Si restaura il sipario storico del teatro: canapa dipinta da Muzzi a metà Ottocento

Intervento da 12mila euro sostenuto dal Lions Club. Ancora oggi viene movimentato per aprire e chiudere la scena al Goldoni

Michele Pagani 1Risalente a poco prima della metà dell’Ottocento – realizzato con strisce di tela di canapa/iuta, tessuta a telaio e cucita verticalmente e dipinto da Antonio Muzzi – il sipario storico del teatro Goldoni di Bagnacavallo in questi giorni è interessato da un intervento di restauro. I lavori prevedono l’asportazione dei depositi superficiali, il consolidamento generalizzato del sipario, la rimozione di materiali di restauro applicati sulla tela, l’applicazione di inserti di tela per ricostruire l’unità strutturale del supporto e il miglioramento della stabilità della tela dipinta. Le opere sono eseguite da Michele Pagani e Maria Lucia Rocchi di Etra, società di conservazione e restauro di beni culturali e storico-artistici con sede a Lugo. Il costo di 12mila euro è sostenuto dal Lions Club di Bagnacavallo e la conclusione dei lavori è prevista prima della festa di San Michele, in programma dal 25 al 29 settembre.

2 Gruppo Restauro SiparioL’intervento di restauro vuole essere prevalentemente un’operazione conservativa volta a mantenere e stabilizzare la fragile pellicola pittorica e il supporto in tessuto in parte usurati e indeboliti dall’utilizzo e dal naturale invecchiamento provocato dal tempo.

Il sipario raffigura la visita del senatore bolognese Camillo Gozzadini a Bartolomeo Ramenghi, celebre pittore bagnacavallese del Cinquecento: fu dipinto da Antonio Muzzi (Bologna 1815-1894). «Esponente della pittura accademica – scrive Mara Tamburini nella pubblicazione della collana Bagnacavallo da scoprire dedicata al Teatro Goldoni (Città Nostra 1998) –, Muzzi era uno degli artisti più ammirati e in voga del tempo, famoso per i ritratti di esponenti dell’alta società e noto a tutti come eccellente pittore di storia». La scena del sipario è ambientata nel cortile di Palazzo Boncompagni a Bologna, città nella quale il Ramenghi si trasferì e operò a lungo.

Michele Pagani 3Per fare il punto sui restauri, nel pomeriggio di martedì 11 agosto si è tenuto in teatro un incontro cui hanno partecipato il responsabile delle opere, Michele Pagani di Etra, assieme alla presidente del Lions Club Bagnacavallo Michela Michelini, ai past president Renata Manzoni e Pierluigi Ravagli e a Ruggero Sintoni, condirettore di Accademia Perduta/Romagna Teatri. Era presente la sindaca di Bagnacavallo Eleonora Proni. «Il teatro comunale di Bagnacavallo dopo quasi due secoli dalla sua fondazione conserva  integralmente il suo apparato decorativo interno – spiega Pagani –. Ancora oggi le lucide pareti in scagliola accolgono una ricca e articolata decorazione realizzata con la tecnica pittorica più rappresentativa delle arti del XIX secolo: la pittura a tempera, cosiddetta pittura a secco. Questa tecnica, già largamente utilizzata a partire dal XVIII secolo, è impiegata non soltanto per decorare le superfici dell’architettura, ma anche per la realizzazione di scenografie e sipari volti a creare effetti architettonici illusionistici e tridimensionali come nel caso specifico del raro sipario del teatro di Bagnacavallo, ancora oggi movimentato per aprire e chiudere la scena. Questi manufatti venivano realizzati direttamente sulla tela di iuta e canapa senza nessun tipo di preparazione, come invece di solito avveniva per i dipinti a olio su tela e volevano essere allestimenti momentanei e sostituibili. Sono rari – puntualizza Pagani – gli esempi di pittura a secco su tela conservatisi fino a oggi. In Romagna, oltre al sipario di Bagnacavallo, si conservano gli allestimenti scenografici su tela di Villa Paolucci de Calboli a Selbagnone di Forlimpopoli, il sipario, seppur più recente, del distrutto teatro di Fusignano e poco altro ancora».

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