Il pollo Romagnolo diventa il 19esimo presidio Slow Food in regione

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Gli allevatori professionali che aderiscono al Presidio Slow Food sono tre, a cui si aggiungono gli allevatori amatoriali di pollo Romagnolo membri dell’Associazione razze e varietà autoctone romagnole (Arvar). Uno di loro è Davide Montanari, referente dei produttori del Presidio: «Da quasi vent’anni gestisco un piccolo allevamento in cui mi occupo della selezione degli animali destinati a essere i nuovi riproduttori, così da incrementare il patrimonio zootecnico» spiega. Tutti i suoi animali, naturalmente, crescono all’aperto, perché il Romagnolo si esprime al meglio se dispone di ampi spazi erbosi per il pascolo.

«Questo Presidio Slow Food ha un che di sentimentale – aggiunge Cortesi – e lo riteniamo importante perché è un esempio di allevamento virtuoso: esortiamo spesso a mangiare meno carne e a mangiarla di qualità, e questo vale anche per il settore avicolo. Quando sento dire indiscriminatamente che il pollo “è sano”, faccio presente che negli allevamenti industriali spesso vengono somministrati antibiotici agli animali e il benessere si misura esclusivamente nel numero di animali per metro quadro. C’è pollo e pollo, insomma, e dobbiamo educarci alla scelta».

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