Il Ravenna capolista alla fine del girone d’andata è una sorpresa, ma fino a un certo punto. Chi davvero conosceva il valore delle forze in campo (come il caporedattore del Corriere Romagna che avevamo intervistato la scorsa estate a questo link), non poteva che mettere i giallorossi dell’ambiziosa proprietà Cipriani tra le possibili outsider, dietro all’Arezzo (che infatti è oggi secondo a un solo punto dal Ravenna). Considerando anche un girone (il B della Serie C) che si è ritrovato senza retrocesse dalla serie B, con ben sei neopromosse, la Spal fuori dai giochi e alcune realtà in palese crisi economica (Rimini e Ternana in primis). Senza nulla voler togliere all’ottimo lavoro di società, tecnici e giocatori, sarebbe ipocrita – considerando anche il recente acquisto di lusso di Viola – far finta che il Ravenna sia una “matricola” come le altre. E allo stesso modo non si può più nascondere l’obiettivo della promozione in serie B. Anche perché un’occasione come questa potrebbe non ricapitare in fretta. Il prossimo anno il girone B potrebbe tornare più competitivo e non è mai facile costruire una squadra per vincere il campionato. Essere in testa alla classifica ora, in questo campionato, è un lusso da non lasciarsi sfuggire.
L’impressione, però, è che la rosa abbia bisogno di altri innesti per poter restare al comando. Analizzando con obiettività il girone di andata, va detto infatti che il Ravenna ha dimostrato sì di essere una squadra forte e in grado di gestire le partite, ma ha potuto contare anche su rimonte e gol in extremis che difficilmente si potranno ripetere con regolarità. E ha potuto contare su un calendario che ha visto i giallorossi ospitare in casa squadre di blasone o di piazze importanti che ora diventeranno trasferte insidiosissime: oltre alle più dirette inseguitrici Arezzo e Ascoli, sarà dura affrontare fuori casa anche Perugia, Ternana e lo stesso Campobasso che ospiterà i giallorossi il 4 gennaio per la prima giornata del girone di ritorno.
Tatticamente, invece, l’impressione è che mister Marchionni – per quanto ci tenga a specificare sempre che decisivo è l’atteggiamento, più dei numeri – resterà legato al suo 3-5-2 che lo ha reso comunque uno dei mister con la media punti più alta della storia del Ravenna, ma che implica anche qualche problema. Il primo è l’inserimento dello stesso Viola, che sarebbe più semplice in un 4-3-2-1 (con l’ex Cagliari e Spini dietro a una punta, insieme ai tre centrocampisti “titolari”, ossia Di Marco, Rossetti e Tenkorang). Mantenendo il più tradizionale 3-5-2 Viola potrebbe giocare dall’inizio soltanto al posto di Spini o di Di Marco, due dei giocatori più importanti di questo Ravenna.
Per quanto riguarda il mercato, per cercare davvero di vincere il campionato, sarebbero necessari 2 o 3 ulteriori innesti. Il più urgente è forse un esterno a tutta fascia – se si vuole davvero proseguire con il 3-5-2 – di quelli in grado di saltare l’uomo e di creare superiorità numerica, con gamba e personalità, da alternare a Rrapaj (sempre molto generoso ma poco preciso al cross), Falbo (ottimi invece i suoi cross ma poca personalità nella spinta), Corsinelli (fin qui non apparso l’uomo in grado di fare la differenza che ci si aspettava in estate), Da Pozzo (sempre ficcante a partita in corso, meno dall’inizio) o Donati (più “braccetto” o terzino a 4, che esterno a tutta fascia).
È poi difficile pensare di poter vincere il campionato senza un centravanti di categoria (Okaka è un extra-lusso da sfruttare però al meglio nell’ultima parte della partita; Luciani un buon giocatore ma non sembra un 9 da capolista di serie C; Motti pare non dare garanzie dal punto di vista fisico; Zagré avrebbe bisogno di trovare continuità altrove) e un portiere che possa contribuire maggiormente a dare sicurezza all’intero reparto difensivo.
Ovviamente, senza alcun innesto arrivare eventualmente secondi o terzi in classifica sarebbe comunque un successo, per un Ravenna ripescato all’ultimo dalla serie D. Su questo non ci piove. Ma l’occasione di poter mettere a segno una storica doppia promozione è talmente ghiotta (e concreta) che non sfruttarla fino in fondo sarebbe davvero un peccato, visto comunque che l’obiettivo del presidente Cipriani è senza dubbio quello di riportare la sua città nella serie B del calcio.



