Lo psicologo: «I trattamenti devono essere accessibili anche ai meno abbienti»

In occasione della giornata della psicologia, il presidente dell’ordine in Emilia Romagna sottolinea che un trattamento costa mille euro ma consente risparmiare il quintuplo di costi sociali

Raimondi4«I dati dicono che è cresciuta la richiesta di servizi psicologici soprattutto dopo il Covid, è quindi fondamentale fornire risposte alla domanda garantendo a tutti, anche ai cittadini meno abbienti, la possibilità di essere seguiti da uno psicologo o da una psicologa professionisti. Per farlo, è necessario investire nella sanità pubblica, ma anche supportare e valorizzare le forme di collaborazione fra pubblico e privato». Il presidente dell’Ordine degli Psicologi regionale, Gabriele Raimondi, si esprime così in occasione della Giornata Nazionale della Psicologia che si festeggerà il prossimo 10 ottobre. Le scorse settimane avevamo intervistato lo stesso Raimondi a proposito degli sportelli di ascolto scolastico.

Ansia e depressione sono i disturbi mentali più diffusi nel nostro Paese e influiscono negativamente sulla capacità degli individui di essere sereni e di sviluppare appieno le proprie risorse. Non solo: i disturbi mentali comportano spese dirette per diagnosi e trattamenti, ma anche costi indiretti legati alla perdita di reddito e riduzione della produttività. «Investire in psicologia, non solo attraverso interventi di cura ma anche tramite progetti di prevenzione, significa non solo promuovere il benessere degli individui, ma anche risparmiare in termini di costi a carico dell’intera collettività – prosegue Raimondi – Il trattamento psicologico costa, in media, mille euro, ma fa risparmiare 4.800 euro nel complesso dei costi sociali associati. Fondamentale, in questo contesto, è anche l’integrazione sociosanitaria».

Secondo i dati rilevati dal progetto “Vivere Meglio” di Enpap – Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza per gli Psicologi, i disturbi più frequenti sono disturbi dell’umore, disturbi dell’adattamento e disturbi d’ansia. Fra le persone in cui è stata riscontrata una necessità di intervento di media intensità ci sono, in particolare, donne fra i 20 e i 29 anni. Il genere femminile, la giovane età, l’aver ottenuto un titolo di istruzione superiore ma non un titolo universitario, il non essere coniugati, il non essere nati in Italia e la disoccupazione si associano a maggiori vulnerabilità allo sviluppo di sintomi particolarmente gravi. «E’ importante intervenire al più presto – conclude Raimondi – soprattutto in questa fascia di età, per garantire a tutti salute psicologica».

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