Diritto e rovescio, educazione e disciplina: la filosofia della Ravenna Academy

Il professore Perticarà ha rilevato la realtà di Urbinati al circolo Zavaglia per il rilancio: «Non importa solo la tecnica, ma anche il comportamento fuori dal campo». La scuola è passata da pochi allievi a 80 iscritti

Ravenna Tennis Academy 2Da qualche mese c’è stato un passaggio di testimone che ha rilanciato in modo importante il mondo della racchetta bizantina, con la creazione della Ravenna Tennis Academy, che in pratica ha preso il posto della Uta di Omar Urbinati. Sullo storico Circolo Zavaglia vola così in alto un’aquila, scelta a rappresentare il logo della nuova realtà creata dal professore Roberto Perticarà. «Poco più di un anno fa – spiega il presidente della Rta – sui campi di una struttura tutt’altro che messa bene c’era solo qualche bambino che giocava. Ora siamo arrivati a contare già ottanta allievi per la scuola e quaranta agonisti. E ci siamo dovuti fermare, chiudendo le iscrizioni, in quanto al momento non ne riusciamo ad accogliere più».

Un risultato, questo, raggiunto grazie a uno staff di prim’ordine che vede come direttore tecnico l’esperto Patricio “Pat” Remondegui, a capo di un gruppo di allenatori molto qualificato (quattro i maestri federali), ma anche professionisti come Marco Bonitta, che segue gli atleti soprattutto a livello mentale, il professore Danilo Pizzorno e il fisioterapista Antonio Corvetta. «Il nostro punto di partenza è stato quello di creare un ambiente sano, un luogo dove i ragazzi stanno bene assieme praticando sport. L’idea è quella di accogliere i bambini dai cinque anni in su, cercando di farli crescere, ma anche i giovani che provano a imboccare la strada del professionismo».

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Un cammino che alcuni atleti, sia provenienti dall’estero, sia italiani, hanno già intrapreso da tempo. Si tratta dei bosniaci Nerman Fatic, Nefisa Berberovic e Anita Husaric, ma anche di Nicole Fossa Huergo, tutti e quattro tra i primi mille delle classifiche Atp o Wta, per arrivare a Michele Vianello (categoria 2.3), Alessandro Dragoni (2.3), Umberto Crocetti Bernardi (2.5) e Raffaele Martignani (2.5). «Il primo anno è stato davvero molto positivo – interviene Pat Remondegui – perché i professionisti sono migliorati tantissimo e tutti sono saliti in classifica. Per esempio Nicole era partita da zero, mentre adesso ha novecento punti, disputando anche una finale. Nefisa e Nerman, poi, hanno vinto tre tornei a testa, con quest’ultimo che da numero 800 è diventato 369».

Passando alla squadra agonistica non mancano le soddisfazioni, con la promozione in Serie C del team del circolo, che si presenterà ai blocchi di partenza della prossima stagione con l’obiettivo di riportare Ravenna in Serie B dopo sei anni. «Anche qui sono stati fatti grandi progressi. Il gruppo Under 12 è addirittura tra i migliori cinque di Italia e anche quest’anno abbiamo dei team che possono ambire a ottimi risultati. Il fiore all’occhiello del 2019 è rappresentato dal fatto che la nostra scuola si è classificata al primo posto in regione e sesta a livello nazionale. Si tratta di un traguardo prestigioso che penso che il Circolo Zavaglia, seppure abbia una tradizione buonissima (qui sono cresciuti giocatori come Andrea Gaudenzi e Maria Elena Camerin, per fare un esempio), non sia mai riuscito a raggiungere. Ritengo che nel giro di un paio di anni avremo tanti atleti di ottimo livello».
Alzando il tiro degli obiettivi, cresce anche la portata del lavoro. «Il nostro incarico è impegnativo, in quanto abbiamo raccolto un’eredità pesante. Qui per tanti anni ha lavorato Omar Urbinati, uno dei migliori tecnici italiani».

Anita Husaric Michele Vianello Enrico Dalla ValleLa stessa attenzione rivolta ai professionisti e agli agonisti, però, si dirige anche sui talenti in erba. «Nonostante partissimo da una buona base, quest’anno il passo più grande lo abbiamo compiuto soprattutto con la Scuola, che negli anni era stata lasciata un po’ in disparte. Non c’era in realtà un vero vivaio, al punto che nel 2018 nessuno dei nostri giovani era stato convocato alla Coppa delle Province. Rilanciare la Scuola è stata una delle nostre priorità. Nel 2019, infatti, c’erano tre nostri rappresentanti nella squadra ravennate e due in quella di Forlì-Cesena».

Ma l’attenzione della Ravenna Tennis Academy non si concentra solo sul fattore agonistico e coinvolge anche quello sociale. «Oltre a “costruire” dei giocatori, vogliamo far crescere delle persone per bene, con delle regole, puntando quindi moltissimo al lato umano. Questa è un’impronta che si inizia già a vedere e di cui siamo molto contenti. I nostri ragazzi non devono essere riconosciuti solo per un buon diritto e rovescio, ma soprattutto per una certa maniera di comportarsi fuori e dentro al campo di gioco, con educazione, rispetto e disciplina».
Il rilancio del tennis ravennate passa anche dai meriti di un nuovo gruppo dirigenziale, guidato da Carlo Licciardi, che sta facendo rinverdire i fasti del passato del sodalizio di via Marani. «Un grande ringraziamento va ai dirigenti del Circolo Zavaglia, in quanto siamo stati fortunati a trovare un nuovo direttivo che si è rivelato molto disponibile nei nostri confronti. Hanno dato una spinta importantissima alla struttura, migliorandola sotto ogni punto di vista, dall’installazione di nuovi palloni e di una migliore illuminazione fino al cambiamento di un campo in erba sintetica, ora diventato di nuova generazione, davvero bellissimo».

Con la speranza, però, di poter ricominciare ad accogliere nuovi piccoli talenti della racchetta, facendo così crescere anche il numero dei tesserati. «Il nostro obiettivo a lungo termine – aggiunge Perticarà – è quello di allargare in modo ulteriore la base degli iscritti e di fornire un servizio ancora migliore ai nostri agonisti, cercando però di tenere tutto circoscritto negli impianti dello Zavaglia. Inoltre vogliamo migliorare la sinergia con le scuole cittadine, in particolare le elementari, proseguendo la nostra opera di promozione».

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