sabato
05 Luglio 2025
Affari

La Pigna: «Autorità portuale vuole comprare quote di una controllata di Sapir»

La consigliera comunale Verlicchi critica la linea della presidenza Rossi: «Diventa protagonista del poltronificio ravennate. Sapir Engineering copre i costi con contratti con altre società del gruppo»

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RAVENNA 04/05/2017. FOTO AEREE SAPIR
Una veduta aerea della darsena San Vitale del canale Candiano (foto Sapir)

L’Autorità portuale di Ravenna, secondo quanto sostiene la consigliera comunale Veronica Verlicchi (Pigna), ha richiesto al ministero competente l’autorizzazione per l’acquisizione del 32 percento delle azioni della Sapir Engineering, società oggi interamente controllata da Sapir (terminalista a maggioranza pubblica). La parte restante del capitale azionario, sempre secondo le informazioni diffuse da Verlicchi, verrà acquisito da Ravenna Holding (cassaforte del Comune che detiene le sue partecipazioni) per il 19 percento e da Romagna Acque per il 49.

La consigliera comunale, entrata a maggio a Palazzo Merlato dopo le dimissioni di Maurizio Bucci che si candidò a sindaco nel 2016, esprime giudizi poco lusinghieri su Sapir Engineering: «Si è sempre caraterizzata da costi fissi in costante crescita a fronte di ricavi coperti, per la stragrande maggioranza, grazie a contratti di servizio con le società del gruppo». Verlicchi poi riporta le perplessità espressa dalla Corte dei Conti per la non dismissione delle stesse società, indirettamente controllate dal Comune di Ravenna.

Il caso Engineering viene citato come esemplificazione della presidenza Rossi: «Così diventa soggetto protagonista del poltronificio ravennate. Altrochè sviluppo e innovazione: il presidente Rossi mette l’orologio indietro di 15 anni a beneficio del Pd ravennate». Il timore di Verlicchi è che l’azione di Ap possa essere troppo schierata a favore di Sapir: «Daniele Rossi ha presentato, nei mesi scorsi, un nuovo progetto di escavo dei fondali del Candiano che esclude l’espropriazione dei terreni di proprietà di Sapir. Gli stessi espropri che sono costati la presidenza all’ingegnere Galliano Di Marco».

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