«Monitoriamo oltre 11mila alberi. In città, nuovi pini solo nelle rotonde »

L’assessore all’ambiente Gianandrea Baroncini su verde e parchi pubblici

BaronciniBen prima di Greta e della nuova ondata ambientalista europea, da tempo a Ravenna l’attenzione per il verde pubblico da parte delle forze di opposizione e dei cittadini si fa sentire forte e chiara. I due casi più recenti riguardano l’abbattimento di alberi in via Maggiore (vedi box) e il progetto di costruire una scuola in un’area verde (vedi pagina 13). Ne abbiamo approfittato per fare il punto con l’assessore all’Ambiente del Comune, Gianandrea Baroncini.

Assessore, quanto verde abbiamo in città?
«Gli spazi verdi sono uno degli aspetti fondamentali nella definizione dell’identità della nostra città, ad oggi abbiamo tagliato il nastro di 7.100.000 metri quadrati di verde nel comune con una media di 45 mq per abitante grazie alla presenza del patrimonio ambientale concentrato nelle nostre zone naturali, a cui si aggiunge la fitta rete di parchi urbani, parchetti di quartiere e ampie zone di cintura verde. Oltre a costituire “i polmoni” del nostro territorio, che essendo nella bassa finisce per raccogliere tutti gli effetti del bacino padano, sono ormai il centro di vita sociale e di aggregazione».

E però non mancano le frequenti lamentele dei cittadini sugli sfalci e la manutenzione di questi spazi.
«Come tutti i grandi patrimoni, anche il verde pubblico è molto complesso da gestire e necessita di grande attenzione per poterne garantire la fruizione. Come assessorato cerchiamo di mettere in campo un lavoro di monitoraggio, gestione e sfalcio insieme al nostro gestore Azimut e a tanti soggetti associativi del territorio che concorrono alla cura e al decoro. Negli ultimi anni, anche grazie all’introduzione del “regolamento per i patti sui beni comuni” singoli cittadini e realtà meno strutturate si sono prese in carico aiuole e piccole porzioni. Certo si può sempre fare di più ma, al netto dei problemi legati alla stagionalità, abbiamo cercato di lavorare al meglio, investendo anche poste di bilancio aggiuntive così come su dotazioni di giochi, attrezzature sportive e arredi».

In progetto c’è il nuovo grande parco Cesarea. Che tempi avrà?
«Quell’area è un onere a carico del soggetto attuatore privato per cui si realizzerà mano a mano che il comparto verrà urbanizzato. L’orizzonte ragionevole è quello di un paio d’anni».

E a che punto è quello Baronio, già molto fruito ma non ancora concluso?
«Lì abbiano finito i lotti di verdi e in autunno partono i lavori di costruzione delle piazzole e dei percorsi ciclopedonali».

Veniamo al tema degli alberi. Si è molto discusso dei sette pini abbattuti in via Maggiore. Ne saranno piantati altri al posto di quelli tagliati? O saranno piantati altri alberi in altre zone per compensare?
«Il progetto di messa in sicurezza di porzioni di via Maggiore e delle relative sottostrade non prevedeva abbattimenti. Solo dopo le perizie del tecnico incaricato si è proceduto a un ragionamento diverso su 7 pini. Valuteremo nel più breve tempo possibile come compensare questa situazione».

Ma sono stati tagliati perché malati  o perché sono pericolosi per strade e sottostrade? Cosa risponde alla perizia citata e mostrata da Italia Nostra secondo cui quegli alberi erano sani?
«La scelta è seguita agli esiti di perizie su verifiche di stabilità».

Ci sono altri alberi da abbattere per ragione di sicurezza in città o nel forese? Come li state monitorando?
«L’Amministrazione dal 1996 ha iniziato un programma di controllo delle alberature pubbliche. Si è iniziato a valutare tutte le piante che presentavano problematiche manifeste, o che erano presenti in viali urbani o altre zone in cui potevano rappresentare un rischio per la popolazione. Delle oltre 70mila piante presenti sul territorio comunale di Ravenna si è intervenuti con la valutazione di circa il 10 percento del totale applicando il metodo VTA (Visual Tree Assessment, valutazione visiva dell’albero su basi biomeccaniche, ndr). Oltre a queste sono state ispezionate altre 4mila piante con la tecnica delle valutazioni speditive, che ripetiamo anche più volte l’anno.  Si tratta di piante che si trovano in luoghi come parchi o viali che possono quindi costituire un problema di sicurezza. Come impostazione cerchiamo sempre di salvaguardare e rispettare il nostro patrimonio di alberature. Anzi in tutti i procedimenti di autorizzazione ambientale abbiamo sempre chiesto misure di compensazione consistenti in aree boscate o di verde di filtro che nei prossimi anni porteranno a dimora diverse migliaia di alberi su oltre 10 ettari di terreno».

Parco Baronio

I nuovi alberi al Parco Baronio

In tema di sicurezza, gli alberi hanno rappresentato un problema anche in diverse recenti situazioni di maltempo estremo…
«Giusto per fare un esempio, a giugno, agosto e novembre del 2017 tre eventi climatici di natura straordinaria hanno abbattuto circa 1.200 elementi e danneggiato circa 4.000 piante. Per questo ci siamo inoltre attivati con l’applicazione di un protocollo integrativo su aree omogenee e su piante presenti in luoghi ad alta fruizione: una evoluzione delle tecniche di Vta che prendono in esame in modo più specifico le gestioni dei rischi derivanti dalle alberature».

Dove si piantano oggi i pini? Da quando si è smesso di piantarli nei centri abitati?
«Si valuta caso per caso, diciamo che lungo i viali o nei giardini scolastici e parchi giochi oramai è diversi anni che preferiamo altre essenze. I pini rimangono come tratto identitario e li mettiamo negli ambienti naturali, nelle rotonde e nelle are verdi».

Quanti alberi mediamente pianta il Comune ogni anno?
«Ogni anno grazie alla manifestazione “il mese dell’albero in festa” vengono coinvolti i bimbi delle scuole nella piantumazione di circa 1.500 nuovi alberi nelle aree verdi e a questi si aggiungono quelli piantati direttamente dall’Amministrazione e dai privati».

E quanti ne vengono abbattuti dai privati nei loro giardini?
«Circa un migliaio e sono compensati da altrettante nuove piantumazioni a compensazione».

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