Primarie Pd: perché qui ha vinto comunque Stefano Bonaccini

Un risultato a sorpresa a livello nazionale ha consegnato la segreteria Dem a Elly Schlein. Nel Ravennate però il Presidente dell’Emilia-Romagna ha incassato il 60 percento dei voti…

Elly Schlein Primarie Pd Voltana

Elly Schlein con i suoi sostenitori ravennati a Voltana

In controtendenza con il resto del Paese, la provincia di Ravenna ha visto il presidente della Regione Stefano Bonaccini prevalere sulla sfidante Elly Schlein alla guida del Pd. E così, mentre la sua ex vice raggiungeva lo storico risultato grazie soprattutto al voto delle grandi città, nella periferica Ravenna si è limitata a colmare il distacco ma si è fermata al 40 percento dei voti (nei circoli aveva ottenuto appena il 24), mentre Bonaccini è sceso al 60 (nei circoli aveva invece incassato il 66,5). A livello nazionale, invece, le percentuali sono ribaltate e Schlein è stata eletta con il 53,7 percento.

Un risultato sorprendente e storico per molti aspetti. Innanzitutto perché è la prima volta che il voto aperto anche agli elettori ribalta l’esito di quello degli iscritti. Una questione non da poco. Non a caso il segretario provinciale Barattoni nel commentare la notizia ha evidenziato come questo qui non sia avvenuto: «È la prova che il nostro partito è aperto….». Possibile, oppure è vero che qui le istanze di cui Schlein si è fatta portatrice in questa campagna elettorale hanno meno peso. A lei è infatti andato un voto più di sinistra e ambientalista e questa in fondo è la città dove verrà accolto a braccia aperte o quasi un rigassificatore (pochi e sparuti i manifestanti contrari) e dove nel tempo si sono battuti più volte record di consumo di territorio senza mai provocare grandi sconvolgimenti politici.
Chissà. Secondo molti analisti, a favore di Schlein ha giocato il fatto di essere donna (e se non è un fatto storico…), anche questo evidentemente non un tema così sentito da queste parti dove da sempre siamo abituati a vedere uomini, tanti uomni, e poche donne, nei ruoli chiave della politica (peraltro tante donne del Pd sostenevano Bonaccini, inclusa la neoparlamentare ravennate Ouidad Bakkali).

Per Schlein hanno votato sicuramente tanti che si sono mobilitati (più alta del previsto l’affluenza con 13.719 elettori, comunque 6mila in meno delle primarie del 2019) per contrastare l’attuale governo, mentre Bonaccini aveva mostrato il volto più dialogante del partito, rivolgendo parole di stima a Meloni. Verosimilmente, a guidare parte del voto ravennate e in generale emiliano-romagnolo (unica grande regione del nord in cui ha prevalso con il 56,4 percento) è stata la fiducia verso Bonaccini in quanto amministratore. Come a dire che qui il cambiamento del Pd lo vogliamo, ma fino a un certo punto, perché in effetti ancora oggi a guardare tanti indicatori economici l’Emilia-Romagna, dove i Dem hanno sempre governato, se la passa comunque meglio di altre zone e, insomma, non ci si può lamentare. L’uomo solo, e un po’ decisionista, al comando in fondo ci piace.

Cosa succederà adesso è difficile da prevedere. Già due segretari del partito in passato hanno lasciato il Pd per fondare formazioni loro. Uno di questi, Bersani, supporter della Schlein, potrebbe ora rientrare con Articolo 1, che ha sicuramente contribuito alla vittoria della giovane candidata. Al centro invece lo spazio è occupato da Renzi e Calenda e dalle loro due formazioni che si sono presentate unite alle elezioni e amano definirsi Terzo Polo ma che al momento sembrano attraversate da qualche screzio tra i leader a livello nazionale. E anche su questo, chissà.

In un territorio dove gran parte dei sindaci e degli amministratori si erano schierati con il candidato perdente sarà interessante vedere come si svilupperà il “nuovo” Pd a guida Schlein. Ammesso e non concesso che la differenza sia percepibile nelle scelte politiche visto che qui, comunque, Pd e tutti i vari ex a destra e sinistra del partito sono sempre stati alleati e addirittura governano con i 5Stelle. Molto dipenderà anche da quanto e come conteranno i neo iscritti supporter di Schlein nel partito (che comunque, al momento, da queste parti rappresentano solo un quarto, chissà se qualcuno poi cercherà di salire sul carro della vincitrice).
Una certezza resta l’ex ministro ferrarese Dario Franceschini, già capolista in passato anche nella nostra circoscrizione: sarà dei nostri anche a questo giro essendo stato uno dei big a supporto della neo-neosegretaria.

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