Una mostra in ricordo del padre porta 5000 euro alla ricerca contro il cancro Seguici su Telegram e resta aggiornato “Una tigre nel deserto” racconta le avventure di Raffaele Barbieri, scomparso nel 2023 a causa di un tumore. Il ricavato della vendita delle foto e delle donazioni è stato devoluto dal figlio Francesco all’Istituto Oncologico Romagnolo Dall’8 febbraio al 23 marzo il Centro Civico di Conselice ha ospitato la mostra fotografica “Una tigre nel deserto“, nata nel ricordo di Raffaele Barbieri, scomparso nel 2023 a causa di un tumore al colon. L’iniziativa, organizzata dal figlio Francesco, ha permesso di raccogliere 5 mila euro per la ricerca contro il cancro, devoluti allo Ior. «Anche nella desolazione si può trovare un motivo per lottare: è questo uno degli insegnamenti che mio padre ci ha lasciato – commenta Francesco Barbieri -. Per questo ho deciso di simboleggiarlo con un’immagine: quella di una tigre, animale che mio padre portava tatuato sulla spalla, nel deserto, un panorama che ricorda lo sconforto che si prova all’indomani di una diagnosi di cancro ma anche un orizzonte che lo stesso Raffaele conosceva bene e amava, avendolo attraversato da giovane insieme agli amici, con zaino in spalla, in sella a una moto sgangherata e con un sacco a pelo nel portapacchi». Più che un viaggio un’avventura, una delle tante affrontate con la macchina fotografica sempre al collo, sua grande passione. Negli anni si era trovato ad accumulare tante immagini suggestive, che tuttavia rimanevano appannaggio di amici e parenti a causa del carattere schivo e dell’umiltà che gli impediva di considerare quegli album degni di essere esposti. L’esibizione di queste foto a un anno e mezzo dalla morte, vuole essere per il figlio: «Non solo un sentito omaggio al suo ricordo, ma la dimostrazione che papà sbagliava: nei tre weekend di apertura la partecipazione è stata convinta e entusiasta, tanto che le opere vendute hanno superato ogni aspettativa». La mostra è stata patrocinata dal Comune di Conselice, ed è nata anche come una occasione per sostenere attivamente la ricerca scientifica contro il cancro: oltre alla vendita di fotografie e alla raccolta di donazioni libere, è stata creata anche una pagina di crowdfunding per chiunque volesse supportate l’iniziativa anche online. Alla fine del progetto, la famiglia di Barbieri ha potuto portare in sede all’Istituto Oncologico Romagnolo un assegno da 5.000 euro: «L’auspicio è che serviranno a chi vivrà la nostra stessa esperienza a rispondere a qualcuna delle domande che io e mia sorella ci siamo fatti in questo anno e mezzo senza mio padre – continua Francesco -. Raffaele aveva sempre aderito ai programmi di screening, portava avanti una vita controllata ed era attentissimo alla propria alimentazione: eppure ha ricevuto una diagnosi di tumore al colon che in pochi mesi gli ha tolto ogni energia. Quando succedono cose di questo tipo è normale farsi tante domande: prima fra tutte, perché è successo? Capirlo, grazie alla ricerca, non significa solamente avere la soddisfazione di una risposta, ma anche fare un passo avanti verso la prevenzione e la cura di queste malattie per tutti quelli che restano». «Le parole, di fronte a iniziative come quella di Francesco e della loro famiglia, sono quasi superflue – ha commentato Fabrizio Miserocchi, Direttore Generale Ior – sarebbe probabilmente più sensato lasciar parlare le suggestive immagini della mostra, raccontate dai bellissimi commenti a margine di suo figlio. Spero vivamente si possa replicare l’esibizione perché ciò che ha donato, non solo in termini di raccolta ma soprattutto di emozioni, in coloro che l’hanno visitata, è impagabile. Questa iniziativa racconta una volta di più che anche da un momento drammatico, come la perdita di un padre o di un marito, possa nascere qualcosa di prezioso: soprattutto se quella persona, in vita, ha lasciato ricordi importanti e indelebili in coloro che sono rimasti. Per Raffaele, a causa della particolare malattia che l’ha colpito, non è stato possibile seguire la strada della prevenzione e della diagnosi precoce: tuttavia rimangono le due armi più efficaci che abbiamo nella lotta contro il cancro, specialmente se supportate dalla ricerca». Total0 0 0 0 Forse può interessarti... Donate 23 motoseghe alla Protezione civile Ritrovata una mina anticarro nella spiaggia di Milano Marittima “Nell’ombra di una panchina rossa”: una mostra collettiva in ricordo di Elisa Bravi Seguici su Telegram e resta aggiornato