Il presidente: «Passata l’emergenza, servono opere infrastrutturali e investimenti pubblici finora mancati»

Prosegue il lavoro degli operatori del Consorzio di bonifica della Romagna occidentale per allontanare l’acqua che ha allagato gran parte del territorio di competenza dell’ente, a causa del maltempo dei primi di maggio.
Si stima che dai fiumi si siano riversati 120.000 milioni di metri cubi di acqua nel territorio sottostante, un volume pari a circa quattro volte la capacità dell’invaso di Ridracoli.
Ridotta nell’arco di una settimana l’estensione delle aree allagate, che era di circa 6.000 ettari nei giorni immediatamente successivi alle rotte arginali dei fiumi, a 20 ettari, dato rilevato nella giornata di domenica 14 maggio. Il confronto è ancor più significativo se si tiene conto che in alcune aree la colonna dell’acqua superava ampiamente i due metri di altezza.
Per cercare di accelerare il deflusso dell’acqua verso il mare Adriatico, il Consorzio si è attivato con turni di lavoro che coprono le 24 ore per azionare e rifornire gruppi di pompaggio d’emergenza, monitorare lo stato della rete di bonifica, gestire gli impianti idrovori stabili regolandone il funzionamento in modo da non sovraccaricare eccessivamente i canali ricettori, provvedere alla rimozione dei detriti accumulati a monte delle griglie di protezione degli stessi impianti dove non sono installati dispositivi automatici.
Le criticità provocate da fattori esterni alla rete consorziale hanno tenuto impegnati una settantina di operatori, tra tecnici e personale di campagna, che si sono alternati nei turni di lavoro.
Allo stesso tempo, i tecnici del Consorzio hanno attivamente partecipato alle numerose riunioni indette dal Centro di coordinamento dei soccorsi (Ccs) nella prefettura di Ravenna, dal Centro operativo regionale (Cor) e dai vari Centri operativi comunali (Coc), in particolare dei Comuni di Conselice e Bagnacavallo.
Ora il Consorzio, come tutte le altre autorità impegnate nella gestione dell’emergenza, si sta preparando a fronteggiare gli effetti delle precipitazioni molto intense che si attendono dalla tarda serata di oggi, lunedì 15 maggio, e che dovrebbero persistere fino a tutto mercoledì e parte della giornata di giovedì.
Nelle singole giornate sono previsti quantitativi analoghi a quelli degli eventi del 2 maggio che hanno prodotto gravi danni. Ad aggravare ulteriormente il quadro è la previsione dello stato del mare, che fa prefigurare notevoli difficoltà di deflusso lungo la rete scolante, con maggiori difficoltà a parità di portate affluenti.
«A emergenza cessata, occorre fare una riflessione seria – afferma Antonio Vincenzi, presidente del Consorzio di bonifica della Romagna occidentale -, che porti a decisioni concrete e tempestive, su come realizzare opere strutturali di prevenzione dell’emergenza. Non essendo ipotizzabile per ragioni tecnico-economiche un ridimensionamento del reticolo idrografico in un contesto fortemente urbanizzato qual è quello del territorio emiliano-romagnolo, la soluzione più efficace dei problemi è quella delle casse d’espansione che si possono prestare anche a una funzione di accumulo d’acqua per incrementare la resilienza ai fenomeni siccitosi».
«Si tratta di interventi – continua Vincenzi – che non possono essere posti a carico della contribuenza consorziale, ma necessitano di finanziamenti pubblici che purtroppo finora sono mancati. Se finalmente cambia l’approccio, posso assicurare che i Consorzi dispongono delle capacità progettuali e realizzative necessarie per svolgere con la massima efficacia il ruolo di enti attuatori».