giovedì
21 Agosto 2025

A Porto Fuori è rimasto solo un medico di base: petizione dei residenti

Chiusi due ambulatori su tre, a fronte di una popolazione di quasi 4mila persone

Medico Di Famiglia 20091.660x368Circa 800 persone hanno sottoscritto una petizione – che verrà discussa lunedì pomeriggio alle 15 in Comune (per una seduta della Commissione competente che sarà visibile anche in diretta streaming) – per chiedere un altro medico di base a servizio della comunità di Porto Fuori, piccola frazione alle porte di Ravenna.

Dopo la chiusura di due ambulatori medici su tre, ora a Porto Fuori c’è solo un medico di base per quasi 4mila residenti, di cui quasi un quinto over 60.

Nei mesi scorsi è quindi partita una raccolta firme, promossa dall’associazione 8 Marzo in collaborazione con il comitato cittadino, presentata recentemente in Comune.

«La chiusura dei due ambulatori – sottolineano Francesca Impellizzeri e Luca Cortesi, del Gruppo Consiliare Ravenna Coraggiosa – ha creato non pochi problemi di accesso, soprattutto alle persone più anziane e con difficoltà di spostamento, situazione aggravata dalla pandemia. Mentre risulta sempre più importante potenziare la medicina di territorio, con la presenza di medici e di servizi sanitari, le aree del forese sono penalizzate dalla carenza di medici che scelgono di unirsi in poliambulatori nella città, dove possono offrire maggiori servizi e condividere le spese. Seguiremo con grande attenzione la vicenda e il suo sviluppo in Consiglio Comunale, sperando che si trovino soluzioni in grado di tranquillizzare i residenti della frazione su una tematica così delicata e importante».

Rinasce lo storico negozio di S. Teresa, con oggetti fatti a mano per solidarietà

Il 19 ottobre inaugura “Alla Beneficenza”, dove si può comprare a “offerta libera”

Inaugura a Ravenna lo spazio della solidarietà “Alla Beneficenza” – mercoledì 19 ottobre alle ore 15.30 – nei locali dell’Opera di Santa Teresa del Bambino Gesù, a cui si accede da via De Gasperi, 67. Un luogo dedicato alla creatività e alla beneficenza, dove verranno esposti oggetti fatti a mano dai volontari, acquistabili a offerta libera per supportare i servizi sociali e di assistenza alle nuove povertà dell’Opera.

Il negozio continua il lavoro del primo “Alla Beneficenza”, attività storica di Ravenna, nata nel 1914 fra via Gordini e via Cairoli e chiusa lo scorso luglio, dove si trovavano in vendita prodotti di maglieria e di cucito, lavori di ricamo, pizzi e cartoline.

La riproduzione dell’insegna originaria indirizzerà i visitatori all’interno del locale, che sarà gestito solo da volontari, che mettono a disposizione la loro arte e il loro tempo per supportare i servizi sociali e di assistenza alle povertà, attivi alla Fondazione di Santa Teresa.

«Una piccola goccia, ma molto significativa e preziosa. – commenta il vice-direttore dell’Opera di Santa Teresa, Luciano di Buò – Speriamo che il numero dei volontari possa col tempo aumentare così da ampliare la nostra rete di solidarietà a favore dei più deboli».

Restaurati quattro mosaici recuperati durante i lavori al palazzo della Provincia

A cura degli allievi del liceo artistico. Ora sono esposti al terzo piano, in piazza Caduti

22 10 14 Mosaici ProvinciaQuattro mosaici restaurati dagli allievi del liceo artistico Nervi-Severini di Ravenna sono stati collocati nel palazzo della Provincia di Ravenna.

I quattro mosaici sono stati recuperati a seguito della ristrutturazione dei locali dell’ala nord del piano terra di palazzo Rasponi, attuale sede della Provincia in piazza Caduti della Libertà, per far spazio agli uffici Iat.

Incastonati nella parete di un piccolo locale destinato agli impianti di condizionamento, rischiavano di essere demoliti assieme all’intonaco quando i tecnici della Provincia hanno deciso di interpellare il liceo artistico per chiedere un parere sulla loro originalità.

Successivamente a un primo sopralluogo – in cui si è evidenziata la buona fattura delle opere e l’originalità dei materiali con cui sono state realizzate, probabilmente negli anni Cinquanta – si è stabilito di procedere al distacco dei mosaici previa messa in sicurezza con incollaggio sulla superficie musiva di doppio strato di tarlatana.  Conseguentemente al distacco i mosaici sono stati affidati al liceo artistico per procedere all’intervento di restauro nei laboratori della scuola da parte di alcuni allievi (oggi diplomati) dell’indirizzo di Arti Figurative pittura/mosaico: Giulia Camporesi, Remus Golovaschi, Antonio Casalino, Maddalena Casadio, Marika Dall’Omo, Antonio Ferrillo, Enrico Nicoletti, Bianca Passanti, Arianna Zama in collaborazione con gli insegnanti Elisa Simoni, Matteo Pulizzi, Erminio Ferrucci e per la parte tecnica Paola Nappini, per la consulenza e ricerca dei mosaicisti restauratori Luciana Notturni e Paolo Racagni, e della tirocinante Barbara Arveda.

Parte significativa del progetto è stata quella relativa al riconoscimento dei soggetti individuati come particolari di mosaici parietali della basilica di Sant’Apollinare in Nuovo e della basilica di San Vitale.

Si è quindi proceduto alla ricollocazione dei quattro mosaici, posti in quattro cornici uguali realizzate nel laboratorio tecnico del liceo, nei locali del palazzo della Provincia, al terzo piano.

Rallenta la crescita dell’economia ravennate. E nel 2023 potrebbe fermarsi

Le analisi e le stime del Centro Studi di Unioncamere. Il commissario della Camera di Commercio: «A rischio la tenuta sociale»

Pil Economia IndustriaIn crescita nel secondo trimestre di quest’anno, rispetto allo stesso periodo del 2021, sia la produzione manifatturiera (+7,8%, inferiore solo di 0,6 punti percentuali rispetto al risultato registrato nel trimestre precedente) sia il fatturato (+9,3%, 2,9 punti percentuali in meno rispetto ai primi tre mesi di quest’anno), in particolare per la componente proveniente dall’estero (+6,8%, con 8,4 punti di rallentamento). Per gli ordini complessivi, si rileva un’accelerazione nella crescita, rispetto al trimestre precedente, di 2,3 punti percentuali in più (+10,6% l’incremento nel secondo trimestre di quest’anno).

Cresce il volume d’affari delle costruzioni (+7,8%), confermando la robusta tendenza espansiva che si riflette sul numero delle imprese, che aumentano del +4,6%, con 242 unità in più rispetto al mese di giugno dello scorso anno, mentre nel commercio al dettaglio le vendite faticano a rimanere in terreno positivo (+0,7%). Ancora in difficoltà le vendite della piccola distribuzione (-1,9%).

Secondo Prometeia, inoltre, il valore aggiunto della provincia per l’anno in corso rallenterà la risalita al +3,3%, per poi ridursi ulteriormente nel 2023 (+1,9%). Ma per le prime stime del Centro Studi di Unioncamere Emilia-Romagna, le previsioni per l’anno prossimo sono destinate a peggiorare, a causa del deteriorarsi degli scenari economici (+0,1% nel 2023).

È quanto è emerso nella riunione del Tavolo sulle opportunità economiche e occupazionali tenutosi questa mattina (14 ottobre) alla presenza delle Istituzioni, dei vertici delle associazioni di categoria e di Guido Caselli, direttore del Centro Studi di Unioncamere Emilia-Romagna.

«L’aggressione russa, così vicina a noi, ci ha costretto ad assistere ad un conflitto che, insieme al suo intollerabile fardello di violenza e sofferenza per milioni di persone, sta producendo conseguenze economiche pesanti per l’Europa e ancor più per l’Italia – commenta Giorgio Guberti, commissario straordinario della Camera di commercio di Ravenna -. Dal lato economico il balzo dei prezzi energetici ci lascia in balia di uno scenario fuori controllo. A ciò si aggiungono le difficoltà di approvvigionamento e i colli di bottiglia nella rete logistica. L’aumento dei tassi di interesse e l’inflazione più alta che si sia registrata da decenni chiudono il cerchio di uno scenario tra i più complessi della nostra storia recente. Oggi è a rischio la tenuta sociale del Paese, le imprese, da sole, non possono farcela, c’è bisogno del contributo di tutti. Ed in particolare di un forte, straordinario ed urgente intervento dello Stato a sostegno di imprese e famiglie. In questo quadro è oltremodo necessario il rigassificatore al largo di Ravenna; sarebbe inoltre un delitto non riprendere con sollecitudine le estrazioni in Adriatico».

Gli indicatori del commercio estero – evidenzia l’Ufficio Studi della Camera di commercio di Ravenna – elaborati sulla base delle informazioni diffuse da Istat e riferiti al primo semestre 2022, grazie anche agli effetti inflattivi, registrano ancora una variazione tendenziale trimestrale a due cifre (+32%). Il dato finale dei primi sei mesi, che sfiora i 3.188 milioni di euro, raggiunge il nuovo massimo della serie storica dei corrispondenti periodi, analizzati dal 2010.

Tra gennaio ed agosto di quest’anno, infine, sono nate 1.468 nuove attività, a fronte di 1.314 cessazioni, portando a 38.551 unità la consistenza delle imprese registrate nella nostra provincia (+0,6% rispetto all’analogo periodo del 2021).

Scenari di previsione. Nel 2022, con le nuove stime riviste al rialzo (Scenari Prometeia – edizione luglio 2022), il valore aggiunto della provincia di Ravenna dovrebbe far salire la corsa dell’economia e con un ritmo pari a +3,3%, 1,2 punti percentuali in più rispetto alle previsioni elaborate ad aprile scorso, in considerazione dell’elevato livello di attività nel primo semestre (e dell’aspettativa di un possibile rientro dei prezzi dell’energia che però non si sta verificando….).  L’andamento dell’attività in provincia mostra un profilo più o meno analogo a quello regionale (+3,4%) e nazionale (+3,1%). La ripresa sarà però decisamente più contenuta nel 2023 (+1,9%), cinque decimi in meno, come per Emilia-Romagna (+2,1%) ed Italia (+1,9%), ma dipenderà dall’evolversi degli eventi.  Tutto ciò, dopo un 2021 record che ha consentito di recuperare larga parte di quanto perso durante la pandemia (+7,6%) e la profonda caduta del 2020.

Ma per le prime stime del Centro Studi di Unioncamere Emilia-Romagna, le previsioni per l’anno prossimo sono destinate a peggiorare, a causa del deteriorarsi degli scenari economici: il valore aggiunto di Ravenna dovrebbe crescere del +3,6% nel 2022 e dello 0,1% nel 2023.

L’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia, dell’inflazione, le difficoltà nelle catene produttive internazionali e le conseguenze della guerra, porteranno a una frenata dell’attività nell’industria. La crescita proseguirà più moderata nei servizi, mentre sarà sostenuta nelle costruzioni, settore che continuerà a trarre vantaggio dalle misure a favore della ristrutturazione edilizia e dai piani di investimento pubblico.

Per quanto riguarda la sfera occupazionale, con la ripresa dell’attività e le riaperture possibili, nel 2021 l’occupazione aveva ripreso a crescere (+3,6%), così come le forze di lavoro (+2,9%) per un rientro parziale sul mercato del lavoro di chi ne era uscito temporaneamente.  Le note dolenti si ripercuotono sul mercato del lavoro: il trend positivo dell’anno scorso non dovrebbe proseguire nel 2022; si prevede infatti un -0,5% per gli occupati e -1,4% per le forze-lavoro,  in controtendenza rispetto agli andamenti della regione e nazionale.  Secondo le previsioni di Prometeia, per la crescita degli occupati bisognerà attendere l’anno venturo, se però per la crisi energetica si troveranno delle soluzioni.

Il tasso di disoccupazione era sceso al 6,2% nel corso del 2021 e nel 2022 dovrebbe scendere ancora arrivando al 5,3% (5,1% in Emilia-Romagna e 8,4% in Italia), per poi proseguire questa graduale ma contenuta discesa anche nel 2023, quando si dovrebbe attestare al 4,8%.

Scritte no vax nelle sedi di sindacati e dell’ordine degli infermieri – FOTO

«Non ci faremo intimidire». Lunedì un presidio di solidarietà

Imbrattamento CgilBlitz nella notte tra il 13 e il 14 ottobre contro le sedi dei sindacati e dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Ravenna, imbrattate da scritte oltraggiose riconducibili al movimento “no vax”.

«Non è la prima volta – commentano i segretari territoriali di Cgil, Cisl, Uil, Marinella Melandri, Roberto Baroncelli e Carlo Sama – che le nostre sedi diventano il bersaglio di atti inqualificabili, espressione di una cultura violenta e intimidatoria. Queste provocazioni, accompagnate da simboli riconducibili al mondo No Vax, trovano la ferma risposta da parte delle cittadine e dei cittadini e del mondo del lavoro che non si farà intimidire da simili episodi».

Tra i primi a esprimere solidarietà alle organizzazioni prese di mira, il prefetto Castrese De Rosa, che ha assicurato il massimo impegno per individuare i responsabili.

Già questa mattina (14 ottobre), di fronte alle sedi colpite si sono svolti dei presidi spontanei di lavoratori e sindacalisti.

La direzione generale di Ausl Romagna – in una nota inviata alla stampa – «si associa alle espressioni di condanna per questi gesti inqualificabili, di cui in passato sono state oggetto anche le sedi vaccinali aziendali e rinnova la piena e totale solidarietà per l’increscioso danno vandalico subito».

«Voglio esprimere assoluta solidarietà all’Ordine delle professioni infermieristiche della provincia e ai sindacati Cgil Cisl e Uil – sono invece le parole del sindaco Michele de Pascale -. Lo ribadisco ancora una volta, questi gesti aggressivi, figli di una cultura violenta e intimidatoria non saranno tollerati, reagiremo con decisione e metteremo in campo tutte le azioni necessarie a individuare i responsabili e consegnarli alla giustizia. Le indagini sono in corso e le forze dell’ordine sono già in azione».

Per manifestare pubblicamente solidarietà e condannare con fermezza tali gesti è stato organizzato un presidio davanti alla sede dell’Opi in piazza Bernini 2, lunedì 17 ottobre alle ore 18.

«Solidarietà e vicinanza» sono stati manifestati in queste ore anche dal Siulp di Ravenna e, tra i partiti politici, Articolo Uno e Coraggiosa, mentre sul tema è intervenuta anche la neo deputata ravennate Ouidad Bakkali: «Un attacco incivile, violento e inaccettabile – dichiara -. La nostra comunità è unita ed esprime da sempre una cultura delle istituzioni e della coesione sociale che risponde compatta a chi si esprime attraverso la violenza e atti intimidatori contro il bene comune».

Barbiano senza medici di base, a Cotignola più ore di ambulatorio

Dal 2 novembre i professionisti che facevano servizio anche nella frazione resteranno solo nella Casa della comunità. Secondo le stime solo il 5 percento degli utenti di Barbiano è impossibilitato a muoversi. Implementato il servizio domiciliare e il trasporto degli anziani

Medico Di FamigliaDal 2 novembre a Barbiano, frazione del comune di Cotignola, non ci saranno più i medici di base. Il dottor Paolo Emiliani e la dottoressa Barbara Staffa faranno ambulatorio solo nella Casa della comunità a Cotignola, una decisione legittima dei due professionisti, in quanto l’attività sull’ambulatorio secondario di Barbiano non è prevista come obbligatoria dalla convenzione che regola i loro rapporti con l’Ausl (l’ambulatorio principale su cui deve essere sempre garantita l’attività negli orari minimi stabiliti dalla legge è quello inserito nella Casa della comunità di Cotignola). L’amministrazione comunale ne sarebbe venuta a conoscenza nei giorni scorsi e assicura di essersi attivata, insieme all’Ausl, per capire quali azioni mettere in campo per gestire al meglio questo passaggio.

Mercoledì 12 ottobre il sindaco Luca Piovaccari e l’assessora ai Servizi socio-sanitari Barbara Nannini, hanno incontrato i professionisti operanti nella Casa della comunità di Cotignola (medici di famiglia, pediatri, infermieri, assistenti sociali) per fare il punto della situazione e concordare i prossimi passaggi.

È stato chiesto ai due medici di fare una mappatura precisa dei loro assistiti di Barbiano, in stretta collaborazione con i servizi sociali del Comune, per individuare le maggiori criticità su cui intervenire per garantire l’assistenza medica alle persone che avranno difficoltà a spostarsi su Cotignola.

I due medici hanno comunicato come già da mesi avevano iniziato a ridurre gli appuntamenti su Barbiano, facendo convergere gran parte dell’utenza su Cotignola: dall’esperienza di questi mesi hanno dedotto che le percentuali di loro assistiti di Barbiano veramente impossibilitati a venire a Cotignola sono intorno a un 5 percento dell’utenza della frazione. Hanno aggiunto, inoltre, come l’utilizzo sempre più frequente delle procedure informatiche abbia ormai ridotto sensibilmente gli accessi fisici all’ambulatorio, considerando che attraverso la farmacia di Barbiano è possibile fare prenotazioni e ritiri di farmaci senza doversi recare in ambulatorio, grazie alla ricetta dematerializzata.

In sintesi, i due professionisti ritengono che non si giustifichi più l’apertura di questo secondo ambulatorio e che anzi la risposta complessiva ai bisogni di salute dell’utenza di Barbiano possa migliorare sfruttando le sinergie con gli altri servizi presenti dentro la Casa della comunità di Cotignola.

Per gestire questa fase di passaggio si sono concordate le seguenti azioni. I medici trasferiranno interamente le ore di apertura di Barbiano su Cotignola, in modo da ampliare significativamente la loro presenza presso la Casa della comunità (saranno di fatto presenti sempre dal lunedì al venerdì).

La miglior organizzazione del loro tempo lavoro verrà dedicata a ripristinare gli interventi domiciliari anche sulla frazione, sensibilmente ridimensionati negli ultimi anni; questo garantirà una migliore risposta ai bisogni di salute degli assistiti impossibilitati a muoversi dal proprio domicilio.

Il Comune, attraverso il servizio di trasporto sociale, già attivo da diversi anni, garantirà ai cittadini di Barbiano soli, senza patente o reti familiari di supporto, di poter essere accompagnati agli ambulatori di Cotignola. I due medici dedicheranno orari di apertura e/o reperibilità telefonica agli assistiti di Barbiano in modo da favorire il loro accesso alla Casa della comunità di Cotignola.

Entro la fine dell’anno tutti i medici della Casa della comunità si doteranno di una segreteria clinica che li supporterà nelle attività di accoglienza, amministrazione e gestione degli appuntamenti, per migliorare l’accessibilità complessiva dei cittadini ai loro servizi.

Verrà richiesto all’Ausl, non appena consentito, di bandire le prossime zone carenti (generate da pensionamenti e trasferimenti di due medici di famiglia) inserendo il vincolo dell’apertura obbligatoria del secondo ambulatorio su Barbiano.

Avis e Marcegaglia: «Per donare sangue i lavoratori devono concordare i permessi»

Confronto tra i dirigenti delle due realtà dopo il caso dei due operai sospesi per non essersi presentati al lavoro in una giornata non autorizzata. Nello stabilimento di via Baiona ci sono 160 donatori

I lavoratori di Marcegaglia devono concordare e programmare con l’azienda le richieste di permesso per donare sangue e l’azienda può chiedere ai donatori, in caso di più richieste concomitanti, di cambiare la giornata di donazione in modo da consentire il regolare svolgimento delle attività produttive. È quanto è stato ribadito all’esito di un incontro tra Avis e i dirigenti di Marcegaglia, organizzato dopo il caso dei due lavoratori sospesi per non essersi presentati al lavoro per recarsi, in una giornata non autorizzata, ad effettuare una donazione di sangue.

All’incontro erano presenti i Marco Bellenghi e Renzo Angeli, rispettivamente presidente e segretario Avis provinciale, insieme al direttore dello stabilimento di Ravenna, Aldo Fiorini, e a Stefano Testa, Hse Manager dell’azienda.

Le donazioni in Marcegaglia sono regolamentate da un accordo tra le parti, inserito nel contratto integrativo aziendale fin dal 2016. Ssono ben 160 i dipendenti che risultano donatori per le associazioni presenti sul territorio (Avis e Advs) e grazie ai quali è stato possibile raccogliere in questo 2022 già oltre 130 unità di sangue.

Avis e Marcegaglia hanno ribadito la reciproca disponibilità e impegno a coinvolgere sempre di più in futuro i lavoratori, le rappresentanze sindacali e i dirigenti, nelle iniziative per sensibilizzare sull’importanza della donazione.

A 19 anni rischia la vista per una malattia, raccolta fondi per operarsi in America

La madre di un ragazzo di Ravenna ha lanciato l’iniziativa online, già raccolti 11mila euro. Il costo dell’intervento è di 21mila dollari

Vincenzo NizzoL’operazione chirurgica in America che potrebbe salvare la vista di un 19enne di Ravenna è troppo costosa e allora la madre ha aperto una raccolta fondi online. In pochi giorni sono arrivati 11mila euro. Il costo dell’intervento, già fissato per il 15 novembre negli Stati Uniti, è di 21mila dollari, più le spese di volo, alloggio e visite necessarie.

«Tre anni fa – spiega Stefania Vescovo, la madre del ragazzo – ho scoperto che mio figlio soffre di una rara malattia neurodegenerativa, la quale porta a una lenta e progressiva perdita della vista. L’atrofia ottica dominante (Adoa, ndr) con mutazione del gene Opa1 porta fin dalla nascita alla morte precoce delle cellule del nervo ottico».

Attualmente non esiste alcuna cura: «Però siamo venuti a conoscenza di uno studio sperimentale negli Stati Uniti che ha mostrato ottimi risultati nel fermare la perdita della vista». La spesa è consistente e la famiglia non può affrontarla: «Ma vogliamo dare questa possibilità a mio figlio». Così è nata l’idea della raccolta fondi.

Tutte le spese verrann0 rendicontate con aggiornamenti costanti sulla situazione. La campagna è raggiungibile al link https://gf.me/v/c/4srp/mg2xsn-un-aiuto-per-mio-figlio.

«Un eventuale incidente al rigassificatore in mare non avrebbe effetti sulla città»

L’analisi dei rischi dei vigili del fuoco prevede impatti a una distanza massima di 418 metri, ma la nave sarà installata a 8 km dalla costa al largo di Punta Marina. Arpae rassicura sulle questioni del cloro in mare: concentrazione a zero entro pochi metri

16In caso del più grave incidente ipotizzabile sul rigassificatore Snam da installare al largo di Punta Marina, gli effetti arriverebbero al massimo a 418 metri, una distanza ben inferiore agli 8 km che separano la nave dalla costa. È un dato fornito da Michele De Vincentis, direttore regionale dei vigili del fuoco. L’occasione per divulgare gli esiti dell’istruttoria condotta dal Corpo è stata l’incontro pubblico andato in scena l’11 ottobre a Ravenna al Palazzo dei Congressi per presentare il progetto proposto da Snam.

L’intervento del vigile del fuoco era uno dei più attesi proprio per la questione sicurezza che richiama l’attenzione dell’opinione pubblica. Le rassicurazioni sono state ampie: per l’analisi dei rischi ci si è spinti a considerare scenari ipotetici anche oltre i modelli matematici delle probabilità previsti dal quadro normativo.

19In tema di sicurezza è stato sottolineato che l’impianto a mare è un vantaggio per la tutela della popolazione a terra. E lo stato liquido del gas (tale per via della temperatura a 162 gradi sotto zero) è un ulteriore vantaggio rispetto al mantenimento di gas in pressione.

Dal palco ha parlato anche Ermanno Errani, responsabile di servizio autorizzazioni e concessioni di Arpae per Ravenna. Il suo intervento ha riguardato l’altro aspetto più dibattuto: la centrale a terra a monte dell’abitato di Punta Marina dove arriverà il tubo dalla piattaforma al largo e verrà regolata la pressione: avrà un suo piccolo impatto ambientale, ha spiegato il tecnico. Questioni ambientali anche in mare. Che ne sarà dell’acqua prelevata dal mare e reimmessa dopo aver aggiunto cloro? La concentrazione è talmente bassa da disperdersi fino a zero in un raggio di poche decine di metri.

23L’impatto della centrale da realizzare nei pressi di via dell’Idrovora sarebbe potuto essere soprattutto di tipo paesaggistico. Così la pensa il sindaco Michele de Pascale. Per metterci una pezza si è ottenuta un’opera di compensazione significativa: un’area di 97 ettari che verrà espropriata da Snam e piantumata con arbusti e alberi già cresciuti.

Ma non dovrebbero fermarsi qui le opere di compensazione. Il primo cittadino ha affermato che i dettagli sono ancora da definire ma si punta a ottenere altro da Snam, lasciando intendere che possa essere l’occasione per riqualificare il via principale di Punta Marina. De Pascale non ha dubbi: «La località ne uscirà molto più attrattiva per il turismo».

7Particolarmente dettagliato l’intervento di Elio Ruggeri di Snam. L’ingegnere ha snocciolato dati e informazioni. In particolare lo scenario italiano e internazionale. Al mondo esistono 130 impianti di rigassificazione a terra e altri 48 su navi. Dallo scorso marzo a oggi sono stati annunciati 12 rigassificatori a mare in Europa (6 in Germania), come risposta alla necessità di slegarsi dalla dipendenza del gas russo. In Olanda ne sono entrati in funzione due a giugno con una autorizzazione in deroga: l’impianto è operativo mentre le autorità faranno le verifiche.

Come ormai noto, la nave acquistata da Snam nei mesi scorsi per alcune centinaio di milioni di euro e attualmente ormeggiata nel porto di Ain Sokhna (Egitto), verrà attraccata a una piattaforma offshore del gruppo Pir esistente. Per consentire la fattibilità sarà necessario dragare circa due milioni di metri cubi di fanghi per avere 15 m di profondità e verrà realizzata una dica a protezione dalle onde. Proprio l’esistenza della piattaforma è tra le ragioni che hanno reso l’intervento a Ravenna il più interessante tra le alternative in Italia dopo Piombino. In Toscana l’entrata in funzione è prevista per il prossimo aprile. A Ravenna per settembre 2024.

Gli ucraini di Ravenna tornano in piazza «contro i terroristi russi»

Sabato pomeriggio in piazza Anita Garibaldi

Camminata Pace Ucraina RaNuova manifestazione ucraina a Ravenna, «a seguito dell’intensificarsi dei bombardamenti sulle città e infrastrutture civili su tutto il territorio ucraino da parte dell’ aggressore russo».

L’appuntamento è per sabato 15 ottobre dalle 17 alle 19 in piazza Anita Garibaldi. Organizza l’associazione Malva degli ucraini di Ravenna, che invita i ravennati a partecipare per manifestare la propria solidarietà.

«Sosteniamo fermamente – si legge in una nota inviata alla stampa – la necessità degli aiuti militari al nostro popolo per poter difendersi dagli atti terroristici russi. Non possiamo rimanere inermi di fronte alle minacce nucleari e alle atrocità compiute da parte dei terroristi russi. La Russia non può più fare parte della comunità civile europea e mondiale».

Un film per spiegare ai giovani la donazione del sangue. Il regista diventa donatore

Advs ha realizzato un cortometraggio che verrà utilizzato negli incontri con le scuole: «Serviva uno strumento efficace per conquistare l’attenzione dei ragazzi su temi così importanti»

La Mossa GiustaCon l’obiettivo di avvicinare il mondo dei ragazzi alla donazione di sangue e plasma, l’associazione Advs di Ravenna ha realizzato un cortometraggio (“La mossa giusta”, regia di Gianluca Nanni e produzione Zirialab) che verrà utilizzato per la prima volta in questo anno scolastico durante gli incontri con le classi degli istituti scolastici di secondo grado. Il trailer in fondo alla pagina.

«Ogni anno il nostro personale è impegnato nelle scuole per diffondere tra i ragazzi la cultura del dono – spiega Flavio Vichi, responsabile della comunicazione di Advs –. Tuttavia, nonostante i nostri sforzi, ci siamo resi conto nel corso del tempo che attirare l’attenzione dei giovani su tematiche così importanti durante le ore di lezione, è cosa tutt’altro che facile. Da qui la necessità di trovare uno strumento efficace per riuscire nell’intento. È nata così l’idea di realizzare un film, nella forma di cortometraggio, con una trama appositamente studiata per suscitare una emozione, creata da un coinvolgimento diretto nella storia che tende a indurre immedesimazione nei personaggi. Il tutto condito da un colpo di scena inaspettato».

Per la realizzazione del film ci sono voluti oltre otto mesi di lavoro, dalla prima bozza del progetto alla stesura della sceneggiatura, dai casting alle richieste di permessi, dalla creazione dei set alle riprese vere e proprie. Per terminare, solo nella parte tecnica, con montaggio ed editing.

«Dobbiamo ringraziare in modo particolare il regista Gianluca Nanni che ha creduto fermamente nel progetto  – commenta Monica Dragoni, presidente di Advs –. Credo che l’obiettivo sia stato raggiunto: alla prima visione del film, una forte emozione non è mancata, qualcosa che ti tocca. E l’esperienza ha toccato anche il regista stesso, che al termine del film è diventato un nostro donatore».

Advs ringrazia la concessionaria Jaguar Ravenna, Pub Downtown Ravenna, Soul Club Ravenna, Associazione Croce Giallo Blu Cervia, Marco Montanari, Polizia Locale di Ravenna, Ausl Romagna, Laboratorio Unico e Centro Servizi Pievesestina, Plurima Spa, Nada Mamish – Servizio Turismo – Supporto produzioni video del Comune di Ravenna.

Al via alla Biblioteca Oriani una rassegna di storia sulla Prima Repubblica

Sabato 15 ottobre il primo appuntamento con Paolo Pombeni

Biblioteca OrianiComincia sabato 15 ottobre alle ore 10.30, alla biblioteca di storia contemporanea “A. Oriani”, il ciclo di incontri C’era una volta una Repubblica. Sfide, successi e fallimenti della prima era repubblicana, organizzato dalla Fondazione Casa di Oriani in collaborazione con il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna.

La rassegna, dedicata alla storia nazionale e internazionale della Prima Repubblica, si apre con la presentazione del volume di Paolo Pombeni, L’apertura. L’Italia e il centrosinistra 1953-1963.

L’autore, professore emerito dell’Università di Bologna, uno dei maggiori e più autorevoli studiosi del sistema politico italiano, ne discuterà con Eugenio Capozzi (Università Suor Orsola Benincasa – Napoli) e Anna Tonelli (Università di Urbino). Introdurrà Michele Marchi (Università di Bologna – Dipartimento di Beni Culturali).

Per informazioni: 0544 214767 – informazioni@bibliotecaoriani.it

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