La deputata Bakkali all’ambasciatore iraniano: «Stop alle condanne a morte»

La ravennate: «Purtroppo le risposte sono state piuttosto evasive…»

Bakkali IranSi è svolto nella mattinata di mercoledì 25 gennaio l’incontro tra una delegazione di parlamentari, tra cui la deputata ravennate Ouidad Bakkali, e l’ambasciatore iraniano in Italia Mohammad Reza Saburi.

«Abbiamo incontrato l’ambasciatore – ha dichiarato Bakkali – per esprimere profonda preoccupazione per ciò che sta accadendo in Iran. Chiediamo la sospensione delle condanne a morte e la fine della repressione generalizzata nel Paese. Ci giungono notizie di condizioni carcerarie intollerabili, di stupri, violenze e di negazione del diritto alla difesa e su questo non possiamo tacere».

All’incontro hanno partecipato rappresentanti di partiti e schieramenti politici diversi ma uniti in questo accorato appello. Bakkali, con altri rappresentanti politici, ha aderito all’azione di dare patrocinio politico a un condannato o detenuto per le recenti manifestazioni in Iran. «Come deputate e deputati –  prosegue Bakkali – stiamo quindi scrivendo all’Ambasciata iraniana, ciascuno portando all’attenzione la situazione di un singolo detenuto o detenuta, dei quali stiamo, faticosamente, raccogliendo informazioni sulle condizioni di detenzione e richiedendo il rilascio immediato. Di fronte alle notizie tutt’altro che rassicuranti provenienti da Teheran è stata invocata la presenza degli ambasciatori dei paesi occidentali durante i processi alle persone fermate. Nel 2022 il capo supremo politico e spirituale dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, ha concesso 2722 grazie e abbiamo auspicato che questo istituto previsto in Iran venga applicato anche ai condannati in occasione di queste proteste e che si cessi l’uso delle esecuzioni capitali e delle violenze come strumento di repressione».

«Purtroppo – conclude Bakkali – le risposte dell’ambasciatore sono state piuttosto evasive, se non del tutto eluse. Ha comunque assicurato la disponibilità a verificare le condizioni dei detenuti segnalati e ad aggiornare l’incontro. Rimane quindi il nostro impegno convinto a tenere alta l’attenzione sulla situazione in Iran e sulla repressione in atto».

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