Il pollo Romagnolo diventa il 19esimo presidio Slow Food in regione Seguici su Telegram e resta aggiornato A causa delle difficoltà di adattamento alla crescita in batteria, quasi trent’anni fa la razza era a rischio estinzione. Oggi, questo riconoscimento vuole suggerire l’idea di un diverso tipo di allevamento Il pollo Romagnolo ottiene il riconoscimento come presidio Slow Food e si aggiunge ai 18 già presenti in regione, grazie alla collaborazione tra Slow Food Italia e la l’Emilia-Romagna che ha portato recentemente alla firma di un protocollo d’intesa. «Il sostegno ai presidi Slow Food, capaci di creare cultura e identità, porta avanti un progetto che coinvolge le comunità locali e persegue obiettivi come salvare la biodiversità, tutelare gli ecosistemi e le risorse naturali e la salute dei cittadini. oltre che promuovere filiere eque dal punto di vista sociale. Sono una ricchezza qualitativamente ineguagliabile, preservata da chi ogni giorno si impegna per ridare il giusto valore all’alimentazione, rispettando chi produce cibo sano» commenta Alessio Mammi, assessore regionale all’Agricoltura. Il pollo Romagnolo infatti, è stato ampiamente diffuso in tutta l’area delle odierne province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini fino alla metà del secolo scorso, dove era allevato e apprezzato per la naturale attitudine alla produzione di uova (materia prima tra le più importanti della tradizione gastronomica dell’area, in particolare per la preparazione della pasta fresca), per la carne sapida e saporita e a scopo ornamentale, grazie alla variopinta livrea. Tra le caratteristiche di questa specie avicola spicca però la necessità di ampi spazi di razzolamento, e una scarsa predisposizione per l’allevamento in batteria, oltre che alla lentezza nella crescita (il Romagnolo impiega fino a otto mesi per raggiungere la massa che le razze commerciali toccano in cinquanta o sessanta giorni). «Una razza rustica, che ama stare all’aperto per razzolare liberamente. Eppure, nel secondo dopoguerra, proprio la caratteristica che più lo contraddistingue, il bisogno di ampio spazio per procurarsi il cibo raspando tra i ciuffi d’erba e beccando le granaglie avanzate dalla mietitura, ne ha sancito la pressoché totale scomparsa: garantirgli lo spazio all’aperto è diventato, per chi ha preferito adottare un approccio industriale e intensivo all’allevamento, sconveniente e poco redditizio», ricorda Lia Cortesi, responsabile SlowFood del nuovo Presidio Per questo, nel 1997, in tutto il territorio erano presenti soltanto cinquanta esemplari di pollo Romagnolo, posseduti da un anziano allevatore in provincia di Ravenna. La decisione da parte dell’allevatore di mettere gli esemplari a disposizione della facoltà di Veterinaria dell’Università di Parma ha permesso di avviare un vero e proprio programma di conservazione e ripopolamento della razza, che conta oggi tra i 500 e i 600 riproduttori in regione. Gli allevatori professionali che aderiscono al Presidio Slow Food sono tre, a cui si aggiungono gli allevatori amatoriali di pollo Romagnolo membri dell’Associazione razze e varietà autoctone romagnole (Arvar). Uno di loro è Davide Montanari, referente dei produttori del Presidio: «Da quasi vent’anni gestisco un piccolo allevamento in cui mi occupo della selezione degli animali destinati a essere i nuovi riproduttori, così da incrementare il patrimonio zootecnico» spiega. Tutti i suoi animali, naturalmente, crescono all’aperto, perché il Romagnolo si esprime al meglio se dispone di ampi spazi erbosi per il pascolo. «Questo Presidio Slow Food ha un che di sentimentale – aggiunge Cortesi – e lo riteniamo importante perché è un esempio di allevamento virtuoso: esortiamo spesso a mangiare meno carne e a mangiarla di qualità, e questo vale anche per il settore avicolo. Quando sento dire indiscriminatamente che il pollo “è sano”, faccio presente che negli allevamenti industriali spesso vengono somministrati antibiotici agli animali e il benessere si misura esclusivamente nel numero di animali per metro quadro. C’è pollo e pollo, insomma, e dobbiamo educarci alla scelta». Total0 0 0 0 Forse può interessarti... Le finali della Guida Oli 2023 di Slow Food con 20 degustatori da tutta Italia Carlo Petrini di Slow Food a Ravenna per parlare di transizione ecologica Un presidio in piazza a Ravenna per i migranti annegati in Calabria Seguici su Telegram e resta aggiornato