mercoledì
16 Luglio 2025

Invia foto hot dell’ex compagno a suo figlio: a processo una 54enne

La donna dovrà rispondere anche di molestie continuate, tra chiamate, messaggi e sortite a casa e sul luogo di lavoro dell’uomo

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Per ritorsione contro l’ex, ha mostrato immagini hot dell’uomo al figlio di lui e alla precedente compagna. Per quanto delineato dall’accusa, una 54enne è stata rinviata a giudizio per diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite.

Nel dibattimento che partirà a fine giugno davanti al Tribunale di Ravenna, la donna – come riportato dal Resto del Carlino – dovrà rispondere anche di molestie continuate tra chiamate, messaggi, sortite a casa dell’ex e sul luogo di lavoro andate avanti tra il novembre 2020 e il gennaio 2021. E infine pure di sostituzione di persona per essersi finta un’altra donna – malata terminale di tumore e senza voce – e con questo profilo, avere chattato con l’uomo, un ultracinquantenne di Ravenna parte civile con l’avvocato Francesco Papiani.

La 54enne aveva a sua volta querelato l’ex per l’appropriaziome indebita di 1.750 euro: valore di due cellulari dati in dono attraverso il profilo della sedicente malata terminale. Ma il fascicolo è stato archiviato.

La 54enne e il ravennate si erano conosciuti nel 2015 su una piattaforma per giochi. La loro frequentazione, andata avanti per circa quattro anni, era cominciata nel 2017 solo quando la sedicente malata terminale si era fatta avanti tramite chat di Skype e, tessendone le lodi, aveva convinto il ravennate a imbastire una relazione con la 54enne. Le foto hot mostrate al figlio dell’uomo, erano state inviate proprio alla donna da Skype. (fonte ANSA.it).

Rifiuti, economia circolare, bonifiche: il festival formativo di Labelab

Torna a Ravenna “Fare i conti con l’ambiente”. Il programma dal 17 al 19 maggio

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Una scorsa edizione di Fare i Conti con l’Ambiente

Dal 17 al 19 maggio torna a Ravenna il festival formativo “Fare i conti con l’ambiente” organizzato da Labelab.

L’edizione 2023 ospiterà 4 Scuole di Alta Formazione che si occuperanno di bonifica dei siti contaminati, gestione dei rifiuti (nona edizione, promotore Tuttoambiente SpA coordinata dal Stefano Maglia e Vito Magnante), gestione dei sistemi idrici e gestione dei servizi pubblici locali dove verranno forniti aggiornamenti in materia di regolazione delle società a partecipazione pubblica (lectio magistralis dell’avvocata Emilia Giulia Di Fava).

Il valore formativo dell’evento include anche il Progetto G100 – Formazione senza barriere, per offrire opportunità di formazione e relazione per 100 giovani neo-laureati (progetto avviato nel 2018).

Oltre all’importante caratterizzazione “formativa”, #Ravenna2023 (questo l’hashtag ufficiale per seguire sui social in tempo reale l’evento) sarà anche una tre giorni di incontri, di informazione, approfondimenti e conoscenza (on line e in presenza) sulle nuove tecnologie e sui processi industriali, coniugando cultura e solidarietà ed offrendo eventi d’arte e spettacolo.

Clicca qui per scoprire il programma dettagliato dell’evento

Tra i primi appuntamenti il 17 maggio a Palazzo Rasponi un labmeeting sul mondo dei rifiuti tra tariffazione puntuale e riduzione delle emissioni di CO2.
Il 18 maggio ci saranno i tavoli tecnici Anpar sul recupero dei rifiuti da costruzione e demolizione, mentre il 19 maggio ci si concentra la conferenza su “Comunità energetiche e autoconsumo collettivo”.

Il mondo artistico conferma la nuova edizione di “Emergenze creative” (evento ideato e curato da Silvia Cirelli), che si presenta con un focus sulla videoarte, un percorso multimediale volto a far conoscere al pubblico il punto di vista di alcuni noti artisti internazionali che hanno affrontato attraverso il video, le urgenti tematiche ambientali. Nella location di Palazzo Rasponi, vi sarà la presenza di una selezione di pezzi unici di art-design dell’azienda ravennate Rou Materiaal di Marzia De Lorenzi e Monica Cortesi.

Il mondo scientifico e dello spettacolo si incontrano nell’evento organizzato dal Ceas e dal Centro Europe Direct del Comune di Ravenna dal titolo “Clima con delitto – alla ricerca del colpevole del cambiamento climatico” – il 18 maggio alle ore 18 nel cortile interno di Palazzo Rasponi – Piazza Kennedy. Una sfida che nella visione un po’ provocatoria di Daniele Pernigotti prende addirittura i contorni di un delitto, anzi del Delitto del secolo.

«Con la manifestazione – affermano Giovanni Montresori e Mario Sunseri, direttori dell’evento – proseguiamo il percorso anticipatore avviato 16 anni fa, per contribuire alla costruzione della conoscenza e del capitale umano per cogliere tutte le attuali opportunità della transizione ecologica e dell’economia circolare. Con l’occasione lanciamo il nuovo sito della manifestazione nell’ottica di rendere disponibili strumenti sempre più immediati e facilmente fruibili, mettendo a disposizione in maniera permanente i contributi dei partecipanti all’evento».

Traffici portuali, Ravenna chiude il primo trimestre in calo del 3,1 percento

Ma in aprile si è registrato un recupero e il primo quadrimestre è stimato in linea con quello del 2022

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Il porto di Ravenna

Il porto di Ravenna nel primo trimestre del 2023 ha movimentato complessivamente 6.520.731 tonnellate, in calo del 3,1% (quasi 210 mila di tonnellate in meno) rispetto allo stesso periodo del 2022, che è stato l’anno record per lo scalo bizantino.

Gli sbarchi sono stati pari a 5.670.374 tonnellate e gli imbarchi pari a 850.358 tonnellate (rispettivamente, -3,7% e +0,8% in confronto ai primi 3 mesi del 2022).

Il numero di toccate delle navi è stato pari a 583, con 62 toccate in meno (-10,6%) rispetto al 2022.

Nel mese di marzo sono state movimentate 2.328.914 tonnellate, in calo dell’1,4% (quasi 34 mila tonnellate in meno) rispetto a marzo 2022.

Analizzando l’andamento delle singole merceologie, nei primi 3 mesi del 2023 continua il buon andamento della movimentazione dei cereali, con 600.719 tonnellate, in crescita del 34,3% rispetto al 2022, mentre la movimentazione delle farine, pari a 241.087 tonnellate, risulta in calo del 9,4% rispetto al 2022.

Calano anche gli sbarchi dei semi oleosi, che, con 319.009 tonnellate risultano in diminuzione del 15,2% rispetto al 2022, mentre risulta ancora negativa, ma in recupero, la movimentazione nei primi 3 mesi del 2023 degli oli animali e vegetali, pari a 194.480 tonnellate (-13,2% rispetto allo stesso periodo del 2022).

I materiali da costruzione hanno movimentato complessivamente, nel primo trimestre 2023, 1.201.107 tonnellate, in leggero aumento (+3,3%) rispetto al 2022. In particolare, la movimentazione di materie prime per la produzione di ceramiche del distretto di Sassuolo, con 1.106.825 tonnellate, è in crescita dell’8,6%) rispetto ai primi 3 mesi 2022.

Per quanto riguarda i prodotti metallurgici, sono state movimentate 1.237.116 tonnellate, in calo del 28,8% rispetto al primo trimestre del 2022.

Nel primo trimestre del 2023 sono state movimentate 616.750 tonnellate di prodotti petroliferi, in aumento rispetto allo stesso periodo del 2022 (+16,2%); bene anche i prodotti chimici (+8,9%), con 312.349 tonnellate.

Positivi nei primi 3 mesi del 2023 i volumi movimentati per i concimi, pari a 446.911 tonnellate (+19,1% rispetto al 2022).

Nei primi tre mesi 2023 i contenitori, con 54.606 Teus, sono diminuiti del 2,7% rispetto al 2022; il calo ha riguardato i Teus pieni, pari a 41.562 (il 76,1% del totale dei TEUs), con un segno meno del 5,7% rispetto al 2022, mentre sono aumentati i Teus vuoti, pari a 13.044, in crescita dell’8,3% rispetto al 2022.

La merce in container è calata dell’1,9% rispetto al 2022, mentre il numero di toccate delle navi portacontainer, pari a 108, è cresciuto rispetto alle 104 del 2022(4 toccate in più).

Negativo il risultato complessivo nei primi 3 mesi del 2023 per trailer e rotabili, in diminuzione del 7,6% per numero di pezzi movimentati (21.501 pezzi, 1.765 in meno rispetto al 2022) ma in aumento del 6,3% in termini di merce movimentata (484.825 tonnellate).

Nonostante numeri molto bassi registrati nel mese di marzo, rimane positivo l’andamento della linea Roro Ravenna – Brindisi – Catania: nel primo trimestre del 2023, infatti, i pezzi movimentati, pari a 20.926, sono cresciuti del 2,3% rispetto al 2022 (462 pezzi in più); nel mese di marzo però, i pezzi sono stati 7.716 (contro i 9.020 pezzi) con 1.304 pezzi in meno rispetto a marzo 2022.

Risultato ancora molto negativo nei primi 3 mesi del 2023 per le automotive che hanno movimentato solamente 322 pezzi, con 1.884 pezzi in meno (-85,4%) rispetto ai 2.206 pezzi del 2022; nel mese di marzo 2023, la movimentazione è stata comunque positiva (282 pezzi) segnando un +21%.

È partita a marzo la stagione crocieristica 2023, facendo registrare 2 scali di navi da crociera, per un totale di 91 passeggeri.

Nel comprensorio portuale di Ravenna il traffico ferroviario ha registrato 1.846 treni, 190 treni in meno (-9,3%) rispetto al primo trimestre 2022. L’incidenza del traffico ferroviario sul traffico marittimo ha raggiunto nel terzo trimestre 2022 il 13,6%.

Le previsioni per aprile

Dalle prime stime per il mese di aprile 2023 si prospetta un recupero significativo con una movimentazione di 2,1 milioni di tonnellate, con una crescita dell’8,1% rispetto ad aprile 2022. L’ottimo risultato lo si deve soprattutto al contributo degli agroalimentari (sia liquidi che solidi), in crescita di circa il 16,8%, e dei concimi che hanno visto triplicare i volumi di aprile 2022 (+176%).

Grazie al contributo positivo del mese di aprile, quindi, il primo quadrimestre 2023 dovrebbe chiudersi con una movimentazione complessiva di 8,6 milioni di tonnellate, in diminuzione dello 0,6% rispetto allo stesso periodo del 2022.

Stima negativa nei primi 4 mesi 2023 per i container, pari a 75 mila Teus, che calano del 3,7% rispetto allo stesso periodo del 2022.

Per quanto riguarda i trailer, i semirimorchi movimentati nel primo quadrimestre 2023 dovrebbero raggiungere quota 26.760 pezzi (in linea con il 2022).

 

Il prof di Georischi: «L’espansione delle città fa aumentare l’acqua nei fiumi»

Antonellini: «Per evitare allagamenti servono manutenzioni e casse di espansione»

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Boncellino

«Ai primi di maggio in alcune zone in poche ore è caduta la pioggia di tre mesi, ma non mi aspettavo il cedimento degli argini. L’opinione scientifica che posso dare sul perché è fondamentalmente una questione di manutenzione». Marco Antonellini è professore associato all’università di Bologna e tiene i corsi di Georischi e Idrologia ambientale al campus di Ravenna.

«Da diverso tempo chiunque salga sull’argine di un fiume può vedere che c’è tantissima vegetazione, addirittura boschi. In particolare in primavera il fogliame cresce e la presenza è ancora più fitta. Tutto questo non fa che rallentare lo scorrimento dell’acqua. Si vede anche guardando le foto aeree del punto dove ha rotto il Lamone a Boncellino: c’è un’ansa, l’alveo è stretto e c’è un boschetto. Se poi la vegetazione viene trasportata può accadere l’effetto diga in corrispondenza dei ponti».

Il docente riconosce l’aspetto paesaggistico della vegetazione ma non può essere l’unica istanza tenuta in considerazione: «Serve una progettazione che pensi sia alla naturalità e sia al rischio idraulico. Se si vuole favorire l’ambiente naturale si possono sfruttare le casse di espansione che offrono un doppio servizio: possono diventare foreste umide che offre rifugio alla fauna e in caso di emergenza idraulica possono accogliere acqua in eccesso in un ambiente arginato che eviti la dispersione nelle campagne. Un bell’esempio in questo è stato fatto a Campotto, nel Ferrarese».

Le cosiddette casse di espansione o di laminazione sono l’unica risposta realizzabile: «Non possiamo modificare gli alvei dei fiumi che sono stati costruiti dagli scariolanti all’inizio del ‘900. Erano stati pensati per un altro tipo di gestione idraulica. Ora le cose sono diverse e servono correttivi». Il cambiamento dei tempi è dato anche dall’urbanizzazione: «L’espansione delle città toglie superficie di campagna e quindi fa aumentare l’acqua che finisce nei fiumi».

Il messaggio per il futuro è chiaro: «Facciamo manutenzione allo stato attuale dei fiumi e realizziamo opere che possano accogliere le piene».

Piogge e venti intensi: il Comune di Ravenna pensa anche alla chiusura delle scuole

La decisione nella mattinata di lunedì 15 maggio

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Foto di repertorio

Il Comune di Ravenna informa che a partire dalla notte tra lunedì 15 e martedì 16 maggio fino presumibilmente alla giornata di mercoledì sono previste piogge e vento particolarmente intensi.

«Da subito istituzioni e cittadini devono mettere in campo tutte le misure e i comportamenti necessari a non farsi trovare impreparati», si legge in una nota del comune capoluogo.

Nella mattinata di lunedì 15 maggio verranno definite «eventuali chiusure di scuole e servizi per martedì e mercoledì e ne verrà data tempestiva comunicazione».

Di seguito i necessari comportamenti di autoprotezione che secondo il Comune «è assolutamente indispensabile adottare: evitare il più possibile gli spostamenti non necessari; mettere oggetti o veicoli in sicurezza prima dell’emergenza, cioè assolutamente entro la serata di domani, lunedì 15 maggio; prestare la massima attenzione ai livelli dei fiumi; stare lontani dalle zone allagabili e dalle spiagge; non accedere agli argini e ai capanni; non accedere ai sottopassi se allagati; in caso di allagamenti non accedere a locali interrati e recarsi ai piani più alti.

Da alcuni giorni è attivo un servizio di allerte telefoniche che comunica informazioni in caso di necessità attraverso telefonate ai numeri fissi dallo 0544 485848.

Ora anche i titolari di telefono cellulare possono registrarsi, attraverso il link https://registrazione.alertsystem.it/ravenna

Per aggiornamenti consultare il sito www.comune.ra.it e i social del Comune e del sindaco.

A questi link il piano e il manuale di Protezione civile del Comune di Ravenna:

Piano di Protezione Civile Comunale

Manuale di Protezione Civile per i cittadini: come comportarsi quando scatta l’emergenza

La musica classica arriva in ospedali, carceri e residenze per anziani

Con le formazioni da camera dell’Orchestra Cherubini, dal 14 maggio al 27 luglio

RAVENNA 15/06/2022. La Musica Senza Barriere 2022 Centro Polifunzionale Galla Placidia.
La musica senza barriere 2022 – Centro polifunzionale Galla Placidia.

Torna la “musica senza barriere”, la rassegna che dal 2019 porta la musica a chi non può varcare la soglia di un teatro – gli ospiti di Rsa, carceri, ospedali.

Protagonista l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini in una varietà di formazioni da camera – duo, terzetto, quartetto… fino al decimino d’ottoni – che propone pagine che spaziano da Telemann a Mozart, da Brahms a Verdi, Mascagni, Puccini… ma anche programmi che celebrano la musica per il cinema e la storia del rock.

L’appuntamento è dal 14 maggio al 27 luglio con dieci concerti aperti al pubblico generale nella prima parte della rassegna, in luoghi storici e d’arte: quattro al Museo Nazionale di Ravenna, tre all’Abbazia di Pomposa, in provincia di Ferrara, e altrettanti in ospedali storici della Romagna.

Tre appuntamenti a ingresso libero sono l’occasione per scoprire luoghi testimoni della storia medica della Romagna, grazie alla collaborazione con l’Ausl: l’Ospedale Franchini di Santarcangelo completato nel 1870 (22 maggio); l’Ospedale Lorenzo Domenico Ricci di Premilcuore, oggi residenza per anziani (29 maggio); la Chiesa dell’ex Ospedale del Santissimo Crocifisso di Meldola (in questo caso, a causa dei recenti eventi meteorologici, il concerto previsto il 15 maggio sarà riprogrammato in data da definire). Il Decimino di ottoni, il Quartetto di viole e il Sestetto d’archi della Cherubini saranno anche all’Abbazia di Pomposa il 14, 24 e 31 maggio: il ciclo di conferenze, visite guidate e concerti Il Medioevo luminoso: Pomposa, la musica del colore ha infatti luogo in quello che fu fra i più fiorenti centri monastici dell’Italia settentrionale, là dove camminò Guido d’Arezzo, il monaco ideatore della moderna notazione musicale. Al Museo Nazionale di Ravenna, per il Maggio in musica al museo, gli appuntamenti si susseguono per quattro martedì consecutivi nel Refettorio dove si conservano gli affreschi di Santa Chiara (16, 23, 30 maggio e 6 giugno); ai tre gruppi da camera già citati si aggiunge il Quartetto Böcklin per il concerto a giugno.

Quest’anno il percorso attraverso i luoghi destinati al volontariato, alla cura e al recupero delle persone include, a Ravenna, la Casa Circondariale, il reparto pediatrico dell’Ospedale S. Maria delle Croci, il Centro Socio Riabilitativo “Bosco Baronio”, il Monastero delle Carmelitane, la Cooperativa Sociale Progetto Crescita e la Casa per anziani “Galla Placidia”; a Forlì la Cooperativa CavaRei, a Lugo la Casa di riposo “Don Carlo Cavina” e a Russi la CRA Baccarini.

Info www.orchestracherubini.it

«Servono più lavoratori stranieri per il turismo. A Ravenna solo 71 persone»

Confcommercio scrive a Ministro e parlamentari locali per chiedere una revisione del decreto flussi

Cameriera

Con una lettera inviata al Ministro del lavoro e delle politiche sociali Marina Elvira Calderone e ai parlamentari locali, il presidente Confcommercio della provincia di Ravenna Mauro Mambelli ha sollevato l’annosa questione del Decreto flussi ed il fabbisogno urgente di lavoratori stranieri espresso dal sistema produttivo dell’Emilia-Romagna.

«Mi riferisco, in particolare, alla situazione in cui versano tante imprese del settore turistico alberghiero che, con l’imminente inizio della stagione turistica, vedono compromessa la loro attività proprio in ragione della mancanza di disponibilità di lavoratori subordinati stagionali. A tal proposito è forte la preoccupazione del sistema imprenditoriale emiliano romagnolo afferente Confcommercio in merito al riparto degli ingressi per lavoro subordinato stagionale, che valuta la quota complessiva assegnata alla nostra Regione di 2.095 ingressi del tutto insufficiente rispetto al fabbisogno espresso, tra le altre, dal settore turistico alberghiero regionale. In una regione in cui il tasso di disoccupazione è pari al 5%, tanto da considerarsi fisiologico, le 2.095 persone assegnate sono largamente insufficienti ad affrontare sia la stagione turistica, sia quella agricola della raccolta, entrambe alle porte, mettendo in difficoltà tanti altri settori. A ciò si aggiunge la conseguente preoccupazione in merito al rischio che aumenti in modo sensibile lo sfruttamento di persone costrette a vivere in clandestinità e, con esso, la pratica del lavoro nero e del caporalato, a scapito del lavoro regolare».

Di queste 2.095 persone, solamente 557 sono destinate al lavoro stagionale nel turismo e agricoltura. Le altre 1.538 sono destinate alle richieste di lavoratori stagionali effettuate dalle associazioni dell’agricoltura che hanno sottoscritto il protocollo col Ministero del Lavoro e Interno. Pertanto, un comparto così importante come è quello del turismo stagionale, rappresentato da Confcommercio, si deve dividere con l’agricoltura 557 quote. Di queste solamente 71 sono state destinate a Ravenna (contro le 300 dello scorso anno). Il presidente Mambelli chiede quindi un «intervento urgente correttivo in sede di aggiornamento del Decreto, che tenga in considerazione le reali esigenze segnalate dal sistema imprenditoriale regionale, aumentando la quota di lavoratori stagionali dell’Emilia-Romagna e prevedendo 6.000 ingressi».

Seimila tonnellate di massi per sistemare 50 metri di argine sul Sillaro

La rottura aveva causato l’allagamento di Conselice, con 63 persone evacuate

Sopralluogo Dovadola2Fiumi e argini in pianura, con le frane in Appennino, restano gli osservati speciali in Emilia-Romagna, dopo l’eccezionale ondata di maltempo che nei primi giorni di maggio si è abbattuta in particolare sulle province di Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena e Modena.

Nella giornata di sabato 13 maggio duplice sopralluogo di Irene Priolo, vicepresidente della Regione con delega alla Protezione civile, sui territori feriti dagli eventi eccezionali.

Come prima tappa, la vicepresidente e l’assessore alla Mobilità e Trasporti, Andrea Corsini, hanno fatto visita a Dovadola, comune del forlivese messo duramente alla prova dagli episodi di dissesto. Sono 86 le persone evacuate, la maggior parte per le frane che interessano la località Trove e lungo la strada comunale per Montepaolo.

A seguire, nel bolognese, sopralluogo al cantiere di ripristino dell’argine del Sillaro interessato da due rotte in via Merlo, tra Massa Lombarda e Imola – che ha determinato l’allagamento di Conselice e Spazzate Sassatelli – e in via del Tiglio, sempre nell’imolese.

Già dal 2 maggio, si è lavorato senza sosta per riparare le falle, giorno e notte. Martedì scorso sono state completate le operazioni di telonatura.

I ripristini sugli argini del Sillaro

Già dal 2 maggio sono iniziati gli interventi di ripristino delle due rotte degli argini sul Sillaro. La più importante, lunga circa 50 metri, interessa la difesa spondale all’altezza di Via Merlo, tra Massa Lombarda e Imola, e ha portato all’allagamento della frazione di Spazzate Sassatelli (Imola) e di Conselice. Ancora oggi si registrano ancora 50 persone evacuate a Spazzate, dopo il picco di oltre 360 dei giorni scorsi (300 a Spazzate e 63 a Conselice).

Per sistemarla, sono stati posizionati 6mila tonnellate di massi portati sul posto con circa 200 carichi di mezzi pesanti. Sono 23.500 i metri cubi di terra posizionati. Attualmente risultano ancora in corso i lavori di rinforzo dell’arginatura: lungo un tratto arginale di circa 100 metri, saranno inoltre collocate palancole per renderlo impermeabile e accrescerne così la sicurezza.

La Deco torna a crescere e fissa l’obiettivo: «Raddoppiare il fatturato entro 2025»

La cooperativa è tra le aziende danneggiate dal maltempo, con una stima di 1 milione di euro di danni. In tre giorni la produzione è ripartita

Deco Assemblea 2023

Un fatturato in crescita e l’obiettivo del suo raddoppio nel 2025, sono in estrema sintesi i dati emersi durante l’assemblea generale dei soci di Deco Industrie che si è svolta oggi, sabato 13 maggio, al Grand Hotel Mattei di Ravenna.

Lo scorso 3 maggio, l’esondazione che ha colpito molte zone della Romagna ha portato grande quantità di fango nello stabilimento di Bagnacavallo costringendolo alla momentanea chiusura: i lavoratori però fin da subito si sono rimboccati le maniche e in pochissime ore, con grande fatica, sono riusciti a pulire e ripristinare la piena funzionalità degli impianti. In 3 giorni la produzione è ripartita dopo aver spalato 1.100.000 kg di fango dai 30.000 mq di capannoni, uffici e piazzali. Tutto questo grazie al lavoro dei 100 dipendenti, accorsi anche dagli altri stabilimenti della Deco, che hanno lavorato fino alla domenica sera.

La conta dei danni causati dal maltempo ha superato il milione di euro.

«Il 2022 – ha dichiarato il presidente Antonio Campri – è stato un anno che credevamo di tregua dalla tempesta e invece siamo stati travolti da scenari economici imprevedibili: inflazione, aumento delle materie prime, costi energetici altissimi. Questa condizione minacciava la nostra identità ma il consiglio di amministrazione ha ritenuto di fare scelte rigorose e abbiamo voluto mantenere il nostro Dna cooperativo. La storia recente ci ha dato ragione: abbiamo risaldato i conti aziendali e rifondato i nostri pilastri».

«Inoltre – ha proseguito Campri – la cooperativa, nel corso del 2022 ha avviato un processo di certificazione di genere verificato da parte di un ente terzo, andando a ribadire che Deco non tollera alcuna forma di discriminazione garantendo pari opportunità e uguaglianza tra donne e uomini. Fra i progetti attivati contro il cambiamento climatico nel 2022 si ricorda il “Bike to work” (50 euro al mese per i lavoratori che si recano sul posto di lavoro in bici e senza usare l’auto, ndr), un progetto del Comune di Imola a cui Deco Industrie ha aderito con entusiasmo”.

«I dati del bilancio – ha dichiarato l’Ad Stanislao Fabbrino – che oggi presentiamo sono importanti ed estremamente confortanti e dimostrano il grande lavoro fatto da tutti. Faremo nuovi e rilevanti investimenti negli stabilimenti, a partire da quello di Bagnacavallo. Il mio obiettivo per il 2025 è di portare il fatturato consolidato a 400 milioni di euro, mi prendo questo impegno».

I numeri. Il Bilancio 2022 presentato in assemblea, il 72esimo, evidenzia un fatturato di 196.260.121 euro, in aumento rispetto all’anno precedente che si attestava intorno ai 165 milioni, e un utile di gruppo pari a 1.506.912 euro.
Deco Industrie è una cooperativa che consta, dati al 2022, più di 600 lavoratori (di cui un terzo soci) e con più del 70% impiegati a tempo indeterminato.

Gli stabilimenti. Le attività produttive di Deco si svolgono in sei stabilimenti, oltre alla sede di Bagnacavallo e a quello di San Michele, da segnalare quelli fuori provincia di Bondeno, Imola e i due a Forlì.

I marchi. Nel settore alimentare i marchi sono Pineta, Saltari, Fornai & Pasticceri e Forno Buono, nel settore della detergente Scala, Green Emotion, Risolvo, Casachiara e HGS body care.

Meteo Ravenna, nuova allerta rossa in provincia: previsti allagamenti e piene

Il bollettino in vigore per domenica 14 maggio. “Solo” arancione a Ravenna, Cervia e Brisighella

Foto Emilia Romagna Meteo Pioggia Faenza
Foto Emilia Romagna Meteo

Torna l’allerta meteo rossa a spaventare i cittadini già provati dall’alluvione della scorsa settimana: l’Agenzia regionale di Protezione civile e Arpae Emilia-Romagna hanno emanato un nuovo bollettino di rischio per criticità idraulica per la prossima settimana che interessa tutta la provincia tranne i comuni di Ravenna, Cervia e Brisighella (dove l’allerta è comunque arancione).

Dalle prime ore di domenica 14 maggio – si legge nella nota stampa inviata dalle istituzioni – un sistema perturbato porterà precipitazioni diffuse a tratti moderate su tutta l’Emilia Romagna. I fenomeni, che potranno assumere anche carattere temporalesco, saranno in progressiva attenuazione dal pomeriggio. Si prevedono «allagamenti localizzati e nuovi innalzamenti dei livelli idrometrici sui corsi d’acqua, che nei bacini collinari del settore centro-orientale della regione, interessati da notevole saturazione dei suoli e da code di piena ancora in atto nei tratti vallivi, potrebbero raggiungere le aree golenali con interessamento degli argini».

Le criticità idraulica e idrogeologica rosse previste sono connesse alle numerose vulnerabilità ancora in atto sul territorio interessato dagli eventi del 2 e 3 maggio.

«Per le condizioni di instabilità contenute nell’allerta – dichiara il sindaco di Ravenna Michele de Pascaleè opportuno ricordare le principali misure di autoprotezione in caso di criticità idraulica, idrogeologica  e temporali: prestare particolare attenzione allo stato dei corsi d’acqua, stare lontani dalle zone allagabili, non accedere agli argini e non accedere ai capanni; prestare attenzione alle strade eventualmente allagate e non accedere ai sottopassi nel caso li si trovi allagati; fissare gli oggetti sensibili agli effetti della pioggia, della grandine e del vento o suscettibili di essere danneggiati. In particolare per chi abita in prossimità di fiumi: prestare la massima attenzione; in caso di esondazione non andare in scantinati o altri luoghi interrati, recarsi invece nei piani più alti della casa. Invito tutti i cittadini a mettere in sicurezza oggetti o veicoli prima dell’emergenza, a prestare la massima attenzione e a tenere monitorato il sito e i canali social del Comune e del sindaco e, appunto, a comportarsi con grande cautela. Segnalo che il Comune di Ravenna si è dotato di un servizio di Alert System attraverso il quale saranno inviate comunicazioni ai numeri fissi in caso di necessità».

Segui tutti gli aggiornamenti sull’alluvione in Emilia-Romagna.

Un quinto della provincia a rischio. L’Ispra: «È l’uomo ad aver modificato i fiumi»

Le misurazioni dell’Istituto per la protezione e la ricerca ambientale

Faenza Allagata
Faenza allagata in una foto del sindaco Massimo Isola

Il Rapporto sul dissesto idrogeologico 2021 dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) mostra come l’Emilia-Romagna sia una delle regioni più a rischio alluvioni: seconda solo alla Calabria, la superficie ad alto rischio di pericolosità idraulica in regione è pari a 2.600 kmq, l’11,6 percento della superficie totale; mentre ammontano rispettivamente al 45,6 percento e al 47,3 percento le aree esposte a rischio idraulico di media e bassa entità.

A livello provinciale la situazione è ancora più grave: le province di Ferrara e Ravenna hanno una superficie esposta a rischio elevato rispettivamente del 23,9 percento e 22,2.

Barbara Lastoria è la responsabile della sezione Metodologie e standard per l’attuazione delle direttive Acque e Alluvioni dell’Ispra. «Le arginature dei corsi d’acqua e le rettifiche dei tracciati sono interventi dell’uomo per ridurre le curve e aumentare le superfici utilizzabili in pianura, le più appetibili per insediamenti. Sono state realizzate in altri tempi, con altre condizioni climatiche».

Ma questo è sufficiente perché la rottura di un argine sia un evento da mettere in conto? «È un fenomeno probabile, non abbiamo la certezza assoluta che tutto funzioni bene, il rischio zero non può esistere. Peraltro il monitoraggio dei fiumi richiede l’osservazioni di km e km di argini che può anche non individuare una problematica».

E allora serve un altro approccio alla gestione del territorio. «La rotta si inverte sposando il principio della pianificazione di bacino con tempi di applicazione molto più lunghi, decidendo di sacrificare aree dove lasciare che i corsi di acqua si possano espandere con la laminazione naturale che riduce energia e volume e quindi garantisce sicurezza più a valle. È una pianificazione da fare con la partecipazione della popolazione».

Accanto alla pianificazione serve anche fare in modo che funzioni al meglio ciò che già esiste: «Vanno previsti sistemi di protezione a carattere temporaneo in caso di eventi prevedibili. Per fortuna le persone stanno imparando a tenere comportamenti adatti ai rischi».

Non serve invece, secondo il parere di Lastoria, la cancellazione della vegetazione negli alvei: «La vegetazione può avere una funzione utile, rallenta la forza della piena. L’importante è pulire eventuali accumuli di legname morto».

Ferrovie, il tratto Lugo-Russi riaprirà solo il 29 maggio. Nuovi treni straordinari

Programmati 32 collegamenti al giorno a servizio dei territori di Lugo e Solarolo

Treno

Sedici corse treno al giorno fra Castel Bolognese e Lugo e altrettante fra Lugo e Castel Bolognese, per un totale di trentadue collegamenti a servizio, in particolare, dei territori di Lugo e Solarolo.

È l’offerta integrativa, sviluppata da Trenitalia Tper e Rete Ferroviaria Italiana, per fare fronte ai disagi dei pendolari causati dai danni provocati dal maltempo all’infrastruttura ferroviaria fra Lugo e Russi, che ha reso necessaria la sospensione del traffico ferroviario in quella tratta.

I nuovi servizi saranno disponibili da domenica 14 a domenica 28 maggio. La riapertura della linea, con iniziali rallentamenti nella tratta interessata dai lavori, è prevista per lunedì 29 maggio (in ritardo rispetto alle previsioni di due settimane del 10 maggio). Nei lavori sono impegnati dieci mezzi d’opera e 40 tecnici di Rfi e delle imprese appaltatrici, che si alternano per garantire l’attività dei cantieri in continuità.

I treni partiranno da Castel Bolognese al minuto ’40, per consentire l’interscambio con i collegamenti Bologna-Ravenna via Faenza in arrivo a Castel Bolognese al minuto ’32. Frequenza oraria: prima corsa 6.40 – ultima corsa 21.40.

In senso opposto la partenza da Lugo sarà al minuto ’06 con arrivo a Castel Bolognese al minuto ’20 e possibile proseguimento con i treni deviati diretti a Bologna la cui fermata a Castel Bolognese è programmata al minuto ’28. Frequenza oraria: prima corsa 7.06 – ultima corsa 22.06.

L’interscambio è previsto a Castel Bolognese in quanto stazione condivisa da entrambi gli itinerari fra Bologna e Ravenna (via Lugo e via Faenza).

Gli orari sono consultabili su trenitaliatper.it.

Resta per ora attivo il servizio di bus sostitutivi fra Castel Bolognese e Ravenna, con frequenze definite sulla base dalla disponibilità di mezzi e personale da parte delle ditte di trasporto su gomma. I bus fermeranno a Solarolo, Lugo, Bagnacavallo, Russi e Godo. Allo studio la sua sostituzione con un servizio bus Lugo-Ravenna-Lugo che consenta l’interscambio con i nuovi treni Castel Bolognese-Lugo-Castel Bolognese.

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