Il presidente della cooperativa capannisti e il titolare dell’impresa esecutrice dei lavori sono stati condannati alla pena di 11.400 euro di ammenda dal giudice del tribunale di Ravenna per aver eseguito “in un’area soggetta a vincolo, opere edilizie, in assenza dell’autorizzazione ambientale/paesaggistica”, in particolare “utilizzando mezzi meccanici adatti per il disboscamento e la movimentazione terra di un’area di terreno boschivo di circa mq 7.700, procuravano danneggiamento e deterioramento di un habitat naturale di estremo valore ecologico, protetto dalla normativa nazionale e internazionale, compromettendone lo stato di conservazione per l’azione dei mezzi impiegati e dei comportamenti estremamente impattanti e distruttivi adottati nei confronti della vegetazione e degli organismi in essi viventi”.
Il caso è quello del disboscamento di un’area della pineta di Marina Romea, confinante con il villaggio turistico della cooperativa capannisti “Tempo Libero”, di cui informò l’opinione pubblica (e il sindaco con un’interrogazione) il consigliere comunale Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna nel marzo del 2023. È lo stesso Ancisi ora a dare notizia della condanna penale.
Si tratta di una parte di pineta di proprietà del Comune di Ravenna, assoggettata a vincolo ambientale e paesaggistico essendo compresa nel Parco regionale Delta del Po e classificata dall’Unione Europea come “Zona Speciale di Conservazione” (direttiva Uccelli) e “Zona di Protezione Speciale” (direttiva Habitat).
Lo stesso Ancisi, pochi giorni dopo la scoperta del disboscamento, presentò un esposto al Gruppo carabinieri forestali di Ravenna, che l’aveva sottoposta a sequestro penale, informando l’Autorità giudiziaria di un messaggio mail, datato 20 febbraio 2023, che la cooperativa capannisti aveva indirizzato ai propri associati per informarli “[…] che è stata eseguita la pulizia esterna dell’area dei capanni fronte pineta, al fine della sicurezza del villaggio da eventuali e possibili incendi boschivi”. Senza però alcuna autorizzazione da parte del Comune.
Ancisi ora ricorda che «lo stesso giorno dell’esposto, il sindaco de Pascale aveva dichiarato che, “non appena le condizioni stagionali lo renderanno possibile, auspicabilmente già nel prossimo autunno 2023”, l’area sarebbe stata “completamente rinaturalizzata e riforestata” . Il 29 agosto 2024, nulla essendosi mosso dopo quasi 17 mesi di attesa, chiesi al sindaco, con una nuova interrogazione, “di fare il punto su questa desolante vicenda”. La risposta del 10 ottobre non fornì alcun aggiornamento, se non che “la riforestazione dell’area, per cui è stato stimato un intervento all’incirca di 120.000 euro, sarà progettata direttamente dall’Ufficio Ambiente non appena consegnato il piano di gestione forestale delle nostre aree naturali”».
Pochi giorni fa, il 3 dicembre, Ancisi ha nuovamente richiesto al sindaco e al competente servizio dell’area Infrastrutture civili notizie sui lavori di riforestazione della pineta abbattuta, passati oltre 20 mesi dal loro annuncio. Questa la risposta scritta del 10 dicembre scorso: “[…] gli uffici del Servizio Tutela Ambiente e Territorio procederanno entro l’anno a conferire l’incarico per la Realizzazione del Progetto di fattibilità tecnico economica per il ripristino dell’area pinetale abbattuta di Marina Romea per poi provvedere all’inserimento dell’intervento di recupero all’interno dell’elenco annuale dei lavori del 2025”.
Il decano dell’opposizione ravennate conclude accusando nuovamente il sindaco di non aver reso noto il disboscamento del marzo del 2023 e il Comune di non essersi dichiarato parte offeso presso la Procura della Repubblica, «rinunciando perciò ad essere informata dell’andamento delle indagini preliminari e poi dell’avvenuta conclusione del procedimento penale». Una volta restituita l’area posta sotto sequestro, con il decreto penale dello scorso 16 settembre, Ancisi chiede infine perché il Comune «non abbia inserito neppure nel piano triennale degli investimenti 2025-2027 il ripristino dell’area abbattuta, salvo annunciare ora, a parole, di volerlo inserire (forse) nel 2025».