venerdì
12 Settembre 2025

Arrestato un uomo accusato di aver intascato una tangente di 200mila euro

La polizia di Stato ha arrestato a Ravenna un cittadino straniero accusato di corruzione in Albania. L’uomo avrebbe ricevuto una tangente da 200mila euro per omettere alcuni controlli amministrativi nei confronti di una società sul territorio albanese. A suo carico un mandato di cattura internazionale emesso a febbraio 2022 dall’autorità giudiziaria di Durazzo.

L’arresto è avvenuto nella tarda mattinata odierna, 30 giugno, a seguito di mirati controlli effettuati dal personale dell’Uufficio prevenzione della questura di Ravenna. Gli agenti, infatti, durante l’attività operativa in città, hanno sottoposto il soggetto a un controllo mentre era alla guida della sua autovettura e, attraverso le verifiche di rito estese al territorio estero, hanno accertato la pendenza del provvedimento internazionale a suo carico.

Turista uccisa da una ruspa sulla spiaggia, dopo un mese arrestato il conducente

È stato arrestato l’uomo che il 24 maggio scorso era alla guida della ruspa che ha travolto e ucciso una turista sulla spiaggia di Cervia durante i lavori di abbattimento delle dune nel tratto di arenile antistante le colonie di Pinarella. Si tratta del 54enne Lerry Gnoli, indagato per omicidio colposo e violazioni in materia di lavoro. La vittima è Elisa Spadavecchia, 66enne pensionata di Vicenza in villeggiatura in Romagna.

L’arresto è avvenuto nella mattinata del 28 giugno. I carabinieri e la guardia costiera hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari su richiesta della procura (pm Lucrezia Ciriello). L’arrestato è in carcere a Ravenna in attesa dell’interrogatorio di garanzia.

Come noto, la custodia cautelare può essere richiesta a fronte di determinate condizioni. Nel caso specifico, il provvedimento è stato motivato dal rischio di reiterazione del reato – Gnoli ha un precedente specifico che risale al 2022 quando aveva investito e ucciso un pedone sulle strisce mentre guidava sotto effetto di cocaina – e dal rischio di inquinamento probatorio, cioè la possibilità che possa contattare testimoni e altri soggetti coinvolti nei lavori di movimentazione terra. Non è stato invece ravvisato pericolo di fuga, la terza condizioni che può valere una custodia cautelare, considerato il radicamento dell’uomo nel territorio.

Dagli accertamenti svolti nelle ore immediatamente successive alla tragedia emerse che Gnoli stava lavorando sotto l’effetto di sostanze stupefacenti alla guida di una ruspa cingolata di sua proprietà, senza targa, priva di segnalatori lampeggianti e acustici. Una nota stampa congiunta di carabinieri e guardia costiera specifica che «procedendo in retromarcia a velocità sostenuta, giungeva all’altezza di uno stabilimento balneare, fuori dal tratto arenile sul quale doveva contrattualmente operare e, omettendo di adottare le misure organizzative e le cautele necessarie ad impedire il rischio di investimento di bagnanti sulla spiaggia ed omettendo di controllare l’eventuale presenza di terzi, effettuava una improvvisa manovra di inversione del mezzo verso il mare».

Dopo l’accaduto, Gnoli aveva dichiarato di non aver visto la donna in fase di manovra ma che i lavori erano stati autorizzati. «Sono socio di una cooperativa che ci dà compiti di livellamento o ripristino della spiaggia per la Cooperativa Bagnini o per le colonie di Pinarella, che hanno la concessione demaniale. Ho l’autorizzazione a operare valida fino al 31 maggio dalle 7 alle 19».

Secondo la Cooperativa Bagnini di Cervia l’incarico per l’abbattimento delle dune si era concluso il 9 maggio e Gnoli avrebbe dovuto operare nel tratto di arenile antistante le colonie di Pinarella di Cervia, vale a dire in un tratto di spiaggia più a sud rispetto agli stabilimenti balneari. L’appalto risulta fosse stato affidato alla Consar, che a sua volta aveva incaricato la ditta individuale consorziata del figlio di Gnoli, per la quale l’indagato lavorava come collaboratore familiare. Resta da capire come mai il 54enne si fosse spostato nell’area più a nord, lontana oltre 500 metri dalla duna. La donna travolta, che si trovava in piedi a un passo dall’acqua, potrebbe non essersi accorta della minaccia incombente poiché assuefatta al rumore del cingolato.

Incidente sulla Romea, sei veicoli coinvolti: muore coppia di coniugi, strada chiusa 5 ore

Le due persone morte nell’incidente stradale avvenuto stamani, 30 giugno, nel tratto ravennate della statale 309 Romea sono moglie e marito residenti a Porto Viro (Rovigo). Si tratta di Rino Vendemiati di 70 anni e Marina Siviero di 65.

L’incidente è avvenuto poco prima delle 8 tra Casal Borsetti e Ponte Bellocchio e ha coinvolto in totale sei veicoli. A innescare tutto, secondo le prime ricostruzioni della polizia locale di Ravenna intervenuta per i rilievi, sarebbe stato un autoarticolato guidato da un 32enne ucraino. Il mezzo pesante viaggiava verso nord e, per ragioni ancora da accertare (il camionista è risultato negativo al test con l’etilometro), ha invaso la corsia opposta nel momento in cui proveniva una colonna di veicoli.

Per primo è stato coinvolto un furgoncino guidato da un uomo che ora si trova all’ospedale Bufalini di Cesena in gravi condizioni. Altre tre auto sono state danneggiate ma gli occupanti non hanno riportato ferite gravi. La coppia di coniugi era a bordo della quinta vettura, un’Audi Q3: lo scontro con il camion è stato frontale e per loro non c’è stato scampo.

La strada statale è stata chiusa al traffico per più di cinque ore per consentire i soccorsi e i rilievi. Il 118 è intervenuto con diverse ambulanze.

Le fotografie sono di Massimo Argnani.

Sere d’estate in centro a Ravenna: tornano musica dal vivo e aperture straordinarie dei monumenti

Aperture straordinarie di monumenti e musei, visite guidate, musica e spettacoli dal vivo: sono queste le attrazioni del cartellone delle iniziative serali pensate da Ravenna per l’estate di residenti e turisti.

«La Ravenna vuota nelle sere d’estate è un ricordo lontano perché da diversi anni anni il centro è ricco anche d’estate – commenta Maria Grazia Marini, direttrice dei Servizi Turistici per il Comune di Ravenna –. Gli appuntamenti serali musicali e artistiche hanno avuto nei primi anni una percentuale altissima di ravennati, mentre ora la tendenza si è invertita e si registrano anche molti turisti».

Una delle iniziative più amate è “Mosaico di Notte”, l’iniziativa culturale che dall’1 luglio al 5 settembre offrirà aperture straordinarie e itinerari guidati nei siti più affascinanti della città: dai monumenti Unesco ai musei cittadini fino a luoghi simbolo del patrimonio culturale ravennate. La Basilica di San Vitale (con tanto di concerti nei venerdì di luglio e agosto), il Mausoleo di Galla Placidia, Sant’Apollinare in Classe, il Battistero degli Ariani, il Museo Nazionale (con la rassegna artistico-musicale le “Notti trasfigurate”), la Domus dei Tappeti di Pietra, i Musei Byron e del Risorgimento (per la prima volta), il Mar, la Biblioteca Classense e il Mausoleo di Teodorico apriranno le porte oltre il canonico orario di chiusura. Il dettaglio degli appuntamenti e le date delle aperture sono consultabili al seguente link: https://www.turismo.ra.it/eventi/visite-guidate/mosaico-di-notte/

I Musei Byron e del Risorgimento saranno per la prima volta coinvolti nelle iniziative di “Mosaico di Notte”. «La Cassa di Risparmio ha sempre supportato questi eventi che hanno vivacizzato la vita ravennate in estate, ottenendo sempre un importante riscontro – aggiunge Mirella Falconi, presidente della Fondazione –. In questa edizione abbiamo anche un ruolo primario perché da pochi mesi sono stati inaugurati i Musei Byron (nell’immobile di proprietà de La Cassa, ndr) e con gioia abbiamo proposto la visita anche di sera. Il fatto di aver avuto questa opportunità è interessante perché ci fa sentire parte di una rete con gli altri musei ravennati».

Per più di un mese, dal 10 luglio al 15 agosto, torna anche “Ravenna Bella di Sera”. Spettacoli e musica dal vivo in piazza San Francesco e nei vicini Chiostri Francescani. Saranno 16 le serate ospitate dalla piazza, mentre 4 quelle che si terranno negli antichi chiostri di via Dante Alighieri. Si partirà giovedì 10 luglio con il festival La Milanesiana che porta un dialogo e letture tra il cantante Ermal Meta e Alessandro Gnocchi. A seguire si terrà il concerto di Mirco Mariani e gli Extraliscio con Mirko Casadei e le Mondine Novi. Il resto del programma di “Ravenna Bella di Sera 2025” è curato da Ensemble Mariani, La Corelli e Accademia Melo Silvestre ed è consultabile al seguente link: https://www.turismo.ra.it/eventi/altri-eventi/ravenna-bella-di-sera/ 

L’assessore alla Cultura del Comune di Ravenna Fabio Sbaraglia dichiara: «Ancora una volta si racconta il radicamento e l’importanza di queste iniziative per i ravennati. Siamo felici di condividere il programma che abbiamo costruito insieme a partner importanti. Penso che Ravenna vada sempre interrogata con linguaggi diversi, e anche nel 2025 riusciremo ad offrire uno spettacolo sempre originale che può essere luce nuova per tanti».

Si chiude la tre giorni di Goletta Verde a Ravenna: su 5 località campionate, solo una fuori dai limiti

Si chiude oggi (30 giugno) la tre giorni di Goletta Verde a Marina di Ravenna. In attesa dell’appuntamento finale delle 17.30, con la presentazione del libro Turismo insostenibile di Alex Giuzio, l’incontro di questa mattina allo Yacht Club di Marina di Ravenna ha dato modo di presentare i dati del monitoraggio lungo le coste dell’Emilia-Romagna.

Su 11 punti campionati dai volontari di Goletta Verde, 2 sono risultati fuori dai limiti di legge (solo uno di questi in provincia di Ravenna): la foce del Savio, nel cervese e quella del Rubicone (provincia di Forlì-Cesena): «La foce del fiume Rubicone continua ad essere un punto critico della costa emiliano-romagnola, e quest’anno si aggiunge anche la foce del Savio. Dobbiamo lavorare per efficientare la rete di depurazione in modo da migliorare le condizioni del mare, soprattutto nei pressi delle foci dei fiumi» dichiara Davide Ferraresi, presidente di Legambiente Emilia-Romagna.

Le altre località campionate nel ravennate sono Casal Borsetti (spiaggia a nord della foce del canale di destra Reno), Marina Romea (spiaggia nord della foce del Lamone), Punta Marina (foce canale Ferrari), Lido Adriano (foce Fiumi Uniti), tutti risultati entro i limiti di legge.

Per quanto riguarda invece la foce del Fiume Savio, una nuova presenza rispetto allo scorso anno tra i punti risultati fuori dai limiti di legge, si rileva che dal Portale Acque del Ministero della Salute si riscontrano criticità tra il 13 e il 14 giugno, nei profili a nord e a sud della foce. In particolare, l’area subito a nord era stata chiusa temporaneamente anche dal 3 al 5 giugno. Nonostante ciò, i volontari di Legambiente non hanno registrato la presenza di cartelli di divieto di balneazione durante i sopralluoghi.

«Questo rappresenta una grave mancanza di informazioni da parte delle amministrazioni che devono tutelare la salute dei cittadini – continua Ferraresi -. Sappiamo che le foci dei fiumi non sono balneabili, ma questa informazione deve essere chiara anche per la cittadinanza, ed è responsabilità delle amministrazioni esporre i cartelli di divieto di balneazione e far rispettare l’interdizione». Da segnalare che, nonostante nei campioni prelevati da Goletta Verde nel tratto di mare antistante Ravenna non siano emerse criticità, dal 30 maggio ci sono stati divieti di balneazione ad intermittenza, rientrati poi il 13 giugno. I volontari di Legambiente hanno registrato la presenza dei cartelli di divieto di balneazione, ma anche di persone in costume da bagno nelle aree interdette.

Sulla questione è intervenuta anche Irene Priolo, assessora all’Ambiente dell’Emilia-Romagna, ringraziando per la «Sinergia con cui Legambente e Arpae lavorano per la tutela della costa, fornendo zone di campionamento diverse da integrare. Quest’anno anche noi abbiamo rilevato criticità sul Savio, legate a un impianto di raccolta delle acque grigie, su cui però il comune di Ravenna è intervenuto tempestivamente, tanto da far rientrare nei parametri il campionamento immediatamente successivo. In generale, i primi rilievi di quest’anno, anche in tema di temperature marine, stanno dando buoni risultati: anche dal punto di vista ecosistemico le acque stanno funzionando bene, con 85 acque eccellenti in regione e 91 buone».

Oltre ai parametri biologici, con un focus particolare su ischerichia coli e enterococchi, l’attenzione va anche al surriscaldamento delle acque e alla presenza di diverse specie alloctone e eutrofizzazione del mare. «Nonostante il caldo intenso di questo primo periodo estivo, il mare sta rispondendo bene con temperature rientrate di due gradi rispetto a maggio, che registrava una media allarmante di 27 gradi. Il vento pomeridiano aiuta a togliere potenza al mare, abbassandone la temperatura, che si attesta oggi su una media di 25 gradi – spiega Cristina Mazziotti, responsabile Struttura Oceanografica Daphne Arpae – non sono tanto i picchi a creare preoccupazione, quanto le medie fuori norma prolungate. Invito al tempo stesso a non lasciarsi prendere dal panico per fenomeni assolutamente normali, come la presenza di meduse, spesso non urticanti e autoctone delle nostre coste, che possono ritrovarsi spiaggiate alla fine del ciclo di fioritura. Per quanto riguarda l’eutrofizzazione invece, durante la primavera il mare ha risentito delle forti alluvioni di Piemonte e Valle d’Aosta. La massa di fango e materiale organico ha portato a un nutrimento del mare che genera il fenomeno tipico dell’eutrofizzazione. Un’immagine di Copernicus pubblicata a metà 15 maggio ha portato a scambiare il fenomeno per mucillagini, ma in quel momento , al contrario di come era segnalato e commentato da Copernicus, non era in atto una fioritura di cianobatteri, mai registrate in Adriatico. Nello stesso periodo, molti turisti in visita al Festival degli Aquiloni a Zadina, hanno immortalato e condiviso sui social delle macchie gialle scambiate per mucillagine, ma si trattava in realtà di macchie di polline di pino, raggruppate in mare».

Ora Goletta Verde riprenderà il suo viaggio lungo le coste d’Italia, partito lo scorso 23 giugno da Trieste, per concludersi  a inizio agosto in Liguria. Si tratta della 39esima edizione dell’iniziativa che, come comunica Elisa Turiani, portavoce di Goletta Verde: «Vuole scattare un’istantanea della salute dei nostri mari, senza dare patenti di balneabilità né tantomeno sostituirsi alle autorità competenti, ma restando di supporto alle amministrazioni per informare la cittadinanza sulla salute dei mari e delle coste della penisola. È solo attraverso un sistema di depurazione delle acque efficiente che si può arrivare ad una qualità delle acque marine che tuteli non solo l’ambiente ma anche i cittadini».

Tra i partner principali della campagna, anche il ConouConsorzio Nazionale Oli Usati, che sostiene l’assoluta necessità di un’azione collettiva per la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. «Il nostro consorzio porta avanti da più di 40 anni quello che oggi conosciamo come “economia circolare”, ma che al momento del nostro inizio non aveva ancora un nome. Da più di 40 anni il nostro consorzio ha recuperato più di 7 milioni di tonnellate di olio minerale usato. Se fosse stato versato nelle acque, avrebbe contaminato una superficie pari al doppio della superficie del Mar Mediterraneo – spiega Alessia Merlo, Responsabile Coordinamento Area2 di Conou -. Raccogliendo l’olio lubrificante usato alla fine del suo ciclo di vita nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli, il Conou fa in modo che questo rifiuto, altamente pericoloso se non gestito correttamente, si trasformi in una preziosa risorsa».

Infine sono stati consegnati gli attestati agli “Amici di Legambiente” che hanno supportato l’iniziativa nel ravennate.
«Ringrazio i volontari di Goletta Verde per il loro lavoro e vorrei indicare alcuni aspetti del nostro mare che riteniamo molto importanti importanti – commenta il sindaco Barattoni -. Questa terra ha vissuto in maniera importante il surriscaldamento del mare, con effetti disastrosi anche nell’entroterra. Nell’ultima settimana però siamo riusciti a scorgere anche un risvolto più felice, come l’arrivo di una tartaruga marina che ha depositato tante uova che speriamo di veder schiudersi fra 60 giorni Infine, il tema dell’energia. Come amministrazione comunale pensiamo che il mare possa e debba essere nei prossimi anni anche un grande produttore di energia rinnovabile, e abbiamo sostenuto chi ha presentato in questi anni progetti riguardanti la possibilità di produrre energia eloica a mare o galleggianti fotovoltaici».

La vita e la morte secondo Beckett: «Ritmo, risate e vuoti d’aria»

Da anni Nerval Teatro attraversa la drammaturgia di Samuel Beckett con gli attori e le attrici con disabilità del Laboratorio Permanente che Maurizio Lupinelli (regista, attore e fondatore nel 2007 della compagnia insieme a Elisa Pol) cura a Rosignano Marittimo, in Toscana, e a Ravenna. Ora però – ancora una volta con i protagonisti dei laboratori – l’asticella si alza ulteriormente e il tentativo è quello di misurarsi per la prima volta con un testo integrale, quello di Finale di partita (ideato insieme a Elisa Pol, che ne è anche aiuto regista), che vedremo in scena l’1 e il 2 luglio all’Almagià.  È lo stesso Lupinelli a raccontarci il percorso di una sfida complessa e affascinante.

Maurizio, siamo arrivati all’ultimo passo di un progetto che arriva da lontano.
«Sì, un ultimo passo importante che si presenta come un azzardo, ma non tanto per l’opera di Beckett in sé, visto che negli anni ho scoperto, lavorando con queste persone particolari, che i personaggi beckettiani si avvicinano molto a queste figure. No, l’azzardo è il testo integrale, far macinare le battute, mantenere quelle parole, anche perché i diritti d’autore su Beckett sono abbastanza rigidi. E quindi, laddove il nostro precedente spettacolo, La buca, era liberamente ispirato da tutta una serie di frammenti beckettiani che permettevano più libertà, qui invece affrontiamo una modalità di lavoro molto più complessa. Finale di partita è tante cose, che mi piacerebbe emergessero. Siamo in un momento molto particolare della nostra società, dove tutto è veloce, tutto è il contrario di tutto, il testo di Beckett invece ci riporta alle basi, ai nodi fondamentali, la vita e la morte, quello che va bene o che va male, questioni che se non ti ci metti non affronterai mai. È una linea di confine, è un’opera da cui esce un’umanità sì lacerata, ma viva. Un gioco continuo in cui è come se Beckett ci dicesse “beh, è meglio essere in questa piccola striscia di terra in mezzo che essere o di qua o di là”. È su questo che vorrei giocare, e l’altra cosa che mi interessa vedere è come risulterà nello spettacolo il rapporto tra un normo-dotato e un diversamente abile. Quello che mi immagino, e che vorrei per questo lavoro, è che sia scoppiettante, di gran ritmo, di risate e anche di “vuoti d’aria”, come li definisco io. Lo spazio scenico sarà molto particolare, non sarà il solito Finale di partita, anche se gli elementi saranno quelli».

Come hai lavorato?
«Quando ho fatto La buca con l’attore diversamente abile Carlo De Leonardo, che sarà anche in Finale di partita, è chiaro che non gli ho raccontato tutto il testo, abbiamo analizzato delle parti, delle situazioni e ho lasciato a lui la libertà di capire cosa significassero, per lui, quelle situazioni. I silenzi, lo sguardo, le attese, inventare delle battute, quello l’ha capito perfettamente, e nel momento in cui ha capito ciò, il testo è venuto fuori da sé. Quando ho iniziato ad affrontare Beckett con i partecipanti ai laboratori, oltre dieci anni fa, abbiamo scoperto insieme delle grandi affinità, anche se uno potrebbe pensare che con Beckett, scrittore fine e complesso, sia molto difficile far percepire a questi ragazzi tutte le tematiche messe in campo nelle sue drammaturgie, tutto ciò che c’è nei suoi testi. Invece quelle beckettiane sono questioni che ci hanno portato con naturalezza a un certo tipo di soluzione. I ragazzi ci sono entrati giocando, partendo magari anche dalle cose più banali. Prendiamo ad esempio Aspettando Godot.

Dunque l’aspettare, l’attesa. Per queste persone cosa vuol dire aspettare?
«Per molti aspettare è vivere. È da lì che abbiamo iniziato, dalle loro mancanze, dall’analizzare piccoli concetti – aspettare, cosa guardano, che tipo di gestualità hanno, che cosa farebbero quando camminano –, e nel momento in cui abbiamo messo in atto questi giochi molto semplici ecco che è come se avessero trovato una loro drammaturgia, le loro pause, i loro silenzi, il loro saper guardare veramente. Quello mi ha insegnato come affrontare Beckett».

Quali sono le specificità di Finale di partita?
«A differenza degli altri testi di Beckett, questo è quello più chiuso, quello più “duro”, però allo stesso tempo, se lo vai a rileggere attentamente, anche qui c’è una profonda ironia, c’è un gioco. La differenza è che ci sono tre situazioni immobili. Abbiamo sempre detto che i testi e i personaggi di Beckett sono tutti monchi. In Giorni felici la protagonista Winnie è inchiodata, interrata, in Aspettando Godot Vladimiro ed Estragone non escono mai. In Finale di partita, Clov non riesce a sedersi, Hamm è paralizzato, i genitori sono senza le gambe, tutte mancanze, ferite. Allora mi sono detto che era proprio su questo che bisognava provare a giocare».

Qual è la scommessa grande?
«Che qui il testo lo volevo fare tutto, usare quelle parole stesse, mantenendo però la possibilità di giocare nelle situazioni, perché in realtà, battute e tempi di Finale di partita sono molto surreali. Anche qui non si capisce la situazione. Sono già tutti morti? Perché l’azione potrebbe prendere luogo in un obitorio, potrebbe svolgersi sottoterra, o potrebbe anche essere un meccanismo alla Aspettando Godot, in cui tutti i giorni c’è la stessa dinamica e ogni volta potrebbe essere il momento per chiedersi “è finita? O andiamo ancora avanti?”. In scena saremo due attori professionisti, io e Barbara Caviglia – attrice ligure che ha fatto con me Le lacrime amare di Petra von Kant –, e due attori diversamente abili con cui lavoriamo da tanti anni, uno appunto è Carlo De Leonardo, che fa parte del laboratorio Teatro e Differenza di Ravenna, l’altro è Matteo Salza, attore del laboratorio toscano, anche lui molto bravo».

Facciamo un passo indietro. C’è stato un momento, tempo fa, all’inizio del tuo lavoro con le persone con disabilità, in cui ti sei trovato in crisi. Com’è andata?

«Dal lavoro con queste persone ho imparato moltissimo, sia come attore che come regista, perché mi ha costretto a “stare dietro”. Come dico ormai da anni, io adesso sono un fantasma, ho messo da parte la mia velleità artistica e ho cercato di lavorare con loro, ma per loro. Fino al 2012 ero io stesso l’anima di tutto il lavoro svolto con le persone dei laboratori a Rosignano, ero in scena con loro ma facevo le cose che volevo io, decidevo tutto io, dai testi in giù. E intervenivo teatralmente. A un certo punto però mi sono accorto, con mia sgradita sorpresa, che queste persone non si rendevano conto di quello che facevano, proprio perché ero io il centro di tutto. Li facevo ripetere mille volte una battuta e magari alla fine la dicevano bene, ma sentivo che c’era qualcosa che non quadrava e andai in crisi, tanto che mi rivolsi all’allora direttore del festival di Castiglioncello, che ci produceva, per dirgli che non me la sentivo più di fare spettacolo con i partecipanti ai laboratori. Lui mi consigliò di prendere tempo, di non sentirmi obbligato a realizzare uno spettacolo e magari di fare solo laboratori per un po’, in attesa di capire, senza perdere la speranza. In quel momento di grande cecità e disperazione ho cominciato a lavorare in modo diverso con questi ragazzi, partendo da tutt’altre prospettive, tutt’altri approcci. Partii con esperienze molto basiche, legate ad esempio ai colori o al buio. Facevamo cose inusuali, tipo laboratori in costume da bagno, oppure concentrandoci solo su un unico elemento scenico, come una valigia, che ognuno poteva usare come voleva.
Anche il lavoro sui silenzi è stato importante, perché mi ha portato a guardare tutte quelle facce, che prima non guardavo, le consideravo solo elementi dell’opera. E invece, mi resi conto, guarda che belle facce! È stato come mettere in campo una lente d’ingrandimento. Ho iniziato a capire che loro, così, prendevano una sorta di “fisicità”, emergevano con le loro forze, è stata un’illuminazione. Nel 2014 ho poi cominciato a lavorare con loro sull’aspettare.
Ho ricordato il mio passato di spettatore di Beckett. Secondo me in Italia Beckett non è mai stato fatto bene, l’unico davvero incredibile, Aspettando Godot, lo vidi nel 1989 a Venezia con in scena Giorgio Gaber, Enzo Jannacci, Felice Andreasi e Paolo Rossi. Indimenticabile. E da allora ho sempre avuto negli occhi quella cosa lì, quell’energia, quell’improvvisazione meravigliosa, quella spontaneità. Alla fine ho capito come dovevo lavorare: dovevo retrocedere io e lasciare a loro la libertà, perché così riuscivano a dare un senso a ciò che facevano, lo capivano».

Il percorso beckettiano che hai portato avanti con Elisa Pol sta terminando, Nerval sta lavorando a qualcos’altro?
«Sì, con il laboratorio Teatro e differenza di Ravenna e quello di Castiglioncello lavoreremo per i prossimi tre anni sull’opera di Peter Handke – sceneggiatore di Wim Wenders e premio Nobel per la letteratura – L’ora in cui non sapevamo niente l’uno dell’altro, un testo molto bello del ‘92. lo stiamo portando avanti pian piano. Saranno due spettacoli, uno con i ragazzi di Ravenna e l’altro con quelli toscani. Probabilmente ci sarà anche una collaborazione con la scuola Umanamente di Milano, che fa capo al Teatro degli Incamminati»

Diecimila presenze nel weekend a Lugo con i Giochi Giovanili della Bandiera – FOTO

Una Lugo viva, colorata, animata ogni angolo del centro da tamburi, chiarine e soprattutto bandiere portate con orgoglio da bambini e bambine, ragazzi e ragazze da ogni parte d’Italia. È stata la Lugo della 26esima edizione dei Giochi Giovanili della Bandiera FISB e della Para Tenzone, promossa e organizzata da Contesa Estense e dai quattro rioni lughesi di BrozziCentoGhetto e Madonna delle Stuoie su incarico della Fisb, la Federazione Italiana Sbandieratori.

Oltre 1.100 i ragazzi iscritti alle diverse prove del programma, in scena nel piazzale del Pavaglione e in piazza dei Martiri davanti al Monumento di Baracca. Ma a colpire lo sguardo è stata anche l’autentica folla concentrata da venerdì a domenica nel centro storico di Lugo, per un dato complessivo di circa 10mila presenze nel weekend, composta da accompagnatori, famiglie e tantissimi lughesi incuriositi e affascinati dalle gare. Una folla che in alcuni momenti del sabato ha superato le 4mila unità assiepate contemporaneamente sotto i loggiati del Pavaglione alla ricerca dell’ombra, riconoscibili dai foulard colorati delle varie contrade italiane, spesso divenuti oggetto di scambio nello spirito di un’iniziativa che ha unito ragazzi di ogni regione. Atleti che fra sabato e domenica hanno dato vita a oltre 230 esercizi, suddivisi per età e specialità, in oltre 26 ore di gare complessive nelle due piazze allestite.

Un’organizzazione gestita da Contesa Estense, ma basata sull’enorme disponibilità garantita da un gruppo di circa 120 volontari dei quattro rioni di Lugo: «A loro, ai nostro fantastici volontari, va il ringraziamento più grande e doveroso. Senza il loro impegno – sottolineano proprio da Contesa Estense – tutto ciò non sarebbe stato possibile. Ci sono persone che hanno lavorato a ciclo continuo per l’intero weekend e anche prima, senza una pausa, senza un lamento. Dagli addetti alla cucina, capaci di sformare oltre 5mila pasti in poco più di due giorni assecondando intolleranze, allergie e richieste varie, fino ai camerieri ed a coloro che erano impegnato con street food e rifornimenti, dagli addetti alla logistica ed ai parcheggi senza dimenticare gli accompagnatori dei singoli gruppi. E ancora i giudici e il consiglio direttivo della Fisb che ci ha affiancato in ogni momento, ma anche gli sponsor ed i partner istituzionali. È stato un grande lavoro di squadra che ha dimostrato come Lugo possa ospitare eventi di questa portata».

«Come Amministrazione comunale – sottolinea la sindaca di Lugo Elena Zannoni, presente a più riprese alla tre giorni dell’evento – siamo felici del risultato dei Giochi Giovanili della Bandiera. Abbiamo creduto sin dall’inizio al progetto scegliendo di sostenerlo e sapere oggi che la nostra città ha raccolto tanti elogi sia per la bellezza dei suoi angoli storici che per l’organizzazione della manifestazione e degli spazi dove condividere una bella esperienza collettiva, ci conferma che stiamo procedendo nella direzione giusta. Lo spettacolo della Cerimonia di Apertura, con un Pavaglione così vivo e colorato da ragazzi di ogni parte d’Italia rimarrà come un ricordo indelebile. I quattro rioni lughesi, così come la Contesa Estense, sono luoghi di aggregazione dove anche i nostri ragazzi possono crescere divertendosi e contribuendo in maniera positiva alla vita cittadina. A tutti i responsabili che si sono impegnati così tanto per i Giochi Giovanili della Bandiera va il nostro più sincero ringraziamento».

«I ragazzi e i gruppi partecipanti sono ormai rientrati nelle loro città – commenta l’assessore alla Cultura e Turismo Gianmarco Rossato – ma ci hanno lasciato una consapevolezza importante e già sperimentata anche in altre occasioni: Lugo è una città perfetta per ospitare eventi di livello nazionale. Lo è per le sue piazze meravigliose, il Pavaglione è assolutamente unico, ma anche per tutto il sistema del centro. Lo è, soprattutto, per la forza straordinaria della sua comunità che in questi giorni si è espressa al meglio: un tessuto fitto di volontari e volontarie che hanno messo cuore, passione ed energia per realizzare qualcosa di davvero speciale. Nonostante il caldo torrido, tra loro si respirava un clima fantastico: gioia, entusiasmo e tanto amore per la propria città. È stato emozionante anche vedere i colori dei quattro rioni uno accanto all’altro. Una dimostrazione concreta che competizione e amicizia, quando sono autentiche, sono davvero due facce della stessa medaglia. A tutti loro Lugo deve molto».

E a contribuire al successo dell’evento anche i dati di afflusso e di presenze nei musei e nei siti cittadini aperti straordinariamente per dar modo ai visitatori di goderne durante il fine settimana. Tra i luoghi che hanno rispettato aperture dedicate ai Giochi, il Museo Baracca ha infatti registrato ben 800 presenze tra la giornata di sabato e la domenica mattina. Visitatori che hanno potuto godere di visite guidate messe a disposizione dal Comune di Lugo. La Rocca Estense ha invece accolto 500 persone tra giardino pensile e castello.

Presidio di Cgil e Uil davanti al tribunale: «Stabilizzare i precari del ministero della Giustizia»

Si è svolto davanti al tribunale di Ravenna, un presidio promosso da Fp Cgil e Uil Pa per chiedere la stabilizzazione dei circa 12mila lavoratori precari attualmente in servizio presso il Ministero della Giustizia grazie ai fondi del Pnrr. I precari coinvolti – tra cui funzionari Upp (Ufficio per il Processo), funzionari tecnici e operatori data entry – rischiano di rimanere esclusi da ogni prospettiva di stabilità lavorativa.

Nel piano strutturale di bilancio del Governo è prevista la stabilizzazione di solamente la metà del personale precario attualmente in servizio. Tuttavia, mancano ancora le risorse per garantire l’inserimento di almeno 3mila di queste unità. Una situazione che, secondo i sindacati «rischia di penalizzare non soltanto migliaia di lavoratori che presto potrebbero rimanere disoccupati, ma anche il personale in servizio a tempo indeterminato già oberato da trent’anni di mancati investimenti nel comparto, così come il sistema giustizia nel suo insieme».

Camion contro auto: morte due persone sulla Romea

Nuova tragedia sulla Romea. Nella mattinata di oggi, 30 giugno, due persone sono morte in un incidente mortale che ha coinvolto più mezzi, lungo il rettilineo tra la rotonda di Casal Borsetti e Ponte Bellocchio.

Stando alle prime informazioni, un camion (per cause in corso di accertamento) avrebbe sbandato, andando a schiantarsi contro un’auto con due persone a bordo, un uomo e una donna, entrambe decedute. Sono rimaste ferite altre quattro persone che viaggiavano su tre auto e un furgone, il cui autista è stato trasportato con il codice di massima gravità al Bufalini di Cesena.

Sul posto quattro ambulanze, un’auto medicalizzata e l’elicottero del 118, oltre ai vigili del fuoco giunti sia da Comacchio che da Ravenna.

La statale Romea è stata chiusa al traffico, con inevitabili grossi disagi per il traffico.

Malore al mare per un bimbo di 6 mesi, salvato dal bagnino e da un medico

Paura al mare, nel pomeriggio di ieri, per bimbo di appena sei mesi che ha accusato un malore mentre si trovava in braccio alla madre, sulla spiaggia tra Pinarella e Tagliata. Stando a quanto riporta il Corriere Romagna in edicola oggi (30 giugno), provvidenziale è stato l’intervento del bagnino di salvataggio e di un medico presente in spiaggia, che sono riusciti a farlo riprendere prima dell’arrivo dei soccorsi.

Gli uomini del 118 sono intervenuti anche calandosi direttamente in spiaggia dall’elicottero. Il bimbo nel frattempo aveva già ripreso conoscenza grazie alle operazioni di primo soccorso, ma è stato comunque caricato a bordo del mezzo aereo e trasportato d’urgenza in ospedale per accertamenti specifici.

In corso le bonifiche nell’area ex Cmc: in autunno partiranno i lavori di Cia-Conad

Hanno subìto un rallentamento rispetto alle previsioni, ma partiranno il prossimo autunno i lavori per la riqualificazione dell’area Cmc nella darsena di Ravenna. Si tratta del comparto centrale, il più ampio e probabilmente quello veramente strategico per la riqualificazione di tutto il quartiere sull’acqua di Ravenna.

L’area come noto è stata acquistata da Cia Conad nell’ambito del bando pubblicato dalla Cmc, storica cooperativa in crisi e in cerca di liquidità. Cmc, o comunque quel che ne resta (gli asset principali sono stati venduti pochi giorni fa all’asta), che dovrà lasciare la propria sede entro l’anno, per far partire i lavori che la trasformeranno in una galleria di attraversamento coperto dell’area, con spazi commerciali e pubblici esercizi ai lati (per circa 4mila metri quadrati complessivi). A fianco, invece, in un nuovo prefabbricato sorgerà il supermercato Conad da 4.500 metri quadrati. Quella commerciale è la prima parte che verrà realizzata (sono in corso i lavori di bonifica, in attesa di partire appunto dopo l’estate o comunque entro l’anno) del progetto che prevede anche spazi verdi di connessione tra i vari edifici aperti a tutta la città (con anche una nuova rotonda su via Trieste) e un’ampia parte residenziale (con due “torri” sul canale).

A breve il progetto verrà pubblicamente presentato anche a Ravenna, nel corso di un incontro con la stampa.

Vacanze al mare: Cervia-Milano Marittima è quarta nella classifica delle mete italiane preferite

Cervia-Milano Marittima è al quarto posto fra le destinazioni balneari dell’estate 2025 nella tradizionale classifica stilata nel Panorama Turismo – Mare Italia dell’Osservatorio Italiano di Jfc, lo studio che analizza mode, tendenze e previsioni delle vacanze al mare degli italiani.

Fra le prime posizioni della classifica di quest’anno ci sono Jesolo (che scavalca al primo posto Rimini, ora in seconda posizione) e Riccione terzo; dopo Cervia (che rispetto all’anno scorso è risalita di tre posizioni) seguono San Vito Lo Capo, Forte dei Marmi e Porto Cervo.

L’Osservatorio Jfc ha stilato anche delle classifiche tematiche e relativamente alla “destinazione più alla moda e trendy”, Cervia-Milano Marittima sale sul podio al terzo posto dopo Jesolo e Riccione.

«È un grande risultato in questa importante classifica nazionale – commenta il sindaco Mattia Missiroli -. La serietà, il rigore scientifico e metodologico dell’indagine ci rende particolarmente orgogliosi di essere a un livello così alto nella classifica. Una testimonianza che la nostra località è capace di rispondere alle molteplici esigenze e a guardare con competenza e lungimiranza alle nuove frontiere del turismo. Ma anche la conferma che dove il pubblico e il privato con la sua rete di imprese fanno sistema, vi è una crescita turistica e territoriale».

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