Alberghini, l’uomo che ha fatto tremare il Pd: «Voto dettato anche da scelte locali»

Dopo il ballottaggio nel 2016, il 4 marzo il commercialista sostenuto dal centrodestra ha sfiorato l’elezione al Senato. In consiglio comunale ora è con la Lega: «La maggioranza prende ciò che arriva dalla giunta come Vangelo»

Massimiliano Alberghini, ossia l’uomo che fa paura al Pd. Per due volte in meno di due anni, il 52enne commercialista di Ravenna ha fatto passare notti insonni ai democratici durante la conta dei voti. Successe nel 2016 per le Amministrative quando costrinse De Pascale al ballottaggio e perse al secondo turno per uno scarto di poco più di 4mila voti ed è successo alle ultime Politiche dove ha corso per il collegio uninominale al Senato sostenuto dal centrodestra e ha perso contro il candidato Pd Stefano Collina con il 31,3 percento dei voti contro il 32,5 del candidato del centrosinistra.

Alberghini, cosa è mancato per compiere la “storica” impresa? E si ritiene comunque soddisfatto del risultato decisamente lusinghiero?
«Cosa ci è mancato? L’1,3 percento, purtroppo. Sinceramente devo dire che pensavo di essere più indietro, poi quando ho visto iniziare lo spoglio ho capito che l’impresa era a portata. Ci sono territori della Romagna in cui gli elettori faticano di più a rendersi conto della situazione in cui siamo e a pensare di cambiare. Mentre siamo andati benissimo a Ravenna, Cervia, Faenza, Forlì…»

Ma secondo lei quanto ha influito il giudizio sul governo locale e quanto quello sul governo nazionale nella scelta degli elettori?
«Credo entrambi, sicuramente c’è un giudizio sulle politiche nazionali, ma anche su come qui ci siano tante problematiche non sono mai state affrontate».

Per esempio? Voi parlate molto di sicurezza, ma i dati dicono che i reati sono in calo. E sulle buche delle strade stanno lavorando…
«Se i dati mostrano qualche lieve flessione non fa differenza, diventano rilevanti quando mostrano dei dimezzamenti. E poi, non vede per esempio i centri storici che stanno agonizzando? Per le buche nelle strade, vedremo i risultati. Ma possibile che non siano stati capaci di fare un asfalto che duri più di due settimane?»

E alla vigilia delle elezioni è arrivata la tanto attesa notizia dell’escavo dei fondali…
«Credo sia stata strumentalizzata dal Pd. Gli escavi dovevano essere conclusi dieci anni fa e invece i lavori devono ancora iniziare, inoltre, se di vittoria si vuol proprio parlare, bisogna anche dire che vi hanno partecipato tutte le forze politiche anche di opposizione. E il merito va soprattutto all’attuale presidente Daniele Rossi. Detto questo, bisognerà che siano fatte anche le infrastrutture attorno al porto, altrimenti è tutto vano».

Questo toccherà al prossimo governo. Che panorama auspica dal punto di vista delle alleanze?IMG 7081
«Purtroppo la situazione è davvero molto ingarbugliata e mentre l’Italia si sta dissanguando, il centrodestra non avrà i numeri per portare avanti quelle riforme che avrebbero potuto dare slancio all’economia in modo stabile e duraturo e in tempi rapidi, si sarà sempre legati alla spada di Damocle di numeri incerti. E questo anche in virtù di una legge elettorale pasticciata che hanno votato tutti».

Per la verità i 5 Stelle votarono contro. A questo proposito, come vedrebbe l’alleanza tra Lega e grillini che alcuni commentatori oggi immaginano?
«Non la ritengo un’opzione positiva».

Eppure anche qui i 5 Stelle sono diventati il primo partito, di fatto facendo il terzo incomodo tra voi e il Pd, e senza avere candidati del territorio.
«Questo mi sembra un aspetto molto negativo. Credo che ogni territorio debba tentare di eleggere rappresentanti che conoscano bene le problematiche del posto in cui vivono i propri elettori».

Dopo il 4 marzo, lei ha aderito al gruppo Lega Nord in consiglio comunale a Ravenna. Non è più un “civico”, quindi?
«Sono civico se per questo si intende una persona che viene dal mondo del lavoro e non certo un professionista della politica (Alberghini è un noto commercialista, ndr), ma è chiaro che quando ci si candida si prende una posizione politica. Dopo l’appoggio reciproco che c’è stato in questi anni, è stato un passaggio naturale in questo momento in cui la Lega è il partito maggioritario della coalizione, anche in vista di prossimi appuntamenti elettorali sul territorio».

Dopo aver tentato l’impresa a Comunali e Politiche, la volta buona potrebbe essere quella delle Regionali?
«Non sto pensando a nulla di simile, vedremo. Quando mi sono candidato l’ho fatto perché mi è stato proposto, se qualcuno mi farà proposte, le valuterò».

RAVENNA 03/02/2018. PINI PRESENTA ALBERGHINI E GARDIN CANDIDATI DELLA LEGA NORD ALLE POLITICHE 2018.

Da sinistra Gianluca Pini, Massimiliano Alberghini, Samantha Gardin

Intanto è in consiglio comunale da quasi due anni, come sta andando quell’esperienza? C’è chi dice che la sua presenza non si sia sentita molto…
«Nel senso che non mi sono mai alzato a insultare nessuno? In effetti no, non è decisamente nelle mie corde. In generale il problema in consiglio comunale è che la maggioranza prende ciò che arriva dalla giunta come fosse Vangelo e non è disposta ad ascoltare l’opposizione su nulla, nemmeno quando chiede semplicemente chiarimenti su dati o questioni non chiare, per esempio in tema di partecipate. Questioni che dovrebbero essere anche interesse della maggioranza approfondire. Anche perché teniamo conto che la maggioranza, alla luce delle ultime elezioni, non corrisponde più a quella degli elettori».

Secondo lei è vero che in giunta ci sono tensioni tra alleati? E secondo voi potrebbero esserci terremoti?
«Sicuramente ci sono diverse correnti di pensiero a volte contrastanti. Vedremo come e se riusciranno a stare insieme».

Una curiosità: si aspettava un “aiuto” maggiore, per quanto indiretto e involontario, da parte di Leu che ha avuto risultati deludenti, pur essendo riuscita a eleggere al Senato Vasco Errani?
«In effetti mi aspettavo che andassero molto meglio. Cosa vuole, Errani è stato eletto con il proporzionale, come tanti altri personaggi illustri che hanno avuto tutti i paracaduti possibili e che però ormai hanno fatto il loro tempo, come hanno dimostrato anche gli elettori».

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