La Commissione europea accetterà gli indennizzi ai balneari, se il governo italiano riformerà il Codice della navigazione. Ne è convinto il ministro delle infrastrutture Matteo Salvini, che stamattina è intervenuto alla fiera InOut di Rimini, evento di riferimento per il settore balneare in corso fino a domani insieme al salone Ttg sul turismo. Salvini è intervenuto all’assemblea nazionale organizzata dalle associazioni di categoria Sib-Confcommercio e Fiba-Confesercenti, quest’ultima presieduta dal ravennate Maurizio Rustignoli. Presente anche il governatore della Regione Emilia-Romagna Michele De Pascale.
A novembre 2024 il governo Meloni ha approvato la legge Salva-infrazioni, che impone ai Comuni di concludere le gare delle concessioni balneari entro il 30 giugno 2027 per adeguarsi alla direttiva europea Bolkestein e chiudere la procedura d’infrazione in corso. Tuttavia manca ancora il decreto attuativo per regolamentare il calcolo degli indennizzi ai concessionari uscenti: il ministero delle Infrastrutture avrebbe dovuto approvarlo entro il 31 marzo scorso, ma il Consiglio di Stato e la Commissione Ue – interpellati per un parere consultivo – hanno bocciato la bozza di legge. In particolare, si ritiene che gli indennizzi rappresentino un vantaggio improprio ai gestori uscenti e perciò siano in contrasto con il principio della parità di condizioni di partenza, previsto dalla Bolkestein. Dall’altra parte, i balneari rivendicano il diritto al riconoscimento del valore delle loro aziende, compresi i beni immateriali, in caso di passaggio a un nuovo gestore.
Da sei mesi il governo sta proponendo correttivi alla bozza di legge, ma l’Ue continua a respingere il testo e accetta solo gli indennizzi calcolati sugli investimenti non ammortizzati. Che sarebbero cifre misere, dal momento che l’incertezza normativa degli ultimi anni ha tenuto fermi gli investimenti. L’ultima lettera dell’Ue è stata inviata due giorni fa. Oggi Salvini ha riferito la linea concordata ieri in consiglio dei ministri: «Modificheremo il Codice della navigazione, in modo da eliminare la norma a cui i giudici e la Commissione Ue si continuano ad appigliare per contestare gli indennizzi ai balneari». L’obiettivo, ha aggiunto il ministro, è «approvare la riforma entro la fine dell’anno».
Salvini ha citato in particolare l’articolo 49, che prevede l’incameramento delle strutture balneari alla scadenza del titolo. Significa che alla fine della concessione, lo Stato diventa proprietario a titolo gratuito dei beni non amovibili situati sul demanio. La norma risale al 1942, in pieno regime fascista, anche se il ministro l’ha definita una «legge sovietica». Quando sarà modificata, Salvini ritiene che i giudici amministrativi e i tecnici di Bruxelles potranno accettare gli indennizzi; ma resta da vedere come sarà scritta la legge. La soluzione potrebbe essere adatta agli stabilimenti con manufatti in muratura, come quelli romagnoli, mentre sembra meno adatta ai concessionari con strutture amovibili, come i liguri e i salentini. Non solo: anche nel caso di una radicale riforma del Codice della navigazione, resta una norma europea di rango superiore – la direttiva Bolkestein – a proibire vantaggi per i concessionari uscenti. La questione resta dunque ancora aperta e sarà più politica che tecnica. Il ministro ha dichiarato di essere «disposto ad andare allo scontro» con Bruxelles.
Anche il presidente De Pascale si è detto d’accordo con il riconoscimento del valore aziendale: «Calcolare gli indennizzi solo sugli investimenti non ammortizzati è un’offesa ai balneari. Gli investimenti sono fermi da 15 anni». Il governatore ha detto che «difendere i balneari significa difendere l’attuale modello turistico, di cui le spiagge sono una colonna portante, grazie ai servizi di qualità offerti per tutte le tasche». E ha invitato la premier Meloni a chiedere un incontro sul tema alla presidente della Commissione Ue Ursula Von Der Leyen.
Soddisfatto il presidente di Fiba Maurizio Rustignoli: «La riforma dell’articolo 49 del Codice della navigazione rappresenta una misura di assoluto buon senso e di corretto inquadramento della materia. È un passo determinato e coraggioso, frutto di una visione chiara e di una volontà politica volta a restituire equilibrio, certezza e coerenza normativa a un settore strategico per il paese. Si tratta di un intervento meditato e decisivo, espressione di buona legislazione e di un approccio concreto alla corretta composizione degli interessi pubblici e privati».
Nel corso del suo intervento a Rimini, Rustignoli ha precisato che «non vogliamo evitare le gare, non abbiamo mai voluto eludere i principi europei, ma pretendiamo il riconoscimento dei nostri diritti. Il governo sta proponendo soluzioni equilibrate da mesi, mentre Bruxelles dimostra un inaccettabile atteggiamento di chiusura totale. Con Draghi l’Ue non si era comportata allo stesso modo. Non siamo disposti ad accettare una legge che non contenga il calcolo del valore aziendale».