Federico Grazzini è meteorologo senior di Arpae Emilia- Romagna e autore del libro per ragazzi “Fa un po’ caldo. Breve storia del riscaldamento climatico e dei suoi protagonisti” (Fabbri 2020).
Qual è la situazione delle temperature in Romagna?
«Dal 20 giugno è in corso un’importante ondata di calore, che in alcuni giorni ha battuto i precedenti record storici. Il termometro è sempre stato prossimo ai 35 gradi nell’entroterra e 33 sulla costa. Ma nelle aree interne il caldo è secco, mentre sul mare c’è un alto tasso di umidità che aumenta la percezione di afa e disagio climatico».
Era mai accaduto prima?
«L’ondata di calore è stata molto persistente e precoce; i valori in Romagna sono stati dai 3 ai 6 gradi sopra la media storica. Col pallone sonda lanciato dalla nostra stazione di San Pietro Capofiume, abbiamo registrato l’altezza dello zero termico a 5.200 metri: si tratta della quota a cui si trova la temperatura sotto lo zero, che ha raggiunto un valore record. Ma soprattutto, questi numeri di norma si vedevano ad agosto, mai a giugno».
Perché fa così caldo?
«L’origine delle temperature elevate è dovuta a un robusto campo di alta pressione, che si estende dalle zone sub-tropicali del nord Africa verso il Mediterraneo. Una situazione che d’estate si è sempre presentata regolarmente, ma che negli ultimi anni è molto aumentata di intensità».
C’entra il riscaldamento globale?
«Per attribuire un singolo evento al riscaldamento globale, bisogna effettuare degli studi a posteriori. Ma in generale, tutti i precedenti studi sulle ondate di calore hanno appurato un importante contributo. Il caldo di questi giorni ci sarebbe stato lo stesso, ma senza il riscaldamento globale, probabilmente l’intensità sarebbe stata la metà».
Fino a quanto persisteranno le alte temperature?
«Il termometro dovrebbe iniziare ad abbassarsi grazie all’arrivo di una perturbazione atlantica. Ciò comporterà anche l’arrivo di temporali, che temiamo possano essere piuttosto forti».
Perché?
«Più fa caldo, più l’acqua evapora e perciò l’aria contiene molto vapore acqueo. Quando arriva l’aria fredda, il vapore acqueo condensa e le precipitazioni sono intense. Lo abbiamo visto nei giorni scorsi con i violenti temporali in Piemonte. In Romagna si aggiunge l’elevato calore nel mare, che comporta l’accumulo di energia. L’Adriatico era a livelli molto alti anche prima dell’ondata di calore e oggi è arrivato a 27 gradi. Anche in questo caso, un dato che di norma si misurava in agosto e mai a giugno».
Dopo le alluvioni del 2023 e 2024, il territorio romagnolo è molto fragile e i rischi legati alle precipitazioni sono aumentati. Dobbiamo preoccuparci?
«I dati indicano un profondo cambiamento del sistema climatico in corso, che può portare a eventi di una scala a cui non siamo abituati».
Nelle città, il cemento aumenta l’effetto del calore. Come si può ripensare l’urbanistica per attenuare la percezione delle temperature?
«Chi vive in città sa che le zone più fresche e ventilate coincidono con la presenza del verde. Bisogna rendere le città più ombreggiate possibili, costruire con materiali isolanti, favorire la presenza dell’acqua e piantare molti alberi. Possibilmente prendendosene cura e lasciando il terreno intorno per traspirare, anziché il cemento».