La mostra del Mar chiude con 28.500 visite, lieve calo rispetto al 2015

Un anno fa staccati 30mila biglietti. Nel 2013 il boom di Borderline con 52mila visitatori. Forlì ha chiuso con 115mila (ma budget quadruplo)

L’ultima mostra curata da Claudio Spadoni al Museo d’arte di Ravenna (Mar), “La seduzione dell’antico. Da Picasso a Duchamp da De Chirico a Pistoletto”, si chiude con 28.500 biglietti staccati nel periodo di apertura dal 20 febbraio al 26 giugno. E oltre 300 giornalisti accreditati hanno visitato l’esposizione promossa dal Comune di Ravenna, dall’Assessorato alla Cultura, dal Museo d’Arte della città e realizzata grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna.

I numeri del 2016 segnano un calo rispetto all’anno precedente quando la mostra sul “Belpaese” fece 30mila visitatori, in crescita rispetto ai 26mila sugli affreschi del 2014 che segnarono un clamoroso calo rispetto al picco del 2013 con “Borderline” che fece 52mila visite. Nei 13 anni di attività sotto la direzione di Claudio Spadoni, la media di visitatori alle grandi mostre del Mar è di poco superiore ai 31mila biglietti staccati (con budget variabili dai 900 ai 500mila euro degli ultimi anni), a cui vanno aggiunti i visitatori del museo negli altri periodi dell’anno, sull’ordine delle poche migliaia. Il record di pubblico spetta ancora alla prima mostra, quella del 2003 dedicata al critico Roberto Longhi, con circa 55mila visitatori, avvicinato nel 2009 dai quasi 50mila per “L’artista viaggiatore”. Il peggiore risultato è quello del 2008 con la mostra dedicata a Corrado Ricci che superò di poco la soglia degli 11mila biglietti staccati (ma oltre al Mar era dislocata in altre sedi).

Impietoso il confronto con Forlì dove proprio pochi giorni fa si è conclusa la mostra dedicata a Piero della Francesca: ai musei di San Domenico sono andate 115mila persone. Ma occorre ricordare che il budget di due milioni di euro a disposizione dei curatori forlivesi è circa quattro volte rispetto a quello ravennate.

L’istituzione Mar è nata nel 2002: complice anche una legge statale del 2010 che frenava la capacità di spesa in questo comparto da parte dei Comuni, dopo gli appena 50mila euro del 2011, dal 2012 fino a oggi l’Amministrazione a Ravenna ha azzerato il proprio contributo per le attività espositive. Contributo che invece dal 2005 al 2010 è oscillato tra i 370mila ai 620mila euro all’anno, con il bilancio dell’istituzione che è arrivato nel corso della prima legislatura della giunta Matteucci anche attorno ai 2 milioni di euro e oggi invece si assesta a una cifra di poco superiore agli 800mila euro. C’è anche da sottolineare come nei suoi primi anni di vita l’istituzione avesse in carico direttamente collaboratori poi invece entrati nell’organico del Mar, i cui dipendenti sono a carico del Comune: si tratta a oggi di 20 persone (compresa la dirigente comunale Maria Grazia Marini, dirigente ad interim fino a giugno) che pesano sulle casse comunali per circa 720mila euro l’anno. Dal 2012 in avanti quindi le mostre a Ravenna si realizzano grazie esclusivamente a contributi vari (della fondazione Cassa di Risparmio in particolare, che dal 2014 stipendia anche il curatore Spadoni) e sponsorizzazioni, una cifra complessiva che dal 2004 al 2015 in media si aggira sui 380mila euro all’anno, ma che l’anno scorso si è assestata sui 295mila euro contro i 511mila del 2014. A questi introiti si devono aggiungere gli incassi da biglietteria e bookshop che in questi 12 anni sono stati in media di 240mila euro all’anno.

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