L’applicazione dell’interdittiva antimafia per la Cpl Concordia, decisa dalla prefettura di Modena dove la cooperativa ha sede, e la conseguente uscita dalla white list delle imprese che possono avere appalti pubblici rischia di avere ricadute a Ravenna: la Cpl è infatti a capo dell’associazione temporanea di imprese (Ati) che nel 2013 a Ravenna si aggiudicò l’appalto ventennale da 38 milioni di euro per l’illuminazione pubblica del Comune capoluogo. Cosa ne sarà ora di quel contratto? Se lo chiede anche Alberto Ancarani, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale, che ha presentato un’interrogazione.
«L’uscita dalla white list di Cpl Concordia – chiede il forzista – è determinante per la rescissione da parte del Comune di Ravenna del contratto di concessione in essere per la gestione degli impianti di illuminazione, semaforici e di Sirio Red? E quali rischi sussistono per il Comune di Ravenna nel caso sia costretto a rescindere tale contratto?». Nel dettaglio infatti la revoca del requisito antimafia ha già fatto perdere alla coop gli appalti per la ricostruzione post terremoto in Emilia. Nel caso ravennate la rescissione potrebbe essere anche un costo per le casse di Palazzo Merlato chiamato a sostenere le spese dei lavori fatti finora.
L’intedittiva è arrivata per le indagini che hanno interessato i vertici aziendali per una presunta corruzione in un appalto a Ischia e la presunta concessine di subappalti ad aziende vicine al clan dei Casalesi. La Cpl, con l’aiuto dei propri legali, sta preparando una serie di azioni per chiedere il mantenimento all’iscrizione della white list e la revoca dell’interdittiva antimafia. Intanto ieri è stato nominato il nuovo consiglio di amministrazione della società.