Teneva il cane immerso nelle feci: padrona condannata a sei mesi per maltrattamenti

Il marito aveva patteggiato 4 mesi. Dopo una lunga riabilitazione il lagotto sta bene: ribattezzato Corry, è stato adottato

Corry

Corry, dall’inferno al ritorno: a sinistra dopo il ritrovamento, a destra oggi

Disidratato, denutrito, senza pelo, dilaniato da malattie e parassiti, trascorreva le sue giornate chiuso in casa immerso nelle proprie feci e divorato dalle pulci: queste le condizioni in cui a marzo del 2014 era stato trovato un lagotto di dieci anni nel Faentino e oggi, 21 settembre, per la 55enne proprietaria è arrivata la condanna a sei mesi di reclusione e 3.300 euro di multa (pena sospesa) per maltrattamento animali. A novembre del 2016 il marito della donna aveva invece patteggiato quattro mesi di carcere.

Grazie all’interessamento dell’Enpa, l’animale ha seguito un lungo percorso di riabilitazione assistito da professionisti, volontari e cittadini desiderosi di dare il proprio contributo sotto la supervisione della clinica veterinaria accademica di Ozzano. Oggi il cane sta bene: è stato ribattezza Corry, diminutivo di coraggio, èd è stato adottato da una nuova famiglia.

Era stato ritrovato in fin di vita a marzo 2014 dopo una segnalazione. La sua storia ha conosciuto una mobilitazione senza precedenti a Faenza, anche grazie all’ampio eco avuto sui media. Il buon cuore di centinaia di cittadini ha permesso ai volontari di Enpa di compiere con successo la lunga riabilitazione che ha salvato la vita all’animale. Chi ha donato materiali, chi cibo, chi ha contribuito con una piccola offerta: un’esperienza corale di solidarietà tutt’altro che vana.

C’è soddisfazione tra i volontari di Enpa Faenza per la sentenza del giudice Janos Barlotti del tribunale di Ravenna. «La giustizia ha fatto il suo corso e siamo soddisfatti che siano state riconosciute le colpe degli ex proprietari di Corry», ha commentato Maria Teresa Ravaioli, presidente di Enpa Faenza. L’associazione animalista si è costituita parte civile nel processo. «Si tratta di una pena esemplare per un reato penale, quello del maltrattamento degli animali, che non deve essere tollerato in una società civile», ha aggiunto l’avvocato difensore di Enpa Barbara Liverani.

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