Si è insediata a Bologna stamani, 13 dicembre, la nuova assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna. Maurizio Fabbri (Pd) è stato eletto presidente, ricevendo 49 voti su 50 (tutti i consiglieri tranne se stesso che si è astenuto). Fabbri è stato eletto in provincia di Bologna con oltre undicimila preferenze.
Sono stati eletti anche gli altri componenti dell’ufficio di presidenza. Barbara Lori (Pd) e Giancarlo Tagliaferri (Fdi) sono i nuovi vicepresidenti. Nel ruolo di segretari sono stati eletti Paolo Trande (Avs) e Luca Pestelli (Fdi). A due consigliere è stata affidata la carica di questore: Marcella Zappaterra (Pd) e Valentina Castaldini (Fi). L’ufficio di presidenza affianca e coadiuva il presidente dell’assemblea nell’esercizio dell’autonomia organizzativa, funzionale, finanziaria e contabile, secondo le modalità previste dal regolamento.
Fabbri, 47 anni, è ex sindaco di Castiglione dei Pepoli (Bologna), eletto nelle liste del Pd (area Schlein). Lori è stata amministratrice del territorio parmense e assessora nell’ultima giunta Bonaccini. Tagliaferri è al terzo mandato come consigliere e ha avuto esperienze istituzionali come sindaco del comune di San Giorgio Piacentino e già è stato questore in due legislature. Trande è un medico pubblico ospedaliero con un’esperienza amministrativa nel consiglio comunale di Modena. Pestelli, avvocato forlivese impegnato nell’associazionismo, ha esperienza di consigliere circoscrizionale e di amministratore unico in una società pubblica farmaceutica.
Il filo conduttore del discorso di insediamento di Maurizio Fabbri è stato il tema dei diritti: diritto alla salute, diritto al lavoro, diritto alla pace e ogni altra forma di declinazione dei valori della Costituzione italiana. «La nostra Assemblea sarà la casa dei diritti: i diritti di chi cerca un lavoro o ha un lavoro povero, da cui non trae sostentamento e dignità per se per i propri cari. I diritti di avere un lavoro sicuro, in un Paese afflitto dalla inaccettabile piaga delle morti sul lavoro. I diritti dei bambini ad avere un’infanzia felice, delle famiglie a un’istruzione pubblica di qualità, dei ragazzi a vedere le proprie ambizioni realizzabili e a ricevere ascolto per le proprie ansie e preoccupazioni. Degli anziani a vedere riconosciuto il lascito sociale del proprio lavoro e di quanto fatto per la propria comunità e di non sentirsi abbandonati ma accolti e sostenuti. I diritti delle donne a vedere compiuta la propria unicità in ogni ambito della vita sociale, politica, lavorativa e familiare, superando barriere e steccati ideologici e che dovrebbero essere ormai definitivamente superati. Donne libere di amare e di ribellarsi ad amori che tali non sono, combattendo quotidianamente la violenza e le offese che nessuno dovrebbe compiere su di esse».