione arricchita dallo M String Quartet, per un repertorio che unisce sonorità gospel-pop innovative con intensi brani tradizionali nero-americani.

«Per questa edizione – spiega il direttore artistico di Christmas Soul, Francesco Plazzi – abbiamo scelto di approfondire la sfera più coinvolgente ed emozionale della musica gospel, portando in scena tre corpose corali di grande impatto scenico provenienti dal paese dove questo genere musicale è nato».

Mollare tutto e andare a vivere in barca: «La vera ricchezza è il tempo»

Marcella Montanari, da Alfonsine, ora è nell’arcipelago malese con il compagno, pronta per il giro del mondo: «Fuori dalla logica dello stipendio e dei consumi»

Marcella MontanariImmaginate di mollare tutto e di trasferirvi dall’altra parte del mondo. Visualizzate le palme, la sabbia chiara e l’acqua di smeraldo che si fonde, ma mai del tutto, con il cielo limpido. Pensatevi su una spiaggia a mangiare frutta tropicale mentre osservate il sole che tramonta.

Quello che appare a molti come un sogno lontano, Marcella e Giulio l’hanno realizzato. Da più di un mese vivono a Langkawi, arcipelago della Malesia nel cuore del sud-est asiatico e, come si legge sul loro blog, “una delle ultime tappe prima della traversata dell’Oceano Indiano nel classico giro del mondo in barca a vela”. Qui è ormeggiata la barca che hanno acquistato da una coppia australiana e con cui hanno intenzione di veleggiare verso est alla scoperta dell’Asia.

Il loro, però, non è stato esattamente un percorso “classico”. Marcella Montanari, 44 anni, nata ad Alfonsine, ha lavorato per anni su progetti culturali (da queste parti è nota anche per aver fatto parte dello staff della candidatura di Ravenna a capitale europea della cultura 2019) per poi dedicarsi al turismo, compreso quello nautico («durante la pandemia ho lavorato in barca come cuoca»). Giulio De Leo, 42, napoletano d’origine ma romano d’adozione, ha lavorato per sette anni in uno studio legale prima di capire di voler qualcosa di diverso. Il suo cursus honorum nella nautica è iniziato dal basso: «Ho lavorato come mozzo, come manutentore e come capo-base. Quando mi sono sentito pronto, sono passato dalla banchina alla barca, diventando skipper».

Su una barca si sono conosciuti – per caso – e su una barca sono finiti a vivere – per scelta. Ma dal sogno alla realtà il passo non è stato poi così breve…

Com’è nata l’idea di vivere in mare?
Giulio:
«È un percorso che parte da lontano. Negli anni la dimensione della barca è diventata sempre più centrale nelle nostre vite finché a un certo punto, prima della pandemia, abbiamo capito che non ci bastava più stare in mare per tre mesi l’anno, volevamo viverlo più intensamente. La dinamica del viaggio e l’idea di esplorare posti nuovi è qualcosa che ci fa stare bene».
Marcella: «Abbiamo riflettuto anche sul tipo di esperienza che volevamo avere. A poco a poco abbiamo capito che il sogno che volevamo realizzare era quello di avere una barca-casa sulla quale accogliere le persone a noi vicine, e non clienti da portare in giro».

Come siete arrivati in Malesia?
M.:
«La scelta è stata del tutto casuale. Per anni abbiamo cercato una barca in Europa; eravamo vicinissimi a comprarne una in Francia, poi la cosa non è andata a buon ne. Lo scorso gennaio siamo venuti in Thailandia per aiutare un signore a riportare un catamarano in Italia. Abbiamo passato più di un mese a bordo, attraversando l’oceano Indiano. Quando siamo arrivati in Sri Lanka, però, abbiamo deciso di scendere e ci siamo fermati lì per due mesi. A quel punto abbiamo iniziato a cercare una barca e lo scorso aprile l’abbiamo trovata. È stato un colpo di fulmine».

Ditemi di questa barca allora! Com’è fatta?
G.:
«È in acciaio, è stata costruita quarant’anni fa dalla coppia di signori australiani che ce l’ha venduta. È lunga 14 metri, con tante vele a prua e un albero solo. Dentro è in legno, sembra una baita di montagna. C’è una grande cabina matrimoniale, una cucina, un bagno, due cabine con letti a castello e un grande salone. È anche troppo spaziosa!».
M.: «In effetti, forse era più piccola la casa a Centocelle…».

Come vi mantenete al momento?
M.:
«Da alcuni mesi ho avviato un progetto con una collega, organizziamo tour privati per famiglie straniere in Italia. È un’attività che riesco a portare avanti anche da remoto».
G.: «Io invece faccio lo skipper nei mesi estivi, lavorando 24 ore su 24 tutti i giorni. La prossima estate ho intenzione di tornare in Italia per la stagione».

Come si svolge una vostra giornata-tipo?
M.:
«Passiamo la maggior parte del tempo a capire cosa c’è sulla barca, a eliminare quello che non ci serve, a sistemare tutto per poi fare la manutenzione a bordo. Di solito ci svegliamo all’alba, io pratico yoga e poi facciamo colazione insieme. La mattina lavoriamo insieme sulla barca, mentre al pomeriggio io mi sposto nei locali del resort dell’isola su cui siamo, Rebak, per stare al computer. A fine giornata, a volte, prendiamo il traghetto e andiamo nell’isola più grande, a Langkawi, dove ceniamo con del cibo locale. Lì è anche dove facciamo la spesa e compriamo le cose che ci servono. La sera di solito leggiamo. È una vita molto semplice e tranquilla… Proprio oggi però abbiamo fatto una cosa particolare: siamo andati a raccogliere la plastica su una spiaggia dell’isola. Con la stagione dei monsoni il mare butta a terra tantissimo, la spiaggia era letteralmente ricoperta di plastica».

La vita in barca vi fa avere una prospettiva diversa riguardo all’impatto dell’uomo sull’ambiente?
M.:
«Sicuramente porta a semplificare molto le proprie esigenze. La vita in barca è estremamente pragmatica anche dal punto di vista della disponibilità di risorse come l’acqua e la corrente elettrica. Il desiderio di semplificare il nostro modo di vivere, limitandoci al minimo indispensabile, è uno dei motivi che ci hanno spinto a fare questa scelta. Poi dipende molto da chi vive sulla barca e dalla sua sensibilità rispetto a questo tema».
G.: «Quando si lavora sulle barche, spesso si è a contatto con persone in vacanza che vivono la barca come un hotel e vengono per farsi le foto da pubblicare su Instagram. Non si rendono conto dell’impatto che le loro azioni possono avere, non si chiedono cosa lasciano dietro di loro. Può capitare che d’estate, in una rada, alle sette di sera il mare diventi bianco di schiuma perché tutti contemporaneamente si stanno facendo la doccia con i saponi chimici del supermercato. Questa per me è una forte contraddizione: scegliere il mare per stare a contatto con la natura e poi non rispettarla».

La vostra, quindi, è stata anche una scelta etica?
G.:
«La decisione è stata dettata proprio dalla volontà di prendere le distanze dalla società del consumo sfrenato. Non voglio fare un discorso estremista, ma con la vita in barca noi intendiamo anche sottrarci un po’ alla logica del lavoro stipendiato così come viene tradizionalmente inteso. Riducendo i consumi e i bisogni all’essenziale uno riesce anche a guadagnare in termini di tempo, che secondo noi è la vera ricchezza. La bellezza della barca, poi, è il fatto che ti permette di relativizzare la tua importanza nel mondo. Ti rendi conto che sei piccolo rispetto all’universo e molto debole rispetto alla potenza degli elementi naturali come il mare, il vento e la pioggia. Noi qui siamo in un paradiso, un’isola con oggetti esotici, il verde della vegetazione, le scimmie. Certo, ci scontriamo comunque con il fatto che la plastica arriva dal mare, ma la barca ti consente di fuggire anche da altri aspetti negativi presenti nelle città, come il traffico e l’inquinamento».
M.: «Al tramonto però arrivano le zanzare… proprio come in Romagna!».

Quali sono i vostri piani per il futuro?
M.:
«All’inizio di tutto ci eravamo immaginati di partire dal Mediterraneo e da lì fare il giro del mondo; è chiaro che, avendo trovato la barca qui in Malesia, siamo già a metà strada. Adesso la nostra idea è quella di esplorare questi mari, visitando arcipelaghi che sono destinati a essere sommersi a causa del cambiamento climatico e dell’innalzamento del livello dei mari».
G.: «Sicuramente, quando la barca sarà in grado di navigare, vorremmo andare verso est passando per l’Indonesia, il Bormio e le Filippine, questo nei prossimi cinque o sei anni. Poi attraverseremo il Pacifico».

A14, sbandata all’alba: auto ribaltata nei campi, due feriti soccorsi in elicottero

Uscita di strada tra Bagnacavallo e Ravenna

Verso le 4.30 di oggi, 24 dicembre, un’auto è uscita fuori strada mentre percorreva l’autostrada A14 bis verso sud tra Bagnacavallo e Ravenna e si è ribaltata nei campi. Le squadre dei vigili del fuoco di Lugo e Ravenna con l’autogru sono intervenute per estrarre le due persone a bordo. I feriti sono stati affidati al personale del 118 intervenuto anche con l’elicottero di Bologna e trasportati poi nei vicini ospedali per le cure del caso.

«Il Comune di Ravenna chiede le spese postali per le multe anche via email»

Il caso di un cittadino che ha attivato il domicilio digitale per le comunicazioni ufficiali ma ha ricevuto il verbale dell’autovelox per posta cartacea

VeloxIl Comune di Ravenna chiede 12,80 euro di spese postali per la notifica delle multe da autovelox anche se inviate via email con posta certificata, la cosiddetta Pec. È la segnalazione di Alvaro Ancisi, consigliere comunale di opposizione con Lista per Ravenna, che nasce da un caso concreto di un cittadino.

La notifica del verbale di accertamento della violazione era stata recapitata tramite postino all’abitazione aumentata di 14 euro per “spese postali e di procedimento”. Il cittadino in questione, che aveva attivato il domicilio digitale per le comunicazioni della pubblica amministrazione, ha contestato l’addebito 14 euro. Il giorno seguente ha ricevuto un nuovo bollettino con cui la maggiorazione è stata ridotta a 1,20 euro solo per “spese di procedimento”. «È troppo facile – dice Ancisi – che un’autorità pubblica sia puntigliosamente fiscale coi propri amministrati quando è la prima a non rispettare le regole».

Il servizio di riscossione multe e tributi è gestito totalmente dalla società Ravenna Entrate, posseduta al cento per cento dal Comune di Ravenna, alla quale la polizia locale si limita a trasmettere i verbali.

A fronte di questo scenario, il decano dell’opposizione rivolge un’interrogazione al sindaco. Perché Ravenna Entrate non ha verificato se il trasgressore avesse attivato il proprio domicilio digitale? Quanti altri verbali sono stati erroneamente notificati tramite postino analogico, invece che per posta digitale (Pec)?

Cos’è il domicilio digitale?

Il domicilio digitale è una possibilità attiva da giugno 2023 quando l’Agenzia pubblica per l’Italia digitale (Agid) ha istituito l’Indice Nazionale dei Domicili Digitali (Inad) consultabile da tutti: ogni cittadino italiano può eleggere il proprio domicilio digitale indicando un indirizzo Pec dove ricevere tutte le comunicazioni ufficiali della Pubblica amministrazione. A tutt’oggi gli iscritti all’Inad sono oltre due milioni e mezzo.

Nel 2024 il Comune di Ravenna prevede di incassare 13 milioni di euro dalle multe

Nel comune di Ravenna gli ultimi autovelox fissi sono stati installati in città in via Bellucci (con una media di 170 contravvenzioni al giorno) e a Mezzano in via Reale. La previsione della giunta de Pascale è di incassare nel prossimo 2024 dalla propria “attività di controllo e repressione delle irregolarità e degli illeciti”, 13 milioni e 387 mila euro, rispetto agli 11 e 239 mila del 2023.

«Dopo il Covid le uscite sono una priorità e i ristoranti hanno più clienti»

Mauro Mambelli è presidente provinciale di Confcommercio e titolare di un locale in centro a Ravenna: «I prezzi della città non sono eccessivi. Dal costo della materia prima serve un rincaro almeno del 100 percento per coprire la gestione dell’impresa»

Pexels Helena Lopes 696218«Essere costretti a restare in casa per il lockdown della pandemia ha fatto crescere la voglia di uscire. Ora che si può fare, la gente fa di tutto per godersi il tempo fuori di casa: pranzi e cene al ristorante sono diventati un piacere sempre più ricercato». Mauro Mambelli è il titolare del ristorante La Gardela a Ravenna e il presidente provinciale di Confcommercio. Il ristoratore non ha dubbi che il Covid abbia cambiato le abitudini della clientela: «Non solo nella propensione a uscire, ma anche nel farlo con condizioni climatiche che un tempo scoraggiavano. Il freddo e la nebbia non sono più vissute come ostacoli perché ci abbiamo fatto l’abitudine quando stare all’aperto era una salvezza per la salute».

L’agenda delle prenotazioni dice che le festività di fine anno saranno soldout?
«Pranzo di Natale e cenone di San Silvestro registrano grandi numeri. Ma si vedono anche molto di più le cene degli auguri delle aziende e dei gruppi di amici».

Viene da chiedersi come conviva l’aumento di richieste di pasti fuori casa con le difficoltà economiche lamentate da molte famiglie.
«Credo che mangiare fuori abbia scalato posizioni nella graduatoria delle priorità per molti. Un segnale in questo senso lo vediamo dal commercio che non sta vivendo numeri migliori rispetto al pre Covid. Forse si rinuncia a una camicia per una cena fuori».

La clientela è in fermento, per questo il mercato reagisce con nuove aperture?
«Le novità più recenti a livello ravennate sono investimenti di professionisti, gente del settore che ha le spalle per reggere l’urto. Non sono più i tempi in cui tutti si improvvisavano credendolo un settore facile».

Il trend del momento sembra essere la cucina asiatica, in particolare quella giapponese. Domanda secca: sono troppi i nuovi locali per la misura ravennate?
«Non sono troppi, però dispiace che ci siano tante realtà locali storiche che cedono il passo a cucine etniche».

Il proliferare dell’offerta in generale può spaventare gli operatori già sulla piazza?
«Il mercato c’è per tutti e ci sono buone premesse per il futuro. L’importante è che non vengano meno gli impegni delle amministrazioni. Per esempio la concessione di più spazi all’aperto per i tavoli non può essere tolta all’improvviso. Le aspettative dei numeri dalle crociere devono essere mantenute».

Quanto è importante il rapporto qualità-prezzo? Si possono calmierare gli aumenti?
«È fondamentale, ma è aumentato tutto, dalle materie prime all’energia. Il settore del vino ha un aumento del 50 percento. Non mi pare che l’offerta della ristorazione ravennate abbia prezzi troppo elevati. Quando vado altrove, anche nelle vicinanze, vedo situazioni che davvero mi sorprendono».

Ma qual è il rincaro necessario da applicare in un ristorante per definire il prezzo al cliente che consenta la vita dell’impresa?
«Dal prezzo della materia prima bisogna almeno mettere un cento percento di rincaro. Ma alcuni piatti arrivano anche al duecento percento».

Indagati 7 medici e 29 pazienti per false esenzioni per evitare il vaccino Covid

Avviso di fine indagini per 36 persone in varie parti d’Italia. Indagine partita da Ravenna dopo il certificato anomalo presentato da un vigile urbano. Al centro di tutto il dottor Luca Graziani diventato noto a livello nazionale per le sue posizioni no vax e no mask

Hub Vaccinale Esp RavennaLa presenza di alcune patologie è una condizione di esenzione dal vaccino anti Covid e la procura di Ravenna è convinta di aver individuato sette medici che tra il 2021 e il 2022 hanno rilasciato fasulle certificazioni di quelle patologie per agevolare pazienti no vax. Tutti hanno ricevuto l’avviso di conclusione indagini che solitamente anticipa la richiesta di rinvio a giudizio: sette medici e 29 pazienti chiamati a rispondere del reato di falso in concorso. Tre medici risiedono in provincia di Ravenna, gli altri sono di Grosseto, Napoli, Verona e Rieti. I pazienti sono perlopiù ravennati e, in alcuni casi, provenienti da altre province o regioni. Vari i profili: una psicologa, una omeopata, insegnanti, dipendenti pubblici, un agente di polizia locale e qualche avvocato. La notizia è riportata dall’edizione odierna dei quotidiani locali Resto del Carlino e Corriere Romagna.

Al centro dell’indagine c’è il medico 66enne Luca Graziani di Mezzano, balzato agli onori delle cronache nazionali dopo l‘intervista rilasciata a Ravenna&Dintorni in cui esprimeva le sue perplessità sulla reale pericolosità del virus Sars-Cov-2 e di conseguenza criticava i vaccini e definiva nocive le mascherine. In quanto no vax e no mask, Graziani non aveva perso occasione di partecipare a manifestazioni di piazza contro i provvedimenti della sanità pubblica. È stato Graziani, grazie perlopiù a un virologo toscano compiacente che attestava situazioni di rischio, ad avere certificato nella maggioranza dei casi la necessità di esclusione dal vaccino. E a marzo 2022 il medico aveva ottenuto, attraverso due colleghi ora indagati, un certificato di esenzione. Graziani poi finì ricoverato in ospedale per una polmonite da Covid.

Come si legge anche dal sito dell’agenzia di stampa Ansa, l’inchiesta era scattata a fine 2021 quando un agente della polizia locale di Ravenna si era presentato al comando con un certificato di esenzione ritenuto dubbio: era poi stato lo stesso comandante a inviare una informativa in procura. I carabinieri hanno acquisito le cartelle cliniche e i documenti di diversi pazienti per verificare la veridicità delle patologie indicate nelle esenzioni. Ben 27 presentavano i risultati delle analisi effettuate nello stesso laboratorio con sede a Forlì. Su ognuna di quelle posizioni la procura ha affidato a un ematologo una consulenza medico legale.

Il Ravenna Festival 2024 si aprirà con il maestro Muti e la Filarmonica di Vienna

Già annunciata la prima data della 35esima edizione: dall’11 gennaio la prevendita per il concerto di maggio (biglietti da 27 a 130 euro). Per i Wiener è la dodicesima volta in città in 33 anni

Muti Wiener © Terry LinkeIl maestro Riccardo Muti ha appena concluso Ravenna Festival 2023 sul podio della trilogia d’Autunno e lo stesso Muti aprirà la 35esima edizione del Festival sabato 11 maggio 2024 sul podio dei Wiener Philharmoniker.

Il maestro tornerà a dirigere la compagine viennese a Ravenna per lo speciale concerto d’inaugurazione di Ravenna Festival 2024, il cui programma completo sarà svelato sabato 24 febbraio. Forti di un legame coltivato in oltre cinquant’anni di memorabili concerti a Vienna e Salisburgo, tournée in tutto il mondo e preziose incisioni, Muti e i Wiener propongono la Sinfonia n. 35 di Mozart, detta “Haffner”, e la Sinfonia n. 9 di Schubert, detta “La grande”. Le prevendite si aprono giovedì 11 gennaio alla biglietteria del teatro Alighieri, anche telefonicamente 0544 249244 e online su ravennafestival.org (biglietti da 30 a 130 euro, ridotti da 27 a 120).

Quello di maggio sarà il dodicesimo appuntamento dei Wiener nella città bizantina (l’undicesimo è stato nel 2021, anno in cui hanno celebrato il cinquantenario del loro sodalizio con Muti) e la prima delle sole tre tappe italiane della tournée – seguiranno Firenze e Bari. La prima partecipazione della Filarmonica di Vienna a Ravenna Festival risale al 1992.

L’appuntamento è il nuovo capitolo di una storia che vede la Filarmonica di Vienna fra le orchestre straniere più frequentemente ospiti della manifestazione ravennate, in nome della lunga amicizia in musica con Riccardo Muti: un’intesa di stile, una comunione di intenti e di civiltà che fanno la gioia del pubblico e contribuiscono alla diffusione del patrimonio musicale europeo, che tanto deve a Paesi come l’Italia e l’Austria. È proprio quel patrimonio a essere distillato nel programma del concerto, che naviga fra le colonne Mozart e Schubert. Del primo è proposta la scintillante ed euforica Sinfonia n. 35 in re maggiore “Haffner” K. 385, nata come Serenata da una commissione di una famiglia salisburghese – gli Haffner, appunto – quando il compositore si era già trasferito a Vienna dopo la rottura con l’arcivescovo di Salisburgo. A pochi mesi dal completamento della commissione, Mozart si fece spedire dal padre Leopold la partitura della Serenata e la trasformò in una Sinfonia; la nuova composizione fu presentata al Burgtheater di Vienna a marzo 1783.

Quando scrisse la Sinfonia n. 9 in do maggiore, Franz Schubert stava meditando già da qualche tempo (l’aveva confidato all’amico Kupelweiser in una lettera) di tornare a comporre, dopo l’abbandono della sua Ottava, un’opera sinfonica di grandi proporzioni. “La grande” fu però respinta dalla Società degli amici della musica di Vienna perché giudicata troppo lunga e difficile; fu Robert Schumann a ritrovarla fra le carte del fratello del compositore e a ottenerne l’esecuzione con la direzione di Felix Mendelssohn alla Gewandhaus di Lipsia nel 1839. Pur estremamente personale, costellata di gemme tematiche quali solo il liederista Schubert poteva immaginare, richiama l’Inno alla gioia nell’ultimo movimento, in omaggio a Beethoven. Così il concerto a Ravenna è anche un’ideale continuazione degli appuntamenti che i Wiener e Muti dedicheranno alla Nona beethoveniana, in occasione del bicentenario della sua prima esecuzione, nei giorni immediatamente precedenti il loro arrivo in Romagna.

Aveva incendiato due auto in sosta: 19enne indagato

I fatti risalgono al marzo del 2022, l’intervento dei vigili del fuoco evitò il propagarsi delle fiamme alle case

Decreto di citazione a giudizio per danneggiamento seguito da incendio per un 19enne accusato di avere dato fuoco a due auto in sosta nel quartiere Zalamella a Ravenna nel marzo del 2022. L’episodio delle vetture bruciate aveva spaventato i residenti nelle palazzine vicine. La notizia è riportata da Il Resto del Carlino di oggi, 23 dicembre.

Utilizzando un accendino sulla vaporizzazione di un deodorante spray infiammabile, il 19enne aveva appiccato il fuoco a una Seat Leon e a una Volkswagen Polo in sosta nelle vie Borghi e Loreta, a un centinaio di metri l’una dall’altra. L’intervento dei vigili del fuoco impedì che le fiamme coinvolgessero le abitazioni adiacenti.

La carcassa di un lupo trovata sul bordo della statale Adriatica a Savio

Accertamenti per stabilire le cause della morte, probabile un investimento

La carcassa di un lupo è stata ritrovata a Savio di Ravenna sul bordo della carreggiata della statale Adriatica all’altezza della cava Manzona. L’ipotesi è che sia stata investita da un veicolo. La notizia è riportata dal quotidiano Il Resto del Carlino in edicola oggi, 23 dicembre, il ritrovamento risale a due giorni fa. È stato un fotonaturalista che, percorrendo l’Adriatica, ha trovato l’animale morto. In precedenza alla polizia locale era stata segnalata la presenza di un animale ferito che vagava in quella zona. La carcassa è stata portata all’Istituto di zooprofilassi per le analisi del caso per chiarire le cause del decesso e stabilire se appartiene al branco della pineta di Classe.

Il fatturato 2023 di Deco Industrie aumenta del 17,5 percento

Presentati i risultati dell’anno all’assemblea dei soci. La cooperativa ha ottenuto la certificazione per la parità di genere

Stanislao Giuseppe Fabbrino Presidente E AD Fruttagel
Stanislao Fabbrino

Fatturato di gruppo previsto per il 2023 ai 228 milioni di euro con un incremento del 17,5 percento rispetto all’anno prima e margine operativo lordo di 28 milioni mentre era un milione nel 2022. Sono i numeri principali dell’anno che sta per chiudersi per Deco Industrie, la cooperativa con sede a Bagnacavallo con stabilimenti in Emilia e in Romagna che produce prodotti alimentari e per la detergenza che conta 600 lavoratori di cui 232 soci. Nella serata di ieri, 22 dicembre, si è svolta l’assemblea generale ordinaria dei soci.

Nel corso dell’assemblea è stato presentato il Piano Industriale realizzato con la collaborazione di Ernst & Young che ha inquadrato le nuove sfide che Deco si darà: ulteriore aumento della qualità dei prodotti e confermare la propria affidabilità nel percepito dei clienti. La previsione per il 2024 è un fatturato di 220 milioni di euro con un margine lordo di 16 milioni e un risultato netto di 7,5 milioni.

«Quello che sta per terminare – ha dichiarato Stanislao Fabbrino, direttore di Deco Industrie – è stato un anno in cui non ci siamo fatti mancare niente: dopo l’aumento dei costi delle materie prime del 2022, abbiamo visto l’alluvione, anzi a Bagnacavallo ne abbiamo subìte due distinte. Grazie alla collaborazione di tutti, ci siamo rialzati e abbiamo fatto tornare operativo lo stabilimento in tempi molto brevi e questo ci ha consentito di limitare i danni. Lo scorso anno ha visto un aumento vertiginoso dei costi di produzione, nel 2023 i costi sono diminuiti e al contempo abbiamo potuto finalmente adeguare i prezzi di listino, questo ha portato una forte crescita che non ci aspettiamo che si possa riprodurre con le stesse grandezze anche negli anni successivi ma che ci restituisce positività per il futuro».

Sede Deco BagnacavalloIl presidente di Deco Industrie, Antonio Campri, ha ricordato che nel corso del 2023 la coop si è dotata della “Certificazione per la Parità di Genere”: «Accompagnati da Federcoop Romagna, ci siamo dotati di una serie di indicatori di prestazione inerenti le politiche di parità di genere. Uno strumento in più, che ci tengo a sottolineare è volontario, che ci permetterà inizialmente di ridurre e in futuro di eliminare la disparità di trattamento tra uomo e donna. In una realtà come quella di Deco Industrie in cui più del 33 percento dei lavoratori è rappresentato da donne, la sensibilità verso questo tema è urgente e imprescindibile».

L’assemblea è stata l’occasione per consegnare una borsa di studio di 500 euro a Giulia Bernardi per essersi distinta positivamente nel suo percorso scolastico, una targa ai lavoratori che sono andati o andranno presto in pensione (Francesco Asturi, Enrico Berardi, Stefano Borghi, Claudio Carattoni, Stefano De Paoli, Claudio Minghetti, Davide Taroni, Mauro Ugolini e Mauro Vignoli) e a quelli che celebrano i 30 anni in azienda (Donatella Bandini, Roberto Tondini e Nicoletta Matteucci).

All’assemblea erano inoltre presenti: Mario Mazzotti e Giovanni Monti (rispettivamente ex presidenti Legacoop Romagna ed Emilia Romagna), Paolo Lucchi e Daniele Montroni (rispettivamente presidenti di Legacoop Romagna ed Emilia Romagna), Lorenzo Cottignoli (presidente Federazione delle Cooperative), Mirco Bagnari (responsabile settore industriale Legacoop Romagna). Era inoltre presente il collegio sindacale composto da Piero Brandolini, Laura Macri e Michela Succi.

Inaugurati i lavori al centro civico della piscina di Rossetta costati 500mila euro

Sono stati inaugurati ieri, 22 dicembre, i lavori di riqualificazione del centro civico di Rossetta, nel comune di Fusignano, realizzati nel corso del 2023 nell’ambito di un complessivo intervento di ammodernamento e messa in sicurezza della piscina intercomunale e dei locali annessi.

Gli interventi realizzati rientrano in un progetto globale di riqualificazione dell’intero polo della piscina intercomunale, già interessata da lavori in primavera. Il progetto complessivo è stato finanziato per 300.000 euro dalla Regione Emilia-Romagna nell’ambito del bando attività sportive della legge regionale 5/2018 e per 20.000 euro da fondi propri dei Comuni di Fusignano, Bagnacavallo e Alfonsine.

Sono intervenuti i sindaci di Alfonsine Riccardo Graziani e Fusignano Nicola Pasi,  l’assessore ai Lavori pubblici di Bagnacavallo Francesco Ravagli, la consigliera regionale Mirella Dalfiume e il presidente del Consiglio di Zona di Rossetta Massimo Mazzotti. Il pomeriggio si è concluso con il concerto del gruppo Femme Folk e l’aperitivo offerto da Agis Fusignano, che gestisce la struttura per conto dei Comuni.

Guasto alla linea ferroviaria, treni bloccati e disagi per gli spostamenti di Natale

Circolazione sospesa tra Bologna e Rimini, ritardi fino a 200 minuti: tanti viaggiatori bloccati nelle stazioni in attesa di una soluzione

Un guasto alla linea ferroviaria Bologna-Rimini all’altezza di Faenza sta impendendo la circolazione dei treni in entrambe le direzioni dalla mattinata di oggi, 23 dicembre, con pesanti ripercussioni sulle partenze alla vigilia del Natale con ritardi segnalati fino a 200 minuti. Diverse stazioni sulla tratta interessata sono affollate di passeggeri in attesa di potersi mettere in viaggio. Secondo quanto riporta il sito della Rai, lavori urgenti sono previsti nel primo pomeriggio di oggi. Lo stesso tratto faentino della linea fu teatro dell’incidente fra due convogli il 10 dicembre scorso.

Pesanti fin al mattino gli effetti sui tempi di percorrenza: i ritardi segnalati arrivano a 200 minuti, con variazioni possibili per i tanti viaggiatori che in queste ore si stanno recando verso le località di villeggiatura, o dai famigliari lontani per trascorrere le festività natalizie.

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