Nuova vita per la centrale idrica di via Antica Popilia a Ravenna: grazie a un investimento di 1,4 milioni a carico di Hera, si sono conclusi le due fasi di intervento di ripristino avviate nell’agosto del 2023. La ristritturazione ha permesso di adeguare l’impiantistica alle moderne tecnologie: le vecchie elettropompe sono state infatti sostituite con altre di ultima generazione che adottano le migliori tecnologie disponibili attualmente sul mercato, migliorando l’affidabilità della centrale e la sostenibilità ambientale, con consumi energetici ridotti di circa il 30 percento. La nuova struttura garantisce ai cittadini una migliore continuità del servizio e una qualità dell’acqua superiore.
Il progetto di ristrutturazione ha curato con particolare attenzione la qualità e l’affidabilità del servizio: per ogni apparecchiatura è garantita la presenza di una di riserva in grado di entrare in funzione in caso di eventuali guasti. Inoltre, per garantire il funzionamento delle elettropompe in condizioni di blackout della rete elettrica è prevista anche l’installazione di un nuovo generatore di corrente di emergenza, che andrà a sostituire quello oramai datato.
Inoltre, è stato migliorato il sistema di controllo del funzionamento da remoto dell’impianto, che consente al Polo Telecontrollo Reti e impianti e Call Center Tecnico di Hera di monitorare 24 ore su 24 il funzionamento di tutte le apparecchiature intervenendo immediatamente in caso di guasto, a garanzia del mantenimento di un livello di servizio d’eccellenza.
La costruzione della centrale di via Antica Popilia risale agli anni ’60 e da allora ricopre un ruolo fondamentale per la distribuzione di acqua potabile al centro urbano e alle località della parte nord-occidentale del comune di Ravenna: la struttura comprende vasche di accumulo capaci di contenere fino a 6 milioni di litri di acqua potabile e fornisce alle utenze una portata che può superare i 450 litri al secondo.
Grazie all’installazione delle nuove elettropompe, diventa superflua la presenza del vecchio acquedotto pensile (dalla capacità di circa 800 mila litri), che sarà demolito nel prossimo futuro: per essere mantenuto in funzione avrebbe richiesto infatti interventi di manutenzione conservativa e di adeguamento alle attuali normative sismiche, che avrebbero richiesto investimenti per importi superiori a quelli messi in campo per gli interventi di revamping.