Quanto può valere l’aria che respiriamo?

L’aria nella pianura Padana è irrespirabile, come ogni anno in questa stagione, più di ogni altro anno a causa del clima e della mancanza di piogge. Ravenna è relativamente fortunata, grazie alla vicinanza del mare la situazione è sicuramente meno drammatica rispetto all’entroterra, ma gli sforamenti sono quotidiani da settimane e le misure emergenziali spesso in vigore. Divieto di circolare con certi diesel, abbassamento della temperatura in casa e quella norma per cui, se la situazione non fosse tragica, ci sarebbe da ridere: stop ai barbecue e alle grigliate. Almeno in alcuni comuni, come Ravenna e Lugo; a Russi, per dire, si possono ancora cuocere salsicce ogni giorno dell’anno.

Ora, sono queste misure “emergenziali” sufficienti? Evidentemente no. Ma si tratta di una vera emergenza? Evidentemente sì. Con conseguenze sul lungo periodo che ancora non sappiamo calcolare perché un inquinamento dell’aria di queste proporzioni avrà effetti sulla salute a lungo termine, anche dei più giovani, dicono gli studiosi. Tanto che in giornate come quelle appena passate viene sconsigliata attività all’aria aperta, per esempio. Il problema è talmente enorme che la prima cosa da augurarsi è che, banalmente, piova. Che il clima per una volta ci venga in aiuto. Ma sarebbe forse anche il caso di iniziare a trovare soluzioni un po’ più drastiche del divieto di barbecue, a cominciare, naturalmente dalla mobilità cittadina. Ridurre il numero di auto in circolazione è una misura efficace secondo l’opinione di tutti gli esperti in materia. Davvero quindi in una città come Ravenna non si può incentivare maggiormente l’uso della bici? Va bene il Parco Marittimo (dove peraltro nel week end la convivenza bici-pedoni rischia già di farsi piuttosto complicata), va bene il cicloturismo tra le valli di Comacchio o sugli argini dei fiumi, ma non sarebbe finalmente il caso di pensare a una rete di piste ciclabile sicura che attraversi tutto il centro cittadino e colleghi i vari quartieri? Che copra tutti i percorsi attorno alle scuole? E un servizio di bike sharing diffuso e (per una volta) davvero efficace? A Faenza il Comune, utilizzando fondi regionali, sta per esempio incentivando economicamente chi sceglie la bici all’auto per il tragitto casa-lavoro – che dire? Bravi.

Poi naturalmente c’è il capitolo trasporto pubblico, che non sono solo autobus in città, ma anche treni per i pendolari (e sì, qualsiasi ravennate avrebbe potuto prevedere l’esito del report di Legambiente che vede la tratta per Bologna come la peggiore in Regione…). Tutto questo costa molto? Troppo? Ma quanto può valere la salute di intere generazioni?

Ravvena&Dintorni: l'editoriale
EROSANTEROS POLIS BILLBOARD 15 04 – 12 05 24
CENTRALE LATTE CESENA BILLB LATTE 25 04 – 01 05 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24