Omicidio, una decina di interrogatori Unità cinofile cercano l’arma del morto

Ascoltati colleghi e conoscenti per arrivare al killer del vigilante La procura: «La scomparsa della pistola d’ordinanza è inquietante»

Tra colleghi e conoscenti sono una decina le persone ascoltate nelle prime ventiquattro ore di indagini condotte dai carabinieri del nucleo investigativo per arrivare al killer di Salvatore Chianese, il 42enne metronotte della Civis Augustus ucciso da una fucilata nella notte tra il 29 e 30 dicembre mentre svolgeva un giro di perlustrazione nella cava Manzona a Savio. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire più in fretta possibile il contesto di una vicenda che vede vittima un uomo incensurato (come richiesto dalla professione di guardia giurata) e giudicato da tutti come una buona persona, cortese e disponibile. Da poco si era stabilito a Campiano con la moglie e un figlio di nove anni ma è da tempo che la famiglia stava nel Ravennate: dal 2009 lavorava per la Civis (oggi gruppo Cittadini dell’Ordine).

Mentre negli uffici del comando provinciale dell’Arma si susseguivano gli interrogatori, in parallelo sono andate avanti le ricerche nell’area del delitto tra la fitta nebbia e l’umidità (per domani è atteso l’arrivo dei cani anti esplosivi capaci di fiutare armi): dal corpo del vigilante infatti mancano il portafoglio e la pistola d’ordinanza. Circostanza, quest’ultima, che non lascia tranquilla la magistratura e al procuratore capo Alessandro Mancini fa dire che si tratta di «un fatto molto inquietante», come si legge dalle pagine de ilfattoquotidiano.it. Nella mattinata di domani, 31 dicembre, verrà svolta l’autopsia. Dall’ispezione cadaverica odierna sarebbe emerso che uno è il colpo arrivato al corpo dell’uomo, sparato da dietro con un fucile da caccia calibro 12 e andato a segno alla testa. Il cadavere è stato trovato nei pressi dell’ingresso della cava poco dopo l’1 da un collega inviato sul posto dalla centrale operativa che non aveva più contatti radio con Chianese. Un altro colpo è stato sparato contro il lunotto della vettura di servizio andato in frantumi.

Sul movente al momento non ci sono ancora piste privilegiate. «Se di agguato si è trattato, l’assassino doveva conoscere i turni della vittima, e non è facile», dice Mancini. Alla cava infatti sono previsti sei passaggi notturni di pattuglia svolti alternativamente da due operatori, tre a testa. Pare che quello che è stato fatale fosse il secondo di Chianese. «Pensare che il metronotte sia arrivato mentre era in corso un atto criminoso, tipo un furto di materiale dalla cava – continua Mancini –, non convince visto che l’uomo è stato colpito mentre sollevava la sbarra d’ingresso». All’interno della cava, un’area a poche centinaia di metri dalla statale Adriatica di proprietà della società Sic che fa parte del gruppo Cmc, sono posteggiati alcuni mezzi da lavoro ma si tratta di macchinari pesanti e di scarsa manovrabilità. La cava ha anche alcune cisterne di gasolio per il rifornimento dei mezzi.

I carabinieri stanno anche cercando di raccogliere ogni possibile testimonianza nei dintorni di Savio, ascoltando le aziende dove l’uomo era già stato in precedenza durante il turno notturno, acquisendo filmati di telecamere nelle vicinanze.

«Siamo certi che magistratura e forze di polizia porranno ogni attenzione per chiarire le circostanze – si legge in una nota del Savip, sindacato autonomo vigilanza privata -. Ci chiediamo se a Ravenna, come in altre città italiane dove la criminalità è più aggressiva, le norme per lo svolgimento dei servizi di vigilanza siano tuttora adeguate. Le nostre richieste sull’impiego di due guardie sulle pattuglie che effettuano interventi su allarmi e in zone isolate come nel caso dell’uccisione della guardia, fino ad oggi, sono rimaste lettera morta: nulla è cambiato nei controlli, nulla nelle regole. Ci auguriamo, allora, che la procura di Ravenna lo faccia oggi, unitamente alla questura, verificando se quanto successo avrebbe potuto essere evitato». Se le pattuglie debbano o meno essere composte da due o un solo componente è infatti stabilito dalla prefettura e questura.

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