lunedì
10 Novembre 2025
Teatro Socjale Piangipane

“Non siamo niente saremo tutto”: chiamata pubblica e spettacolo sul lavoro dal 14 al 26 ottobre

La perfomance partecipata è aperta a tutti, anche senza esperienza teatrale. L'11, 12 e 13 ottobre incontri e prove generali.

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Una chiamata pubblica rivolta a lavoratrici e lavoratori di diversi settori (aperta a tutti, anche senza esperienza teatrale) per esplorare storie individuali e affrontare il tema del lavoro da differenti prospettive. È questo il progetto di Alessandro Renda del Teatro delle Albe dal titolo “Non siamo niente saremo tutto” che andrà in scena al Socjale di Piangipane dal 14 al 26 ottobre alle ore 21 (le domeniche alle 16 e pausa il 20 ottobre). L’idea nasce nel 2022 a Milano e in breve tempo fa tappa a La Spezia, Aosta e Lecce.

Il fil rouge è sempre lo stesso: portare sulla scena voci, storie, volti e corpi di lavoratrici e lavoratori, intrecciando in modo lirico le esperienze dal vivo e le testimonianze in video. Si crea così una panoramica attuale sulle condizioni e sul senso del lavoro che usa la forza del teatro per misurare lo stato di salute della società.

«Quando è nato il progetto venivamo dalla pandemia che, oltre a tutte le difficoltà, ha generato anche fenomeni particolari che ci colpiscono ancora oggi – afferma il regista dello spettacolo Alessandro Renda durante la conferenza stampa –. Le persone che hanno accolto la chiamata erano di professionalità disparate: impiegati, da call center, medici, disoccupati. Ma le tematiche erano le stesse. Per loro il lavoro era un vestito che stava largo o stretto. Nel nostro spettacolo e negli incontri precedenti emerge come, più che giuste questioni contrattuali, le persone al giorno d’oggi ricercano felicità, gratificazione e riconoscenza sul posto di lavoro».

Il progetto che si terrà a Piangipane ha già raccolto 30 iscritti ma ci si pone l’obiettivo di superare le 50 unità di Milano e le 70 di La Spezia. «Sarà una chiamata di due settimane, più lunga rispetto alle altre città – prosegue Renda -. Si tratta di una sorta di laboratorio aperto con anche voci delle tappe precedenti. L’idea è di fare un grande archivio di storie, che si differenzino anche a seconda del luogo, perché non in tutte le città ci sono le stesse esigenze lavorative».

Per prepararsi allo spettacolo, che si terrà dal 14 al 26 ottobre, sono in programma tre giornate di incontro: 11 ottobre ore 10-13, 15-19; 12 ottobre ore 10-13, 15-19; 13 ottobre ore 18:30-20 più prova generale. Per partecipare è sufficiente prendere parte ad almeno due incontri ma per permettere la massima apertura, la call rimarrà aperta durante le due settimane di repliche e sarà possibile aggiungersi a una prova alle 17.30 del giorno stesso dello spettacolo.

Lo spettacolo vede la regia di Renda, in scena anche l’attore Matteo Gatta, il testo di Riccardo Spagnulo, la produzione di Zona K, la coproduzione di Ravenna Teatro e il sostegno della Cgil che attraverso le parole della segretaria Manuela Trancossi dichiara: «Aprire questa collaborazione con Ravenna Teatro è importante dopo il primo appuntamento con Fantozzi della scorsa stagione. Per noi il lavoro è fondamentale, ci occupiamo di questo a 360 gradi e tutti i giorni. Il titolo (che cita il testo de “L’internazionale”, inno dei lavoratori scritto dal poeta e rivoluzionario Eugène Pottier, ndr) purtroppo rispecchia la realtà: la società attuale considera il lavoro come niente ma in realtà le persone che lavorano sono tutto. Sono ciò che fa andare avanti il paese. Una rappresentazione teatrale può lasciare il segno e in questo caso lo sarà sia per chi assiste sia per chi partecipa».

Il tema del lavoro attraverserà l’intera stagione di Ravenna Teatro, intrecciando spettacoli, incontri, proiezioni e dialoghi. 

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