Il ravennate Alberto Cassani si è dimesso dalla commissione consultiva nazionale del ministero della Cultura, che in questi giorni sta valutando i progetti per il Fondo nazionale dello spettacolo dal vivo. La decisione, avvenuta questa mattina, è stata presa insieme ai commissari Carmelo Grassi e Angelo Pastore come gesto dimostrativo di protesta. I tre facevano parte della commissione Teatro (le altre tre sono Circo e spettacolo viaggiante, Danza, Musica).
Nella lettera congiunta, indirizzata al ministro Alessandro Giuli, i tre dimissionari denunciano «l’impossibilità di costruire, all’interno della commissione, un percorso condiviso ed equilibrato nella valutazione dei vari organismi teatrali richiedenti». In particolare, spiegano, «la scelta della maggioranza della commissione di voler declassare la Fondazione teatro nazionale della Toscana sulla base di motivazioni pretestuose, ci trova assolutamente contrari e rende impossibile la prosecuzione del lavoro».
Il Fondo nazionale dello spettacolo dal vivo viene erogato ogni tre anni dal ministero della Cultura per sostenere gli enti teatrali, la danza, il circo e la musica. Cassani ha fatto parte della commissione Teatro per il triennio 2022-2024 ed era stato riconfermato per il triennio 2025-2027. Il suo incarico, non retribuito, era stato deciso dall’Associazione nazionale Comuni italiani. Gli altri due dimissionari, Grassi e Pastore, sono stati rispettivamente nominati dall’Unione delle Province e dalla Conferenza delle Regioni: i tre erano dunque espressione delle istituzioni. Gli altri quattro commissari, invece, sono stati nominati dal ministero della Cultura e sono espressione della maggioranza di governo. Si tratta di Alessandro Massimo Maria Voglino, Marco Lepre, Luigi Rispoli e Gianpaolo Savorelli.
La Fondazione teatro nazionale della Toscana è diretta dallo scrittore e drammaturgo Stefano Massini, noto per le sue posizioni contro il governo Meloni espresse in tv. Secondo le indiscrezioni raccolte da Ravenna & Dintorni, il disaccordo sul declassamento della fondazione è stato l’apice di alcuni giorni di scontro tra i commissari. In particolare, sembra che la maggioranza intendesse applicare dei criteri politici nelle scelte, anziché giudicare la qualità artistica dei progetti. Nelle discussioni sarebbero state coinvolte anche alcune realtà romagnole.