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    Categoria: politica

Matteo Renzi non è proprio un leader dal “cuore tenero“

Alcune intercettazioni svelano come il Primo Ministro sià tutto fuorché un’affabile e pacioso giovanotto.

Si sa, la politica non è fatta per gente dal cuore tenero, e le intercettazioni pubblicate recentemente dai giornali provano una volte per tutte che il nostro Primo Ministro Matteo Renzi, all’apparenza affabile e pacioso giovincello da parrocchia, il cuore tenero proprio non ce l’ha. Le gustose intercettazioni sono finite nell’indagine della Procura di Napoli sulla cooperativa Cpl Concordia, quella che ha metanizzato la provincia di Caserta accordandosi – pare – con la camorra. Sono le ore 9.11 dell’11 gennaio 2014. Renzi ha da poco vinto le primarie ed è diventato il segretario nazionale del Pd sbaragliando Gianni Cuperlo. A capo del Governo c’è Enrico Letta, Pd. Renzi viene chiamato al cellulare dal comandante interregionale della Guardia di Finanza, il generale Michele Adinolfi, allora indagato per una sospetta fuga di notizie che sarà archiviata su richiesta dello stesso pm Henry John Woodcock. Proprio quel giorno Renzi compie 39 anni.

Renzi (R): Signor generale! Adinolfi (A): Mi dicono fonti solitamente ben informate che
ti stai avviando anche tu verso una fase di rottamazione. R: È la disinformatia del partito…
A: Come stai amico mio? Tanti auguri, tanti auguri e complimenti. Matteo, spero di vederti in qualche occasione. R: Con molto, molto piacere. La settimana prossima sarà un po’ decisiva perché vediamo se riusciamo a chiudere l’accordo sul governo. E… A: Rimpastino? R: Sì, sì. Rimpastino sicuro. Rimpastone, no rimpastino! Il problema è capire anche… se mettere qualcuno dei nostri… A: È lì il punto! O stare fuori, va bene? R: No, bisogna star dentro. A: Oppure stare dentro. R: Stare dentro però rimpastone. E sai, a questo punto, c’è prima l’Italia, non c’è niente da fare. Mettersi a discutere per buttare all’aria tutto, secondo me alla lunga sarebbe meglio per il Paese perché lui è proprio incapace, il nostro amico.

Quel “lui” di cui parla Renzi è Enrico Letta. Proprio bella considerazione che c’ha, il segretario del Pd, del suo Primo Ministro in carica! E Renzi svela e anticipa a un generale – che dovrebbe controllarlo visto che lui a quell’epoca è solo un privato cittadino – la sua strategia: sostituire, con l’appoggio di Berlusconi, Enrico Letta a Palazzo Chigi, dandogli in cambio il Quirinale. In pratica, il patto del Nazareno. Ma ci sono due problemi, spiega Renzi al generale: Letta jr ha 46 anni, e devi averne 50 per diventare Presidente della Repubblica, e poi non si fida. Continua… R: Lui non è capace, non è cattivo, non è proprio capace. E quindi… però l’alternativa è governarlo da fuori… A: Secondo me il taglio del Presidente della Repubblica. R: Lui sarebbe perfetto, gliel’ho anche detto ieri. A: E allora? R: L’unico problema è che … bisogna aspettare agosto del 2016. Quell’altro non c’arriva, capito? Me l’ha già detto. (Dove “quell’altro” è Napolitano) A: Sì sì, certo certo. R: Quell’altro 2015 vuole andar via e … Michele mi sa che bisogna fare quelli che… che la prendono nel culo personalmente… poi vediamo magari mettiamo qualcuno di questi ragazzi dentro nella squadra… a sminestrare un po’ di roba. A: Sì sì, ho capito. R: Purtroppo si fa così. A: Non ci sono alternative, perché quello, il numero uno non molla e quindi che fai? R: E poi il numero uno anche se mollasse… poi il numero uno ce l’ha a morte con Berlusconi per cui… e Berlusconi invece sarebbe più sensibile a fare un ragionamento diverso. Vediamo via, mi sembra complicata la vicenda… Va bene.. un abbraccio forte. A: Che stronzo! Ciao, ciao. Buon compleanno, buona giornata.

Insomma, Renzi (un cordiale stronzo, per il generale Adinolfi) sostiene che Napolitano è contrario ma Berlusconi ci sta. Il patto del Nazareno esisteva già 8 giorni prima di essere siglato, poiché Renzi e Berlusconi s’incontrarono alla sede del Pd il 18 gennaio, cinque giorni dopo la telefonata. Recentemente la Boschi in Parlamento ha giurato che Renzi ad Adinolfi non parlò affatto di sostituire Letta. E come no. «Enrico stai sereno», gli disse, «che sei un incapace».