Lui a casa non fa nulla? La mamma va in vacanza e il papà è in tv da solo coi figli

La famiglia ravennate della giornalista Silvia Manzani nel nuovo
programma Rai che mette alla prova i babbi. Le loro testimonianze

Si chiama “Chiedi a papà” il nuovo programma in partenza su Rai Tre dello scrittore, regista e sceneggiatore Ivan Cotroneo, nato da un’idea dell’educatore ed esperto di comunicazione Francesco Uccello. Si tratta di un reality-show il cui format è sulla carta semplice per quanto originale. Protagoniste saranno in ogni puntata due famiglie che non si conoscono: le mamme trascorreranno cinque giorni di assoluto relax in hotel di lusso, da sole, senza alcuna possibilità di comunicare con i famigliari. I padri, invece, dovranno occuparsi dei bambini e dell’economia domestica.

La prima puntata di venerdì (8 gennaio, in seconda serata) sarà battezzata da una famiglia ravennate, nota in città anche per il ruolo della mamma, giornalista free lance, tra gli altri del sito Romagnamamma.it, autrice di un libro sulle famiglie omogenitoriali (vedi articoli correlati) e spesso protagonista di incontri pubblici sul tema dei diritti civili. Lei si chiama Silvia Manzani, 35 anni, il suo compagno, coetaneo, è Mauro Di Nuzzo, bancario. Genitori di due figli, Violante di 7 anni e Filippo di un anno e mezzo, ci raccontano come è andata.

«Alla fine loro sono sopravvissuti e io mi sono divertita da morire». Sorride, Silvia, che grazie a “Chiedi a papà” per la prima volta da quando è diventata mamma ha dormito fuori senza marito o figli. Cinque giorni gratis in un resort di lusso nel sud Italia (il luogo esatto  lo lasciamo top secret come richiesto dalla Rai) in compagnia della troupe e dell’altra mamma protagonista della puntata. «Il posto era magnifico, la compagnia divertente, peccato sia volata, giuro che non ho mai sentito la mancanza di nessuno… I bambini erano molto sereni, sia alla partenza che al ritorno. Non ho ancora visto le immagini ma probabilmente Mauro sarebbe eccezionale, se non ci fossi io…». Da qui nasce il problema, e anche la decisione di partecipare. «Diciamo che ci è stato proposto – continua Silvia –, io all inizio ero molto scettica perché non amo molto apparire ma poi a convincermi è stato addirittura Mauro. Il primo anno di Filippo è stato durissimo per tanti motivi, quindi alla fine mi sono detta: perché no? Non mi ricapita più di andare in vacanza da sola cinque giorni. Così abbiamo partecipato al casting».

«Ero molto preoccupata per la gestione dei bambini da parte di Mauro – commenta ancora Silvia –, visto che a casa nostra il carico è tutto su di me. Poi però ho pensato che davanti alla mia assenza, si sarebbe per forza dato da fare. Il problema è che quando ci sono io, lui si rilassa e si deresponsabilizza. Mauro non si occupa di quasi nulla in casa e la gestione dei bambini in particolare è tutta mia. Lui è cresciuto con la classica mamma meridionale, che non fa fare niente ai figli… Secondo me con il programma ha capito che fatica che è; ma la tivù è stata solo lo spunto, dobbiamo lavorarci ancora». Non pare però della stessa idea il compagno, che dice ora di aver «riconsegnato» i figli, più che altro.

«Sì, riconsegnati – sorride Mauro –. Perché, purtroppo, i carichi familiari rimangono disequilibrati, non solo per mia indolenza, ma anche e forse soprattutto per come è costruita la nostra società, basata su ruoli e conformismi. Papà fa tardi al lavoro, la mamma pensa a tutto. Vado ripetendo che rifarei il programma ma nei panni della mamma. Silvia si arrabbia sempre perché dice che io in vacanza ci sono tutti i giorni…».

Tornando al programma, Mauro commenta: «Ho deciso di accettare un po’ per curiosità verso il mondo della televisione, un po’ accettando la sfida lanciata da Silvia. Posso dire che, contrariamente a quanto le mamme possano pensare, un papà ce la può fare. Con soluzioni nuove, con un briciolo di improvvisazione, con sano senso dell’istinto. I bambini sono stati bene». E questi cinque sono stati anche giorni di scoperte, per Mauro. «Ho scoperto che sono bambini con grande spirito di adattamento e anche molto responsabili: ma perché la mamma grida tanto?».

«La cosa più complicata? – chiediamo infine al papà – Forse avere sempre una visuale strabica: un occhio all’oggi è un occhio al domani. Cosa facciamo oggi pomeriggio? Cosa mangiamo domani a cena?».

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