Un amore sbocciato nel 1993 contro la Samb (1-0, Scapolo) Dal 2008 la raccolta delle divise: alcune pagate fino a 300 euro
Scorrendo le divise scorre la storia del calcio ravennate e un po’ anche della città: «Se guardi gli sponsor sul petto ci sono nomi di aziende che non esistono più. Oppure vedi come è cambiata la grafica dei marchi. Ad esempio quella indossata da Paolo Bertani, attaccante nel campionato 82-83, è la più vecchia che ho e davanti c’è il primissimo logo del centro commerciale Esp». Non è certo l’unica chicca tra quasi duecento capi di abbigliamento: «C’è quella del 1996-97 con i lampi disegnati, oppure quella dell’ultima serie B del 1997-98 che per me è la più bella di tutte. Ma la maglia del Ravenna è sempre bella». Poi c’è quella indossata da Francesco Toldo al Benelli il 9 maggio 1993 nella gara contro il Vicenza: alla fine di quella stagione (in panchina Gigi Delneri) arrivò la prima promozione in serie B.
Tra quelle non proprio memorabili Roberto ricorda «una oscena nera con pois bianchi usata una volta sola nel 2008, però mi manca nella collezione» e una di quest’anno, bianca e blu: «Dai, praticamente sembravamo la Spal. Ma mi fa piacere averla nella collezione, per fortuna sono riuscito ad averla tramite un dirigente».
Tante maglie significano anche tante trasferte con gli Ultrà della curva Mero. Roberto si ferma e ci pensa: «Quanti chilometri avrò fatto?». Per la B come per la Promozione: «Tra i dilettanti succedono cose assurde come farsi 300 km di trasferta e dover tornare perché si fulmina un lampione e non si può riparare. Meno male che abbiamo raggiunto la promozione in Serie D. Per certe cose ci si diverte di più nei dilettanti. Ti svegli la domenica mattina, vai in trasferta, fai un giro, mangi fuori, arrivi allo stadio e non hai problemi di biglietti nominativi e tessere del tifoso. L’ultimo anno della B i biglietti per le trasferte erano in vendita al Mediaworld. Se sei in fila per un biglietto di calcio accanto a uno che deve comprare un frigorifero c’è qualcosa che non va…».