sabato
16 Agosto 2025

Apre un altro locale di kebab in centro a Faenza: mozione della Lega in consiglio

Liverani chiede di incentivare gli esercizi che richiamano le tradizioni romagnole

KebabIl consigliere regionale e comunale (a Faenza) della Lega, Andrea Liverani, ha presentato una mozione in cui chiede di valutare preventivamente «quali siano le attività più idonee alla storicità e tipicità del nostro centro storico, prediligendo sempre attività autoctone e incentivando gli esercizi, anche attraverso sgravi e concessioni, che richiamano le tradizioni locali e romagnole».

La mozione arriva dopo che a Liverani «è giunta voce» di una possibile apertura in corso Mazzini, in centro a Faenza, di un ristorante multietnico («probabilmente kebab», dice il consigliere). «Penso che in una zona così centrale e rappresentativa della nostra città sarebbe opportuno, anche in visione di un turismo enogastronomico a 360 gradi, l’apertura di locali e ristoranti in grado di raccontare la storia del nostro territorio e delle nostre tradizioni. Il nostro centro – oggi purtroppo troppo spesso oggetto di atti di microcriminalità come spaccio, risse o comunque disturbi alla quiete pubblica – merita la giusta attenzione per riproporre anche la tradizione che lo ha sempre rappresentato».

Prima laurea in chitarra a Ravenna. La triennale istituita al Verdi nel 2017

Laurea ChitarraPrima diploma accademico di chitarra (laurea triennale) all’Istituto Superiore di Studi Musicali “G. Verdi” di Ravenna.

Si tratta di Francesco Scaglioni, già attivo, assieme ai compagni, nelle programmazioni concertistiche locali.

Il triennio di chitarra è stato istituito al Verdi nel 2017, affidato al maestro genovese Elio Rimondi, docente al conservatorio “N. Paganini” di Genova.

«La classe è ben avviata – scrivono dall’istituto -: alcuni talenti si sono già distinti in masterclass e competizioni musicali». Il quartetto di chitarre costituitosi tra le mura del Verdi ha al suo attivo diverse collaborazioni sul territorio (“Notte d’oro”, “Ravenna bella di sera”, “Conversazioni dantesche”, oltre alle programmazioni musicali dell’Issm).

Arrigo Sacchi inaugura il 7 novembre il “rinato” Milan Club Faenza

Oltre 400 i soci. La sede è al Rione Rosso di via Campidori

Sacchi OggiIl Milan Club Faenza, ricostituito a luglio e intitolato al fondatore Carlo Sangiorgi, dopo mesi intensi di attività con numerose trasferte allo stadio San Siro, sospinto da oltre 400 soci, viene ufficialmente inaugurato lunedì 7 novembre, alle ore 19,30, nella sede presso il Rione Rosso (via Campidori 28), da Arrigo Sacchi, l’indimenticabile allenatore rossonero e poi Ct della nazionale.

Prenotazioni e iscrizioni all’evento, che comprende una cena, telefonando al numero 3930803066 al bar del Rione Rosso, preferibilmente entro il 5 novembre per ragioni organizzative, dalle ore 8 alle 13 e dalle 18 alle 24.

Prendendo spunto dai due libri che il grande allenatore ha dato alle stampe, “Calcio totale” e “La coppa degli immortali”, la serata avrà come argomenti la carriera di Sacchi, tecnico innovatore che ha cambiato il gioco del calcio, e l’epopea del leggendario Milan, vincitore di due Coppe dei Campioni consecutive tra il 1988 e il 1990, giudicato dall’Uefa, il massimo organismo del calcio europeo, come la più grande squadra di sempre.

Ci sarà spazio anche per le domande legate al momento attuale della squadra rossonera guidata da Stefano Pioli e su come rilanciare il movimento calcistico nazionale.

L’appuntamento con Arrigo Sacchi arriva in un giorno particolare coincidendo con il compleanno del Milan Club Faenza che fu fondato l’8 novembre 1984. Proprio con Arrigo Sacchi, nel giugno 1989, pochi giorni dopo la vittoria della Coppa dei Campioni, l’allora presidente Carlo Sangiorgi, avviò una serie di incontri di sport con i campioni, e riuscì a portare a Faenza anche capitan Franco Baresi, Carlo Ancelotti, Daniele Massaro, Sebastiano Rossi e Gianni Rivera.

L’ordine dei medici contro il Governo: «Reintegro no vax, messaggio sbagliato»

Critiche sull’urgenza del provvedimento. «Negativo l’impatto psicologico su chi si era vaccinato»

INIZIO VACCINAZIONI COVID RAVENNA VACCINODAY 27 DICEMBRE 2020«Viene da chiedersi se il reintegro dei medici no vax fosse di un’urgenza tale da dover impegnare il Governo alla sua prima riunione e da essere pubblicata in Gazzetta Ufficiale con tale rapidità in un giorno festivo». Se lo chiede l’Ordine dei medici della provincia di Ravenna, in una nota polemica inviata ai giornali.

«Certamente – continua il comunicato – l’impatto lavorativo sulla Sanità pubblica, contrariamente a quanto affermato, è trascurabile (4.000 medici sui circa 370.000 iscritti agli Ordini attualmente in attività), mentre è estremamente negativo l’impatto psicologico sulla larghissima maggioranza di medici che hanno fatto con sacrificio sempre il loro dovere e si sono vaccinati per garantire la salute propria e dei pazienti a loro affidati e per garantire la continuità del servizio».

L’ordine invita anche a non dimenticare «la gravissima crisi sanitaria che abbiamo attraversato e che, a tutt’oggi, nel nostro Paese ha causato 179.000 vittime» e inoltre «che precisi studi scientifici hanno dimostrato che con le prime varianti Alfa (inizio 2021) e Delta (fine 2021) il rischio di contagio per i non vaccinati era di 4/5 volte maggiore rispetto ai vaccinati».

«Circa poi l’obbligo dell’utilizzo di mascherine nelle strutture sanitarie – termina la nota – anche se il Ministro ha sostenuto di non avere mai ipotizzato personalmente di sospenderlo, la prima intenzione del Governo era di una cessazione generalizzata dell’obbligo anche nelle strutture sanitarie; è stato prima il richiamo del Presidente Mattarella e di alcuni Governatori e poi le prese di posizione del mondo medico che hanno ottenuto di mantenere un obbligo che andrebbe reso permanente».

Felice Orlando è stato ucciso con un fucile da caccia. Il colpo fatale alla testa

I risultati dell’autopsia. Si cerca ancora l’arma del delitto. E un movente…

WhatsApp Image 2022 10 31 At 18.40.35Felice Orlando, il 49enne di Castel Bolognese trovato morto domenica mattina tra i frutteti vicino a casa, è stato ucciso con un fucile da caccia. È quanto emerge dall’autopsia, i cui risultati sono stati rivelati sui quotidiani in edicola oggi, mercoledì 2 novembre.

Due i colpi che hanno raggiunto l’uomo, alle spalle: uno alla schiena e uno, quello fatale, alla testa, da distanza ravvicinata.

È stata disposta un’ulteriore consulenza per tentare di ricostruire le caratteristiche dell’arma del delitto, che non è stata ancora ritrovata.

Ignoto anche il movente, anche se non si esclude uno screzio legato proprio alla passione della vittima (camionista per una sorta di “ferrovecchio” della zona), la caccia.

«Produzione auto a rilento, mancano componenti e prezzi in crescita»

De Stefani Cosentino, presidente nazionale di Federauto, l’associazione delle concessionarie, spiega le ragioni del calo delle vendite. In Italia circolano 39 milioni di veicoli, per gran parte obsoleti e inquinanti

Autosalone Mercedes

«Le proiezioni dicono che il mercato auto in Italia non riuscirà ad arrivare a 1,3 milioni di nuove immatricolazioni nel 2022. Vuol dire numeri da anni ’60, meno dell’anno del cigno nero che è stato il 2020 con il lockdown».
Adolfo De Stefani Cosentino è titolare del salone Mercedes a Ravenna ma è anche presidente nazionale di Federauto, l’associazione che rappresenta le concessionarie in Italia. I numeri nel dettaglio, forniti dallo stesso De Stefani, sono questi: nel 2021 vendute 1,46 milioni di auto, 1,39 nel 2020 e 1,9 nel 2019.

Cosa incide sul calo delle vendite?
«Due aspetti importanti. Prima di tutto la mancanza di componentistica che ritarda la produzione delle auto. Non solo microchip. Un esempio: buona parte dei fasci elettrici che trovi stesi a chilometri in ogni auto veniva prodotta in Ucraina. Il secondo fattore è l’aumento del prezzo medio dei veicoli: oggi siamo a circa 24mila euro, il 16 percento in più di un anno fa».

Mercato in crisi, ma prezzi in crescita? Come è possibile?
«Tre questioni. La prima: l’inflazione che vale per tutti. La seconda: l’aumento di dotazioni da installare sulle auto per le regolamentazioni di sicurezza. La terza: un motore elettrico costa il 27 percento in più di uno a benzina. Anche se avessimo le forniture di componentistica in tempi accettabili, ci sarebbe comunque un aumento di prezzo».

In questo panorama com’è la situazione degli incentivi statali?
«L’Italia ha un parco veicoli circolante vecchissimo e quindi la parte di incentivi dedicati ai motori endotermici si sono esauriti in poco tempo. C’è ancora disponibilità per le vetture elettriche ma finisce per essere un aiuto a chi ne ha meno bisogno: parliamo di 38mila euro di media per un’auto solo elettrica e 50mila per una plug-in, spesso acquistate come seconde auto. Anche se l’incentivo può arrivare a ottomila euro, restano comunque veicoli inaccessibili per la fascia di popolazione che invece avrebbe più bisogno di cambiare l’auto perché ha motori obsoleti che inquinano molto».

Quali sono gli impatti ambientali dei veicoli sulle strade?
«In Italia abbiamo 39milioni di mezzi in circolazione di cui 22 milioni sono da Euro 4 in giù e addirittura 8 milioni hanno più di vent’anni. È su queste auto che bisogna agire se vogliamo abbassare le emissioni di CO2».

Come?
«Chi ha un’auto vecchia e non la cambia è soprattutto perché non può permettersi la spe- sa di un’auto nuova. Allora a questi automobi- listi andrebbe messo a disposizione un usato comunque migliore di quello che hanno ma a prezzi abbordabili. Sono le vetture del popolo delle partite Iva che cambiano auto ogni 30- 36 mesi. Da anni spingiamo per aumentare le agevolazioni fiscali per loro: in Italila le partite Iva sono il 35 percento del mercato auto, in Germania il 60».

La mobilità elettrica sarà il campo di battaglia futuro tra produttori?
«Dovrebbe esserlo. Il primo scoglio da superare è il prezzo. Ma dobbiamo anche porci un’altra domanda. Con l’aumentare delle auto elettriche aumenterà la domanda di energia e il mercato dice che aumenterà il suo prezzo. Quanto costerà la ricarica di un’auto? Sarà davvero competitiva? Ai prezzi attuali dell’energia, una ricarica fast charge per 200 km costa come viaggiare a benzina. Dubito che al 2030 saremo passati tutti all’elettrico».

Nello scenario di crisi generale del settore che ha appena illustrato, com’è la situazione occupazionale?
«Il numero che spiega tutto è questo: nel 2008 c’erano 2.700 concessionarie in Italia, alla fine del 2021 erano 1.230, fra due anni saranno 800. Le case automobilistiche reputano troppo onerosa la rete distributiva».

C’è agitazione per una possibile modifica dei rapporti tra case e concessionarie?
«Alcune marche vorrebbero aggirare il regolamento europeo sulla distribuzione verticale trasformando i concessionari in agenti, ma non credo sia fattibile. Qualche marca è convinta che le auto si compreranno online, io non la penso così».

Un ravennate in Qatar: «L’atmosfera del Mondiale si respira ovunque. Quei morti…»

«Dal nostro ufficio vediamo partire ogni giorno centinaia di bus: fanno le prove. Sulla sicurezza dei cantieri il Governo è intervenuto tardivamente»

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La veduta dalla finestra della camera di Paolo Vicari, ravennate in Qatar

Dalla finestra della propria camera può ammirare un Neymar con la maglia del Brasile alto alcune decine di metri. Il primo, discusso, mondiale di calcio ospitato in Qatar – in programma dal 20 novembre al 18 dicembre – si fa notare anche da questi piccoli-grandi dettagli.

A raccontarcelo è Paolo Vicari, 52enne ingegnere ravennate che lavora da alcuni anni a Doha, città che vedrà quasi raddoppiare per almeno un mese la propria popolazione (sono attesi 1,5 milioni di spettatori a fronte di 2,4 milioni di residenti nella capitale, che di fatto ospiterà quasi interamente la manifestazione).

«Qui l’atmosfera del Mondiale si respira ovunque – ci racconta al telefono –, dalle gigantografie sui grattacieli alle bandiere delle nazioni partecipanti, dai centri commerciali addobbati ai punti vendita di articoli sportivi. Le mascotte sono dappertutto, le metro tappezzate, senza considerare le tv che trasmettono in continuazione programmi a tema».

Com’è cambiata Doha in questi anni?
«Quasi tutti i paesi del Golfo hanno avuto una grande crescita immobiliare. Doha, in particolare, è stata un cantiere aperto: si vedevano gru apparire e scomparire, mano a mano i pannelli dei cantieri hanno fatto posto a nuovi parcheggi, nuove aree verdi, parchi pubblici con km e km di canalini di irrigazione, piste ciclabili, sottopassi. Quando sono arrivato, Doha non era una città per pedoni: era pericoloso camminare tra questi “jeepponi” che sfrecciavano ovunque, ora invece è tutto diverso».

E cosa succederà durante il Mondiale?
«Il governo sta chiedendo a compagnie e aziende di ridurre al 20 percento la presenza del personale negli uffici, incoraggiando lo smartworking. Io per esempio tornerò a Ravenna. Dal 1° novembre non si può più entrare in Qatar se non muniti di biglietto dei Mondiali, o residenti. Ci saranno poi importanti modifiche alla circolazione: si potrà usare la propria auto solo fino alle 11 del mattino, poi esclusivamente taxi, bus e metro. Dal nostro ufficio, al 23esimo piano, stiamo vedendo tutte le mattine partire da un parcheggio circa 400-500 bus colorati: stanno facendo le prove, anche perché uno stadio è quasi in mezzo al deserto e non si raggiunge con la metro, che durante il Mondiale tra l’altro sarà gratuita. Inoltre le scuole resteranno chiuse».

Novità dal comparto turistico?
«Saranno allestite tre navi da crociera per alloggiare 15mila turisti, per esempio, mentre sarà inaugurato il “6 Stelle” più lussuoso al mondo, con tariffe che si aggirano attorno ai 50mila dollari a notte. I prezzi, in generale, sono 7-8 volte superiori rispetto alla normalità. Chi ne beneficerà di riflesso saranno gli Emirati Arabi, che offrono sistemazioni con tariffe più vantaggiose e pacchetti di volo andata e ritorno da Dubai, che dista solo 40 minuti. Va sottolineato poi come, per andare incontro agli spettatori occidentali, in via eccezionale sarà possibile consumare alcol, in ben definiti punti in prossimità degli stadi, mentre solitamente è vietato in tutto il paese».

Sono arrivate in Qatar le notizie e le polemiche relative ai morti sul lavoro nei cantieri di stadi e infrastrutture?
«Non si può nascondere che qui l’informazione sia controllata: ci siamo accorti che tanti episodi di cronaca non vengono raccontati per non intaccare l’immagine di stato sicuro, che in parte comunque sicuramente è. Sul tema del mondiale le notizie arrivavano quindi da fuori: i morti ci sono stati, circa 6.500 secondo fonti ufficiali. Soprattutto lavoratori provenienti da Bangladesh, India, Sri Lanka, Nepal, che qui sono tanti. E i diritti sono stati calpestati. Parlando con colleghi anche di quelle nazionalità, il problema sarebbe stato legato al sistema degli appalti, con grandi imprese europee che hanno subappaltato a ditte locali che a loro volta hanno arruolato lavoratori stranieri, sfruttandoli, fornendo loro dispositivi di sicurezza non adeguati, con temperature estreme e campi allestiti alla meno peggio. Il governo è intervenuto, ma
tardivamente, su pressioni di organizzazioni umanitarie, limitando le ore, introducendo sistemi di controllo, anche relativi agli stipendi, e un monitoraggio degli incidenti nei cantieri»

Chi era il 49enne ucciso: camionista, cacciatore, separato, lascia una figlia 14enne

Felice Orlando era originario di Cosenza, viveva nel Faentino da quando era bambino e da vent’anni faceva l’operaio per una ditta di raccolta ferro e rifiuti. Trovato morto dal padre nei campi vicino a casa dove era andato con i fucili che non sono stati ritrovati

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Felice Orlando

La caccia è sempre stata la grande passione di Felice Orlando, 49enne residente e Castel Bolognese e camionista da vent’anni per una ditta di Faenza, e durante una battuta di caccia è morto, colpito da un’arma da fuoco. Il corpo è stato trovato nella mattinata di domenica 30 ottobre in un frutteto a poca distanza dall’abitazione di via Barignano da dove era uscito il pomeriggio precedente. Il ritrovamento è stato fatto dall’anziano padre che vive nell’appartamento adiacente ed è uscito a cercarlo perché non era rientrato. Accanto al corpo non c’erano i fucili, una circostanza che sommata ad altri dettagli porta gli inquirenti a ipotizzare che sia stato un omicidio e non un incidente.

Originario di Amantea (Cosenza), Orlando viveva in Romagna sin da quando era bambino, aveva tre sorelle che vivono in altre parti d’Italia e con una donna da cui poi si è separato aveva avuto una figlia di 14 anni. I rapporti tra i due genitori, secondo il racconto di una conoscente, erano limitati ai contatti per la gestione della figlia che trascorreva periodi alternati in loro compagnia. L’uomo contribuiva al mantenimento della ragazzina con una quota mensile. Un amico che lo conosce da più di trent’anni dice che ultimamente Orlando stava frequentando un’altra persona.

Lo stesso amico, anch’egli camionista in un’altra azienda, ricorda la sua grande disponibilità: «Era l’unico che potevi chiamare in qualunque situazione perché sapevi che ti avrebbe aiutato sempre. Come quella volta che sono rimasto a piedi alle tre di notte. Non mi risultava frequentasse gente strana, so che aveva la passione per i suoi cani e la caccia. E poi si occupava della madre anziana».

WhatsApp Image 2022 10 31 At 18.40.34 2Il 49enne faceva l’operaio per la Far di Faenza, ditta di raccolta ferro e rifiuti. Giorgia Fabbri, titolare dell’azienda, lo ricorda con commozione: «L’ho saputo da un altro lavoratore nel pomeriggio della domenica, non ci potevo credere. Era una persona molto corretta e disponibile, sul lavoro mai avuto problemi: i fornitori mi chiamavano e chiedevano che mandassi lui per fare i carichi perché si trovavano bene. Lavorava con noi da vent’anni, non sarebbe stato così se non fosse stata una bella persona e un lavoratore affidabile. Felice aveva sempre la battuta pronta. So che aveva sofferto molto al momento della separazione dalla compagna con cui avevano avuto una bambina. Non mi risultano screzi o problemi con altre persone, per quello che potevo sapere io. So che si spendeva molto per aiutare i genitori anziani, in particolare la madre di 83 anni che aveva bisogno di essere seguita da due badanti». L’ultima foto caricata su Facebook da Orlando è proprio il compleanno dell’anziana.

Cacciatore morto con ferite da sparo: scomparsi i suoi fucili, indagini con un drone

Il 49enne operaio Felice Orlando è stato trovato nei campi a poca distanza da casa

Caccia 1200x800L’uomo trovato morto tra i filari di un frutteto a Castel Bolognese è Felice Orlando, operaio di 49 anni. Il cadavere con ferite da arma da fuoco alla nuca e alla schiena è stato trovato da familiari a metà mattina di ieri, 30 ottobre, nei campi a ridosso di via Barignano, a poca distanza dall’abitazione da cui era uscito verso le 16 del giorno prima per una battuta di caccia nella zona circostante come era solito fare.

Accanto al corpo non c’erano i fucili che il 49enne aveva con sè quando è uscito di casa. Le ricerche di quelle armi, regolarmente detenute, si sono svolte anche con l’ausilio di un drone che ha sorvolato la zona per assistere i carabinieri coordinati dal pm di turno Silvia Ziniti.

Le indagini potranno avere indizi utili dall’autopsia che potrebbe aiutare a individuare l’arma che ha sparato contro Orlando. Al momento sembra escluso il suicidio e si ipotizza quindi un omicidio, non è escluso che possa trattarsi di un episodio accidentale legato all’attività venatoria. Ma l’assenza dei fucili alimenta dubbi.

Giovinbacco: distribuiti 10mila calici e venduti 2.500 litri di birra in 3 giorni

I numeri degli organizzatori: «Un sabato sera da ricordare negli annali delle feste ravennati»

GiovinbaccoSi è conclusa «un’edizione da incorniciare» di GiovinBacco – scrivono gli organizzatori di Tuttifrutti, che parlano di una crescita del 20 percento delle presenze rispetto all’anno scorso – «con un picco eccezionale il sabato sera, che potrebbe essere ricordato negli annali delle feste ravennati. Tantissimi i giovani. Molti i turisti, anche stranieri, in particolare nelle giornate di sabato e domenica».

Sono stati circa 10.000 i calici distribuiti al pubblico fra Piazza del Popolo e Piazza Garibaldi nelle tre giornate.

I vari produttori di birra in Piazza Garibaldi e Piazza Kennedy hanno venduto 2.500 litri di birra.

In Piazza Garibaldi i chioschi degli artigiani Cna hanno distribuito 850 porzioni di paste ripiene, 2.100 piadine e crescioni, 1.000 coni di gnocco fritto. Il capanno con il vino sfuso Spinetta ha distribuito circa 140 litri di vino bianco e rosso e 100 litri di cagnina, mentre l’Associazione dei Mulini di Trapani ha venduto oltre 1.300 cannoli siciliani e ha chiuso i battenti in anticipo avendo fatto sold out.

Per quanto riguarda i chioschi con lo street food dei ristoranti, sempre in Piazza Kennedy, si va dai 1.000 piatti di Amarissimo ai 1.000 della Cucina del Condominio e ai 1.000 del Mercato Coperto. L’Osteria Bartolini ha superato quota 2.000 porzioni mentre La Campanara ha fatto furore con la pizza fritta di cui ha venduto 2.000 porzioni e con le polpette fritte. 1.400 le porzioni di Borgo dei Guidi e oltre 700 quelle della Locanda Pecora Nera con i piatti tipici della Sila calabrese.

Cordoglio nel volley per la morte di Alfa Garavini, fondatrice dell’Olimpia Teodora

Aveva 97 anni. Il ricordo della federazione: «Dirigente tra i più lungimiranti della pallavolo italiana»

GaraviniNel weekend si è spenta all’età di 97 anni Alfa Garavini, fondatrice e presindente della gloriosa Teodora Ravenna: vincitrice di 11 scudetti consecutivi, 5 Coppe Italia e 2 Coppe dei Campioni.

«Alfa, dirigente tra i più lungimiranti della pallavolo italiana – la ricorda in una nota la federazione italiana del volley -, nel corso della sua lunga carriera ha ricoperto incarichi federali e ha collaborato in veste di tutor alla nascita del Club Italia femminile. Tutto il movimento del volley piange oggi una grande figura, a cui va un immenso grazie per l’impegno e la passione dedicati alla pallavolo».

Condoglianze arrivano quindi dai vertici della Federazione, ma cordoglio è espresso da tutto il movimento pallavolistico – e non solo – ravennate.

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