La 21enne ravennate si inchina solo a Raffaeli e Varfolomeev. Al cerchio è ottava
La ginnasta ravennate Milena Baldassarri alla palla (foto FGI)
La ravennate Milena Baldassarri comincia i Mondiali di ginnastica ritmica in Bulgaria con un bronzo nella specialità della palla. Solo ottava invece al cerchio. Davanti alla 21enne la connazionale Sofia Raffaeli (oro in entrambe le specialità) e la tedesca Darja Varfolomeev. Stasera, 15 settembre, dalle 20 in diretta su Raisport le finali di nastro e clavette. Baldassarri può raggiungere ancora il podio nella kermesse resa imprevedibile dall’assenza delle atlete russe. La giornata odierna definirà anche le diciotto partecipanti al All Around di sabato.
Servizio svolto dalla coop San Vitale, gratuito per i cittadini: velocipedi disponibili all’autostazione dove bisogna compilare un modulo per il ritiro e uno per la consegna
Da sinistra Romina Maresi presidente della cooperativa San Vitale, Andrea Salvatori operatore della cooperativa referente del progetto e Lucia Luminasi del servizio infrastrutture del Comune di Lugo
Anche Lugo ha un servizio gratuito di bike sharing. Da oggi, 15 settembre, sono disponibili 20 biciclette elettriche a pedalata assistita che potranno essere richieste all’autostazione o, con appuntamento telefonico, al bar del parco il Tondo (telefonando al 3454181235). I due luoghi sono entrambi vicini alla stazione ferroviaria (per i pendolari), a quella degli autobus e alle principali scuole superiori.
All’autostazione le biciclette potranno essere richieste dal lunedì al venerdì nella fascia oraria dalle 7.30 alle 8.30 e dalle 12 alle 14 e andranno riconsegnate in giornata, tra le 17.30 e le 18.30. Le bici sono dotate di un lucchetto e di un sistema gps e hanno la scritta del Comune di Lugo. Il cittadino dovrà compilare un modulo per il ritiro e uno per la riconsegna, per i minorenni dovrà essere compilato anche un modulo di consenso da parte dei genitori. In ogni caso le biciclette non potranno essere utilizzate dai minori di 14 anni.
Il servizio avrà una prima fase sperimentale che durerà fino al 31 dicembre 2022 e sarà svolto dalla cooperativa San Vitale. Per capire il gradimento del servizio, visto che è in fase sperimentale, chi ne usufruisce sarà invitato a compilare volontariamente un breve questionario, le risposte serviranno all’Amministrazione Comunale per capire cosa migliorare.
Il servizio parte domani nel primo giorno di scuola con un valore simbolico. Le bici sono state acquistate nell’ambito del progetto “L’Unione fa… bene: mobilità casa-scuola a piedi e in bici”. L’obiettivo è infatti quello di incentivare la mobilità sostenibile in particolare i percorsi casa-lavoro e casa-scuola.
Per promuovere il servizio e diffonderlo tra la cittadinanza l’Amministrazione invita chi ne usufruisce a fare una foto e pubblicarla sui propri social taggando la pagina Facebook e il profilo Instagram del Comune di Lugo.
Manca il supporto di Regione e Comune: gli incontri con gli autori della Classense quest’anno si terranno fuori provincia
La rassegna letteraria di punta di Ravenna e dintorni, “Il tempo ritrovato”, a cura dello scrittore ravennate Matteo Cavezzali, si trasferisce fuori provincia.
Il motivo è semplice: un taglio dei fondi pubblici, in particolare della Regione Emilia-Romagna, grazie al cui contributo era possibile organizzare la rassegna (come era specificato anche nei vari comunicati stampa di presentazione). Taglio che il Comune di Ravenna (con cui gli organizzatori sono convenzionati) non è riuscito a compensare, anzi, mettendo a disposizione meno risorse rispetto al passato.
Contributi che arriveranno invece a Cavezzali, per continuare a organizzare gli incontri con gli autori, in un altro comune romagnolo (molto probabilmente Cesenatico, ma manca ancora l’ufficialità), dove la rassegna (nata nel 2014 e dal 2018 stabilmente ospitata nella prestigiosa cornice della biblioteca Classense) proseguirà quindi questo inverno.
Per la città di Ravenna si tratta di una perdita di quelle che fanno male. “Il tempo ritrovato” negli anni ha portato in città tantissimi autori italiani noti e meno noti (ma che spesso lo sarebbero diventati), è stata un’occasione per mettere a confronto idee, stili, contenuti, approcci alla scrittura e alla lettura in modo informale, non accademico, senza mai rinunciare alla qualità, ma anche senza snobismi.
Non solo, la rassegna in città ha portato autori di calibro internazionale come Peter Cameron, Chris Offutt e Lawrence Osborne, solo per citarne alcuni. E allo stesso tempo, è stata anche uno spazio per tante realtà locali.
Gli eventi erano peraltro sempre partecipati, perché Cavezzali & Co. erano riusciti a creare una vera fidelizzazione dei frequentatori. Non a caso la rassegna è riuscita a sopravvivere anche al cataclisma del Covid e ha rappresentato senza dubbio un fiore all’occhiello per quel patrimonio che è la Classense che l’ha ospitata negli ultimi anni.
Nella città che tanto si pregia delle proprie politiche a favore del libro e della lettura, che esce dalle celebrazioni per il Sommo poeta, una perdita come questa è per certi versi davvero inspiegabile.
Senza contare che “Il tempo ritrovato” ha anticipato e ha continuato a lavorare in sinergia con il festival ScrittuRa, diretto sempre da Cavezzali. Sarà mica il caso di iniziare a preoccuparsi anche per quello?
Raccolta la sollecitazione del ministero. Oltre 600mila euro per l’Emilia-Romagna
L’orto botanico di Parma, coinvolto da un progetto di valorizzazione
Percorsi per formare giardinieri d’arte, nuove professionalità capaci di intervenire in giardini e parchi storici pubblici e privati e di curarne la manutenzione e il restauro, rispettandone le forme originarie e valorizzandone le peculiarità storiche, architettoniche, ambientali e paesaggistiche.
La Regione Emilia-Romagna ha raccolto la sollecitazione offerta dal Ministero della Cultura che, attraverso l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ha posto attenzione al recupero e alla valorizzazione dei giardini storici.
L’investimento del Ministero ha previsto risorse sia per interventi di restauro e valorizzazione di parchi e giardini storici (a disposizione a livello nazionale 190 milioni di euro) che per interventi di formazione dei giardinieri d’arte (10 milioni di euro).
Le risorse disponibili per l’Emilia-Romagna sono 601.400 euro che consentiranno di qualificare in due anni formativi, 2022-23 e 2023-24, 97 giardinieri d’arte per giardini e parchi storici. I percorsi saranno della durata di 600 ore e si svilupperanno anche attraverso l’apprendimento pratico.
Potranno rispondere al bando per progettare i corsi, che dovranno poi essere approvati dalla Regione, gli enti di formazione professionale accreditati in parternariato con imprese del settore e della filiera e giardini storici di rilievo, cioè appartenenti a Ministero della Cultura, Enti territoriali, Fondazioni o Dimore storiche, che garantiscano la disponibilità di spazi, luoghi e contesti per la realizzazione delle attività pratiche. Elementi qualificanti nella valutazione sarà inoltre la collaborazione con gli istituti Tecnici e Professionali e con le Università.
Per quanto riguarda invece il finanziamento di interventi di restauro e valorizzazione, il bando del Ministero dei Beni culturali è rivolto ai proprietari, possessori o detentori a qualsiasi titolo – pubblici o privati – di parchi e giardini di interesse culturale, a sostegno di progetti di restauro, manutenzione straordinaria, conservazione, messa in sicurezza e valorizzazione di parchi e giardini di interesse culturale, artistico, storico, botanico, paesaggistico tutelati dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio.
In Emilia-Romagna la risposta è stata massiccia, con ben 100 progetti presentati, 9 dei quali hanno passato la selezione per un totale di quasi 13 milioni di investimento per opere di restauro e valorizzazione culturale. Non ci sono giardini coinvolti in provincia di Ravenna.
Domande fino al 21 ottobre. Due le graduatorie, sulla base del reddito Isee
Al via domani, giovedì 15 settembre, alle ore 12, la presentazione delle domande di contributo per il bando regionale “Fondo Affitto 2022”, con termine ultimo 21 ottobre, stesso orario.
Con 40 milioni di euro disponibili, cifra record in Emilia-Romagna, la Regione rafforza dunque il proprio impegno per sostenere concretamente le persone e le famiglie in difficoltà economica, in una fase particolarmente critica dovuta agli effetti della pandemia uniti a quelli della guerra e della crisi energetica: i contributi per aiutare i cittadini e le cittadine a pagare il canone di locazione possono arrivare a coprire per ciascun nucleo familiare fino a 3 mensilità in un anno, per un massimo di 1.500 euro.
Due le novità di quest’anno, messe in campo dalla Regione per velocizzare e semplificare la procedura e aiutare i cittadini e i Comuni nella compilazione della domanda: grazie alla piattaforma regionale digitale, con l’accesso Spid saranno tratti in automatico i dati Isee, senza la necessità di scansionare e allegare documenti. Non solo, perché i cittadini che hanno bisogno di aiuto per presentare domanda potranno rivolgersi, oltre che al proprio Comune, a quasi 300 enti privati localizzati su tutto il territorio dell’Emilia-Romagna convenzionati con la Regione (a questo link l’elenco dei Centri accreditati https://territorio.regione.emilia-romagna.it/politiche-abitative/sost/servizi-locali-per-compilazione-domande)
Chi può fare domanda
Sono due le graduatorie previste dal bando, per non mettere in competizione fragilità diverse, cioè le fasce più povere con chi ha avuto un calo del reddito improvviso: la prima è destinata infatti ai nuclei familiari con reddito Isee inferiore a 17.154 euro; la seconda a coloro che hanno un Isee annuo fino a 35.000 euro e abbiano subito un calo del reddito superiore al 25%. Si potrà fare richiesta per una sola graduatoria, mentre gli assegnatari di un alloggio di Edilia residenziale pubblica potranno farla unicamente per la seconda.
In ogni caso il contributo per l’affitto non è cumulabile con la quota B (relativa al canone annuo di locazione) del Reddito/Pensione di Cittadinanza.
Si può fare domanda fino al 31 dicembre, ma verranno finanziate le richieste in ordine cronologico
Via stufe e camini fortemente inquinanti e largo a nuovi impianti di riscaldamento, con un sostegno economico che può arrivare a coprire l’intero costo dell’operazione. Sono gli incentivi messi a disposizione dalla Regione Emilia-Romagna per sostituire con dispositivi di ultima generazione camini, stufe e caldaie a biomassa ormai obsoleti. Obiettivo: incrementare l’efficienza energetica e migliorare la qualità dell’aria.
Le risorse a disposizione per l’annualità 2022 ammontano a 3 milioni e 105mila euro, che si aggiungono ai 3,5 milioni del 2021 e ai quasi 5 milioni per il 2023, per uno stanziamento complessivo di 11,5 milioni di euro per il triennio. Fondi destinati al ricambio di impianti di calore alimentati a biomassa legnosa – camino aperto, stufa a legna/pellet, caldaia a legna/pellet – di potenza inferiore o uguale a 35 kW e con classificazione emissiva fino a 4 stelle con nuovi generatori a 5 stelle o pompe di calore.
I beneficiari del contributo
Il provvedimento è rivolto ai cittadini residenti nei comuni delle zone di pianura dell’Emilia-Romagna già assegnatari del contributo del ‘Conto termico’ – il fondo per incentivare la produzione di energia termica e per sostenere gli interventi mirati al miglioramento dell’efficienza energetica di edifici e abitazioni – da parte del Gestore Servizi Energetici, che decorreva dal 7 gennaio 2021.
L’incentivo regionale consiste in una percentuale aggiuntiva rispetto a quella rilasciata dal GSE e può coprire fino al 100% della spesa ammissibile.
Sono ammesse le spese relative all’acquisto e all’installazione di nuovi generatori in sostituzione di quelli obsoleti, ma non i casi di nuova installazione. Gli incentivi saranno erogati ai richiedenti in possesso dei requisiti fino a esaurimento fondi e secondo l’ordine cronologico di ricezione delle domande.
L’appello di sindaco e di Camera di Commercio in vista dell’ultima stesura del decreto sulle rinnovabili innovative
Rendering parco eolico
L’ultima stesura del testo del Decreto Fer2 che disciplina i nuovi incentivi alle “rinnovabili innovative”, domani (15 settembre) all’esame della Conferenza unificata, prevede l’incentivazione di campi eolici con rotori montati su elementi galleggianti escludendo di fatto quelli su pali ancorati al fondale, caratteristica principale del progetto Agnes, che prevede la costruzione di 75 pale eoliche al largo del mare ravennate oltre le 12 miglia nautiche dalla costa.
Il progetto Agnes, con una capacità produttiva di 400 MW e dal costo stimato 1,8 miliardi di euro, tra i più significativi esclusi da un ipotetico finanziamento, aveva già ricevuto l’impegno da parte delle Autorità competenti in merito a tempistiche celeri, che insieme alla realizzazione del rigassificatore a Ravenna, nel corso del 2023, avrebbe fatto – seconde le intenzioni del sindaco in primis – della città bizantina un polo centrale a sostegno del fabbisogno energetico di tutto il sistema Paese.
«È opportuno fare sentire la voce e l’incredulità del territorio di fronte alla esclusione dagli incentivi al campo eolico al largo di Ravenna – sottolinea Giorgio Guberti, commissario straordinario della Camera di Commercio di Ravenna in una nota inviata alla stampa -, decisione che che, se confermata, rappresenterebbe un duro colpo alla disponibilità manifestata da tutte le istituzioni ravennati oltre che una mortificazione alla generosa disponibilità del territorio ad essere protagonista attivo al fine di contribuire alla transizione ecologica verso le energie rinnovabili».
«Il buon senso e il richiamo anche alle precedenti rassicurazioni venute dalle Autorità competenti – continua Guberti – sono l’auspicio ad una revisione immediata, già nella sede di analisi imminente del Decreto, verso ipotesi che non escludano il progetto Agnes, così come grande parte del possibile eolico in progettazione nel nord Italia, da incentivi fondamentali per la loro pratica realizzazione. Mi unisco all’appello del sindaco di Ravenna Michele de Pascale affinché sia trovata al più presto una formulazione alternativa della norma che garantisca la fattibilità dell’intervento. Inoltre, considerata la grave situazione relativa all’approvvigionamento del gas ed il suo costo, occorre far ripartire senza indugi gli impianti estrattivi in Adriatico. Deve prevalere una logica costruttiva per salvaguardare il futuro energetico del Paese».
Verrà calcolato il punteggio di rischio cardiovascolare e, nel caso, garantita una visita specialistica
Clinica mobile per screening gratuiti ed educazione alla prevenzione in Piazza Kennedy. È l’appuntamento della tappa ravennate , sabato 17 settembre, dell’iniziativa “Tieni in forma il tuo cuore”, il progetto per la prevenzione del rischio cardiovascolare avviato dalla Regione Emilia-Romagna nel 2021, giunto alla seconda edizione.
Dalle ore 10 alle 18, in Piazza Kennedy, medici ed infermieri dell’unità operativa di Cardiologia dell’ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna, si dedicheranno all’interno di una clinica mobile composta da un automezzo attrezzato e gazebo, a diversi tipi di check-up gratuiti che non necessitano di prenotazione: la determinazione dell’assetto lipidico, tramite un semplice prelievo di una goccia di sangue capillare, la rilevazione dei principali parametri vitali, come pressione arteriosa e indice di massa corporea (BMI) e lo screening della fibrillazione atriale asintomatica. Questi test permetteranno di calcolare il punteggio di rischio cardiovascolare e valutare la carta del rischio dell’utente attraverso un algoritmo computerizzato.
I cardiologi presenti forniranno la consulenza necessaria: i soggetti più a rischio saranno invitati a contattare il proprio medico di medicina generale e, in caso di riscontro di patologia, verrà garantita una visita presso la cardiologia di riferimento del territorio.
Al fine di favorire i cittadini ed evitare lunghe attese per l’esecuzione dei check-up, si consiglia di presentarsi per l’accettazione in anticipo rispetto all’avvio dell’iniziativa. Il personale presente provvederà ad assegnare sulla base dell’ordine di arrivo, l’orario in cui eseguire gli esami previsti.
Contemporaneamente saranno presenti operatori sanitari del Dipartimento di Sanità Pubblica di Ravenna per promuovere le buone pratiche su attività fisica, alimentazione sana e stop al fumo e rispondere alle domande dei cittadini sugli stili di vita sani che aiutano a mantenere in buona salute il sistema cardiovascolare.
Dal 14 al 17 settembre la rassegna con la direzione scientifica dell’Accademia della Crusca. Ai Chiostri Francescani anche lo scrittore Alberto Manguel e la cantante Irene Grandi
Intitolato con guizzo giocoso Dante2021 “+1”, il festival interamente dedicato al Poeta è in scena dal 14 al 17 settembre con incontri, spettacoli e concerti nel cuore della Ravenna dantesca. Promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio e diretto fin dall’inizio da Domenico De Martino, con il sostegno della direzione scientifica dell’Accademia della Crusca, il festival raggiunge così l’XI edizione. Il cui titolo, «per quella pace / ch’i’ credo che per voi tutti s’aspetti» (Purgatorio III, vv. 74-75), ci trasporta ai piedi della montagna del Purgatorio; con gli occhi rivolti alla cima, ma soprattutto a quella pace che, oggi più che mai, è l’orizzonte e il desiderio di ognuno.
Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero.
Anche quest’anno il festival ha per “casa” gli Antichi Chiostri Francescani, dove si alterneranno studiosi, artisti, giornalisti, attori, musicisti, tutti accomunati da quel diffuso amore per Dante e la sua poesia.
L’apertura è mercoledì 14, alle 17, con i saluti di Ernesto Giuseppe Alfieri (presidente della Fondazione Cassa di Risparmio), Nicoletta Maraschio (presidente onoraria dell’Accademia della Crusca) e Domenico De Martino (ideatore e direttore di Dante2021).
A seguire due incontri: il primo, dal titolo “Dante dall’Ucraina”, è con il poeta Boris Chersonskij, a cui si a fianca Marco Sabbatini, slavista dell’Università di Pisa, in veste di traduttore. Già destinatario del Premio della Fondazione Brodskij – nata dal progetto dal premio No- bel Iosif Brodskij per favorire il dialogo culturale attraverso l’ospitalità di artisti in Italia – Chersonskij è stato aiutato dalla stessa Fondazione a lasciare Odessa, dove aveva subìto pesanti minacce per la propria posizione a sostegno dell’indipendenza ucraina. Nella cosmopolita città sul Mar Nero, oggi stretta nella morsa del conflitto, Chersonskij ha la cattedra di Psicologica analitica all’Università e ha pubblicato le proprie poesie sin dagli anni Ottanta. Di madrelingua russa, Chersonskij parla anche ucraino; pensa e scrive «in entrambe le lingue. Talvolta scrivo poesie mescolando l’ucraino e il russo; talvolta anche yiddish e inglese».
Alberto Manguel
Il secondo incontro è con Alberto Manguel e Carlo Ossola. Lo scrittore e traduttore argentino Alberto Manguel – uno dei “lettori ad alta voce” di Jorge Luis Borges tra il ’64 e il ’68, dopo un fatidico incontro nella libreria Pygmalion di Buenos Aires – è stato Direttore della Biblioteca nazionale argentina e oggi vive a Lisbona, città alla quale ha donato la sua biblioteca di 40.000 volumi per farne un Centro internazionale sulla lettura, di cui è ora direttore. Raffinato filologo e critico letterario, accademico e umanista, nonché rappresentante della cultura italiana al Collège de France di Parigi, Ossola, invece, è stato investito della delicata e preziosa responsabilità di guidare, come Presidente, il Comitato nazionale per le celebrazioni del VII centenario dantesco.
La loro presenza offre l’occasione per inaugurare la mostra di Nicola Smerilli: ai Chiostri sarà esposta una selezione di scatti tratti dal libro fotografico con testi proprio di Manguel, Dante. Orizzonti dell’esilio / The Landscapes of Exile (L. Olschki editore, con la cui collaborazione si realizza l’iniziativa), del quale Ossola firma la nota introduttiva e che alterna foto di Ravenna e luoghi limitrofi ad altre dedicate ai quattro elementi della creazione (acqua, aria, terra, fuoco)
Alle 21 Vittorio Pettinato, talento comico che dopo aver cavalcato le onde delle tendenze su Tik Tok è approdato anche a “Zelig”, è autore e interprete di Dantemporaneo, perché «“Noi dobbiamo andare da Dante, non il contrario” – disse il prof»; a tessere la trama musicale dell’appuntamento, organizzato in collaborazione con l’associazione musicale Angelo Mariani di Ravenna, saranno i sassofoni e la voce di Isabella Fabbri.
Giovedì 15 settembre, alle 17, la seconda giornata del festival si apre con Boris Chersonskij, di nuovo ai Chiostri Francescani e sempre in compagnia di Marco Sabbatini, per il reading dal titolo «non c’è bisogno di Virgilio per mostrare al forestiero l’inferno», un verso tratto dalle sue poesie legate all’Italia. Durante il soggiorno come borsista della Fondazione Brodskij, nel 2008, Chersonskij ha scritto circa sessanta poesie, una al giorno, un diario in versi in cui racconta la penisola e soprattutto Roma, città che è diventata per lui un’ossessione, finendo per rappresentare un’altra patria, intellettuale e culturale.
Segue l’incontro con Roberto Rea, docente di Filologia della letteratura italiana presso l’Università Tor Vergata di Roma. Con la complicità delle letture di Vincenzo De Angelis, Rea – la cui attività di edizione e inter- pretazione spazia dalla lirica stilnovistica e dantesca a Leopardi, Montale, l’ecologia della letteratura – presenta Guido Cavalcanti, «il primo de li miei amici», come Dante lo definì nella Vita nuova che gli dedicò. Sul rapporto fra i due molto è stato scritto, ma Rea porterà nuove analisi e una più precisa interpretazione del “dissidio”, la cui eco risuona nel X canto dell’Inferno.
Alle 21 è in programma Dulcissimun hydromellum di Virginio Gazzolo, una volta ancora a Ravenna per mettersi alla prova con le originalissime analisi e argomentazioni che Dante mise in campo a favore della lingua volgare nell’incompiuto trattato De vulgari eloquentia. A curare la “postfazione” allo spettacolo sarà lo stesso Domenico De Martino.
Vittorio Pettinato
Venerdì 16 settembre, alle 21 nella Basilica di San Francesco, sito così denso di memorie, è ospite un artista che non ha mai avuto timore di confrontarsi con il passato e assorbirlo fra le proprie fonti: Mimmo Paladino presenta – con la regia visiva di Cesare Accetta e lo straordinario violoncello di Francesco Dillon – il proprio progetto per il nuovo portale della “chiesa di Dante” che ne accolse i funerali nel 1321. Grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio e a Confindustria Romagna, l’Arcidiocesi di Ravenna-Cervia riceverà in dono queste mirabili e immaginifiche porte con pannelli di terracotta modellata – con un’intenzione insieme materica e poetica – con argille toscane e faentine, innesti di mosaico e di bronzo.
Sabato 17 settembre, alle 17.30 è in calendario Entr’Acte: Dante in Pasolini, l’approfondimento di Franco Zabagli dedicato al legame fra Dante e Pier Paolo Pasolini di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita e la cui passione per il Poeta è ben nota – basti pensare che alla Divina Mimesis, una riscrittura dell’Inferno dantesco in chiave contemporanea, Pasolini continuò a lavorare fino alla propria tragica morte. Coeditore del Meridiano di Pasolini dedicato al cinema e autore di saggi e altri testi dedicati alla materia pasoliniana (fra cui il recente Filologia minima su Pasolini e altro, 2022 Ronzani Editore), Zabagli lavora presso il Gabinetto Vieusseux di Firenze.
A seguire si rinnova l’incontro con il teatro, grazie a un’interprete magistrale quale Patrizia Zappa Mulas, che è stata diretta dai grandi del teatro italiano in un repertorio che spazia da Shakespeare a Genet. A Ravenna si confronta con la materia dantesca, filtrata dal punto di vista di un’autrice anticonvenzionale come Marguerite Yourcenar (e sul progetto musicale di Stefano Napoli e Federico Capranica). Il Dialogo nella palude fu il primo testo teatrale della Yourcenar, composto attorno al 1930 e ispirato ai celebri versi del Purgatorio su Pia de’ Tolomei: la scrittrice immaginò l’ultimo incontro fra Pia e il marito con esiti sorprendenti; altrettanto sorprendente è la scelta di di eseguire questo dialogo per voce sola, riconoscendo come le due parti della conversazione convergano in una resa dei conti interiore.
Alle 21 il festival si conclude con un appuntamento immancabile di ogni edizione: quello con i premi “Parole e Musica” e “Dante-Ravenna”.
Il primo sarà assegnato, con un’introduzione dedicata alla lingua dei cantautori di Gian Luigi Beccaria (Accademia dei Lincei, Accademia della Crusca), a Irene Grandi. La cantautrice fiorentina è una esemplare «cattiva ragazza», come si è definita nella sua autobiografia, che ha saputo intrecciare collaborazioni con autori e colleghi in un clima di condivisione e sperimentazione di linguaggi diversi. Nella sua forte adesione alla lingua contemporanea, non ha trascurato talvolta di “riappropriarsi”, con una rilettura personale e da protagonista, di momenti di storia della canzone italiana.
Il premio “Dante-Ravenna” è attribuito invece a Giorgio Inglese, a cui si deve la nuova Edizione Nazionale della Commedia a cura della Società Dantesca Italiana. Allievo di Alberto Asor Rosa e Gennaro Sasso, Inglese insegna Letteratura italiana all’Università “La Sapienza” di Roma. È membro del comitato direttivo dell’Istituto storico italiano per il Medio Evo e della rivista “La Cultura” ed è stato capo-redattore dei Dizionari della Letteratura Italiana Einaudi. Ha curato l’edizione del Principe e di altri testi di Machiavelli. Presenteranno e festeggeranno Inglese due amici e colleghi: Marcello Ciccuto, presidente della Società Dantesca, e il filosofo della politica Carlo Galli, docente di Storia delle dottrine politiche all’Università di Bologna.
Da sottolineare, rispetto al programma originario del festival, che è stato annullato invece l’incontro (venerdì 16) fra il commissario europeo Paolo Gentiloni e Antonio Patuelli, presidente della Cassa di Ravenna e dell’Abi.
La regola vale nel biennio. La restituzione solo al termine delle lezioni
All’Itis di Ravenna gli studenti del biennio dovranno consegnare i propri telefoni smartphone all’ingresso, ai docenti della prima ora, per poi riprenderli solo alla fine delle lezioni. I cellulari dovranno essere consegnati già spenti – si legge nella circolare della scuola – e verranno custoditi “all’interno di un apposito cassetto o scatola”.
Una sperimentazione che era già partita prima della pandemia e che con il Covid è stato impossibile proseguire, ma che quest’anno riparte.
«Con la volontà – si legge nel documento firmato dal preside Antonio Grimaldi – di garantire agli studenti la migliore e proficua attenzione nel corso delle attività didattiche, nonché di favorirne la socializzazione e di combattere le ormai sempre più diffuse dipendenze da smartphone».
Proprio in questi giorni sta facendo discutere l’analoga decisione di un liceo di Bologna (in quel caso la regola vale per tutti gli studenti), “rimbalzata” sui grandi quotidiani nazionali. Ma anche in provincia, non mancano altre sperimentazioni simili…
Laura Pausini al centro delle polemiche per il suo no a intonare, durante un’ospitata a El Hormiguero, un popolare quiz della tv spagnola, “Bella Ciao”, l’inno della Resistenza partigiana e della lotta al fascismo molto conosciuto anche in Spagna grazie alla serie La Casa di Carta.
«È una canzone molto politica e io non voglio cantare canzoni politiche», ha obiettato la cantante che per questo è stata sommersa dalle critiche sui social, tra un «ti dovresti vergognare» e «”Bella ciao” per sempre!!!».
«Se considera “Bella Ciao” come una canzone politica, intesa come di parte, essendo esclusivamente antifascista e antinazista ma di tutte le parti politiche che presero parte alla Resistenza dai comunisti ai cattolici ai liberali, le consiglio un ripasso delle basi della Costituzione italiana», scrive un fan su Facebook. Un altro continua: «Mi ha fatto vergognare, con il suo rifiuto a cantare Bella Ciao. Vuol dire non conoscere le radici della sua terra. La canzone ha una storia e una prima versione che era il canto delle mondine, sfruttate e maltrattate. Bella Ciao è il canto che da la voce agli oppressi. Ha perso una buona occasione peccato».
Qualcuno invece è pronto a difenderla: «finalmente un’artista con un po’ di carattere». (ANSA.it)