Bunge da urlo, battuto Piacenza al tiebreak: il sogno europeo diventa realtà

Superlega / Dopo due anni Ravenna torna in Europa e lo fa al termine di una stagione piena di soddisfazioni, sempre in crescendo. Sotto di due set a uno, Lyneel e compagni ribaltano tutto, trovando la forza di recuperare lo svantaggio e di aggiudicarsi la partita. Coach Soli: “Se qualcuno alla vigilia della Final Four avesse detto che noi avremmo vinto, sarebbe stato preso per pazzo. Invece il nostro sogno si è trasformato in realtà”

Piacenza-Ravenna 2-3
(23-25, 26-24, 25-21, 23-25, 12-15)
LPR PIACENZA: Clevenot 12, Di Martino, Hernandez 20, Marshall 4, Alletti 17, Hierrezuelo 8, Manià (L); Parodi 10, Tzioumakas 2, Yosifov 10, Cottarelli. Ne: Papi, Zlatanov, Tencati. All.: Giuliani.
BUNGE RAVENNA: Lyneel 20, Ricci 8, Torres 6, Van Garderen 24, Bossi 7, Spirito 3, Goi (L); Raffaelli, Marchini, Grozdanov 7. Ne: Calarco, Kaminski, Leoni. All.: Soli.
ARBITRI: Cappello di Siracusa e Zavater di Roma.
NOTE – Piacenza: bs 29, bv 8, errori 6, muri 14; Ravenna: bs 17, bv 8, errori 9, muri 8. Spettatori: 1415. Durata set: 25’, 28’, 27’, 23’, 19’ (tot. 122’). Mvp: Lyneel.

Vittoria

L’esultanza finale dei giocatori dopo il successo su Piacenza

La Bunge ci mette tutto quello che ha, buttando in campo cuore, voglia di vincere e orgoglio, e completa una bellissima impresa battendo al tiebreak Piacenza e aggiudicandosi la Final Four dei playoff per il quinto posto che vale l’accesso alla Challenge Cup. Dopo due anni Ravenna torna in Europa e lo fa al termine di una stagione piena di soddisfazioni, sempre in crescendo. Sotto di due set a uno, Lyneel e compagni ribaltano tutto, trovando la forza di recuperare lo svantaggio e di aggiudicarsi la partita. Uno dei simboli del match è Grozdanov, decisivo nelle ultime due frazioni, mentre Lyneel è il meritato mvp. E questo successo non poteva che accadere in un campo qualsiasi: qui a Verona, infatti, nel ’92 l’allora Messaggero vinse la Supercoppa Europea.

Sestetti titolari Il coach Soli schiera lo stesso sestetto iniziale del giorno prima, con Spirito al palleggio in diagonale con Torres, Lyneel in banda con Van Garderen e Bossi e Ricci al centro (libero Goi). La Lpr Piacenza di Giuliani si presenta in campo con Hierrezuelo in regia, Hernandez opposto, Marshall e Clevenot schiacciatori, Alletti e il giovane Di Martino centrali, Manià in seconda linea.

Primo set Un ace di Hernandez spinge la Lpr sul 3-1, poi ripresa sul 6-6 da Lyneel. Una schiacciata fuori di Torres riporta a +2 gli emiliani (8-6), che mantengono questo vantaggio fino a quando ancora il francese, questa volta al servizio, non pareggia il conto: 14-14. Il primo vantaggio della Bunge è causato da un attacco in rete di Marshall: 16-17 e time out Giuliani. Il cubano sbaglia un agevolo appoggio in palleggio, regalando il 16-18, ma Clevenot piazza il muro del 18-18: è il turno di Soli a fermare il match. A spezzare l’equilibrio è un muro di Van Garderen, che scava un piccolo ma importante solco: 21-23 e seconda pausa richiesta da Giuliani. Alla ripresa è ancora l’olandese a chiudere un lungo scambio (21-24), ma il primo set ball è annullato da Marshall. Entra Yosifov, che in battuta realizza il 23-24 e il tecnico giallorosso chiama time out. Van Garderen riceve bene e con un primo tempo Ricci consente a Ravenna di passare in vantaggio: 23-25.

Secondo set Il centralone di Cotignola inizia la seconda frazione con il servizio vincente dello 0-2, ma Marshall a muro riporta la situazione in equilibrio (3-3) e Clevenot firma il sorpasso: 6-5. La Bunge reagisce alla grande e con un ace di Lyneel si porta sul 7-9, a cui risponde Alletti con il muro del 9-9: prima pausa, voluta da Soli. Torres colpisce dalla linea di battuta (10-12) e poi ci pensa Lyneel a scavare un solco ulteriore: 13-16 e time out Giuliani. Van Garderen trascina sul +4 i ravennati (13-17) e il coach degli emiliani sostituisce Di Martino e Marshall con Yosifov e Parodi. È proprio il centrale bulgaro a ridurre le distanze (16-18), poi imitato da Hernandez e Alletti, quest’ultimo dai nove metri, che riportano il punteggio in parità: 21-21 e Soli utilizza il suo secondo stop. Hernandez realizza il break del 23-22 e Lyneel annulla il primo set ball, ma sul secondo è ancora l’opposto cubano a essere decisivo, murando l’attacco di Van Garderen: 26-24 e una frazione a testa.

Terzo set Il muro di Alletti e l’ace di Hernandez lanciano sull’8-5 Piacenza e Soli sostituisce Torres con Grozdanov, che dimostra di avere la mano subito calda (9-7). L’infrazione di Spirito causa l’11-7 degli emiliani e il tecnico giallorosso chiama time out. Spirito suona la carica con il break del 14-12, ma Parodi ristabilisce le distanze (16-12), obbligando Soli a fermare per la seconda volta il set. Hierrezuelo non si fa scappare l’occasione del +5 (18-13), Van Garderen risponde avvicinando la Bunge: 19-16 e rientra Torres. Yosifov piazza il muro del 22-17, Lyneel non fallisce il contrattacco del 22-19, ma Alletti non è da meno con il primo tempo del 24-20. Ricci annulla il primo set ball, mentre sul secondo Parodi trova il mani fuori decisivo: 25-21.

Quarto set La Bunge scende in campo con Grozdanov al posto di Torres, ma è ancora Piacenza a menar le danze con Yosifov, autore dell’ace del 7-5. Van Garderen risponde con la stessa moneta dai nove metri (7-7), imitato in seguito da Parodi: 10-8. Il sussulto arriva quando Grozdanov stampa il muro del 12-12, di nuovo però è un Parodi in stato di grazia a spingere la sua squadra sul 16-14: time out di Soli. La Bunge non molla ed è ancora dalle mani di Grozdanov che raggiunge il pareggio (19-19) e addirittura effettua il sorpasso con Van Garderen: 20-21 e Giuliani ferma il match. La Lpr è in confusione nella ricostruzione dopo la battuta di Grozdanov e pasticcia, regalando il 20-22 ai ravennati: il tecnico biancorosso chiama i suoi in panchina per la seconda volta. Ricci mette a terra la palla del 21-23 ed Hernandez tira in rete la battuta: 22-24. Ricci vanifica al servizio il primo set ball, ma sul secondo Lyneel riporta in equilibrio la sfida: 23-25 e si va al tiebreak.

Tiebreak La Bunge sulle ali dell’entusiasmo scatta sullo 0-4 propiziato da un break di Lyneel, una schiacciata fuori bersaglio di Hernandez e un ace di Spirito: Giuliani chiama time out. La Lpr dimezza il gap con un muro di Hierrezuelo (2-4), Grozdanov però ripaga i biancorossi con la stessa moneta, Lyneel trova un fortunoso servizio vincente e l’opposto bulgaro realizza il 2-8. Si cambia il campo, ma non la musica, con la conclusione di Bossi che vale il 2-9: altra pausa voluta dal tecnico degli emiliani. Due punti di fila di Alletti avvicinano Piacenza (4-9), Van Garderen li ferma e Ricci non sbaglia la palla del 5-11. L’olandese firma il 6-12 e Hierrezuelo regala il 7-13, ma poi c’è un improvviso black out favorito dalle giocate di Tzioumakas e Parodi che costringe Soli a due time out: 11-13. Capitan Lyneel rompe il ghiaccio realizzando l’11-14 e al secondo match point Grozdanov fa esplodere l’urlo di gioia dei tanti tifosi giallorossi arrivati a Verona: 12-15 e ritorno in Europa di Ravenna!

Le dichiarazioni del dopo gara

Fabio Soli (allenatore Bunge Ravenna): “Se qualcuno alla vigilia della Final Four avesse detto che noi avremmo vinto, sarebbe stato preso per pazzo. Invece il nostro sogno si è trasformato in realtà, vincendo una partita un po’ lenta, a causa della fatica delle gare di ieri. Comunque l’agonismo è venuto fuori alla distanza e anche Piacenza ha dimostrato di tenerci tantissimo. I nostri avversari le hanno provate tutte, sfruttando al massimo le forze che hanno in organico e grazie a queste sono riusciti a ribaltare la situazione, passando da 1-0 a 1-2. Come mi ha insegnato un mio grande maestro, Daniele Bagnoli, nello sport ci vuole anche un po’ di fortuna e oggi noi l’abbiamo avuta. Ma la buona sorte aiuta solo chi ci crede e noi non abbiamo mollato mai, anche quando le cose si stavano mettendo male. Il bilancio di questa stagione non può che essere fantastico, suggellato da un eccezionale ritorno in Europa. Abbiamo iniziato il campionato con una squadra giovanissima e tantissimi esordienti nel sestetto titolare. Sono stati tutti bravissimi e dico una parola su Grozdanov. Lui ha lavorato in silenzio per tutto l’anno e oggi si è fatto trovare pronto nei momenti decisivi, raccogliendo i frutti del suo impegno e del suo sudore”.

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