L’avvocato candidata sindaco del movimento Cambierà affronta
il tema: «Prima di tutto serve il controllo del Comune»
E allora Guerra, in campo con una lista civica dopo il no del Movimento 5 Stelle per l’utilizzo del simbolo di Beppe Grillo, riepiloga la sua visione: «L’installazione di telecamere negli asili è una misura che deve essere presa in considerazione e che va valutata con grande attenzione sotto un profilo di legittimità (in primo luogo la tutela della riservatezza), di economicità (i costi intesi anche come spese per affrontare eventuali ricorsi e processi amministrativi di vario genere) e di efficacia (il rapporto degli stessi costi in relazione ai benefici). Nel caso si optasse per l’installazione di telecamere, senza ombra di dubbio, sarebbero telecamere a circuito chiuso e non si tratterebbe dell’introduzione indiscriminata di webcam per consentire ai genitori di avere un accesso diretto alla struttura tramite internet (provvedimento questo già bocciato dal Garante della Privacy)».
Con una necessaria premessa a favore della lucidità di ragionamento: «Nessun provvedimento, preso sull’onda emotiva di un fatto spiacevole che ci lascia sgomenti, è comunque ben ponderato. Prima di arrivare all’estrema misura delle telecamere dobbiamo procedere per gradi: innanzi tutto incentivare i genitori a segnalare qualsiasi sospetto di maltrattamento o mala gestione alle forze dell’ordine e al Comune».